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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    30/05/2016    1 recensioni
La consapevolezza di una debolezza. Una debolezza che vien da un sentimento. Un sentimento che diventa una maledizione. Una maledizione che non si può spezzare, ma che può soltanto espandersi e toccare chiunque.
Inarrestabile. Incontrastabile.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolce e inarrestabile agonia.
〰*〰

La consapevolezza di una debolezza. Una debolezza che vien da un sentimento. Un sentimento che diventa una maledizione. Una maledizione che non si può spezzare, ma che può soltanto espandersi e toccare chiunque. 

Inarrestabile. Incontrastabile.  

Eppure fuggo anche se so che mai riuscirò a lasciarmela alle spalle, a nascondermi da questa maledizione che si nutre di me con le sue carezze di fiamma. Mi afferra in un abbraccio morboso con l'intenzione di non lasciarmi mai più andare. Mai più. 

È forte, egoista, dolorosa.  

Brucia, brucia intensamente, senza sosta, caparbia. 

Mi scotta la pelle, la divora scavandomi, distruggendomi, dentro e fuori, con lentezza e malcelata pazienza. 

E nonostante ciò la testa lotta, dice di no, cerca di imporsi e combattere contro quella volontà potente e testarda che ormai ha contagiato il mio profondo e più oscuro Io. 

Inarrestabile. Incontrastabile. Dolorosa. 

Ma i pensieri mi fanno male, i dubbi nascono e le incertezze mi addentano malvage, crudeli.  

Dentro di me. Rubano ciò che custodisco gelosamente per potersi nascondere nei miei abissi oscuri, illuminare in quel buio e nutrirsi del supplizio che mi stanno causando e che rimarrà per sempre. 

È terribile, piacevole, una dolce agonia.  

Portatrice di sofferenze immani. Una volontà a me estranea ma che continua a bruciarmi ancora. 

Quel fuoco, quelle fiamme rosse e calorose, mi stringono quel cuore che non pensavo di possedere ancora, e lo infiammano. 

Mi fa piangere, mi asciuga le lacrime. Con la sua inaspettata e calda gentilezza. 

Ma la gentilezza non è più sua, ma di quel qualcosa che mi ha scatenato dentro questa immensa tempesta, tutto questo struggimento. 

Incenerisce tutto ciò che incontra per rendere ancor più ricco il sentimento che si porta dietro. 

È un continuo bruciare, intenso, senza fumo, senza buio. 

Eppure nulla mi è chiaro, il padrone rimane sempre il dubbio che mi illude in un futuro che potrebbe mai esistere. 

Sono debole difronte a questo calore. 

E la consapevolezza sopraggiunge. Diradando un poco le fiamme come un vento portatore di nuvole cariche di pioggia che si abbatte su una foresta di fuoco. 

Così, d'improvviso li vedo. 

Quegli occhi paralizzanti. Che mi fulminano. Mi incantano. Mi distraggono. 

Come un serpente ipnotizzato da una melodia misteriosa, incuriosito da essa, attratto. 

Io li fisso e la testa si ferma, si svuota, smette di lottare perdendo quella battaglia che ora mi rendo conto di aver già perso in partenza. 

Fisso quegli occhi che vedo oltre quel paesaggio dalle mille tonalità di calore, che mi ustiona senza farmi più male. 

Il dolore. La sofferenza. Il tormento. 

Non li percepisco più perché quella consapevolezza mi guarisce, mi cura per un istante sussurrandomi dolci parole di conforto, che ancora una volta rischiano di illudermi ferendomi, spezzandomi il cuore. 

Ma non mi importa. 

E perciò continua. 

Mi scotta. Mi brucia. Mi ustiona. Mi incendia. 

E quella stessa consapevolezza divampa ancora destandomi da quell'incanto senza però riuscire a farmi distogliere quello sguardo da quegli occhi penetranti. 

E li osservo, illuminati da quel rosso acceso, misto all’arancio vivo e al giallo lucente del mio fuoco, della mia maledizione.  

Mi guarda, mi accarezza con il tocco delle sue mani e mi parla. 

Il vuoto nel mio cuore si riempie della sua voce, alimentando quelle fiamme di sentimento, che continuano a stringermi da chissà quanto tempo nella loro morsa, nelle loro catene che forse mai mi lasceranno andare da quella trappola infinita che è quella dolce maledizione. 

L’amore.

[576 parole]
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