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Autore: Becky2000GD    31/05/2016    0 recensioni
Chicago, Illinois. In una fredda serata invernale una ragazza ha finalmente coronato il suo sogno di una vita, ma qualcuno di molto importante manca all'appello. E solo dopo aver trovato James, Moon capisce che nonostante tutti i suoi sforzi per creare una vita perfetta ogni cosa è sempre e comunque destinata a sfaldarsi.
-PRECEDENTEMENTE PUBBLICATA SU WATTPAD-
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: 

Scusate se lo scrivo qui a inizio storia, ma vorrei iniziare dicendo che questa One-short è dedicata a una mia carissima amica e grande fan dei Sevenfold. Il fatto che io abbia scelto James come personaggio maschile è solo dovuto alla ragazza cui dedico questa fanfiction. Spero non ve la prendiate troppo per la storia, non è assolutamente un modo per mancare di rispetto a Jimmy che io stessa ammiro e stimo. La sorte del protagonista della mia storia è dovuta solo al mio amore per le storie tristi.

Detto ciò, spero vi godiate la ff e che la trama non lasci troppo a desiderare.

 

 

 

Goodbye

 

 

 

 

-Jimmy! Jimmy, dove sei?! Jimmy!

La ragazza correva a fatica in mezzo alla neve alta e spessa che aveva completamente imbiancato le strade.

Durante l'Inverno il clima a Chicago non era mai clemente. E ogni anno, puntualmente, la grande metropoli veniva sempre messa in ginocchio da delle bufere gelide che continuavano a torturare la popolazione per giorni e giorni.

-James!

Chiamò ancora una volta la debole voce della giovane, piuttosto spazientita.

Si fermò a un angolo del marciapiede, davanti l'incrocio tra due strade che ai più erano sconosciute. Erano collocate nella parte più desolata della città, luogo che aveva sempre messo addosso una certa inquietudine a chiunque ci si fosse addentrato. Lei sapeva che James passava spesso di lì dopo il lavoro. Quelle strade erano una buona scorciatoia, anche se un po' pericolose.

Da quando si erano trasferiti in Illinois tutto era così surreale ... pareva di vivere in un altro pianeta. Anche le cose peggiori lì avevano un sapore diverso. Tutto sapeva di un sogno avveratosi, niente li riportava mai con la mente agli oscuri avvenimenti accaduti in precedenza.

La ragazza voleva salvarlo. Voleva cambiargli la vita. Sperava davvero che portare James così lontano sarebbe stata la scelta migliore. Addio Huntington Beach, addio Orange County, addio California. Addio per sempre. Fuggire da tutto e da tutti sembrava l'unica soluzione. Il passato sarebbe scomparso, si sarebbero dimenticati dell'ospedale psichiatrico di St. Peterson Street.

Poveri illusi. 

Non si fugge mai davvero da ciò che è stato ... prima o poi qualcosa, fosse anche il più piccolo e all'apparenza il più insignificante dei dettagli, torna sempre a noi. È mandato dall'Inferno, dall'essenza del Male stesso. Bussa alla porta dell'essere umano e gli si presenta davanti, torturandolo con l'immagine del luogo dal quale proviene e con il ricordo di chi è davvero. E si è portati a cedere: nel vano tentativo di migliorare le cose, ci si ritrova a compiere il peggiore degli sbagli. Non esiste una via d'uscita, non c'è Pace sulla Terra. È da stolti credere che esista un modo per riscattarsi.

Ma loro due non se ne erano ancora resi conto.

Moon riprese a camminare, più lentamente di prima. Il suo sguardo ispezionava accuratamente ogni cosa che le si presentava davanti. Anche la più piccola delle tracce le sarebbe stata utile pur di individuare il luogo nel quale il ragazzo si era nascosto. Qualcosa le diceva che lo avrebbe trovato lì. Jimmy amava la solitudine, passava sempre per quelle strade se era nervoso o qualcosa non andava.

