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Autore: ARed    02/06/2016    5 recensioni
Bella ed Edward stanno insieme, si amano molto, ma sono giovani e pieni di sogni, lei Los Angeles, lui New York. Troppo distanti, perciò decidono di lasciarsi senza urla e senza rancori, pur amandosi.
Cinque anni dopo, si ritrovano a Los Angeles, si erano sentiti in quei anni e si erano anche visti. Avevano un ruolo importante l'uno nella vita dell'altro, anche se non facevano più le loro lunghe chiacchierate. Diventano amici, ma siamo sicuri che un amore come il loro si possa limitare ad una, se pur bellissima, amicizia?
" Non parliamo più io e te"
" Già.. se non si tratta di Los Angeles o di New York"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Jessica | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
Edward e Bella hanno raggiunto Forks.
Bella è molto delusa da Edward ed in una discussione glielo dice, Edward però non si arrende, la vuole riconquistare.

CAPITOLO 18

ROSA BIANCA
Forks - Fine Febbraio 2017

BELLA

Erano passati quattro giorni dal mio arrivo a Forks, Rosalie ed alice non mi avevano mai lasciata da sola, mi faceva bene la loro compagnia e il loro essere così solari, mi facevano dimenticare i miei problemi. Anzi il mio problema, Edward, ogni mattina mi lasciava la colazione sotto il portico e poi se ne andava, dalla nostra discussione non avevamo più parlato. E forse era meglio così.
<< Alice, non pensi sia un po’ troppo?>>, le domandai dopo aver indossato il mio abito da damigella.
<< Perché?>>, domandò con gli occhi a cuore mentre osservava me e Rosalie con gli abiti color argento di Chanel. Erano bellissimi e molto eleganti, di sicuro adatti alla situazione, ma erano troppo appariscenti per i miei gusti.
<< Troppo argento?>>, domandai osservandomi ancora allo specchio.
<< No, voi due dovrete brillare>>, era forse la prima sposa che non voleva essere la più bella di tutte.
<< Tu di più!>>, le disse Rose.
<< Mi sembra ovvio>>, avevo parlato troppo presto, ora la riconosco.
<< Come va tra te e mio fratello?>>, le domandò Alice passandoci anche un bel paio scarpe, per carità bellissime, ma 12 centimetri di tacco erano troppo per i miei poveri piedi, andavano bene per qualche ora ma non per tutto il giorno.
Rosalie Cullen era arrossita, tra lei ed Emmet andava tutto più che bene, a mio parere.
<< Bene, ci stiamo conoscendo>>, rispose diventando ancora più rossa e ammirandosi allo specchio, Alice era felice come una pasqua, tifava molto per loro due.
<< Già m’immagino il vostro matrimonio e quello di Edward con Bella..>>, oddio era partita la wedding planner che c’era in Alice.
<< Io e tuo fratello dovremmo chiarire giusto un po’ di cose prima..>>
<< Si sistemerà tutto, fidati>>
<< Sei bellissima>>, disse una voce alla mie spalle, mi voltai e lo vidi Edward era appoggiato allo stipite della porta e mi sorrideva, era bellissimo.
<< Non lo trovi un po’..>>, il parere di un uomo era sempre importante.
<< Perfetto?>>, mi suggerì lui, ma io negai con il capo.
<< Ottima scelta Alice, e Rose sta molto bene anche a te>>, Alice iniziò a battere le mani come una bambina davanti al suo giocattolo preferito, con una semplice parola l’aveva fatta felice.
<< Grazie fratellino>>, Edward odiava essere chiamato in quel modo, ma Rosalie amava provocarlo.
<< Grazie Cullen>>
<< Io scendo giù, è arrivato Emmet?>>, domandò Rose, Edward annuì.
<< Potresti uscire così ci cambiamo?>>, gli domandai.
<< Alice è già vestita, Rosalie è mia sorella e a te ti ho già vista più che nuda>>, ma come si permetteva?
<< Fuori Cullen!>>, risposi lanciandogli un cuscino addosso, lui alzò le mani in segno di resa ed uscì.
<< Ti ha già vista più che nuda..>>, disse Alice ammiccando verso di me.
<< Aiutami a togliermi questo vestito di dosso, ora!>>, risposi fulminandola con lo sguardo.
<< Accompagno giù Rose>>
<< Ti conviene>>, le dissi dopo che mi aveva aiutato a togliere il vestito ed ero ritornata nei miei comodi leggins.
Alice e Rosalie scesero al piano inferiore, Edward era venuto a prendere sua sorella per portarla al lavoro.
