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Autore: Il_Genio_del_Male    01/06/2016    6 recensioni
Sehun ha un piano. Jongin vuole andare a pesca. Incredibile ma vero, tutto finisce nel migliore dei modi.
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kai, Kai, Sehun, Sehun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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A differenza degli altri Spoiler, la trama di quest’ultimo non è tutta farina del mio sacco: si ispira ad una barzelletta in romanesco, un po’ boccaccesca ma molto divertente, raccontatami dai miei genitori. Il rating, di conseguenza, sarà più alto del solito (scurrilità in vista!).

 

 

 

 

 

Sehun e Jongin erano buoni amici. Forse non tanto quanto Sehun avrebbe sperato (benché Minseok gli ricordasse in continuazione che voler infilare lingua e mani rispettivamente nelle tonsille e nelle mutande di Jongin non erano da considerarsi pulsioni di tipo amichevole), ma ci stava lavorando.

Aveva in mente un piano infallibile per spingere l’altro tra le sue braccia; cioè, per diventare il migliore amico di Jongin. L’amichetto del cuore. Del cu-ore, per l’appunto. Uno dei punti fondamentali di suddetto machiavellico intento recitava: asseconda l’amore amico tuo in ogni suo capriccio. E Sehun lo rispettava con scrupolo e dedizione. Se mostrava segni di stanchezza, gli offriva un massaggio. Se rognava perché non c’erano dei succulenti cosciotti di pollo trasudanti fritto ad aspettarlo in dormitorio, lui si occupava di telefonare al take away più vicino. Piccoli gesti, insomma. Ognuno di essi, sperava Sehun, rappresentava un passo in avanti verso il cu-ore di Jongin.

Un giorno l’amico gli propose di andare a pesca. Come mai gli fosse saltata in mente una simile idea, non avrebbe saputo dirlo. Il pesce non piaceva a nessuno dei due! Però Jongin lo stava guardando con occhi colmi di infantile aspettativa, ed era così carino in quel momento che Sehun non seppe negargli quella gioia. Jongin guidò una ventina di minuti, diretto in campagna. Arrivati nei pressi di un lago artificiale, parcheggiò la macchina e trascorse cinque minuti abbondanti a spiegare a Sehun il corretto funzionamento di una canna da pesca. Dopodiché calarono in acqua lenze ed esche.

“Sono sicuro che ti piacerà, è molto rilassante” si girò a sorridergli Jongin. “Venivo qui con mio padre da piccolo. Nei weekend, quando lui non doveva lavorare e io non avevo lezione di danza”.

Sehun, lusingato per la rivelazione, ricambiò il sorriso e si concentrò sull’acqua stagnante di fronte a sé. Vivendo con altre otto persone, non gli capitava spesso di venire sopraffatto dal silenzio. Anche di notte i rumori non cessavano mai davvero; vuoi per la lavatrice in funzione, vuoi per altri suoni sulla cui natura è meglio sorvolare. Era piacevole, decise, prestare ascolto esclusivamente al proprio respiro e al frusciare del vento. Finché durò, si gustò quel raro senso di quiete.

Poi successe l’impensabile, un evento che cambiò completamente le loro vite. Jongin lo vide posare la canna sull’erba -errore fatale, tipico del pescatore inesperto- e, con una mano già sulla cerniera dei jeans, lo sentì mormorare un esasperato: “Scusa bro, mi sta scoppiando la vescica”. Jongin avrebbe dovuto avvisarlo di non compiere gesti inconsulti, ma le sue palpebre si erano serrate ancor prima che potesse elaborare quanto le retine avevano disgraziatamente catturato e inviato al cervello. Perché sì, a condividere uno spazio limitato con altri coetanei si finiva per non scandalizzarsi più di nulla, ma il pisello di Sehun proprio non lo poteva vedere. Era più forte di lui. Ne aveva un sacro terrore misto, come è ovvio, a un certa reverenza: dimensioni così toccano solo a pochi eletti. Nondimeno, Jongin trovava l’arnese di Sehun alquanto minaccioso. Fu a causa della sua diffidenza che non ebbe la prontezza di riflessi necessaria a bloccare le azioni dell’amico sul nascere, e informarlo che non era cosa buona né giusta scoprire alcuna parte del corpo giacché c’erano delle vipere, in riva al lago, che attaccavano-

“PORCA ZOZZA!” l’urlo assai virile di Sehun avrebbe risvegliato un cimitero. Jongin, mosso da empatia e rimorso in parti uguali, lo imitò.

“CHE CAZZO URLI, E’ A ME CHE UNA STRONZA COSA VISCIDA HA MOZZICATO L’UCCELLO!” proseguì l’altro sullo stesso tono da soprano.

“…Una vipera” sputò fuori.

