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Autore: HarleyHearts    30/05/2016    1 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 18
Capitolo 18
La serata non è finita.


Quello che era iniziato come un casto bacio, si era evoluto velocemente in uno molto più passionale e profondo.
Robert sentiva il cuore pronto ad uscirgli dal petto, e schizzare in strada come un razzo della NASA.
Si trovava letteralemente spalmato contro il muro in mattoni del "Fairy Law" dal corpo tonico, dannatamente tonico ed atletico, di Alberich.
Di solito il castano non si lasciava andare così tanto con i ragazzi che frequentava, ma con Alberich sentiva che era tutto diverso.
Non aveva mai provato dell'emozioni di tale intensità per nessuno, prima di lui, e questo lo destabilizzava.
Era davvero innamorato perso del ragazzo che, in quel momento, lo stava baciando e stringendo con possessività.
In un barlume di lucidità, Alberich riuscì a staccarsi con riluttanza.
- Se non vuoi che mi spinga più avanti di così, ti conviene fermarmi ora. Dopo non sarò più padrone di me stesso, sappilo - lo informò il corvino con voce rotta dall'eccitazione.
Il suo piccolo pulcino non poteva minimamente immaginare quanto fosse combattuto tra il prenderlo lì, incurante del passaggio di probabili passanti, e il trascinarlo a casa sua e farlo lì.
Se Robert non l'avesse fermato in quell'esatto momento, la situazione sarebbe davvero degenerata.
- E se io... - Rob si schiarì un poco la voce, prima di riprendere a parlare - Non volessi che ti fermassi? - chiese, lievemente titubante, alzando gli occhi scuri verso quelli grigi di Alberich, che si erano sgranati per lo stupore.
Fu quella la goccia che fece straboccare la diga, riducendola in mille pezzettini, ed allagando la valle sottostante.
- Sei venuto con la tua macchina? - chiese veloce Alb, per poi vedere il castano scuotere la testa.
- Mi ha accompagnato Arianne, con la sua -
Robert non fece nemmeno in tempo di finire di parlare, che Alberich lo stava già trascinando di peso verso il parcheggio del locale.
- Aspetta! Come facciamo con Arianne e Tom? Non lascio da sola mia sorella! -
- L'accompagnerà Tom; ti puoi fidare di lui - rispose frettolosamente Alb, tirando fuori dalla tasca dei jeans la chiave di una macchina non sua.
- Ma si può sapere dove stai andando? - chiese nuovamente Rob, osservando confuso il corvino davanti a lui.
- A prendere la macchina di Tom -


Robert non era solito fare "grandi pazzie" come quella; non era il tipo che si faceva prendere dai propi istinti primordiali, ma con Alberich si era reso conto che tutto era diverso.
Si sentiva... più vivo.
Anche se, seduto vicino al corvino dal lato del passeggero nella macchina di Tom diretti all'appartamento di Alberich, si sentiva divorato vivo dall'ansia.
Robert era proprio uscito di testa. Sì, signore.
Fuori come un balcone, e pazzo come il Cappellaio di Alice.
Non vi erano altre spiegazioni logiche agli occhi del castano.
Rob, seduto sul quel sedile di pelle consumata, si prese la briga d'osservare con attenzione per la prima volta il suo orso-tattoo.
Aveva tagliato e modellato la barba, in modo che non superasse il mezzo centimetro di lunghezza, ed aveva indossato una camicia bianca, con le maniche arrotolate fino ai gomiti rendendo così ben visibili i tatuaggi sugli avambracci.
Riportò lo sguardo sul viso dell'uomo al suo fianco, e ne studiò meglio i lineamenti.
La mascella era molto squadrata e il naso, se visto di profilo, si vedeva che non era perfettamente dritto.
Molto probabilmente se lo era rotto da ragazzo, ma quella era solo una supposizione di Rob.
- Ti piace quello che vedi? -
Robert sobbalzò sulla sedia, mentre incrociava lo sguardo e il sorriso malizioso di Alberich.
Il corvino aveva avvertito da subito il suo sguardo curioso addosso, e lo aveva lasciato fare.
- Per niente - rispose Rob, incrociando le braccia al petto e girando il viso dalla parte opposta, facendolo così sorridere.
Sapevano entrambi che era una bugia enorme, e non c'era nemmeno il bisogno delle parole per sottolinearlo.
In pochi minuti si ritrovarono davanti alla palazzina dove viveva Alberich, e Robert ne riconobbe immediatamente il portone.
Il portone davanti al quale aveva baciato per la prima volta Alb, di sua inaspettata iniziativa.
Sceso dalla macchina, Robert avvertì il peso dell'ansia schiacciarlo.
Sapeva quello che stava facendo?
Assolutamente no.
Ne era sicuro, in quel momento?
Forse.
Se ne sarebbe pentito un domani?
Molto probabilmente.
Voleva stare con Alberich quella notte?
Robert sospirò ed osservò il suo orso-tattoo che, dopo aver aperto il portone, lo osservava con fare curioso.
Con ogni fibra del suo corpo.