<< Posso?>>, domandò Edward entrando in camera mia. 
<< Certo, vieni>>, avevo voglia di parlare con lui, della sua compagnia.
<< Come va?>>
<< Bene, a te?>>, mentii non stavo affatto bene.
<< Potrei stare meglio>>, disse abbassando lo sguardo.
<< Edward mi dispiace per il bambino, le ho chiesto più volte di poter guidare>>, l’unica vota che ci avevo parlato gli avevo solo urlato contro.
<< Non è stata colpa tua Bella, anche se avessi guidato tu, non sarebbe cambiato nulla c'era un distacco della placenta>>
<< È stato orribile>>, cominciai a tremare al ricordo di quei momenti.
<< È tutto finito Bella, quel bambino non sarebbe mai nato, non è colpa tua>>, disse avvicinandosi e prendendo il mio volto tra le mano.
<< Bella, amore perdonami per averti dato dell'assassina, non l'ho mai pensato>>
<< Ma l'hai detto>>, risposi scostando le sue mani dal mio viso e sedendomi sul letto.
<< Lo so, e per questo ti chiedo perdono. In quel momento il mio unico pensiero era quel bambino che ancor prima di nascere aveva scombussolato la mia vita..>>, capivo le sue parole, ma non capivo i suoi occhi freddi quel giorno.
<< Sembrava mi odiassi Edward. Io.. io mi sono sentita davvero un'assassina>>, dissi cercando di essere completamente sincera con lui, volevo sapesse come mi ero sentita quel giorno.
<< No Bella, no. Non ti ho mai odiato, confesso lo ero perché c'eri tu con lei, mentre avrei dovuto esserci io>>
<< Perché Edward? Perché?>>
<< Cosa amore mio?>>, domandò inginocchiandosi davanti a me.
<< Perché dobbiamo soffrire cosí tanto, perché il tuo bambino non c'é più, perché doveva succedere con me presente?>>
Edward prese le mie mani tra le sue e le strinse forti alle sue.
<< Non riesci a dimenticare, vero?>>
<< No, quelle immagini continuano a tormentarmi>>, risposi massaggiandomi la tempia, il taglio faceva ancora male.
<< Bella che succede?>>
<< Mi fa male la testa>>, risposi facendo un debole sorriso.
<< Ti lascio riposare>>, disse aiutandomi a sdraiarmi, era così dolce ed amorevole con me.
<< Amore mio>>
<< Smettila di chiamarmi così>>, mi piaceva, però non lo ritenevo giusto.
<< Come dovrei chiamarti? Bella io ti amo, non posso chiamarti diversamente, è impossibile>>
<< Devi andare, il turno di Rose comincia tra poco>>, avevo bisogno di stare da sola e Rosalie avrebbe fatto nero il fratello se le faceva fare tardi.
<< Ora vado, un giorno mi piacerebbe andarci..>>, ma quanto era simpatico?
<< Cambi sesso?>>, domandai poggiando la testa sulla mano.
<< No.. mi piacerebbe andarci con te..>>, anche a me, avevo sempre sognato un bambino tutto uguale a Edward.
<< Edward.. è una cosa troppo prematura. Non trovi?>>
<< Si, hai ragione.. prima devo riconquistarti>>
<< E Jessica?>>
<< In ospedale mi ha detto che sapeva tutto, che avrei dovuto raggiungerti. Che quel bambino non era nostro..>>, che diamine stava dicendo?
<< Il bambino non era tuo?>>, non potevo crederci, nemmeno Beautiful aveva così tanti segreti.
<< Si che era mio>>
<< Allora in che senso non era vostro?>>, domandai sollevandomi e poggiando la schiena alla testiera del letto.
<< Nel senso che pensavo a te quando facevo l'amore con lei, nel senso che quando immaginavo il bambino lo vedevo tra le tue braccia e non tra le sue>>, ero senza parole, sapevo che Jessica sapeva di noi, ma sapere che l'uomo che amava immaginava una donna diversa come madre di suo figlio era qualcosa di orribile. Lei sapeva che quella donna ero io, e al posto di allontanarmi faceva di tutto per avvicinarsi a me. Perché si faceva del male anche da sola? Non le bastava quello che io ed Edward le avevamo e le stavamo facendo?
<< Lei ti ama, pur di vederti felice, ha preferito passare questo terribile momento da sola>>
<< Quanto siete forti voi donne.. voglio dire noi uomini siamo più egoisti>>
<< Ci sei arrivato finalmente>>, Edward sorrise mettendosi una mano tra i capelli.
