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Autore: Frasca94    30/05/2016    0 recensioni
Finalmente il ragazzo si fermò proprio davanti a lui e lo guardò intensamente, prima di chiedergli, con tono tranquillo, come se stesse facendo una semplice domanda durante una lezione: “Signore, come può vivere per sempre senza dipendere da niente e soprattutto da nessuno?”
Il silenzio rispose per lui.
“Me lo dica signore, per favore” chiese gentilmente il giovane, inginocchiandosi a fianco alla poltrona per guardarlo negli occhi.
Il professore tolse le mani dal viso e scosse la testa, per poi dire solo: “Non lo so!”
Regulus vide i suoi occhi rossi e i suoi baffoni color zenzero tutti bagnati a causa delle lacrime e, per un momento, gli dispiacque di essere stato lui a ridurlo così.
“Se sa qualcosa, deve dirmelo” riprovò ancora.
“Non so niente e se lo sapessi non te lo direi! Adesso esci subito di qui” esclamò Lumacorno, ora arrabbiato, alzandosi di scatto per fuggire da quella discussione.
Regulus capì che era il momento che il Mangiamorte prendesse il sopravvento su di lui, così si alzò velocemente, puntò contro di lui la bacchetta e si scusò prima di scandire la parola: Legilimens.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Horace Lumacorno, Regulus Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il Ricordo

 



 


