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Autore: MrsHope    30/05/2016    0 recensioni
Ma così come i pianeti, che seguono una propria rotta nella galassia, non si incontrano mai, allo stesso modo noi non ci vogliamo mai ma ci desideriamo, non ci desideriamo ma ci vogliamo gelosamente come egoisti. Due calamite. Due opposti. Legami instabili, incompatibili. Siamo sempre stati due rotte separate, fatte solo per incrociarsi, solo per sfiorarsi negli angoli angusti della mente la notte, quando te ne stai sul davanzale della finestra a fissare intensamente la luna.
-Mi sei mancata così tanto!-
-Anche tu...Harry-
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Never forget you.
 
 
Premetto che non ho alcuna di idea di quello di che scriverò. Ho avuto uno strano déjà-vu, o forse era un sogno, non lo so. Sono le 22 della sera e mi stavo annoiando a morte. In momenti come questi la gente strana come me solitamente scrive cose casuali. Ho scritto tante cose e questa è forse una delle cose meno sensate che mi siano mai passate per la testa, ma io voglio catturarne l’essenza qualsiasi essa sia. Non ho mai scritto ne narrato di attrazione e non so se mi uscirà bene, ma voglio provarci! Tentar non nuoce mai! Spero di non sbagliarmi.
Se mi esce bene e siete interessati ho intenzione di scrivere nuovi capitoli. ;) Fatemi sapere con una recensione o un messaggio privato. Buona lettura! :*
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Sanno chi siamo
Sanno che parto e non ti richiamo
Amore tossico
Ama il tuo prossimo
A patto che ti stia lontano
 
 
×faraway
 
Tu sei il nero e io il bianco, ma sai benissimo che siamo io e te i soli: il mio Ying nel tuo Yang, ragazzo. E ci provo ogni volta a trattenerti ancora per un secondo ma lo sai benissimo anche tu che non siamo mai stati fatti per coesistere, come non siamo mai stati creati per unirci.
E’ necessario accettare la realtà per sopravvivere alla sofferenza, e la realtà è che il destino è un gioco e tu la fottuta pedina. A volte, se passando per i soliti ordinari posti, ti perdi a osservare i dettagli, scoprirai la bellezza del mondo. E’ così tanta che a volte non riesco a sopportarla! Tu sei il mio mondo e porti con te così tanta bellezza che mi attrai. Tu sei l’attrazione gravitazionale. Ma così come i pianeti, che seguono una propria rotta nella galassia, non si incontrano mai, allo stesso modo noi non ci vogliamo mai ma ci desideriamo, non ci desideriamo ma ci vogliamo gelosamente come egoisti. Due calamite. Due opposti. Legami instabili, incompatibili. Siamo sempre stati due rotte separate, fatte solo per incrociarsi, solo per sfiorarsi negli angoli angusti della mente la notte, quando te ne stai sul davanzale della finestra a fissare intensamente la luna. Siamo una tragedia, un classico appartenente alla serie degli amori impossibili. Miserabilmente splendidi. Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta. Un viaggio breve nelle vie misteriose dell’anima.
Entro goffamente nella reception dell’hotel. Chiedo timidamente indicazione per la stanza di cui mi è stata data segretamente la chiave. Ci sono, sono davanti alla porta. Rimango perplessa nel domandarmi se bussare o semplicemente entrare. In finale mi decido ad entrare, tremante, come se fossi un bicchiere di cristallo in caduta, in procinto a frantumarsi al contatto con le fredde piastrelle. Il tuo sguardo è rivolto verso la finestra e stai guardando la pioggia scorrere. Hai la sigaretta tra le labbra, una scia impercettibile e l’odore di tabacco è un profumo nella penombra del tuo vano buio.

Anche questa volta ci siamo incontrati, scheggiandoci. Una scintilla.                                                                           Il fuoco bollente. Brucia la tua pelle. Anche questa volta ci perderemo, ma almeno bruceremo insieme per una notta sola.
L’ultima prima della prossima luna.
Il ricordo è solo un istante e so che anche quest’attimo finirà. La musica è stata scandita. La clessidra ha finito di far scorrere il tempo. E ora ti osservo e mi perdo nei bordi della tua sagoma, nelle forme del tuo sinuoso e attraente corpo, nella pienezza di quelle labbra sangue a forma di cuore. Sei girato. Non mi degni nemmeno di uno sguardo. Dimmi una cosa… Quando è stata l’ultima volta in cui ci siamo guardati negli occhi? Me lo domando solo ora, a distanza di mesi dal nostro ultimo incontro. Incontrarti è sempre così casuale, difficile, che ormai ho rinunciato all’illusione di averti sempre con me.
Mi alzo lentamente, quasi come se avessi timore di una tua qualsiasi reazione. Mentre osservo la tua impronta dall’altro lato del letto, sento la nostra cara, amata, ben più che conosciuta sensazione di rammarico diffondersi nell’atmosfera. Non è un sentimento nuovo. Ho imparato a riconoscerne l’odore nell’aria ogni volta che la tua presenza si sovrappone alle ombre dell’altra infinita gente tra te e me. Tu rimani inflessibile, anche quando accenno a fare qualche passo in tua direzione. Il fruscio della mia camicia di seta sembra ti distragga per un attimo dal tuo momento di profonda riflessione e, mentre qualche passo mi separa da te, ti muovi, lasciandomi di stucco alla vista del tuo imponente profilo. Tra i lunghi boccoli ricci mi scruti di sottecchi. La sigaretta ancora tra le labbra, impercettibilmente, come un soffio di vento, la spegni nel portacenere.

