Serie TV > Roswell
Segui la storia  |       
Autore: agatha    01/06/2016    0 recensioni
Maria De Luca non ha avuto una vita facile e deve fare i conti con un fantasma del passato, con dei sensi di colpa che non l'abbandonano mai. Una sera incontra uno sconosciuto in un bar e da quel momento niente sarà più come prima. Sempre un AU ispirata a Roswell.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Maria aveva camminato fino a sedersi sulla sua poltrona davanti alla scrivania, la sua postazione le dava un po’ di sicurezza e le permetteva di avere un ostacolo tra loro. Si schiarì la voce sperando di ritrovare un tono professionale e deciso.
“Buongiorno. Mi scuso ancora per il ritardo, non mi è mai successo, vi assicuro che…”
“Il suo comportamento è stato a dir poco scortese, ci avevano assicurato che era una professionista ma sappia che siamo molto delusi dal suo modo di fare. Se pensa che rimarremo qui a ….”
L’agente non poté concludere la sua sfuriata, Michael gli aveva passato una mano sul braccio per interromperlo.
“Non credo che la signorina De Luca l’abbia fatto apposta. Propongo di dimenticare questo piccolo incidente e di procedere parlando del servizio”
Maria non potè fare a meno di essergli grata, poiché sapeva di essere in torto. Doveva porre rimedio e mostrasi professionale, tese la mano per presentarsi.
“Sono Maria De Luca piacere di conoscervi”
La prima mano che strinse fu quella di lui.
“Michael Guerin, il suo cliente”
Un brivido caldo passò tra le loro mani diffondendosi per tutto il corpo.
“Sono Thomas Stevens, l’agente del sig. Guerin”
A malincuore Michael lasciò la mano di lei e si risedette.
“Siamo ansiosi di sentire le sue parole per realizzare questo servizio fotografico”
Maria annuì con il capo.
Internamente si stava maledicendo per essersi addormentata, in realtà avrebbe dovuto visionare stamattina le foto di lui e pensare all’ambientazione più adatta. Certo non poteva confessarlo a loro. Una scena le balenò nella mente, quando quella mattina si sera soffermata ad osservare il suo corpo, si era immaginata di fotografarlo su uno sfondo bianco che facesse risaltare la sua splendida abbronzatura.
“Santorini” disse ad alta voce.
I due la guardarono attendendo ulteriori spiegazioni.
“Secondo me l’ambientazione ideale è quella della Grecia. Mare e cielo blu con lo sfondo bianco delle case, perfetto per il colore sulla sua carnagione”
Infervorata e sempre più convinta  cominciò a sfogliare un album in cui stavano alcuni suoi lavori realizzati in Grecia.
“Ecco questi sono alcuni esempi di quello che ho in mente.”
Mostrò loro i paesaggi e li vide annuire in segno di approvazione.
“Mi piace, credo sia un’ottima idea la sua”
Michael le sorrise sinceramente soddisfatto.
“Sono d’accordo con il mio cliente, anche se non capisco come le sia venuta in mente di valorizzare l’abbronzatura dato che nelle foto che le abbiamo lasciato non si vede”
Maria tossì.
“Beh…. Avevo fatto diverse ipotesi e guardandolo in faccia ho deciso che era la migliore”
Sentiva che stava per arrossire.
“Ho bisogno di un caffè, gradite qualcosa?”
“No grazie, la sua segretaria ci ha già servito”
“Allora vi lascio discutere della proposta in privato. Torno dopo”
 
Maria si avviò decisa alla macchinetta del caffè, aveva veramente bisogno di bere qualcosa ma, più importante ancora, voleva allontanarsi dal suo ufficio e dallo shock di ritrovarsi davanti l’ultima persona al mondo che voleva vedere. Quando era entrata di corsa nella stanza non aveva creduto ai suoi occhi, ma sperava di essere riuscita a simulare abbastanza bene la sua sorpresa. Prese delle monetine da una tasca dei pantaloni e stava per inserirle nella macchinetta quando una mano dietro di lei la precedette.
“Ma cosa…”
Si girò e vide Michael Guerin.
“Non poteva aspettare un attimo? Avrei preso il mio caffè e poi le avrei lasciato tutto lo spazio”
Maria aveva risposto con un tono tagliente, furiosa più con sè stessa per non essersi accorta della sua presenza.
“Veramente volevo offriglielo io” le rispose in tono dolce.
Maria strinse le labbra ricordando la scena della sera prima.
“No grazie, preferisco di no”
Lui non replicò e schiacciò il bottone del caffè macchiato, ricordando come l’aveva ordinato la sera prima e glielo porse. Lei lo accettò e dopo aver bevuto un sorso si rese conto di essere stata maleducata.
 
