Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Cassandra Sventura    02/06/2016    3 recensioni
Le disgrazie non accadono mai da sole. E a volte uno sterminio non si può arrestare.
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


L'Uomo nero



L'aria fredda mi congela le dita ed io ci soffio sopra per infondere un pochino di calore in quelle membra immote.
È parecchio che aspetto.
Seduto in giardino, aspetto l'arrivo dell'Uomo nero, colui che arriva a strappare la vita.
Lo sto aspettando da giorni.
All'inizio si è preso Tuco, il mio cane, un bassotto dal pelo marrone, l'ha preso durante la notte, senza che noi ce ne accorgessimo.
Ma l'indomani al risveglio la carcassa ormai priva di vita ci attendeva in sala da pranzo, souvenir di colui che presto sarebbe diventato un frequentatore assiduo della nostra casa.
Sono passate alcune settimane e la morte di Tuco ormai non occupava più i nostri pensieri, presi dalle faccende della quotidianità. Ma l'Uomo nero era accanto a noi, mai ci avrebbe abbandonato, qualcosa nella nostra famiglia l'aveva attratto ed ora non ci avrebbe abbandonato finchè non ci avesse estirpato totalmente dalla terra che fino ad ora ci aveva nutrito e amato.
Avremmo forse dovuto aspettarcelo? Troppa fortuna, troppo successo nelle nostre belle e comode vite? Non lo so.
Ma una notte colpì di nuovo. Era una notte calda e afosa, una delle classiche notti di fine luglio, l'aria densa e quasi irrespirabile ti si attaccava ai polmoni e alla pelle, facendoti sudare e rigirare nel letto per poter trovare un po' di ristoro.
Stremato dal caldo, andai in cucina per dar sollievo alla mia gola riarsa. Non accesi la luce, non volevo disturbare i miei genitori avvolti nel sonno né mio fratello più piccolo.
Una massa ingombrava il pavimento. Immota, fredda, pareva quasi austera.
Preso dallo spavento, accesi la luce e sul pavimento lo vidi: mio padre.
Il corpo in una posizione innaturale, quasi come se fosse una marionetta a cui all'improvviso avessero tagliato i fili, giaceva nello stesso luogo in cui avevamo ritrovato Tuco, il bassotto che aveva dato inizio a questa catena di morte. Ma non ce ne accorgemmo, la posizione del corpo ci pareva solo un dettaglio, in tutto quel tragico scenario.
Lanciai un grido di terrore disperato e mia madre e mio fratello balzarono dai letti, pronti ad assistere a quel terribile spettacolo di morte.
Stavolta il dramma era enorme, la mia famiglia moncata di un componente faticava a rialzarsi.
Ma l'Uomo Nero non ci diede tregua e nemmeno il tempo per riprenderci dalla sciagura.
Una settimana dopo mia madre trovò il mio fratellino immobile su quel pavimento freddo della cucina, anche lui pareva un bambolotto inutile.
Stringeva al petto un orsacchiotto di pezza e pareva quasi lo abbracciasse, troppo spaventato da ciò che i suoi occhi avevano dovuto vedere.
E mentre lei strepitava, buttandosi in ginocchio e gridando contro un Dio che sicuramente non aveva voglia di ascoltarla, io mi volsi a guardare la finestra e vidi quella figura nera, l'Ambasciatore di Morte, colui che avrebbe presto compiuto lo sterminio della mia famiglia.
Fu un attimo e poi svanì, tanto che io mi convinsi di averlo sognato, che fosse solo il frutto della mia immaginazione, di una mente resa ormai fragile dagli eventi e quindi facile preda di deliri.
Ci venne concessa una pausa, tanto che pensai che io e mia madre saremmo potuti scampare, che per noi l'ora non fosse ancora giusta e che forse quel Dio che mia madre pregava, aveva dato ascolto alle sue lamentele.
I fatti confermano che mi sbagliavo.
Passarono esattamente cinquantadue giorni dalla morte di mio fratello ed ecco che anche mia madre perse la vita.
Trovai il corpo in quello stesso punto della cucina, quel punto ormai famigliare, marchiato e macchiato dal sangue di coloro che avevo amato.
Tra poco sarebbe giunta la mia ora.
Sono quattro giorni che aspetto, aspetto di incontrare l'Uomo nero.
So che arriverà, non ha clemenza lui. Deve compiere questo sterminio e non si arresterà finché non avrà ottenuto anche la mia anima.
Mi stringo addosso il cappotto, mentre il mio sguardo si muove intorno per vederlo, per stanarlo.
Voglio sapere quando arriverà.
Una figura nera si palesa davanti a me, senza che io l'abbia vista giungere da qualche parte.
Voglio alzarmi in piedi, ma sento il freddo farsi strada nelle mie viscere, come un pugno gelato allo stomaco che rapido si diffonde in tutto il corpo.
Fisso negli occhi il mio giustiziere, armato del coraggio che solo l'imminente morte ci sa dare.
E poi?
E poi niente, sono spirato.







Note dell'autrice: Eccomi qua con un'altra Os di genere introspettivo... In questo periodo questo genere di scenari mi vengono piuttosto bene.
Ringrazio innanzitutto zoeayashe e Lady Diamond per avermi aiutata a correggere questa storia, non so come avrei fatto senza di voi!
E poi un altro enorme grazie a chiunque leggerà e si sentirà di lasciare una recensione. A presto e grazie ancora!

-Cass.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Cassandra Sventura