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Autore: kendrawrite    01/06/2016    0 recensioni
"È proprio tu a figlia, cammina e ride sotto la pioggia "
Altro di lei non si potrebbe dire, a parte che ride anche davanti alle pistole
Storia pubblicata anche su Wattpad al link http://my.w.tt/UiNb/kc7Ql0RFQt
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Non è detta l'ultima parola



Sembra ormai quasi un rito, escono dal bar e vanno a giocare nel pacchetto sopra il parcheggio. Si conoscono da un po' ormai, alcuni di loro sono cresciuti insieme altri si sono conosciuti negli ultimi anni. Stranamente quella sera sono tutti e 16, non manca nessuno. Ancora più strano, il pacchetto è deserto, come le strade circostanti, si sente in lontananza i rumori del concerto nella piazza principale, per il resto è tutto silenzioso. Si mettono a chiacchierare in cerchio come al loro solito, sono tranquilli, ma non spensierati, tutti hanno quel pensiero in testa che non li fa dormire la notte. Sono tutti concentrati sulla nuova battuta stupida del ragazzo alto e secco, solo alcuni si accorgono degli scarponi di cuoio che salgono le scale, pochi vedono con la coda degli occhi dei nero vestiti avvicinarsi. Molti però sentono un brivido sul collo quando iniziarono a sentirsi accerchiati. Tutti si allarmano, quando il ragazzo si blocca nel raccontare, ed allora si rendono conto delle persone che gli chiudono le vie di fuga.

Sono nero vestiti, hanno i capelli raccolti o corti, indossano un alto girocollo che gli arriva fino al naso. Indossano giubbotti resistenti, dove ci sono applicate mostrine e gradi. Hanno pantaloni pieni di tasche, le mani guantate e la maggior parte sono armate di pistole nere e lucide. unico tocco di colore una fascia blu elettrico sulla spalla sinistra.
Il cerchio non è più tale, i ragazzi si sono stretti l’uno verso l’altro, andando istintivamente verso la persona a cui tenevo di più, per proteggerla. L’unica persona a rimanere tranquilla e ferma, è una ragazza dagli occhi scuri, i capelli raccolti in una coda che ondeggia al vento, li guarda respirando piano.
Tre nero vestiti si avvicinano, uno è più avanti e sulla fascia blu ha una stella dorata, gli altri due dietro imbracciano fucili e si tengono a due passi di distanza. 
Arrivano a tre passi dal gruppo e si fermano, fanno scorrere lentamente lo sguardo su tutto il gruppo, i loro occhi scrutano e cercano un viso, una persona, il loro obbiettivo. Il gruppo è fermo, non si guardano fra loro, fissano tutti i nero vestiti, alcuni tremano, altri trattengono il respiro, solo la ragazza respira normalmente e non sembra preoccupata.
Il ragazzo con la stella dorata ha i capelli neri tagliati corti e gli occhi azzurri scuro penetranti. Il suo sguardo si posa sulla ragazza, passa oltre e poi torna indietro, si guardano negli occhi e nessuno dei due abbasso lo sguardo. Stringe gli occhi e la guarda con più attenzione, le ricorda qualcuno, ma non riesce a capire chi. Si fissano per quelli che sembrano minuti, alcuni del gruppo iniziano a seguire lo sguardo del ragazzo, lui se ne accorge e sposta lo sguardo su qualcuno dietro di lei. Le sue pupille si dilatano, ha trovato il suo obbiettivo. I due con fucili hanno accerchiato il gruppo e contemporaneamente stringono le sopracciglia in una muta domanda su quegli sguardi. Vengono risposti con un muto sguardo di ghiaccio, abbastanza intenso da far loro abbassare gli occhi, nessuno avrebbe mai pensato che delle persone del genere avrebbero mai abbassato lo sguardo.
« Vogliamo lui » 

Il ragazzo parlò, con una voce profonda e ferma, indicando qualcuno dietro la ragazza. Tutto il gruppo si girò verso colui che era stato indicato, la ragazza lo fa in modo più delicato, meno frenetico e non volge le spalle a chi ha parlato. Dietro di lei c’era un ragazzo con gli occhi velati dalla paura, ma che la sua maschera fa apparire fermi. I due armati iniziano ad avvicinarsi al gruppo , ormai i ragazzi dal gruppo sentono quasi i loro respiri sulla pelle.