“Mi dispiace per il mio atteggiamento è che …. Ho avuto una nottata difficile e senza la mia dose di caffè non sono in pace con il mondo”
Lui la fissò un istante negli occhi.
“Certo che il mondo è strano, io invece ho passato una bellissima notte e stamattina mi sono svegliato fresco e riposato”
Maria arrossì.
“Buon per lei sig. Guerin”
“Non crede che potremmo darci del tu data la situazione?”
Lei arrossì di nuovo al suo riferimento a quello che era successo. Accorgendosene Michael continuò.
“Dato che lavoreremo insieme”
“Come? Sì, certamente…. Per quello”
Lui tese la mano.
“Sono Michael”
“Ma ci siamo già presentati prima”
“Quella era una presentazione di lavoro, io voglio una presentazione vera tra noi due”
Maria capì che si riferiva alla mancata presentazione della sera prima. Riflettè che comunque lui era stato gentile, nessun riferimento o accenno. Stranamente le piaceva il ragazzo che aveva di fronte, nonostante fosse un modello.
“Maria, piacere”
“Il piacere è tutto mio”
 
Si fissarono negli occhi e a lei sembrò di perdersi nell’ambra dei suoi occhi, che le stavano promettendo altre notti come quella appena passata.
“Credo sia meglio rientrare”
“Sì dopo di te”
Si risedette alla sua scrivania e attese un giudizio sulla sua proposta. Parlò l’agente.
“Io e il mio cliente ne abbiamo discusso e siamo favorevoli alla sua proposta. Può procedere ad organizzare quanto necessario”
Maria si rilassò impercettibilmente, aveva il terrore di aver compromesso il lavoro.
“Benissimo. Ci occuperemo di tutto e vi farò avere date, orari e programma dettagliato”
Si alzarono e Maria li osservò uscire e chiudere la porta.
Si lasciò cadere stancamente sulla sedia.
“Speriamo che le sorprese siano terminate. Voglia una tranquilla e noiosa giornata di lavoro”
 Liz bussò poco dopo alla porta per sapere com’erano andate le cose. Maria la informò su tutto dicendole di prenotare i voli e l’albergo per la prossima settimana.
 
Michael se ne era andato dall’ufficio di lei in preda a sentimenti contrastanti.
Da un lato era contento per averla ritrovata, per aver saputo il suo nome e chi era, ma dall’altro non aveva dimenticato l’affronto che lei gli aveva fatto abbandonandolo così. Pian piano, nella sua mente, prese corpo un’idea.
Era un’idea folle, leggermente perversa ma proprio per questo, adatta a lui.
Sorrise mentre lui e il suo agente salivano su un taxi.
“Allora cosa ne pensi?”
Era stato Thomas a rivolgergli quella domanda, interrompendo le sue riflessioni.
“Cosa…”
“La fotografa, Maria De Luca. Come ti è sembrata?”
“E a te, che impressione ha fatto?”
“Non ti vuoi sbilanciare eh? A parte la faccenda del ritardo, che mi ha scombussolato alcuni appuntamenti, mi è sembrata una persona competente. E’ chiaro che sapeva di cosa stava parlando quando ci ha spiegato la sua idea. Anche se…”
Michael sorrise, immaginando perfettamente, dove sarebbe finito il discorso.
“Continua”
“Una ragazza così bella non dovrebbe stare dietro la macchina fotografica. Ce la vedrei meglio davanti, possibilmente poco vestita…. Scherzi a parte, non mi sembra proprio il tipo. Dev’essere piuttosto fredda e riservata”
“Dici?”
Nella sua mente si materializzarono alcune scene della notte passata, di lei che lo baciava avidamente, dei graffi che aveva lasciato sulla sua schiena mentre lui le assaggiava la pelle intorno alla gola prima di spostarsi più giù, della dolcezza con cui si era abbandonata a lui.
“Non lo so. Potrebbe anche darsi che sia solo una maschera, magari nel privato si comporta diversamente”
“Non lo sapremo mai”
Michael preferì non rispondere, anche se per un attimo si immaginò che faccia avrebbe fatto il suo agente se gli avesse raccontato che la fotografa che avevano appena incontrato lo aveva rimorchiato in un bar e aveva passato la notte con lui, scappando la mattina dopo e lasciandogli come souvenir un piccolo perizoma.
Scoppiò a ridere non riuscendo a trattenersi.
“Cos’hai?”
“Niente. Mi sento solo di buonumore”
 
