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Autore: Freez shad    31/05/2016    6 recensioni
Dopo quello che ha fatto, Bellwether è finita in prigione, ma si sa quanto questa possa risultare stretta per chi ha manie di grandezza.
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bellwether
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente.
Ormai era quasi l'ora.
L'ora in cui sarebbe uscita da quell'insulsa prigione.
Questo certamente non grazie alla sua buona condotta o al benestare della guardia carceraria.
Infatti, quella liberazione, non era altro che un'evasione in piena regola.
<< Manca poco, resisti! Pensa alla vendetta, al potere e a coloro su cui potrai sfogare il tuo rancore. È solo una questione di minuti ormai, eh eh! >> continuava a ripetersi da un po' di tempo la pecorella, per placare quel suo frenetico desiderio d'autonomia e di rivalsa.
Non stava più nella sua lanosa pelle ovina; quanto avrebbe voluto essere fuori già in quell'istante, per ridare a quella città ciò che si meritava: un leader giusto, capace e soprattutto duro con quei pericolosi e corroti predatori.
 
Chissà da quanto tempo era lì dentro, in quella ridicola e sudicia cella, per colpa di due ficcanaso che avevano avuto il coraggio d'imbrogliarla con una stupida recita da poppanti e una sciocca penna-registratore a forma di carota.
A dire il vero non aveva mai pensato di contarlo o di segnarlo, come la maggior parte dei detenuti faceva, sempre presa com'era dai propri piani di fuga e di riconquista del potere; le circostanze però cambiano.
Ora sì che lo stava contando, scandendo ogni singolo secondo.
 
Quello che stava aspettando era l'imminente cambio della guardia che, oltre a causare qualche prezioso attimo di distrazione,  le avrebbe consentito di usufruire del tunnel che aveva scavato sotto la branda, nascosto da alcune piastrelle che si era curata di mantere integre, in modo da raggiungere la larga tubatura principale della fogna che sboccava all'esterno dell'edificio.
Quante forchette, cucchiai e persino coltelli ( come avesse fatto poi a scavare con quelli era un mistero anche per lei ) aveva consumato contro quel duro pavimento; probabilmente il set di una vita.
Fortuna che, quando era ancora sottoposta al pomposo Lionheart, aveva avuto modo di studiare a memoria i progetti dei maggiori edifici di Zootropolis, tra i quali vi erano anche quelli del carcere, permettendole così di centrare l'obbiettivo al primo colpo.
 
Pensare che si sarebbe servita di quel buco, di quel cliché dei cliché, per fuggire le stava scatenando una risata isterica, quasi maniacale; soprattutto se considerava a quanti piani aveva provato a mettere in atto, ben più sofisticati ed elaborati, risultati sempre fallimentari.
Quanto stress, quante notti insonni e quanti fantasmi, riguardanti un fato avverso, aveva dovuto affrontare e sconfiggere con una perfidia che andava oltre la sua apparente dolce figura.
Soprattutto aveva saputo imparare qualcosa da ognuno dei suoi errori e il ricordo di questi la spronava ad insistere senza porsi troppe domande su quanto giuste fossero le sue motivazioni.
 
Ad esempio una volta era riuscita a corrompere una delle guardie, quella addetta al controllo delle celle e delle porte esterne, ma che poi si era rivelata incaricata di scoprire i loschi piani dei detenuti; la cosa che più la infastidì non fu il fallimento del piano, ma bensì la punizione che ne derivò, consistente nel servizio di aiuto in cucina dove la cuoca, un'imponente e truce orsa bruna, aveva la terribile abitudine di ingurgitare intere scodelle di maleodorante zuppa d'aglio e cipolla dall'odore tanto pungente da impedirle il respiro. 
Tempo dopo invece, aveva fatto comunella con una detenuta convincendola a partecipare ad uno dei suoi piani:
Questo consisteva nell'improvvisare una finta lite con lei nell'ora d'aria, approfittare della vicinanza delle guardie che sarebbero sopraggiunte a separarle, rubargli le chiavi delle celle che durante quell'ora portavano sempre con sé e infine, col favore della notte , scappare.
Purtroppo la cosa le sfuggì di mano trasformando quella recitata zuffa in una fin troppo reale, da dove riuscì a uscire con qualche livido e un forte spavento.
Quest'ultima azione le aveva complicato tanto le cose che alla fine la direttrice della parte femminile del carcere, una severa vecchia alpaca albina, aveva deciso di trasferirla in quella maschile; la decisione non le piacque molto, ma se la sua intensione era quella di uscire da lì, non voleva certo farlo per raggiungere il cimitero per colpa di una rinoceronte dura di comprendonio e incapace di reggere la più piccola offesa.
 