-Non mi aspettavo che venissi. – dici, e la tua voce sembra diventata più roca dall’ultima volta in cui ci siamo parlati. Ogni volta che ti rivedo i tuoi lineamenti, sembrano diventare sempre più virili. Sembri un uomo, quasi.

-Non me lo aspettavo neanche io, sai? -
Una lieve e sarcastica risata risuona nella stanza. Mi guardi. Riaverti e riavere il tuo sguardo su me dà i brividi a fior di pelle. Le tue pupille sono un pozzo di speranza, e osservano il mondo attorno a loro come naufraghi alla ricerca di terraferma.                                                                                                                                        
Ti avvicini e mi allontano, ti allontani e mi avvicino. Arresti il movimento e io quasi mi fermo, vittima di un veleno immobilizzante. Non è paura. Non ho paura di te, ho solo paura di quello che potrei permettere di far accadere, e per qualche indefinito motivo io… non voglio che succeda nuovamente. Questa volta potrebbe essere un danno, temo, irreparabile. Ho commesso l’errore una volta. Un trucco di magia non esce mai bene la seconda volta come lo era uscito la prima e penso tu lo sappia bene. Ma senza di te io non so stare.

-Diventi sempre più bella, ogni volta che ti vedo. -
Abbasso lo sguardo e cerchi di sorridere, farmi rilassare, ma lo vedi nella tensione della mia mascella che rischi solo di aggravare la situazione. Tutto ciò che ne ricavi è solo un aumento sproporzionato del timore nel confronto delle tue azioni.

-Grazie. -Fredda, goffa. Inequivocabilmente timida.
Un silenzio vuoto e privo di consistenza ci cattura in una morsa oserei dire… quasi mortale. Mi inviti a sedermi sul bordo del letto e ci ritroviamo entrambi imbarazzati, a meno di venti centimetri di distanza l’uno dall’altro. Io che mi torturo debolmente le mani, tu che mi torturi dolcemente con il tuo respiro sulla pelle. Lo potrei sentire ovunque, cercare i tuoi occhi tra la gente che non sa mai di te, bensì sa la tua immagine che effetto sulla moltitudine. Lo sento dappertutto, il respiro. Quella sensazione che arranca, aggrappandosi, e diventando quasi una certezza. Appartieni a un altro mondo. Non è più come quando ci siamo conosciuti, lo sento nel modo in cui ti atteggi e ti muovi. Lo sguardo sicuro è diventato il mio marchio nero, impresso sulla pelle. Un tatuaggio sadico del tuo inconsapevole controllo sulle mie sensazioni e sul mio corpo.
Chi sei tu? Il mio angelo custode o il mio diavolo personale, mandato direttamente dall’inferno per dannare il mio avvenire? Per quanto io ne sappia, hai portato solo disgrazia nel mio cuore. Hai portato solo fama, averi, sfortuna nella mia vita. Hai portato solo la gloria di un amore fatuo. Ed è così triste sapere che questo non sei tu! Non lo sei mai stato, né mai lo sarai.
Porti una mano sul mio ginocchio nudo e l’altra sparisce tra i miei capelli. Ti guardo timorosa e tutto quello che sono in grado di pensare disperatamente è “ti amo, ti amo, perché non te ne accorgi, perché non lo fai mai?”. Sospiri sollevato mentre appoggio la testa sulla tua spalla. Mi rassegno a questa rassegna che è la nostra vita. I tuoi capelli profumano come l’ultima volta e la felpa rossa che io amavo, l’hai indossata ancora una volta per incontrarci oggi. Mi stringi più forte a te e i nostri corpi lentamente si accarezzano per poi unirsi in un abbraccio improvviso e carico di fremente bisogno di contatto.

-Mi sei mancata. Mi sei mancata così tanto! - sussurri al mio orecchio.

-Anche tu… Harry. Dove sei stato?-
   
 
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