Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: MisticQueen    31/05/2016    2 recensioni
Leandra "Lea" Carlyle è una ragazza di sedici anni, passato alquanto torbido ma non ancora del tutto sospeso, che, dopo una gara sportiva, ottiene una borsa di studio al liceo Dolce Amoris. Si aspetta un liceo normale, ma non sa quello che le succederà...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~CAPITOLO 2 Nuove amicizie e vecchi rancori.
È già mattina? Di già?
Non ho sognato la mia vecchia vita. Ho sognato Nathaniel. Solo lui… sospiro, so che oggi non potrò vederlo se non di sfuggita.
Mi vesto con un completo che ho comprato ieri, un giubbotto di jeans, dei leggins neri e una maglietta giallo limone. Le scarpe non le ho trovate della mia misura al negozio. Zia Agata mi  saluta – è molto più eccentrica di chiunque altro in questo paese, con i capelli fucsia e quegli abiti. In realtà non sono veramente imparentata con lei: è la mia madrina, ma per il resto non abbiamo sangue in comune (se non un quadrisavolo di cui non so neanche il nome). Mio padre insiste a farla chiamare “Zia” da me e mia sorella Caroline, ma io sono ancora un po’ restia a chiamarla così, dopotutto la conosco solo da un paio di giorni!
Mentre addento un cornetto appena sfornato mi vibra il telefono: un messaggio, anzi due, per la precisione, arrivati in contemporanea. Uno è di Nath – ieri ci siamo scambiati il numero – e l’altro è di… Cameron.
CAMERON: Ehilà! Come sta la mia puttana preferita? Vuoi ancora che ti dia quei soldi? Certo, solo se me la dai…
Gli risposi con un meritato affanculo.
-Leandra! Cosa ci fai ancora col telefono, devi andare a scuola!- la voce di mia zia mi impedisce di insultarlo ancora.
Ha ragione. Prendo le mie cose e corro fuori.
Sbuffo non appena arrivo a scuola. Oh no, dov’è Nathaniel?
Sento dei ticchettii sulla mia spalla. Appena mi volto vedo una ragazza bionda, con la pelle chiara e gli occhi azzurri. Non si può certo dire che sia brutta, anzi: per un mio parere è quella più bella del Dolce Amoris e, considerato come si comporta, anche la più ricca.
-Ciao Lea, io sono Ambra, sorella di Nathaniel- ha calcato su queste ultime tre parole in modo a dir poco impressionante –E vorrei, gentilmente, che tu lo lasciassi stare. Sai, non mi va che Cameron gli debba raccontare tutto…- ridacchia, seguita dalle due oche che ha accanto, una ragazza asiatica e una, come la potrei definire?... ah, sì, abbastanza normale per girare con quelle due.
Le sue parole mi rimbombano in mente. Conosce Cameron? Oh, no. Non di nuovo. Non mi ridurrò così.
Incurante del suono della campanella corro in cortile, l’unico luogo che conosco della scuola e anche l’unico in cui ci sia un po’ di pace.
Mi sbagliavo. Nel cortile, oltre me, c’è un ragazzo coi cappelli rossi, vestito da punk.
Non posso dire che sia brutto, ma neanche che sia il massimo.
-Oh, la nuova? Quella che se la fa con Nath-Nath? Piacere, Castiel. - mi sbeffeggia –Certo, essendo le ragazza del delegato non sarai mai in punizione!
-Io… cosa?! Chi te lo ha detto?
-Ti hanno visto tutti, mentre uscivi dalla sala delegati, Leandra!
Sto in silenzio come ho imparato a fare in questi due anni e lui continua a parlare.
-Cameron non vuole che le sue scopamiche frequentino qualcuno, tantomeno il fratello della sua ragazza ufficiale!
 Resto in silenzio ancora in silenzio. Vorrei che ci fosse Nathaniel, ma non posso più frequentarlo (e con questo intendo non essere più sua amica) o mi ridurrò come prima, un’ essere che non merita di esistere. Mi siedo per terra con le gambe incrociate ed estraggo il telefono. Leggo il messaggio di Nath.
NATHANIEL: Ehi, so che è un po’ presto (sia di orario che per il tempo in cui ci siamo conosciuti), ma volevo chiederti… per caso, vorresti venire al cinema con me domani sera?
