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Autore: Lory221B    31/05/2016    6 recensioni
Tutto sembrava procedere tranquillo per i neosposi...sembrava.
Come ogni terzo capitolo di una trilogia che si rispetti, nel capitolo finale si conclude tutto: tornano vecchi compagni di viaggio, vecchi problemi e nuove situazioni assurde.
Sopravvivranno i nostri eroi all'ennesima notte da leoni?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Anderson, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Una Notte da Leoni'
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Ultimo epilogo



Sherlock aveva ancora gli occhi chiusi, quando percepì l’odore di caffè appena fatto e il cigolio di un carrello porta vivande.

Si agitò nella poltroncina dell’aereo, in maniera scomposta, finché rinunciò del tutto a dormire ed aprì gli occhi, ancora frastornato.

John era seduto accanto a lui e stava leggendo tranquillamente un giornale.

- Siamo già a Londra? – chiese il detective, sbadigliando rumorosamente.

John chiuse il quotidiano di scatto e lo guardò perplesso - Londra? Cosa stai dicendo? Siamo appena partiti da Londra –

Sherlock si mise seduto composto, massaggiandosi il collo - Cosa? –

- Per Las Vegas, ti ricordi? L’addio al celibato di Greg – rispose John, continuando a guardarlo quasi preoccupato.

Sherlock fissò John confuso, non poteva aver sognato tutto, non poteva essere stata solo una lunga fantasia, indotta da qualche sostanza stupefacente.

Iniziò a sudare freddo e d’istinto sollevò la mano sinistra. L’anello c’era. Restò a fissare la fede sul suo anulare senza capire, finché sentì il rumore di una risata soffocata, che poi finì per esplodere. John stava letteralmente piangendo dal ridere.

- Scusa, non ho resistito. L’unico modo per farti uno scherzo è quando sei appena sveglio e non hai ancora tutte le sinapsi accese – commentò il dottore, tra una risata convulsa e l’altra – Hai fatto una faccia memorabile!!! -

Sherlock non disse niente,  ma lo gelò con lo sguardo. Si alzò dal suo posto, risentito e si sistemò lontano da John e dalle sue risate.

Il dottore scosse la testa, sapeva quanto poteva essere permaloso Sherlock, se colpito nell’orgoglio, per cui si rimise a leggere il giornale, mantenendo impressa nella mente la faccia offesa del marito.

Gli altri erano tutti tranquillamente seduti ai loro posti, Greg con Molly, Mycroft con Anthea, mentre Janine era rimasta negli Stati Uniti.

John guardò le coppiette felici, ma aveva la sensazione che qualcosa fosse fuori posto - Aspettate un attimo, dov’è Anderson? – chiese ad un tratto, continuando a cercarlo con lo sguardo, anche se a pensarci bene, non si ricordava nemmeno di averlo visto salire sul jet.

- Io non torno a recuperarlo – gridò Sherlock dal suo angolo.

Molly intervenne, restando perplessa della capacità di Sherlock di notare tutto, tranne le cose che non Lo interessavano – E’ rimasto con quella attrice, la bionda –

- Ah – esclamò soltanto John, un verso tra l’ammirato e lo stupito. Pensò che così, con questo viaggio, avevano sistemato anche Anderson: non gli sarebbe più servita la clinica per l’esaurimento nervoso se iniziava una storia d’amore con un’attrice.

Sbarcarono qualche ora dopo, tutti con la promessa che per un po’ di tempo non si sarebbero mossi da Londra per nessuna ragione, nemmeno se glielo avesse chiesto la Regina in persona.

Sherlock e John presero silenziosamente un taxi, il detective aveva deciso di piantare il muso per lo scherzo di John, e il dottore non aveva nessuna intenzione di assecondare i suoi capricci, per cui fino a Baker Street non si scambiarono nemmeno una parola.

Entrarono in casa e il cucciolo di beagle, che avevano battezzato Micky, in onore del loro cupido Mike Stamford, saltò addosso ad entrambi, festoso.

Sherlock guardò il marito accarezzare il cucciolo e non trattenne un commento sarcastico e provocatorio – Se non fossimo andati a Las Vegas un anno fa, poi non saremmo andati a Bangkok e non avremmo il cucciolo. Vedi, Micky, quanto è crudele John? –

- Ma smettila – commentò John.

- Magari mi sarei stufato di aspettare che aprissi gli occhi e sarei fuggito con Irene Adler – continuò il detective, imperterrito.

John lo fissò, accigliato – Perché provochi? Sei ancora offeso? Io non dovevo offendermi per quando mi hai fatto credere di venire attaccato da un mastino mannaro a Baskerville o quando mi hai fatto credere che la Bomba nella metropolitana sarebbe esplosa, ma tu puoi offenderti per uno scherzo idiota? – chiese, fronteggiandolo.