« Voi potete allontanarvi, non vi faremo del male, non teniamo a versare sangue non necessario » 
Parlò il ragazzo dagli occhi ghiacciati.
« Seguiteci, non ci faremo nulla a meno che non ci lasciate altra scelta » 
Così parlarono i neri vestiti armati e i ragazzi iniziarono ad allontanarsi lentamente. Tutti tranne la ragazza, che guarda negli occhi il nero vestito e non si muove.
Ragazza togliti, sei nel mezzo » 
Probabile » 
Continua a guardarlo negli occhi, non lo sta sfidando, lo guarda ferma senza battere ciglio. E’ come se tutto il corpo di lei urli “Non mi muoverò, resisterò a tutto ciò che vorrai farmi”
Il ragazzo si avvicina con passi leggeri e calcolati, si ferma solo quando fra i loro corpi non passa nemmeno un refolo di vento. I loro respiri si scontrano e sembrano già combattere, lui abbassa la testa per guardarla negli occhi perché è leggermente più bassa di lui. Morde l’aria e i suoi denti bianchi schioccano fra loro, vuole spaventarla, ma lei non batte ciglio. Sbatte le ciglia lunghe da cerbiatta, vuole mostrare innocenza, anche se tutto quello che aveva di innocente le era stato strappato via, pezzo a pezzo malamente. Inclina la testa e una ciocca le scivola sul viso, ribelle e rossa, lo dice anche la fisica, le cose rosse sono le più veloci, impossibili da controllare. Lui allunga la mano, le sfiora la fronte con i polpastrelli, tiene fra indice e medio la ciocca e la fa scivolare lentamente dietro l’orecchio. Espira e torna a guardarla negli occhi, continua a sembrale un volto conosciuto.
«Ragazza, preferire che ti spostassi. Non vorrei spegnere questi occhi. Hanno un qualcosa di combattivo, quella scintilla rara. Spostati e non ti accadrà nulla. Anzi vorrei che tu ti unissi a noi, appena avremo sbrigato questa “commissione”, perché sembri esattamente il tipo di persona che sto cercando... »
Parlando le accarezza la guancia con la punta delle dita, le ricorda qualcuno, ma soprattutto è attirato da lei, sta davanti ad un uomo armato e non batte ciglio. Non trema, non ansima, non abbassa lo sguardo. Anzi lo scruta, sembra guardarlo dentro ed emana una calma , terribile e regale.
E’ solo una ragazza, una bambina, sarà maggiorenne? Da dove prende tutta questa forza? Cosa hanno visto quegli occhi che paiono tizzoni contenenti un fuoco dirompente?
La ragazza sorride e con le lunghe ciglia crea un piccolo tubino.
« Non mi interessa passare del tempo con chi fa questo tipo di “commissioni”. Andatevene, siamo ragazzi, lasciateci fare le nostre cavolate tutti insieme. Se prendete uno di noi come facciamo a farle? »
Non è tipo a cui i rifiuti piacciono, i suoi occhi si infiammano e la mascella si serra. Appoggia la sua fronte su quella della ragazza, la fissa arrabbiato negli occhi, le mette una mano dietro il collo e stringe tirandola a se. Il suo respiro pare un ringhio, si avvicina con le labbra e la bacia vicino alla bocca. Pare il bacio di Giuda.
« Allora morrai »
Si allontana da lei dandole uno spintone e lei barcolla all’indietro. Estrae la pistola e gliela punta contro. Si sente urlare, i ragazzi fino ad allora silenziosi tirano fuori tutta l’aria dai loro polmoni. Si dimenano, strepitano e scalpitano. La ragazza respira piano e non li guarda, fissa il ragazzo negli occhi, senza paura, accettando il suo destino.