Alberich, varcata la soglia di casa insieme a Robert, si autoimpose di non saltare con fare famelico addosso al suo piccolo pulcino. O almeno non subito.
Non voleva rischiare di spaventarlo, o essere scambiato per un maniaco, e farlo scappare via.
Il suo appartamento era un bilocale molto spazioso.
La cucina fusa insieme al soggiorno era molto semplice ed accogliente, ed era composta da un piano cottura molto moderno e da un'isola, con tanto di sgabelli laterali.
C'era anche un ampio divano ad "L" nero, una TV a schermo piatto ed una console con qualche videogioco.
- Vuoi... qualcosa da bere? - chiese Alb, schiarendosi la voce.
- Sì, grazie. Un bicchiera d'acqua -
Robert, da quando aveva messo piede in quell'appartamento, gli era parso di avere il deserto in gola.
Non era mai stato così agitato in vita sua; nemmeno la prima volta che aveva dovuto sostenere un esame in Università o quando era andato a fare la patente.
Bevuto, in un solo sorso, il bicchiere d'acqua, Robert sentì subito la gola meno secca.
- Senti... - iniziò il castano, tenendo ancora fra le mani il bicchiere di vetro ormai vuoto - Di solito non mi comporto mai così, con i ragazzi con cui esco di solito - gli confidò sincero, con le gote lievemente rosate per l'imbarazzo.
Voleva provare ad aprirsi con Alberich, in totale sincerità e libertà. Voleva... farsi conoscere.
L'uomo tatuato lo ascoltava curioso.
- Così come? - chiese, avvicinandosi al ragazzo ed appoggiandosi all'isola della cucina con il fianco, mentre il castano prendeva a torturarsi le mani come aveva fatto minuti prima in macchina, dopo aver posato il bicchiere.
- Così imbarazzato e confuso continuamente, non li bacio dopo neanche dodici ore di conoscenza, soprattutto di mia iniziato, e non vado a casa loro al primo appuntamento - sospirò.
Sentì il suo orso-tattoo avvicinarsi, ma non lo baciò o abbracciò come molti si sarebbero aspettati, si limitò a dargli delle affettuose pacchette sulla testa.
- Mi sembra di averlo già detto una volta: quello che provi tu, lo sto provando anch'io. Se devo essere sincero: io non ho mai chiesto scusa a nessuno in tutta la mia vita, nemmeno ai miei fratelli, ma con te l'ho fatto. Non sono mai andato così "lentamente" con nessuno prima di te, e non avevo mai portato nessuno a casa mia prima di adesso - l'ultima confessione lasciò Robert lievemente sorpreso.
- Stiamo facendo entrambi tante cose "per la prima volta" da quando ci conosciamo; guardiamola come una cosa positiva -
Robert dovette dargli ragione.
Forse lui si stava facendo troppe pare mentali, e doveva semplicemente lasciarsi un po' andare.
- Ora ti spogli? - gli chiese, poco dopo, Alberich con un grande sorriso candido ed entrambe le mani appoggiate sulle sue spalle.
Il castano ci impiegò qualche secondo a registrare le sue parole, e quando lo fece arrossì vistosamente.
- Ma ti sembrano domande da fare così sfacciatamente, con tanto candore?? - squittì Rob, imbarazzato fino al midollo.
L'orso-tattoo lo osservò confuso - Come avrei dovuto chiedertelo, allora? -
- Non avresti dovuto farlo, punto! - squittì ancora il castano, portandosi entrambe le mani al volto.
Alberich inclinò la testa da un lato - Vuoi che ti spoglio direttamente? -
- NO!! - urlò quasi in risposta, ancora più imbarazzato.
Robert osservò sconvolto il corvino mentre scoppiava a ridere di gusto.
- Tranquillo, stavo scherzando - rispose, tra una risata e l'altra, portando una mano sulla testa del castano per scompigliargli i capelli con fare affettuoso.
Quella sera Alberich scoprì quanto amasse passare le mani tra i capelli soffici del suo compagno. Lo faceva sentire in pace e serenità con il mondo.
- Se prometto di non allungare, troppo, le mani, rimani qui questa notte? - gli chiese, sperando in una risposta positiva.
Alberich moriva dalla voglia di allungare le mani su Robert, eccome se ne aveva la voglia, ma non poteva di certo comportarsi come un allupato.
- Potrei valutare l'idea... - rimase vago Rob, incrociando le braccia al petto.
Quando era entrato nell'appartamento del suo orso-tattoo, si era immaginato che la serata si sarebbe evoluta in tutt'altra maniera.
Nella sua testa si era sviluppato un vero e proprio filmino a luci rosse.
Ma anche l'idea di dormire, solamente, al fianco di Alberich... gli scaldò il cuore. L'immagine di loro due, abbracciati teneramente e dormienti, lo fece sorridere.
- Come mai stai sorridendo? -
La voce di Alberich lo fece tornare con i piedi per terra.
- Niente. Niente - balbettò rosso in viso e imbarazzato - Se... - tossì un paio di volte, per schiarirsi la voce - Se avessi deciso, per pura ipotesi, di restare a dormire... come farei con il pigiama? - chiese, palesemente in imbarazzo, facendo sorridere malizioso il corvino.
Quel sorriso non significava niente di buono.
- Puoi dormire nudo, per me non c'è alcun tipo di problema -
- Alberich! - lo riprese rosso Rob, mentre il corvino alzava entrambe le mani in segno di resa.
- Stavo scherzando, pulcino. Non c'è bisogno di arruffare le piume - rise divertito Alb - Ti presto un mio pigiama... anche se ho il presentimento che ti andrà un po' largo -
In confronto a lui, Robert era esile come un rametto ed era più che certo che le sue vesti gli sarebbero andate larghissime.
Punto nel vivo, Rob incrociò nuovamente le braccia ed alzò un sopracciglio - Scusa se non faccio uso di steroidi, e non sono grosso come te - commentò piccato, lanciando all'uomo tatuato una frecciatina seguita da un'occhiataccia che lo fecero ridere.
- Non ti volevo, in alcun modo, offendere, pulcino. E poi io non faccio uso di steroidi -
L'occhiata scettica di Robert lo fece ridere ancora di più.
- Parola di lupetto! - si mise una mano sul cuore - Tutto quello che vedi tesoro, è roba naturale - si pavoneggiò mostrando i muscoli dei bicipiti - Vuoi toccare? - chiese subito dopo, sfoggiando un altro sorriso malizioso.
Quello fu il turno di Robert per ridere di gusto.
- Meglio di no, orso-tattoo - rispose.
- Hai paura che, sentendo la durezza dei miei muscoli, tu possa cambiare idea e saltarmi addosso con fare famelico? - lo provocò il corvino, ridacchiando ed avvicinandosi maggiormente.
Anche il castano ridacchiò - Potrebbe essere -
Si stava divertendo un mondo nel provocarlo. Era un vero spasso.
- Allora abbiamo un problema - esordì Alb, attirando la sua attenzione.
- Di che tipo? - chiese confuso Robert.
- Io la notte dormo nudo - sorrise.
- Alberich! -