Perchè James non si era presentato alla sua mostra? Cos'era successo? Moon era riuscita a vendere tre dei suoi quadri solo nei primi venti minuti dell'esposizione. E le offerte continuavano a fioccare anche per le sue altre opere, persino ora che si era allontanata dalla galleria d'arte.

Si strinse nelle spalle e sospirò forte. Era molto infastidita da quel comportamento ... era convinta che lui le sarebbe sempre stato vicino. Soprattutto in un momento del genere.

Mentre procedeva a testa bassa per via della notevole frustrazione, Moon notò delle tracce rosse. Prima si trattava solo di poche gocce, poi continuando per quella via si potevano notare enormi chiazze scarlatte macchiare il bianco candido di quel tappeto innevato ...

-Jimmy ...

Il cuore della ragazza mancò un battito. Una strana sensazione s'impadronì di lei, mentre un vento freddo soffiava sulla sua piccola sagoma. Le sembrò quasi di sentirsi sussurrare parole di morte ...

La giovane ricominciò a correre, molto più forte di prima. Tremava. Sì, tremava già al pensiero di cosa l'avrebbe quasi sicuramente aspettata alla fine della via. Sarebbe potuta svenire ... ma doveva tenere duro. L'ansia e il panico salivano. Un nodo stretto fortissimo in gola quasi le toglieva il respiro.

E non appena si ritrovò davanti quella triste visione semplicemente cadde in ginocchio, affondando con le gambe fino all'asfalto.

Il suo ragazzo era lì, abbandonato in mezzo al nulla. Era steso sulla neve, con gli abiti macchiati di sangue. La camicia bianca che s'era messo per la serata era ormai totalmente rossa sul davanti, mentre la giacca pesante che indossava gli era stata portata via: era l'unico capo d'abbigliamento d'un certo valore che avesse mai posseduto. Gliela aveva regalata proprio Moon qualche giorno prima, in occasione del suo compleanno.

-Jimmy! Santo cielo, cos'è successo?

La venticinquenne iniziò immediatamente a disperarsi alla vista di tutto quel sangue, tanto che arrivò a infilarsi le mani nei capelli. Dopo qualche secondo tentò di recuperare lucidità ed estrasse il telefono cellulare dalla tasca del giubbotto. Ogni istante era prezioso in una simile situazione ... doveva chiamare i soccorsi, e doveva fare in fretta.

-N... no. Non farlo.

Disse James balbettando, con la voce ridotta ad un quasi impercettibile sussurro. Non appena mosse le labbra qualche goccia di sangue uscì dall'angolo della sua bocca, proseguendo il percorso fino al mento.

A fatica, James alzò la mano verso il polso della sua ragazza e le impedì di comporre il numero dell'ambulanza.

-No. È tutto inutile ormai ...

Continuò, fissando i suoi occhi chiari in quelli scuri dell'amata.

-Ma che cosa stai dicendo?! Io non voglio che tu muoia! Non devi morire, non puoi!

Gridò in risposta Moon, mentre quasi non riusciva a reggere quello sguardo. Intestardita, riprese a digitare il numero con mani tremanti. Ma in quel luogo non c'era campo ...

Le sembrò quasi uno scherzo terribile del destino. La ragazza sbiancò all'istante e, nel momento stesso in cui il nervosismo prese il controllo di lei, incominciò a sbattere a terra il cellulare.

-Fanculo! Fanculo ... fanculo, fanculo!

Disse in preda ad una crisi di nervi.

-Non è possibile ... non è vero. Tutto questo non sta succedendo a me. Non sta succedendo a noi. È solo un incubo. Un sogno odioso ...

Quella situazione così atroce ed improbabile era solo la ciliegina sulla torta. Ne avevano passate tante insieme. Non poteva seriamente dover finire così ... chi scriveva le sorti dell'Umanità aveva sbagliato persone. Lei e James se la cavavano sempre. Erano in grado di tirarsi fuori da ogni genere di casino, e l'avrebbero fatta anche adesso. O almeno, questo era quello che Moon si ripeteva ...