E’ così importante questa persona da metterti davanti ad una pistola? »
Tutti loro sono importanti, io sono tranquillamente sacrificabile »
Si sente un urlo più forte levarsi dal gruppo, ma diversamente da prima la ragazza si gira. Ha riconosciuto l’urlo, guarda nell'occhi l’urlatore e gli chiede scusa, lo vede piangere disperato e si sente incolpa, non vuole che assista. Dietro di lei sente dei passi, la persona a cui sta facendo da sudo è dietro di lei e le ha posato la mano sulla spalla.
So proteggermi da solo, non fare cavolate. Vai dagli altri, sono io ciò che vogliono. Salvati  »
Cosa vi state dicendo? Allontanati da lei ! »
Il ragazzo arretra lentamente, ma tiene gli occhi fissi sulla nuca della ragazza.
« Posso salutarli e salutarlo? L’ultimo saluto non si nega a nessuno… »
Il ragazzo armato fa un cenno affermativo con la testa, ma non abbassa l’arma. Lei si gira verso il gruppo e saluta a mano aperta, come fanno i bambini, sorridendo e stendendo in alto il braccio.
« Non vi preoccupate. Giratevi perché non voglio che vediate tutto questo, ma non vi preoccupate sarò sempre con voi.  »
Poi si gira verso colui a cui sta facendo da scudo e a passi lenti e calcolati si avvicina a lui.
Non posso andarmene perché ho fatto una promessa »
e tu mantieni sempre le promesse… »
Lo abbraccia, salvia, sente lui stringerla, vaniglia,lui la lascia andare, ma prima di girarsi gli lascai un bacio sulla guancia morbida, salvia e vaniglia. Si gira e cammina verso il nero vestito che continua a puntarle a dosso la pistola. Gli sorride, non ha paura, ha passato tantissime cose, tanti traumi alcuni direbbero, è stanca, le piace tenere fede alle promesse, è di quelle persone che si caricano sempre tutto e tengono tutto sulle spalle, ride sotto la pioggia, è li ma in pochi se lo ricordano, allarga le braccia e li davanti alla pistola, ride. 
Il ragazzo è sorpreso, non ha mai visto una cosa del genere, la pistola gli trema. Pensa che è un peccato sprecare una vita del genere ed è la prima volta che la sua pistola trema, è la prima volta che si chiede se sia giusto tutto ciò che sta facendo, è la prima volta che si chiede se sia giusto uccidere. Passa un minuto e la sua pistola non ha ancora fatto fuoco, tutti lo guardano mentre abbassa la pistola. La ragazza lo guarda con i suoi tizzoni ardenti e anche lei abbassa le braccia.
« Sei sicura di non volerti spostare? Vattene, avrai la tua vita salva, potrai ridere e scherzare. Hai tutte le strade davanti. »
I suoi compagni lo fissano stranito, non lo hanno mai sentito parlare in questo modo, sta mostrando umanità, pietà e le sta dando la possibilità di fuggire. Lui, il capitano dagli occhi di ghiaccio, lui che non si piega mai, lui che insegnava a non abbassare gli occhi, colui che tutti pensavano non sapesse neanche cosa fosse la pietà. Eppure era li, davanti a quella ragazza, sembrava debole. Tutti i neri vestiti lo guardano, lo scrutano, lo osservano e cercano di capirlo. Sembrano decidere tutti assieme che quella non è una ragazza, quella è una giovane donna e di quelle forti. Una ragazza non avrebbe mai potuto scatenare una cosa del genere in un pezzo di ghiaccio. 
Non sa cosa fare, dovrebbe sparare, ne è pienamente cosciente, ma non c'è la fa. Dietro quegli occhi vede qualcosa, ma non saprebbe dire cosa. Forse se stesso, forse il mondo o forse solo una storia che merita di essere raccontata. 
« Sono sicura, forse è destino. »
Sorride al ragazzo con un sorriso dolce e quasi compassionevole, non gli dà colpe, lo assolve, lo rende nuovo, lo fa respirare. Lui non c'è la fa, alza il braccio e spara. Dritto al cuore. A causa del colpo il corpo della ragazza subisce una rotazione e cade scomposto con il viso rivolto verso il ragazzo a cui faceva da scudo. Si sente il rumore di un aereo in lontananza, dopo lo sparo c'è un momento di silenzio in cui si sente solo questo.