Angolo della mente malata:
Ogni volta che scrivo un capitolo con protagonisti Alb e Rob perdo un polmone XD
Amo scrivere su loro due. Mi diverto come una bimba al parco giochi!
I nostri tesorini stanno facendo piano piano passi avanti, e mamma Harley è contentissima!
Non so bene quando aggiornerò la volta prossima, perchè giugno sarà un mese bello pieno per me.
Per farvi capire: il 4 giugno è il mio compleanno (+18 viva me! <3), il 6 devo partire per andare fuori Milano in un'altra città perchè dal 7 all'11 di giugno ho gli esami (e c'ho una paura che non vi dico) e poi ho giusto il tempo di tornare a casa disfare-rifare la valigia perchè devo partire per andare in Grecia due settimane.
Voglio morì.
E in più ci sono anche gli ultimi, meravigliosi giorni di scuola... che meraviglia.
Vi do un consiglio: evitate come la peste il liceo scientifico/scientifico con scienze applicate.
Lasciate perdere. Andate all'agrario, risparmiatevi anni di sofferenze. Ve lo dico con il cuore in mano.
Stronzate a parte, vi è piaciuto il capitolino?
Nel prossimo torneranno i nostri dolciosi Ciel e Lyla, con alcune novità con loro; siete pronti?
Io vi mando un bacino zuccheroso
- Harley ;*


Ci tengo a ringraziare:
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che hanno messo la storia tra le seguite :3
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che hanno messo la storia tra le ricordate :3
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che hanno messo la storia tra le preferite <3



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