-Va bene così. Non ha importanza ... è tutto okay.

Mormorò allora il ragazzo, mentre accarezzava il viso piccolo e allungato della fanciulla. Nei suoi occhi non c'era la minima traccia di rabbia, vi si leggevano solo tanta amarezza e moltissimi rimpianti ...

Moon riprese a piangere come una bambina per via di tutto ciò che era costretta a vedere. Non aveva mai provato un'angoscia tanto straziante. La stava lacerando dentro.

Allungò la mano verso le labbra di James. Iniziavano a perdere colore man mano che il sangue continuava a fuoriuscire dalle due ferite che il ragazzo aveva all'altezza dello stomaco. Con il pollice pulì il suo viso dal rosso vivo che aveva macchiato la pelle chiara e pallida del suo ragazzo.

Vederlo ridotto così fu per lei una lunga agonia. Soffriva assieme a lui ... lo stava guardando scivolare via lentamente, morire in silenzio in quel posto dimenticato da Dio. 

Il mito dell'invincibilità di Jimmy non poteva finire così. Da quando era solo un bambino, quel ragazzo era sempre riuscito a scampare alle cose peggiori: perché la vita non poteva essere un po' clemente adesso? Perché non poteva dargli un attimo di tregua?

Quando aveva solo tre anni, James era sopravvissuto ad un incidente in auto che era invece costato la vita al resto della sua famiglia, perciò era stato dato in affidamento. E neanche a quel punto era riuscito ad avere un'infanzia normale. Nonostante tutti i dolori e le sofferenze che aveva già sopportato, gli era toccato anche di ritrovarsi con due genitori affidatari squilibrati, i Taylors, che usavano i bambini per gli scopi peggiori.

L'unica gioia del piccolo James erano quelli che per lungo tempo considerò i suoi fratelli: Brian, un bambino vispo e vivace con due grandi occhi color nocciola, Matthew, un monello sempre pronto a combinarne qualcuna e Zachary, un marmocchio dall'indole assai vendicativa. Non passava giorno senza che James parlasse di loro, ricordando innumerevoli storie e avvenimenti che vedevano protagonisti quei marmocchi.

Per i primi nove anni se la cavarono bene tutti insieme ... James era molto bravo nel tenere unito il gruppo. Era l'unica possibilità di sopravvivere che avevano, finchè facevano squadra le cose potevano funzionare.

Quando il quartetto era ormai giunto sulla soglia dei dodici anni, un altro bambino giunse in quella famiglia. Il suo nome era Jonathan, e aveva solo nove anni. Jimmy, Brian, Matt e Zacky furono dall'inizio molto protettivi nei confronti di Johnny. Per nulla al mondo avrebbero mai e poi mai lasciato che al piccolo fossero successe le stesse cose che erano accadute a loro. Per i quattro era un dovere proteggere quel bambino, salvare la sua infanzia ...

Così diventarono aggressivi, fino ad arrivare ad avere scontri fisici con i Taylors che, purtroppo, li avevano adottati tutti qualche anno prima. E proprio quando finalmente James e i suoi fratelli si erano decisi a fuggire da quella maledetta casa, successe il finimondo.

Dave e Monica Taylors, la notte di Halloween, arrivarono a bruciare la casa dove vivevano. I bambini erano ormai tutti a letto, Jimmy compreso. Il ragazzino fu l'unico a uscire vivo da quell'inferno di fiamme e fumo solo perché era stato messo per punizione a dormire in cantina. Quando si accorse del gran calore e della puzza di fumo che proveniva dal piano superiore, per Johnny,Zacky, Brian e Matt era ormai troppo tardi ... erano morti tutti.

Inutile dire che dell'accaduto fu incolpato Jimmy. Il ragazzino era uscito incolume dall'incendio, e i Taylors furono molto bravi nel far ricadere la colpa su di lui. James non ebbe neppure modo di dirsi fortunato d'essere sopravvissuto.

