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Autore: Tsuki82    02/06/2016    0 recensioni
...le si era scagliato contro come un lupo affamato...e finalmente seguì l'incoscienza, l'oblio...e rimase solo il nero ignoto del nulla...
Non si può mai sapere quando il caso giocherà la sua ultima carta ma ciò che ci rende migliori alla fine sono i ricordi e se questi vengono a mancare che cosa potrà mai succedere? Si può vivere vagando tra la gente come uno sconosciuto e non capire perché tutti si voltano a guardare? E quanto è vicina la pazzia in questi casi?
Scopritelo con me, in un viaggio che sconvolge le regole di un uomo e di una donna che si cercano all'infinito. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter
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Kaori urlava e si divincolava ma la stretta di Uragami era più forte. Piangeva, gridando aiuto. L’uomo ansimava. Nonostante tutto ci stava provando gusto. Il sapore della donna, il suo odore, la voce affannata e stridula. Faceva fatica ad ammetterlo ma l’aveva sognata così tante volte. La voleva tutta per sé.
La donna continuava a lottare sotto quel gioco violento. Non lo voleva, il terrore e la paura, l’avevano soggiogata, continuava a piangere, sperando che finisse presto, che Ryo non guardasse, che non pensasse mai quanto era sporca. La sua ribellione non serviva a nulla, non aveva possibilità. Se il dazio da pagare per la salvezza di tutti, era quello, allora bene! Almeno nessuno avrebbe perso la vita.

Intanto dagli altoparlanti arrivava la risata dello sconosciuto ideatore che li aveva messi in quella situazione. Si stava divertendo. Da una parte la sacra socia di Ryo che, perfetta, pulita, urlava disperata; dall’altra, lo sweeper più famoso di Shinjuku che prendeva a pugni tutti i muri dalla rabbia, mentre il suo amico americano stritolava con le mani il divano. Solo Saeko, se ne stava seduta immobile, guardando la proiezione, troppo traumatizzata per dire qualcosa. La vendetta stava venendo meglio di quanto si aspettasse, a poco a poco, tutti avrebbero pagato e lui finalmente si sarebbe ripreso quello che era sempre stato suo: Shinjuku. La rivoleva, la sua città, sotto il suo controllo.

Uragami si abbassò verso l’orecchio di Kaori, lei emise un lieve gemito misto alle lacrime. Aveva finito.
“Scusami!” le sussurrò imbarazzato, poi notò i segni che aveva lasciato sui suoi polsi e la guardò contrito. Kaori non rispose, si limitò a voltarsi dall’altra parte, il volto rigato dalle lacrime. L’uomo si alzò in piedi e tirò su la zip dei pantaloni. Era ancora ben visibile il rigonfiamento del suo membro.
“Ho fatto come hai detto, adesso, ridammi mia figlia, rispetta i patti!” urlò.
La voce rise, “Sì, certo! Un patto è un patto come una sfida è una sfida e tu hai vinto. Riavrai tua figlia!” A quelle parole la porta si aprì e Uragami uscì dalla stanza, non prima di aver fatto un cenno a Kaori, che si era di nuovo rintanata nel suo angolino, piena di mille sentimenti contrastanti e della paura che Ryo la trovasse indegna. Era sporca ai suoi occhi, anche se lo aveva fatto perché non le restava altra scelta, era comunque sporca. Se prima Ryo l’aveva amata, adesso, dopo quello a cui aveva assistito, non era possibile recuperare quell’amore. Ricacciò indietro le lacrime e cercò di farsi coraggio. L’aveva voluto lei. Dare la colpa alla salvezza di tutti era ingiusto. In fondo non le era dispiaciuto poi così tanto. Da quando Ryo l’aveva dimenticata, si era chiesta cosa si poteva provare tra le braccia di un altro uomo e, nel momento in cui aveva rivisto Uragami, una parte di lei aveva ceduto ai suoi ricordi di quei giorni in cui si era convinta di essere l’innamorata del padre di Mayuko. Se il destino li voleva separare davvero, lui sarebbe stato la sua seconda scelta.