Doveva trovarlo.
Era la sua unica possibilità per scoprire qualcosa su di Lui…
Osservava i tanti volti giovani e sorridenti immortalati e rinchiusi in lucenti cornici d’argento, cercando qualcuno che non poteva riconoscere.
I suoi occhi caddero su un ragazzo alto, fiero con uno sguardo furbo e un sorriso sbilenco.
“Stai cercando la tua foto, Regulus?” chiese dietro di lui la voce squillante di Lumacorno, mentre gli dava una pacca sulla spalla.
Black sorrise educatamente, ma chiese indicando la figura su cui si era soffermato: “Signore, non riconosco questo ragazzo”.
Il suo professore di pozioni avvicinò il volto alla mensola e assottigliando gli occhi rispose che era uno dei suoi primi allievi ad aver preso parte al Lumaclub.
“Se era sempre stato intelligente e brillante, allora doveva essere su quelle mensole” pensò Regulus, fingendo di ascoltare attentamente “a meno che Lumacorno non l’abbia tolto”.
Il dubbio gli attanagliò lo stomaco, ma, poi, rifletté che si finisce sulle mensole se si diventa famosi, non importa se nel bene o nel male; e in quel momento la persona più famosa e potente d’Inghilterra era Lui.
Così, mentre il vecchio Luma continuava a farneticare riguardo alla prima volta che aveva organizzato una serata con gli studenti, Regulus riprese a scrutare con attenzione le molte fotografie: ministri, giocatori di Quiddich, come Ludo Bagman che sollevava una grande coppa sopra la testa, Auror, pozionisti di fama internazionale e …
“Signore?” chiamò Regulus, che sperava di aver trovato ciò che cercava.
“Dimmi, ragazzo mio” disse Lumacorno, raggiungendolo.
“Invece questo chi è?” chiese il giovane Black, indicando una fotografia, nascosta in seconda fila, nella quale era immortalato un giovane attraente dai capelli scuri e da un sorriso ambizioso.
Il professore, quando si avvicinò per vedere chi non avesse riconosciuto il suo Cercatore, rimase per un attimo in silenzio.
“Quello lì è … è Damocles Belby” rispose Lumacorno, riferendosi però alla fotografia a fianco, nella quale il professore insieme a un giovane uomo era alle prese con molte provette.
 “No, professore. Quello nella foto a sinistra” riprovò Regulus, osservandolo, mentre si allontanava in fretta dalle mensole.
“Sai, Belby sta conducendo ricerche molto importanti sulla Licantropia, che potrebbero fargli ottenere un Ordine di Merlino, per l’importanza della teoria che …” continuò con un tono più alto del solito il professore, cercando di cambiare argomento.
“Signore!” lo interruppe il ragazzo, per attirare la sua attenzione. Gli stava nascondendo l’identità di quella persona e lui ora voleva scoprire se la sua intuizione era giusta.
Lumacorno rimase così sorpreso dalla sua mancanza di educazione che tacque all’istante.
“Non ricordo di averlo visto in qualche posto di potere. Chi è?” chiese ancora il suo Cercatore.
“Ormai non c’è più quel ragazzo … È per questo che non lo hai riconosciuto” disse Lumacorno, senza guardarlo negli occhi.
“Oh, mi dispiace… è morto?” chiese il ragazzo con un’espressione triste, mentre registrava ogni scatto degli occhi nervosi del professore che aprì la bocca come per rispondere, ma non disse una parola.
Regulus notò che era sempre più spaventato. “Se solo potessi leggergli la mente” pensò, scacciando in fretta quell’idea avventata. Non voleva rischiare, se il vecchio Luma se ne fosse accorto, l’avrebbe cacciato via. Doveva convincerlo senza trucchi, altrimenti non gli avrebbe più rivolto la parola.
“Professore, quel ragazzo chi era?” riprovò ancora, cercando di controllare il tono della voce.
Lumacorno non trovò altra via di uscita, doveva cedergli parte di una verità, tenuta nascosta quasi a tutti fino ad allora. Si sedette sulla sua poltrona di velluto verde e cominciò a parlare.
“Si chiamava Tom Riddle. Era un ragazzo brillante, educato, intelligente, molto simile a te e ad altri, sai … Era un mio studente qui ad Hogwarts” spiegò titubante, cercando di non tradirsi e di non mostrare la sua paura nel parlare di lui.
“A che casa apparteneva?” chiese Regulus, desideroso di sapere se avesse trovato ciò che cercava da tempo.
Il professore si prese un attimo prima di rispondere: “alla tua stessa casa… Serpeverde. Veniva alle cene che organizzavo allora, era …”
Regulus continuò a pressare Lumacorno: “Cosa gli è successo?”
“Non lo so … non l’ho più visto” rispose, dicendo la verità. Da quando aveva finito la scuola, per fortuna, non l’aveva più incontrato.
Il giovane decise di non girarci più attorno, doveva chiederglielo. Così, anche se sapeva di non usare la tecnica più appropriata, sussurrò: “Tom Riddle è Colui che non deve essere nominato”.
“Regulus …” lo supplicò lui, agitandosi sulla sua poltrona.
“È lui?”
“Ti prego, ragazzo mio …”
“MI DEVE DIRE SE È LUI!” urlò Regulus, per provocare una reazione nel suo professore.
Lumacorno si strinse la vestaglia verde bottiglia sulla grossa pancia, come per proteggersi, e annuì nervosamente.
Solo allora Regulus si sedette di fronte a lui e iniziò a pensare a quella rivelazione che provava che il Signore Oscuro era stato un uomo qualunque, certo molto dotato, ma umano.
“Allora cosa lo aveva reso il mostro che è ora?” si chiese nella sua mente, ma prima di riuscire a formulare quella domanda al vecchio Luma, fu il professore stesso a iniziare a parlare.
“Non risponderò più ad alcuna tua domanda” sussurrò con il braccio destro appoggiato sul bracciolo per sorreggere la testa con la mano.
“Va bene, non dovrà rispondere, dovrà solo ascoltarmi” esclamò Regulus, alzandosi e iniziando a camminare davanti a lui.
“Allora … come ha fatto a diventare così? La sua più grande paura è la morte e una volta ha detto che solo lui può vivere per sempre …” spiegò più a se stesso per ricordare tutto ciò che sapeva al riguardo.
“E tu come fai a sapere queste cose?” fu la volta di Lumacorno chiedere, impallidendo sempre di più.
Regulus fece finta di niente e proseguì: “come si può diventare immortali? Nel mondo magico per “vivere” per sempre bisogna essere o un fantasma … che dice, professore, possiamo escludere questa ipotesi, no?”
Lumacorno era sempre più sconvolto, alzò la testa per dire qualcosa, ma Regulus riprese: “Oppure bisogna diventare un Inferius, ma come ben sappiamo gli Inferi sono controllati da un incantesimo di un mago oscuro e sono solo cadaveri riportati in vita, ma senza alcuna coscienza di sé … Quindi escluderei anche questa…”
“Basta, ti prego …” provò a fermarlo il vecchio Luma, che ormai aveva le lacrime agli occhi.
“O ancora, bisogna procurarsi una pietra filosofale per ricavare l’elisir di lunga vita.
Questa forse è più probabile, ma l’unica pietra filosofale esistente è quella che appartiene a Nicholas Flamel … In più dovrebbe dipendere sempre dall’elisir… no, non è nel suo stile…”
Finalmente il ragazzo si fermò proprio davanti a lui e lo guardò intensamente, prima di chiedergli, con tono tranquillo, come se stesse facendo una semplice domanda durante una lezione: “Signore, come può vivere per sempre senza dipendere da niente e soprattutto da nessuno?”
Il silenzio rispose per lui.
“Me lo dica signore, per favore” chiese gentilmente il giovane, inginocchiandosi a fianco alla poltrona per guardarlo negli occhi.
Il professore tolse le mani dal viso e scosse la testa, per poi dire solo: “Non lo so!”
Regulus vide i suoi occhi rossi e i suoi baffoni color zenzero tutti bagnati a causa delle lacrime e, per un momento, gli dispiacque di essere stato lui a ridurlo così.
“Se sa qualcosa, deve dirmelo” riprovò ancora.
“Non so niente e se lo sapessi non te lo direi! Adesso esci subito di qui” esclamò Lumacorno, ora arrabbiato, alzandosi di scatto per fuggire da quella discussione.
Regulus capì che era il momento che il Mangiamorte prendesse il sopravvento su di lui, così si alzò velocemente, puntò contro di lui la bacchetta e si scusò prima di scandire la parola: Legilimens.