Dopo una visita psichiatrica, comunque, risultò che Jimmy era un adolescente problematico, con questioni emotive irrisolte e istinti violenti. Per questo fu trasferito in un ospedale psichiatrico, dove rimase fino a ventitré anni, quando finalmente conobbe l'unica persona che sarebbe sempre stata buona con lui e che gli avrebbe fatto battere il cuore: Moon.

Fu proprio lei, quella giovanissima psichiatra, ad accorgersi che in lui non c'era nulla che non andasse ... tutti si erano sempre sbagliati sul suo conto, non era stato James a fare quelle brutte cose! Nonostante il caratteraccio che lui mostrava sempre tutti, infatti, lei era stata capace di andare oltre e leggergli nell'anima. Era solo un ragazzo ferito e tradito dal mondo intero. Non aveva colpe ...

E proprio Moon adesso era costretta ad essere impotente di fronte a quella terribile visione.

-Non deve finire così ... No.

La ragazza scosse la testa, afferrando la mano di James e baciandola.

-Dimmi cos'è successo Jimmy ... chi ti ha ridotto in questo modo?

Continuò lei, spostando lo sguardo sul corpo martoriato del giovane. Avrebbe davvero voluto tentare di bloccare l'emorragia, ma non era mai stata brava con queste cose. Aveva paura di ritrovarsi il suo sangue caldo tra le dita, di fargli male ... aveva paura di provare e poi vederlo comunque morire.

Continuava a ripetersi che non sarebbe finita male, che presto qualcuno sarebbe arrivato e avrebbe salvato la situazione. Ma la verità era che nel più intimo del suo cuore aveva già perso anche la più piccola speranza.

Sapeva che erano gli ultimi momenti che avrebbe passato con colui che amava.

Un sorrisetto nacque sul viso di Jimmy non appena sentì quella domanda.

-Volevo venire da te ... stavo arrivando alla mostra.

Iniziò a spiegare a fatica, mentre il cuore di Moon quasi esplodeva.

-Lo so che questa è una delle strade peggiori dove camminare, soprattutto se si è da soli ... me lo hai sempre detto che il lato Sud di Chicago è pericoloso. Viviamo qui da ormai più di un anno e non ti ho mai dato retta. Mi dispiace, Moon ...

Jimmy tossì, sputando altro sangue. Voleva continuare a parlare, voleva fornirle una spiegazione. Voleva che Moon sapesse perché la loro storia d'amore stava per finire per sempre, perché lui stava per lasciarla. Ma parlare gli era tanto difficile. Ogni attimo che passava aveva sempre di più l'impressione che l'energia stesse abbandonando il suo corpo.

-Shh ... lascia stare James, non ha importanza. Conserva le forze, ti prego.

La ragazza si chinò su di lui e gli prese il viso tra le mani, guardandolo intensamente negli occhi.

Da una parte era tanto arrabbiata con Jimmy, mentre dall'altra provava pena per quel ragazzo.

-No ... devi sapere. Voglio che tu lo sappia!

Riprese lui e infilò una mano nella tasca dei pantaloni estraendo una scatolina minuscola, che aprì immediatamente.

-Almeno questo sono riuscito a salvarlo ...

Si trattava di un anello. Un minuscolo gioiello in oro bianco con sopra incastonata una pietra preziosa. Non era costato più di duecento dollari, ma era già più di quanto Jimmy potesse permettersi. Il lavoro che si era trovato era terribile, con una paga bassissima. Chi avrebbe mai assunto un venticinquenne senza neanche un diploma e che era stato rinchiuso per undici anni in un manicomio?

Non appena vide quell'oggetto, Moon non riuscì a trattenersi dal coprirsi la bocca con una mano e dal piangere più forte di prima. Avrebbe voluto dire tante cose e chiederne molte di più, ma purtroppo la voce le morì in gola.

James ridacchiò vedendo la sua reazione.