Sherlock scosse il capo, a volte John era davvero lento - Per un attimo ho pensato di aver immaginato tutto e che non fossimo sposati, hai idea di quanto mi abbia fatto male? –

Il marito incassò il colpo in silenzio e Sherlock  ne approfittò per prendere il violino, mettendosi di schiena a John.

Il dottore, leggermente commosso, si avvicinò piano al  detective, fino ad abbracciarlo; la schiena di Sherlock che aderiva perfettamente al petto di John.

- Non sono in vena  - commentò Sherlock, mantenendo l’atteggiamento offeso.

- Dai, voglio scusarmi. Ho letto alcune fanfiction in cui facciamo un uso creativo della tua sciarpa – gli sussurrò all’orecchio, provocandogli un leggero brivido.

- Succede in quasi tutte le fanfiction a rating rosso – sminuì il detective.

- Sono anche più aggressivo nelle fanfiction, sono piuttosto dominante – continuò John, prendendo ad accarezzarlo.

- Non nelle omegaverse -

John bloccò le mani - Nelle cosa? -

Sherlock sorrise, la rivelazione delle gravidanze di John, se la sarebbe tenuta per un momento diverso  - Te lo spiego un altro giorno, continua il discorso sul più aggressivo che era interessante -

John si sollevò sulla punta dei piedi, appoggiandosi maggiormente su Sherlock e gli baciò il collo.

 - Ti amo – gli sussurrò John.

- Siamo passati alle fanfiction fluff? -

Sherlock sentì il marito ridere, uno dei più bei suoni del mondo - Ti amo anch’io –


***** *****


Un mese dopo

La signora Hudson era tornata a Baker Street, nella speranza che i suoi ragazzi si dedicassero anche ad altre attività, oltre alle maratone del sesso. Fortunatamente per lei, gli ultimi casi li avevano tenuti sufficientemente impegnati da diminuire le attività extra-lavorative.

Bussò alla loro porta, sperando di trovarli vestiti e venne accolta da un pigro “avanti” di Sherlock.

- Ragazzi, c’è posta per voi – comunicò la donna, appoggiando la busta sul tavolo del soggiorno.

- Grazie – fece John.

La donna sembrò imbarazzata, ma continuò a parlare – E ho trovato  la sciarpa di Sherlock e queste manette per le scale – fece, agitando i due accessori.

John boccheggiò delle scuse e prese in consegna entrambe le cose, correndo in camera per riporle lontano da sguardi indiscreti.

Il detective si alzò dal divano, dove era comodamente seduto a riflettere sull’ultimo caso che gli aveva proposto Lestrade e prese in mano la busta. Non aveva nemmeno bisogno di aprirla, aveva perfettamente capito di cosa si trattava.

- Una lettera per noi dall’America – fece Sherlock  - Oh è un invito a un matrimonio, Thomas si sposa – continuò, con tono leggermente divertito, puntando lo sguardo verso il corridoio, certo di una reazione agitata del marito.

John uscì dalla camera da letto, quasi terrorizzato, scuotendo il capo – Dove? Non ci andiamo vero? –

Sherlock non rispose, godendosi il panico del marito – Andiamo John, Lestrade ci aspetta in centrale –

John fissò il sorrisetto sadico del detective, sapendo che si stava vendicando a distanza di un mese per lo scherzo del jet – L’unico modo che ha Thomas per farmi salire su un aereo, è drogarmi Sherlock! –

- Attento a quello che bevi, allora – commentò, mentre John si appuntava mentalmente di bere solo da bottiglie chiuse o acqua del rubinetto.

 – Hai visto la mia sciarpa? – chiese in maniera innocente Sherlock, mentre il marito continuava a rimuginare sull'imminente crisi che si sarebbe scatenata con l'ennesimo viaggio per il mondo. Sherlock gli avrebbe detto che il matrimonio di Tom si sarebbe svolto a Londra prima o poi, ma per il momento voleva lasciarlo cuocere a fuoco lento, giusto per avere una scusa per farsi perdonare.

THE END

Angolo autrice
Autrice maledettamente triste di aver finito questa serie, iniziata un anno fa.
Ringrazio tutti voi, che avete letto, seguito e commentato questa folle storia. Senza il vostro entusiasmo non sarei andata oltre la prima parte…e adesso  i nostri eroi non avrebbero un cucciolo :-P
Ringrazio Blablia87, CreepyDoll, Evola_love_Beatles, 0803Anna, Athena_Laufeyson e Hotaru_Tomoe e arcobaleno2014 per aver recensito questa terza parte.
Grazie davvero per essere rimasti qui, proprio fino alla fine!!!
Un bacione e alla prossima storia
   
 
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