Il cuore aveva vacillato e la mente con lui. Il solo fatto che i due uomini si somigliassero così tanto alla vista era sufficiente. Almeno avrebbe potuto avere la copia fisica di Ryo. Riprese a piangere. Trasportata ad quei pensieri.
“Mancano solo pochi minuti!” esclamò la voce divertita. Kaori si fece coraggio. “Che ne è della piccola Mayuko?” domandò con voce tremula.
L’immagine proiettata cambiò e lei poté osservare, invisibile, il ricongiungimento di padre e figlia tra le lacrime. Li vide allontanarsi sulla macchina di lui e, anche solo in piccola parte, il suo cuore si alleggerì di un problema.
“Come vedi io rispetto i patti. Sono un uomo d’onore, mia cara dea della luce.” Disse canzonatorio, “ E adesso è il momento degli addii. Mancano solo pochi minuti allo scadere del tempo e, visto che sono un uomo generoso, vi permetterò di salutarvi un’ultima volta.” In quel momento ci fu uno strano suono stridulo, e d’improvviso la stanza di Kaori fu pervasa da una voce familiare.

“Kaori!” gridò la voce di Mick, “Kaori!”
Ryo aveva smesso di cercare e si era seduto con gli altri sul divano. Alle parole della voce Mick era scattato di nuovo in piedi.
“Mick!” la sentì chiamare “Mi senti?”
“Sì, Kaori, ti sentiamo tutti.” Fece, contrita la voce della detective. Kaori ebbe un tuffo al cuore, nel sentirla, “Saeko, scusami, volevo aiutarti invece ho fatto casino come al solito.”
“Non ti preoccuapare, sistemiamo tutto anche questa volta!” esclamò dolce la detective.
“Assolutamente! E con il tempo, dimenticherai!” esplose Mick con il cuore tormentato dai senti di colpa, per non aver potuto fare nulla.

 Ryo la osservava silenzioso e Saeko gli diede una gomitata sul braccio, invitandolo a palare con un cenno del capo. Kaori sorrise, “Non fa nulla se non vuole parlare” Disse triste, “in fondo non avrebbe nulla da dire, non sa neppure chi io sia. Ma, Ryo” fece, rivolgendosi a lui con voce carica di sentimento, “io so chi sei tu. Ti conosco bene, molto più di quanto tu creda.” Sospirò e, come se ci fosse un muro invisibile davanti a lei, aprì una mano, lasciando che il palmo coprisse la vista del suo volto.

“Il passato è passato.” Fece piena d’emozione, “Non può essere cancellato né vissuto due volte. Il tuo che ricordi, il nostro che hai dimenticato, tutto continua comunque a scorrerci nelle vene.” Prese di nuovo fiato, “Qualche anno fa ti feci fare una promessa che non hai mai rotto. Volevo che stessi con me ad ogni mio compleanno e vigilia di Natale. Non lo ricordi sicuramente, ma io sì.”
“Quella è stata la promessa della mia vita. Averti con me, in quei due soli giorni, mio e solo mio, mi bastava. Però le cose cambiano.” Ryo la osservava tacito, “Ti sviolgo dalla tua promessa in cambio di una nuova.”
“Dimmi.” Fece lui atono.
“Promettimi che festeggerai sempre il Natale e che vivrai a lungo.” Disse lei con forza.
Ryo si alzò in piedi e prese la stessa posizione della donna “Lo prometto.” Si limitò a dire. Se anche Miki fosse stata lì, avrebbe avuto il cuore carico di gioia. Era come rivivere la scena madre sulla nave di Kaibara. Le mani separate da un vetro, gli occhi fissi negli occhi, la dolcezza e purezza di una promessa che non voleva essere infranta.

La voce rise di gusto, “Che addii inutili! Mi aspettavo di meglio. Vorrà dire che sulle vostre lapidi farò scrivere: Qui giace City Hunter, inutile fino all’ultimo istante. E adesso, miei cari, il conto alla rovescia!”
Una voce computerizzata iniziò il countdown partendo da quindici. Ryo e Kaori si scambiarono un’altra sola occhiata e si sorrisero, poi si diedero le spalle, lui guardando il muro dietro di sé, lei guardando lo specchio.
“Dieci… nove…. Otto…..”
Erano i loro ultimi istanti ed avevano una sola possibilità.
“Sette…..sei….cinque….quattro…..”
Dovevano fare bene o sarebbe stata la fine.
“Tre…..due….uno…..”
“Zero!” urlarono Ryo e Kaori all’unisono.






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Note dell’autrice: Ciao a tutti, sono Vianne1013 amica di Tsuki, vi volevo informare che, su richiesta di Tsuki, sto inserendo io gli ultimi capitoli della storia. Lei mi ha fornito tutti i fogli su cui ha scritto la storia e, a breve, io li posterò online, compreso l’epilogo. Tsuki vi saluta tutti e non vede l’ora di tornare, appena rientrerà in possesso del pc.
Ciau a tutti ^_^
  
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