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Autore: A b y s s    30/05/2016    4 recensioni
9 novembre 1989
Cade il muro.
Tornano la libertà e la speranza.
Una promessa e due fratelli.
[AU!Human][Nopairing][German!BROTP]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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FÜR IMMER, BRUDER

 

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Un mattone è andato.
Un altro che viene levato.


E poi ancora, pezzi di muro che crollano e si sgretolano, che piombano a terra, colpiti dalla forza che gli abitanti di Berlino - non Berlino Est e Berlino Ovest, ora è solo Berlino! - che urlano, si incitano a vicenda per distruggere quell'orribile costruzione.


Il muro cade.


Come un'unica persona, i berlinesi sollevano le braccia ed esplodono in grida, da una parte e dall'altra, mentre chiamano i loro cari, riunendosi dopo trent'anni di separazione.
Anche Ludwig grida. Grida un nome di sette lettere, mentre corre, e continua a chiamarlo, mentre la voce gli raschia la gola. Sa che è la vicino, lo sente urlare e imprecare contro le rovine di pietra.


Dov'è?


Dov'è?


Cerca nella folla due occhi rubino, una testa candida, un corpo magro e un'espressione strafottente sul volto, cerca un viso familiare in quell'odissea di lacrime, pianti e grida gioiose.


"Dove sei?"


«LUDWIG!»


Si gira, aguzza lo sguardo.
Ed eccolo lì, le mani piantate sui fianchi, sorridente e vestito di stracci, ferito e stanco, ma con il bagliore del suo antico orgoglio fisso negli occhi. Il Muro non lo ha cambiato. Così come non ha cambiato lui.


«GILBERT!» urla, e corre verso di lui, più veloce che può.


Quando il fratello spalanca le braccia, Ludwig Beilschmidt si sente di nuovo un bambino; corre, lo abbraccia, stringendo il più grande a se, e non si vergogna del pianto che sgorga dalle sue iridi azzurre.


«Gil, Gil...» mormora, come una nenia, e quasi non ci crede. «Bruder... Ich habe dich vermisst...(Fratello...Mi sei mancato tantissimo...»


Sente le sue braccia stringerlo, la sua testa sulla propria spalla, qualcosa che gli bagna la giacca.


«Auch vermisste ich dich , kleiner Bruder (Anche tu mi sei mancato tantissimo, fratellino)» gli mormora, la voce rotta dalle lacrime. «Aber ich bin hier , jetzt , Sie keine Sorge...(Ma ora sono qui, non ti preoccupare...)»


Trent'anni passati separati, cancellati da un abbraccio di due fratelli.
Gilbert stringe il fratellino - che fratellino non è più, oramai, così alto e forte - contro di sé, rimpiangendo il giorno in cui non era rimasto vicino a lui ed era stato bloccato da quell'infernale muraglia.


«Bruder, lass mich nicht mehr allein. Versprechen Sie mir, Gilbert.(Fratello, non lasciarmi più solo. Promettimelo, Gilbert)»


È rimasto ancora bambino, in fondo, sorride tra sé e sé l'albino.

 

Gilbert annuisce. «Ja, ich verspreche es. (Sì, te lo prometto)» dice, la voce ancora tremante di commozione. «Wir bleiben zusammen. Für immer. (Resteremo insieme. Per sempre)»


È una promessa, quella che si fanno due fratelli sulle rovine del loro aguzzino - della loro prigione di pietra.
Non ci sarebbe stato mai più un muro tra di loro.


"Für immer, Bruder"

   
 
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