“UNA VIPERA? MA CHE CAZZO, SE SAPEVI CHE QUI C’ERANO VIPERE PERCHE’ NON MI HAI AVVISATO?” si contorse dal dolore, la mano ancora sui gioielli di famiglia. “PORCO ZEUS FA UNO STRACAZZO DI MALEEEEEH!” ululò.

“Ma che ne sapevo io che ti saresti messo a pisciare en plein air” sbottò. “E sui pesci, per giunta. Te l’ho detto che non si devono disturbare altrimenti scappano, o no?”

“E CHI SE NE SBATTE DEI PESCI, JONGIN! CHIAMA QUALCUNO, UN DOTTORE, IL MANAGER, MIA MADRE, OBAMA, IO STO PER RENDERE L’ANIMA A SHISUS CAZZO” pianse isterico l’altro.

“Hai ragione. Chiamo il 119” balbettò, nervosissimo. Le dita gli tremavano tanto che dovette digitare e cancellare più volte il numero d’emergenza sul touchscreen.

“SONO TROPPO SEXY FREE & SINGLE PER MORIRE IN UN MODO COSI’ STUPIDO” piagnucolò Sehun a un volume esageratamente alto perché potesse essere sopportato a lungo da timpani umani. “SONO ANCORA VERGINE, PERDYO!”

A Jongin quasi cadde il cellulare di mano per la sorpresa. Frenò l’impulso di esclamare: “Sul serio? Anch’io!” e pregò che qualcuno rispondesse al più presto alla sua telefonata.

“Qui è il Pronto Soccorso del Seoul National University Hospital. Qual è il problema?” esordì una voce di donna.

“Abbiamo bisogno di un’ambulanza. Siamo ad una ventina di chilometri da Seoul, verso sud, in campagna. Conosce il lago-?”

“Sì, ho capito. Comunico subito le coordinate all’autista. Intanto spiegami cosa è successo, con calma e precisione. Potrebbero essere necessarie delle misure di primo soccorso, in attesa che arrivi l’ambulanza”.

Jongin obbedì, inframmezzando il resoconto con singhiozzi e cercando di distrarre Sehun che nel frattempo gli si era aggrappato al gomito ma almeno aveva smesso di strillare.

“Un altro coglione che non sa controllare la propria vescica” sospirò la centralinista. “Non lo sapeva che quella zona è piena di vipere?”

“Ehm” borbottò lui.

“In ogni caso, la situazione è grave” riacquistò un tono professionale. “Il veleno della vipera agisce abbastanza rapidamente; i paramedici non arriveranno mai in tempo. Devi farti forza, ragazzo”.

“La prego, non mi dica che-” Sehun sollevò la testa e lo guardò in attesa del responso, il volto ridotto ad una maschera di angoscia. Non può morire, ti prego, non lui.

“Tranquillo, sei ancora in tempo per salvarlo” disse lei. “Però devi succhiare via il sangue infetto”.

Oddio sì grazie sì oddio, vivrà. Vivr- “Mi scusi. Non ho capito bene” farfugliò.

“Devi succhiare. Dalla ferita. Altrimenti il veleno entrerà in circolo nell’organismo e il tuo amico schiatterà prima di riuscire a metterti le mani addosso. Perché io lo so, quello sciocco macaco in calore non aspetta altro!” esclamò, sicura del fatto suo.

Il cervello di Jongin si congelò. Quella donna era pazza: succhiare via il sangue? Accostare le sue virginee labbra al- al- al- maledetto coso e-

“Adesso ti devo lasciare, ho altre chiamate in arrivo. Buona fortuna, cocco” la voce femminile riprese a parlare, beffarda e sibillina come se conoscesse entrambi personalmente. “Certo, Sehun è scemo ma ti ama, ed è questo l’importante. Un piccolo sacrificio e vivrete per sempre felici e contenti” e riattaccò.

“Jongin? Che ti ha detto?!” la stretta sul gomito aumentò.

Jongin lo fissò come in trance, gli occhi spalancati di un cerbiatto in tangenziale. Non era una persona crudele, tuttavia… “Ha detto che devi morire”.

 

 

(Spoiler: Sehun si salvò, ma non grazie all’intervento dell’ambulanza. Due anni più tardi, lui e Jongin erano sposati e padri di quattro bambini. Quando, diverso tempo dopo, i figli chiesero loro come avevano capito di essersi innamorati l’uno dell’altro, i genitori glissarono con grande abilità.)

 

 

 

 

La comicità grottesca al limite del sadico è uno dei miei talloni d’Achille. Mi scuso con gli animi sensibili che hanno letto, spero di non avervi traumatizzati.

Una cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/Il-Genio-del-Male-EFP-152349598213950/.

Prepariamoci spiritualmente al comeback. Something ghèi this way comes.

   
 
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