Poi dal gruppo di ragazzi si levano urli e pianti, il ragazzo, che aveva urlato prima, cade in ginocchio, senza peso e guarda il corpo inerte a terra. Non riesce a guardare altrove, i suoi occhi sono catturati dall' amica, senza vita che guarda altrove, non riesce a vedere il suo viso. Il suo viso che ha visto ridere, piangere, consolarlo, sgridarlo, morderlo, fumare con lui, quel viso sempre pronto ad aiutarlo. È l unico che non si è girato, perché voleva vederla questa pazzia, non credeva sarebbe arrivata a tanto. Si sente incolpa, avrebbe dovuto correre, scostarla, avrebbe dovuto salvarla. Invece ha pensato troppo come al solito e ora è morta, non se lo perdonerà mai. Il ragazzo a cui faceva da scudo si scongela dal suo blocco, corre verso di lei e si butta in ginocchio. Allunga la mano verso lei e le sfiora la guancia, ha gli occhi chiusi e la bocca semi aperta. Scendono veloci le sue lacrime e si accascia distrutto su di lei, la stringe, ma lei ormai è lontana.
Il nero vestiti dagli occhi azzurri ha una lacrima che gli solca il viso, fa segno agli altri di trattenere il gruppo e non farlo avvicinare, ma lascia che il ragazzo pianga sul corpo della giovane donna.
« Da iaves fi ciresie, per una ragazza che si è sacrificata. Si merita un minuto di silenzio »
Si chiudono nel silenzio, si sente solo i due ragazzi piangere e un aereo in avvicinamento. Il rumore del aereo è sempre più forte mentre atterra sopra il tetto del mercato vicino. Il ragazzo guarda verso l aereo, ma sembra tranquillo, probabilmente era programmato.
« Lasciala e alzati, è passato abbastanza tempo. Ora è il tuo turno »
Due neri vestiti si avvicinano e lo prendono sotto le braccia strattonandolo via. Ha le mani e i pantaloni sporchi di sangue ed una faccia sconvolta, fissa la ragazza e balbetta. Sopra il tetto del mercato vicino si calano tre persone e atterrano nel pacchetto. Corrono verso il ragazzo dagli occhi azzurri, sembrano visibilmente infuriate.
« Kenno! Cosa stai facendo ? La missione è stata annullata! Non riusciamo a a comunicare con te da ore, hai disubbidito ai tuoi superiori, hai rischiato di mettere in pericolo... »
Si blocca e i suoi occhi strabuzzano, fissa la ragazza a terra e fa un passo verso di lei. Si inginocchia accanto a lei e delicatamente le sposta i capelli dagli occhi e la riconosce.  Si alza e estrae la pistola, puntandola contro il ragazzo.
« Come hai usato ucciderla ? Meriti solo la morte per quello che hai fatto! »
Gli spara un colpo prendendolo di striscio sul viso. Si avvicina tenendo l arma piantata verso di lui e gli arriva ad un soffio di distanza. 
Dal gruppo riesce a liberarsi il ragazzo e corre verso la sua amica, la raccoglie da terra e la stringe al petto. Il viso rivolto verso il suo, gli occhi chiusi e morenti sono rivolti verso lui, le accarezza la guancia e le sue lacrime le bagnano il viso ancora roseo.
I nero vestiti non si muovono, c'è evidentemente il loro capo li e non possono che aspettare un suo comando. Si avvicina alla ragazza anche il ragazzo coperto di sangue, si riappoggia a lei come prima e piange, riempiendo di salvia e vaniglia l aria.
« L hai uccisa, così a sangue freddo! Potevi evitarlo, potevi scostarla ! È l erede, non è una persona comune. Era...era... Tutto questo per colpa tua ! Dovrei ucciderti qui come hai fatto con lei! »
Un urlo disumano si diparte dal ragazzo mentre punta la pistola contro la fronte all'altro. Una mano lenta si appoggia alla guancia ispida del ragazzo che odora di salvia, delicatamente passa i polpastrelli nella barba, ma lui non sembra accorgersene. 

Non è detta l ultima parola...

   
 
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