Comunque, anche in quell'occasione, non si lasciò scoraggiare e, come a confermare il detto " le cattive abitudini sono dure a morire ", continuò ad escogitare e provare nuovi modi per scappare, finendo però ogni volta per essere fermata e punita in maniera sempre più originale e, in diverse circostanze, persino crudele.
 
L'ultima volta, per esempio, era finita nuovamente dal suo nuovo direttore , un grosso panda, perché aveva provato a mettersi a capo di una rivolta scoppiata per un futile motivo durante il pranzo:
 
<< Signorina Bellwether, che piacere vederla. Devo purtroppo dedurre che, anche questa volta, la sua non sia una visita di cortesia, giusto?>> non vi era malizia nelle sue parole o nei suoi modi, cosa che aveva più volte spinto Bellwether a pensare all'inadeguatezza di quel gentile e mite panda all'incarico di direttore della sezione maschile del carcere',<< Ebbene sì, capo. Ma non si preoccupi, questa è l'ultima. La prossima volta che mi vedrà sarà fuori di qui e a capo della città. >>,
<< Questa l'ho già sentita almeno cento volte. Tutte dalla solita bocca. Guardi che non trovo affatto divertente doverla punire ogni volta e sempre con metodi diversi, soprattutto perché pare non servano a niente >>,
<< Quello, però, è il suo compito direttore e io la posso capire. Mentre nessuno sembra capire me quando dico che, il mio di compito, è quello di governare tutta Zootropolis. Comunque stia tranquillo, quando sarò di nuovo al potere, sarò magnanima verso di lei. >>
<< La ringrazio per la premura, però la devo punire lo stesso purtroppo....Josh >> chiamato, un lupo bianco entrò nella stanza,
<< Si, direttore Chui. >>
<< Accompagni la signorina nella cella 99/3 fino a nuovo ordine >>
<< Sissignore! >>
<< 99/3? È una nuova cella di isolamento? >> chiese incuriosita la pecora,
<< No, niente isolamento. Ho deciso di farle passare un po' di tempo in compagnia di un nuovo detenuto che si fermerà solo per oggi >>.
 
' Col cavolo che sarò magnanima. La prossima volta gliela troverò io una punizione adeguata per lei, caro direttore '; quest'ultimo l'aveva messa in compagnia di uno yak, che le pareva non avesse mai fatto conoscenza neanche per sbaglio con il sapone, arrestato mentre girava per la città nudo perché, al momento di uscire dal suo club naturalista, si era dimenticato di rivestirsi.
In più, oltre al suo odore, aveva dovuto sorbirsi un'intero simposio sulla bellezza di una vita dedita alla pace interiore, al naturalismo a contatto con la natura e ad una vita alla "figli dei fiori".
Quanto aveva odiato quello yak, forse anche di più dei predatori; si era addirittura ripromessa di emanare una legge che avrebbe chiuso quell'inutile club e condannato lui e i suoi affiliati a lavarsi tutti i giorni, più volte al giorno.
Si sarebbe divertita nel vederli dimenarsi, mentre venivano immersi completamente in acqua e sapone.
 
<< Cambio della guardia >> urlò qualcuno dai piani superiori.
La pecorella era già scesa dalla branda su cui era seduta, pronta ad attuare il piano quando,
<< Bellwether!  >> la chiamò il secondino che, contro ogni previsione, stava aprendole la cella,
<< Si, cosa c'è? >> chiese lei, cercando di non dare a vedere la sua impazienza,
<< Sei stata assegnata ad una nuova cella. Qui dobbiamo metterci uno yak senza senso del pudore >>
<< Cosa? Ma dai! Stupido yak. >>
 
Tutto da rifare.
 
N.d.A. 
 
Ecco una nuova storiella che spero vi abbia divertito.
Ho provato a mescolare comicità e introspezione con un personaggio parecchio controverso, mentre vive in un contesto come quello del carcere ( che, a proposito, mi sono preso la libertà di dividere in due sezioni distinte e separate ).
Personalmente mi ha fatto un po di pietà.
Questa inoltre è in risposta ad un mio recensore che desiderava vedere un nuovo personaggio in azione e che spero di aver soddisfatto.
   
 
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