Più tardi il taxi lasciò Michael nella hall di un famoso albergo, che avrebbe presentato la collezione di uno stilista e lui era uno dei modelli di punta. Mentre aspettava di essere chiamato vide passare alcune modelle. Erano alte e bellissime.
“Ma allora perché io riesco solo ad immaginarmi la misteriosa Maria De Luca?”
Nonostante l’iniziale rancore era stato contento di averla trovata invece era chiaro che lei non era dello stesso parere. Aveva percepito della freddezza nei suoi confronti, come se averlo rivisto l’avesse fatta arrabbiare. Eppure nello sguardo che si erano scambiati vicino alla macchinetta del caffè gli era sembrato di vedere qualcosa oltre la sua maschera fredda.
Ma era stato solo un attimo, troppo poco per capire cosa pensava veramente.
L’importante era che avrebbero lavorato insieme. Aveva tutto il tempo per avvicinare, scoprire e conoscere la vera Maria De Luca. Non aveva accantonato del tutto la sua piccola idea e poteva divertirsi un po’ ad indagare su di lei.
 
*****
 
La giornata, per fortuna, era trascorsa senza altre complicazioni. Maria aveva concluso delle foto per un servizio su alcuni alberghi ed era rientrata a casa ad un orario civile. Si era scaldata un hambuger nel microonde e si era preparata una ciotola di insalata. Un bicchiere di vino rosso completava il suo pasto. Non aveva voglia di guardare la televisione nè di restare in casa. Non si accorse nemmeno di essere uscita finché non riconobbe la stessa strada percorsa la sera prima. Inconsciamente stava ritornando verso il Williamson’s dove aveva incontrato Michael.
Si bloccò impaurita.
“E se lui fosse stato lì?”
Impossibile, aveva sentito il suo agente ricordargli che era stato invitato ad una festa per l’uscita di un nuovo profumo.
Questo pensiero la tranquillizzò, sarebbe passata davanti al bar e poi sarebbe andata dritta a casa. In questi giorni la sua mente le stava giocando brutti scherzi. Passò davanti alle vetrine e vide solo un tavolino occupato da due ragazze. Era passato oltre quando si sentì afferrare per un braccio.
Si voltò e lo vide. Era in piedi, davanti a lei.
Era vestito casual ma elegante, portava un paio di jeans accompagnati da una camicia e una giacca chiaramente firmate.
“Cosa ci fai qui?”
Maria lo aggredì. Accidenti a lui, doveva essere alla festa, non qui a scoprirla mentre si aggirava furtivamente.
“Passavo di qui, proprio come te”
“Ti auguro una buona serata, io devo andare”
Maria aveva detto questa frase fermamente intenzionata a girare sui tacchi e andarsene ma il suo corpo non rispose e rimase fermo davanti a lui. Rimase immobile anche mentre lui si avvicinava prendendola tra le braccia. Reagì solo quando lui la baciò, rispondendo al bacio e infilando le mani nei suoi capelli. Fu un bacio lungo e profondo, con le lingue che si incontravano e respingevano per poi tornare ancora a cercarsi. Si separarono solo quando furono senza fiato. Maria si toccò le labbra con una mano.
“E’ tardi” riuscì a mormorare e scappò via.
 
Lui non reagì e la guardò semplicemente andare via, ancora turbato dalle emozioni che lei sapeva fargli provare.
Quella sera era andato alla festa in un famoso albergo deciso a non ripensare agli ultimi avvenimenti che gli avevano sconvolto la vita. Ora doveva preoccuparsi di farsi vedere negli ambienti giusti, con le persone giuste, in modo che il suo nome diventasse sempre più conosciuto. Aveva resistito solo mezz’ora. Non era proprio dell’umore giusto. Dopo aver chiacchierato con una modella famosa si era sentito come se gli mancare l’aria, dovette uscire fuori per riprendersi. Fece quattro passi e si accorse di essere nei pressi del bar dell’altra sera. Si immaginò di rivederla e si scoprì a sperare di incontrarla mentre anche lei veniva qui per lo stesso motivo.
Ovviamente non c’era.
Deluso stava per tornare in albergo quando l’aveva vista. Si era nascosto dietro l’aiuola che decorava il bar e l’aveva afferrata per un braccio quando era passata davanti a lui. Non aveva la più pallida idea di cosa dirle e fu solo quando lei lo aggredì che cedette all’impulso di baciarla, di cancellare quella sua freddezza e sentirla sciogliersi ancora tra le sue braccia.
Così fu. Provò l’inebriante sensazione di sentire i loro corpi toccarsi e le loro labbra assaggiarsi.
La osservò scappare via un’altra volta ma adesso lui era in vantaggio.
 
Oltre a sapere il suo nome conosceva l’unico modo per fra breccia nella corazza che si era costruita intorno.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Roswell / Vai alla pagina dell'autore: agatha