Videogiochi > Final Fantasy IV
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Autore: RiyelaAlelita    30/05/2016    2 recensioni
Dopo il terremoto di Mist, Kain e Cecil si ritrovano separati, e quest'ultimo prosegue con la piccola Rydia il suo viaggio nel deserto. Ma cos'è successo a Kain? Perché, pochi giorni dopo aver progettato con l'amico d'infanzia la ribellione contro Baron, combatte insieme al regno per prendere i cristalli?
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kain Highwind
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ritorno a Baron


Quando Kain riprese i sensi, anche gli ultimi residui dell'incendio che aveva distrutto Mist si stavano spegnendo, mentre l'aria era ancora satura di fumo, tanto da irritargli la gola.
Si rialzò a fatica e andò a recuperare la lancia, caduta poco lontano. Sembrava in condizioni abbastanza buone, l'asta era un po' scheggiata, ma per fortuna ancora utilizzabile. Certo, probabilmente non avrebbe resistito ancora molte battaglie. Di sicuro era messa meglio di come si sentiva lui, dolorante in varie parti del corpo e ancora un po' stordito.
Guardandosi attorno, non vide né Cecil, né la bambina dai capelli verdi. Mosse qualche passo tra le case ormai bruciate, chiamando con la voce resa roca dal fumo il nome dell'amico, senza però ottenere risposta.
La sua attenzione si spostò allora sull'imponente formazione rocciosa ad est. Prima non c'era, ne era sicuro. Doveva essere stato il terremoto causato dalla bambina. Non immaginava avesse così tanto potere in quel suo piccolo corpo.
Sospirò: se Cecil e la piccola non erano morti, molto probabilmente erano dall'altra parte. Valutò l'idea di scalare le montagne, ma si rendeva conto anche da solo di non essere nelle condizioni ideali per quell'impresa.
L'unica opzione rimasta era tornare a Baron.
"Casa mia. E la nazione che, con Cecil, ho deciso di tradire."
Questo pensiero gli lasciò dentro una strana sensazione: Baron era il luogo in cui aveva passato tutta la sua vita, ma ultimamente qualcosa era cambiato in quel castello. Il re non era più lo stesso, e nell'aria si poteva sentire il disagio e, in certi casi, la paura che questo cambiamento repentino aveva portato.
Ripensò anche al dialogo avuto poco prima con Cecil: sapeva che anche l'amico era preoccupato per il cambiamento del sovrano, ma non credeva che si sarebbe opposto così facilmente all'uomo che lo aveva cresciuto come se fosse davvero suo figlio. Anche se, da quanto aveva potuto capire, la missione a Mysidia lo aveva turbato parecchio, di sicuro abbastanza da rispondere in quel modo al re, un evento molto raro da quando non era più bambino.
Il rumore di una casa che crollava su se stessa lo riscosse dai suoi pensieri. Doveva andarsene da lì. Se ci fosse stato ancora qualcuno di vivo, e si augurava che fosse così, non voleva che lo trovasse lì, accusandolo di quell'incendio devastante, sebbene fosse la verità.
Lasciò velocemente il villaggio e si incamminò verso la grotta.


Arrivò in vista del castello quando il sole stava già tramontando, e si lasciò andare a un sospiro di sollievo: finalmente era arrivato!
Non ebbe molto tempo per rilassarsi, però: un rumore secco lo fece voltare, giusto in tempo per parare con lo scudo il colpo d'ascia di un goblin.
"Basta!" pensò esasperato, eliminando l'ennesimo mostro che l'aveva attaccato lungo la strada. Non aveva mai combattuto tanto in vita sua, si sentiva distrutto e aveva ormai finito la sua scorta di pozioni. Aveva l'impressione che i mostri fossero aumentati da quella mattina, quando si era messo in viaggio con Cecil, e che fossero diventati più feroci.
Un altro verso stridulo attirò la sua attenzione al cielo. Saltò, e riuscì a uccidere anche quel mostro, sebbene avesse così poche forze rimaste che l'altezza di quel salto avrebbe fatto vergognare di lui non solo il padre, ma anche tutti i dragoni sotto il suo comando.
Continuò ad avvicinarsi al castello, sempre inseguito dai mostri e sempre più stanco. Era ormai ai piedi delle mura della città quando qualcosa lo colpì alla schiena, e cadde senza avere più le forze per rialzarsi.
Udì delle voci concitate e qualcuno che lo chiamava. Lo girarono supino e gli tolsero l'elmo, e Kain vide china su di sé una maga bianca. Poi perse i sensi.
 
   
 
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