Rispondo con un sì e comincio ad avviarmi in classe. Gli parlerò domani del problema, forse lui capirà. Forse.
-Dove vai?- sogghigna Castiel afferrandomi il polso –Sono le otto passate, non puoi entrare in classe. Dove vai allora?
-Cerco la preside e le spiego il malinteso.
Lo guardo negli occhi. Non è così male, ma mi ricorda…

-Taylor, vieni dentro!- esordisce Lea –Non vorrei che tu te ne restassi impalato là mentre io mi diverto, no?
-Oh, beh, ma Austin mi sta aspettando…
-Lo sai, Aust è impossibile a volte! A proposito, l’hai convinto a non farsi più quella tinta viola? Lo rende ridicolo!- dice Lea. Taylor la abbraccia. È  un gesto da amici, dopotutto, no?
Nì. Nì, proprio, la parola inventata dalla sorella minore Caroline quando non vuole –o non può- rispondere.
Ha trasmesso la sua mania ai pochi amici che ha (Austin, Taylor, Megan) e infatti Taylor le risponde:
-Nì… mi dispiace, sergente, non ci sono riuscito!
Subito dopo le bacia la guancia. Ecco, in lontananza, Austin che si avvicina: fa sempre il duro, ma in realtà è una delle persone più tenere che Lea conosca.

-Allora? La “santarellina” non ha più la lingua? Certo, dando così tanto baci a quel Cameron e ai suoi amici non posso darti torto.
Con uno strattone mi libero dalla sua presa. I capelli di Castiel –un rosso sangue- brillano al sole… e vedo una ciocca tendente al nero.
-Uhm… sicuro di essere rosso naturale?- gli chiedo ridendo.
-Cosa? Certo!- sembra a disagio.
-Avrei scommesso il contrario…- ridacchio –Ci si vede in giro, ragazzo che si fa la tinta!
Cammino verso l’entrata della scuola. Non ci sono ancora abituata: è davvero troppo grande per me! La campanella è suonata cinque minuti fa: posso ancora farcela. Corro nella mia aula e, per fortuna, non è ancora arrivato il professore.
-Allora, dove eri, Carlyle?- mi sussurra Ambra –Oh, da Cameron?
-Zitta! Tu non sai niente di me!- dico con fare autoritario. –E poi chi ti credi di essere? La regina di questa scuola?
La vedo fumare dalle orecchie.
-Come… come osi! Non devi mai più parlarmi così!
-Oppure?- chiedo in tono di sfida.
Mi si avvicina.
-Non oseresti…
-E neanche tu, Ambra.- non sono io a rispondere, è una ragazza che non vedo perché è alle mie spalle –Lasciate in pace la nuova arrivata.
Le tre se ne vanno, non prima di un’esclamazione di Ambra.
-Iris, me la pagherai!
Mi volto. Questa Iris mi sorride dolcemente e mi porge la mano.
Si presenta come Iris, cosa che avevo già notato.
Ha i capelli rossicci raccolti in una treccia scompigliata (ne deduco che 1Non sa fare una treccia o 2 Ha i capelli ricci) e indossa una maglietta viola, dei pantaloncini di jeans e delle calze a righe viola e nere. Viva la felicità! Nonostante questo mi sembra simpatica, ha un sorriso radioso.
-Allora, dove mi potrei sedere?- rifletto tra me e me. Ieri tutti i posti erano occupati e, in mancanza di un banco, mi sono dovuta accontentare di uno sgabello.
-Se vuoi  siediti accanto a me!- esclama Iris –Ieri pomeriggio hanno portato un altro banco e l’hanno messo accanto al mio.
Accetto volentieri e mi accomodo.
Aspettando il professore riordino le penne sul banco per colore e utilità, poi apro una pagina del quaderno e stappo quella rossa, pronta a scrivere il titolo.
-Buongiorno, professoressa Alexandra.- dice in coro la classe. Si alzano e io li seguo.
La professoressa non risponde neanche al buongiorno.
Comincia a fare l’appello.
Quando arriva al mio nome punta lo sguardo su di me.
-Leandra Carlyle.- dice.
Riconosco quegli occhi. Eccome se li riconosco.
Questa professoressa è la stessa del liceo precedente.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: MisticQueen