Era nello studio di Lumacorno ad Hogwarts.
Per un attimo temette di aver sbagliato, perché vedeva solo il suo professore, ma poi individuò l’affascinante giovane dagli occhi scuri, e non rossi, con quel sorriso ammaliatore. Tom Riddle.
E solo allora si riprese e sentì che cosa stava dicendo:
“Signore, vorrei chiederle una cosa”
“Chiedi, ragazzo mio, chiedi …”
“Signore, mi domandavo che cosa sa degli … degli Horcrux”

Sentito quel nome, uscì velocemente dalla mente di Lumacorno. Ora non aveva più bisogno di chiedere altro, a parte che cos’erano gli Horcrux, ma quello l’avrebbe scoperto da solo, come tutto ciò che riguardava la vita di Tom Riddle.
Vide Lumacorno sdraiato sul bracciolo della poltrona con il fiato corto: doveva essere caduto all’indietro mentre gli leggeva la mente.
“Come … hai potuto?” chiese il professore senza fiato.
“Mi dispiace, ma dovevo sapere. Arrivederci” disse Regulus, uscendo di corsa dallo studio e dalla casa del professore.
Lumacorno si lasciò scivolare nella poltrona e cercò di riprendersi.
Non riusciva ancora ad accettare cosa era appena accaduto: il suo migliore Cercatore, Regulus Black, gli aveva fatto quello.
Ora sapeva ciò che fino a quel momento era riuscito a nascondere a tutti gli altri.
Doveva fare in modo che nessun altro potesse conoscere il suo segreto.
Si alzò con fatica dalla poltrona e andò verso le mensole; prese la fotografia di Tom Riddle, uno degli allievi più intelligenti che avesse mai avuto, e, dopo averla osservata attentamente ancora una volta, la lanciò nel camino. E mentre la vedeva accartocciarsi e annerirsi, fino a scomparire del tutto, capì di non essere ancora al sicuro.
La sua mente conteneva ancora la verità.
E, come aveva fatto Regulus, anche altri potevano trovarla.
Prese la bacchetta e con questa fece arrivare sulla sua scrivania un bacile di pietra con dei simboli incisi sul bordo. Poi, la appoggiò alla tempia e fece scaturire un filamento argenteo che lasciò cadere all’interno del bacile.
Il ricordo si espanse, occupando tutta la superficie del Pensatoio, e mostrò Lumacorno e Tom Riddle parlare degli Horcrux.
“Come posso modificare questo ricordo, ora che il giovane Black ne è a conoscenza?” pensò il professore, sedendosi alla scrivania.
E poi ripensò a cosa era riuscito a vedere Regulus: aveva visto solo Riddle che gli chiedeva degli Horcrux, non una sua risposta.
Ripresosi un po’ dopo questa scoperta, cercò di volgere a suo vantaggio anche la terribile situazione in cui si trovava.
Trasse con la bacchetta il ricordo freschissimo della conversazione con Black appena avvenuta e la rivide nel pensatoio, finché non trovò ciò che faceva al caso suo: “Non so niente e se lo sapessi non te lo direi! Adesso esci subito di qui”.
E così, dopo diversi tentativi, riuscì a inserire quella frase rivolta a Regulus nel ricordo di Riddle, modificandolo:

“Non so niente degli Horcrux e se lo sapessi non te lo direi! Adesso esci subito di qui e non farti sorprendere a nominarli un’altra volta”.

Rivide il nuovo ricordo creato e, ritenutosi soddisfatto, tirò un sospiro di sollievo.
Finalmente aveva trovato un modo per nascondere ciò che aveva rivelato quella notte e tutto ciò era stato possibile grazie all’ormai perdonato Regulus Black.
Grazie a lui, nessuno avrebbe mai scoperto che lui aveva parlato con Tom Riddle degli Horcrux quella sera di tanti anni fa.
Si accasciò sulla poltrona e si ficcò due pezzi di ananas candito in bocca: finalmente, era al sicuro.






 

Note dell’autrice:

Ciao a tutti,
eccomi tornata con un’idea che da tempo mi frullava in testa: mi sono sempre chiesta se Regulus conoscesse il nome di Lord Voldemort e gli Horcrux, prima che il Signore Oscuro portasse con sé Kreacher nella caverna per nascondere il medaglione.
Ho immaginato che Regulus stesse già cercando un modo per distruggere Voldemort e così è nata questa One-shot.
Chi poteva fornirgli informazioni? Lumacorno che conosceva il passato e il più grande segreto di Voldemort.
Da questa idea iniziale si è poi aggiunta quella di inserire il momento in cui Lumacorno modifica il suo ricordo sugli Horcrux per evitare che altri scoprano quanto aveva detto al giovane Riddle (vero, Albus?). Mi sono sempre chiesta come avesse fatto a modificarlo e ho pensato semplicemente che avesse fatto un collage grazie a un altro ricordo realmente vissuto per rendere più realistico il risultante finto ricordo.
Comunque, spero di essere riuscita a rendere il racconto verosimile e soprattutto comprensibile.

A presto,

FRASCA

  
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