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Autore: Kiryel    30/05/2016    1 recensioni
..."Sai sei alquanto strana!" mi disse mentre un sorriso si stampava sul suo viso. Madre che sorriso! Pensai per poi rispondere che i libri erano la mia droga e mi tranquillizzavano. Lui in tutta risposta mi si avvicinò e poggiò una mano sulla mia per poi farla scorrere e prendere un libro e, come me, aprirlo e annusarlo...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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The sweet smell of the books

 

E mi ritrovo qui, a pensare a te, tra tante persone il mio pensiero va a te, al nostro non addio se così lo si può definire. Non so cosa ti sia successo e ho quasi paura che sia qualcosa di irreparabile, che tu non ci sia più.

  

Avevo troppa paura e non riuscivo a ragionare, avevo costretto la mia amica ad accompagnarmi ai mille scaffali dove erano conservati più di un centinaio di libri. L’unico modo per riprendermi era andare lì leggere qualche titolo e inebriarmi di quel profumo, il dolce ma deciso odore dei libri che ti dona un senso di libertà e sicurezza.  Lui aveva deciso di seguirci, Manuel aveva detto di chiamarsi e per tutto il tragitto non aveva fatto altro che parlare del più e del meno con Leila. Cavolo se era carino, ma sembrava avere  occhi solo per lei! Poi però mentre girovagavo per gli scaffali, me lo ritrovai dietro divertito dalla scena che gli si presentava davanti: io che facevo scorrere il dito tra le copertine dei libri per poi prenderne uno, guardare la copertina, accarezzarla aprire e odorare.
“Sai sei alquanto strana!” mi disse mentre un sorriso si stampava sul suo viso.
Madre che sorriso! Pensai  per poi rispondere che i libri erano la mia droga e mi tranquillizzavano. Lui in tutta risposta mi si avvicinò e poggiò una mano sulla mia per poi farla scorrere e prendere un libro e, come me, aprirlo e annusarlo.
“Ragazze, dovete andare via! Qui non è più sicuro rimanere, la situazione sta degenerando.” Disse la nostra mentore avvicinandosi. Lui mi guardò quasi dispiaciuto mentre Leila, la mia amica, si avvicinava a noi. Ci scambiammo degli sguardi preoccupati e ci rivolgemmo a lei e Manuel.
“Come facciamo?”

 

Noi siamo riuscite ad andare via e tu? Non so che fine hai fatto. So che la situazione si era  conclusa nel migliore dei modi, che non c’erano strati morti solo qualche ferito, ma non so chi. Nessuno voleva più parlare di quella situazione, tutti l’avevano accantonata, chi per paura, chi perché quel giorno si era sentito impotente, chi perché quel giorno aveva visto tutto il proprio mondo crollare, chi per un motivo chi per un altro tutti avevano deciso di dimenticare.
Però io no, io non ci riuscivo. Non facevo che pensare a te a quella tua mano che sfiorava la mia, al tuo tocco delicato su quelle copertine e il tuo sguardo mentre mi guardavi dopo aver annusato quelle pagine e aver capito anche solo in parte cosa provavo davvero.
La mia mente stava ormai vagando e non riuscivo a fermarla, neanche quando mi sentii il viso ormai umido. Come potevi farmi questo effetto? Come potevo provare una cosa così forte per una persona conosciuta appena?

Poi una macchina si fermò poco distante e i miei occhi si girarono in quella direzione quando videro Leila scendere e venire verso di me.
Lei non mi disse niente mi abbracciò solo, accarezzandomi le spalle come per infondermi un po’ di sicurezza, per poi inaspettatamente avvicinarsi a me e sussurrarmi all’orecchio: “Che amica sarei se non ti portassi un regalo ogni tanto?!” e mi fece voltare verso la macchina, “Manuel?” continuò.
Guardai prima lei spaesata per poi rivolgermi alla macchina e vedere te scendere , capelli scuri ribelli, indossavi un jeans e una camicia bianca, che lasciava intravedere il suo petto scolpito, con una cravatta nera.
Cosa sei! Mi ritrovo a pensare bloccata nei movimenti, mentre tu invece dopo avermi visto e avermi regalato uno dei tuoi sorrisi migliori ti avvicini a me. Io non so perché mi ritrovo tra le mani un fiore bianco e te ti avvicini a me, ti fermi, mi guardi e io guardo te, e poi mi abbracci. Un abbraccio ricco di emozioni. Non so quanto durò, ma non molto perché poi mi allontanasti per una frazione di secondo per poi darmi un bacio.

“Ragazzi giratevi?” noi colti un po’ alla sprovvista ci giriamo proprio nel momento in cui un flash ci illumina e il fotografo ci scatta una foto. Noi ci guardiamo e un sorriso riaffiora sul nostro viso, mentre ci rivolgiamo agli sposi e una tua mano mi cinge i fianchi in una presa forte ma nello stesso momento dolce.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Non è tratto da nessun libro o film già esistente, è solo frutto della mia fantasia e dei miei sogni fin troppo particolari. Spero vi piaccia!

 

   
 
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