-Non mi aspettavo di dartelo così. Avrei voluto chiederti ... di sposarmi. E volevo essere più romantico. Purtroppo non avevo previsto che a pochi minuti di cammino dalla gioielleria sarei stato rapinato.

La commozione era forte e chiara nella voce del ragazzo.

-Non dirmi che ti hanno accoltellato perché hai tentato di resistere ai tuoi aggressori ...

Moon ormai lo conosceva bene. Jimmy non era un tipo che si arrendeva facilmente.

-La tua vita era più importante di qualsiasi altra cosa al mondo. Dovevi pensarci bene James ... non mi sarebbe fregato niente se ti avessero derubato di tutto. A me importa solo di te ...

Continuò la giovane, mentre il cuore le batteva così forte che sembrava stesse per saltare via dalla gabbia toracica.

-Da quando ti ho aiutato ad uscire dall'ospedale ad Huntington Beach e siamo venuti a vivere qui è stato tutto diverso. Ci siamo sempre detti che avremmo tentato di seguire i nostri sogni, di avere una vita stupenda. Io ho lasciato da parte l'idea di continuare a fare la psichiatra ed ho ripreso a dipingere, e tu nonostante la frustrazione per il tuo lavoro saresti presto diventato un famoso batterista ... sei così bravo!

Più il tempo passava e spegneva le energie di James, più Moon poteva sentire la Morte avvicinarsi a loro.

-I soldi non hanno importanza, le cose materiali non ne hanno ... non per noi.

Il tono della ragazza era disperato. Non poteva fare a meno di rimproverarlo, era più forte di lei.

Una lacrima scese lungo la guancia di Jimmy, che socchiuse gli occhi come per reprimere il dolore che sentiva.

-Per una volta nella mia vita mi sarebbe piaciuto sentirmi di valere qualcosa. Non volevo cedere Moon ... avrei voluto provare ad essere un eroe.

Con quelle parole appena sussurrate era come se la stesse implorando di avere un po' di pietà.

-Non voglio morire sapendo di averti delusa ... ti prego, perdonami. Mi dispiace di essere stato così sciocco ed orgoglioso da avere mandato in fumo la vita perfetta che volevi avere con me. Mi dispiace per avere rovinato quella che doveva essere la tua serata ...

E se la ragazza non avesse avvicinato le labbra alle sue e non lo avesse baciato, probabilmente Jimmy sarebbe andato avanti a scusarsi fino all'ultimo respiro.

-Sta' zitto. Non sono delusa ... non mi hai mai delusa. Neanche una volta.

Moon gli sorrise teneramente e gli passò una mano tra i capelli scuri, accarezzandoli. Mai e poi mai l'avrebbe lasciato morire con quel rammarico.

James cercò nuovamente le labbra della sua ragazza per baciarla ancora, prima di dirle un'ultima cosa.

-Voglio che tu sappia che da quando ti ho conosciuta è cambiato tutto per me ... ho passato il tempo più bello della mia vita dal momento in cui sei entrata per la prima volta nella mia stanza in ospedale fino ad ora. Mi hai ridato la speranza, e dei sogni ... non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto ciò che hai fatto, compreso l'aiuto che mi hai dato nel dimostrare che ero finito in quel posto per errore. Nessuno mi aveva mai ascoltato prima. Grazie, Moon ...

Con le ultime energie che aveva, Jimmy desiderò far sapere alla ragazza quanto era stata importante per lui. Un attimo dopo esalò il suo ultimo respiro, cadendo in un sonno eterno.

Se ne andò così, tra le braccia della persona che lo aveva amato di più al mondo. 

A Moon non restò neanche il tempo di dargli la notizia più dolce, quella che lo avrebbe fatto morire con il sorriso sulle labbra. Se la serata avesse seguito il normale svolgimento che lei sperava, avrebbe potuto comunicargliela nel modo migliore. Magari davanti un bicchiere di vino per brindare.

Infatti, la cosa più importante per Moon non era stata vendere quei quadri alla sua prima mostra. Era stato molto più bello scoprire di essere incinta.

 

   
 
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