<< Perdonami se ho pensato solo a me stesso, pensavo di essere stato l'unico a soffrire per la perdita del bambino.. invece abbiamo sofferto tutti seppur in maniera diversa>>, era realmente dispiaciuto.
<< Già.. ma Jessica poteva..>>, non riuscivo a togliermi le immagini dell'incidente.
<< Bella, ascoltami, Jessica non si è fatta nulla..>>, ma si sentiva quando parlava?
<< Ha perso il bambino Edward!>, gli ricordai.
<< Il suo aborto ha causato l'incidente, poteva succedere in qualsiasi altro momento. Ma tu, tu sei stata l'incosciente che si è tolta la cintura per fare conoscenza con il parabrezza!>>, aveva ragione e sembrava si stesse arrabbiando.
<< Mi stava simpatico>>, scosse la testa divertito alle mie parole, per poi sedersi accanto a me sul letto.
<< Tu lo sai cosa è successo dopo che siete uscite di strada?>>, scossi la testa, avevo un vuoto, ricordavo solo il mio risveglio in ospedale.
<< Hai perso i sensi, Jessica grazie alla cintura non si è fatta male, ma tu non davi segni di vita..>>
<< Cosa intendi dire con questo?>>, domandai non capendo dove volesse andare a parare.
<< Voglio dire che quella che ha rischiato di più sei tu, che l'incidente non è colpa tua>>, non potevo ribattere alle sue parole, ero stata davvero una stupida a slacciarmi la cintura di sicurezza.
<< Perdonami se in ospedale non mi sono preoccupato della tua salute>>, disse prendendomi la mano e cominciando a giocarci.
<< Edward va tutto bene, la tua priorità era un'altra>>, ora a mente lucida, capivo il suo comportamento.
<< Grazie.. ora vado porto Rosalie in ospedale>>
<< Pare brutto detto così!>>, lo ammonii facendolo ridere.
<< La porto al lavoro?>>
<< Molto meglio>>
<< Ora riposa, ti amo>>, disse dandomi un bacio sulla fronte ed un altro sul cerotto, sopra l’occhio destro.
<< Ahia>>, dissi lamentandomi, nonostante il piacere che mi aveva donato, la ferita faceva ancora male.
<< Perdonami>>, disse guardandomi dritto negli occhi, e qualcosa mi diceva che non fosse riferito solo al bacio sulla ferita.
Edward se ne andò e già mi mancava, la sua presenza, ormai l’avevo capito, era fondamentale per la mia felicità.
Passai l’intera serata a pensare a lui e alle sue parole, e per la prima volta da giorni, pensavo a lui senza rabbia e delusione. Pensavo a lui e al suo essere semplicemente l’Edward che amo.
Continuavo a rigirarmi nel letto, di dormire non se ne parlava proprio, così decisi di prepararmi una tisana rilassante.
Per non disturbare nessuno, non accesi nessuna luce, aiutandomi solo con la luce proveniete dalla finestra del corridoio, sentii sbattere la porta d’entrata. Mi spaventai a morte prima di ricordarmi che papà finiva il suo turno a mezzanotte.
<< Ciao papà>>, lo salutai aspettandolo sulle scale.
<< Ciao Bella, come mai ancora in piedi?>>, mi domandò dandomi un bacio sulla fronte.
<< Non riuscivo a dormire>>
<< Qualcuno di mia conoscenza popolava i tuoi pensieri?>>, era un poliziotto, nulla gli sfuggiva, era, quasi, impossibile mentirgli.
<< Dici bene papà>>
<< Vieni, siediti qui accanto al tuo vecchio>>, mi disse sedendosi sulle scale.
<< Sai, qualche giorno fa, l’ho trovato seduto sulla panchina davanti alla stazione di polizia>>
<< Volevi arrestarlo?>>
<< La tentazione è forte, ma in fondo è un bravo ragazzo>>, papà adorava Edward.
<< Mi ha detto che ti ama, che ti sentivi in colpa per l’incidente, e che lui non ha fatto nulla per convincerti del contrario>>, Edward si era sfogato con lui.
<< Dimmi che non l’hai preso a pugni>>
<< No, lascio a te l’onore>>, sospirai di sollievo.
<< Grazie papà>>
<< Tesoro, non è stata colpa tua. So che ti ha delusa dandoti dell’assassina..>>
<< Già..>>, dissi poggiando la testa sulla sua spalle forte e sicura.
<< E per questo dovrei spaccargli ogni singolo osso>>, disse ed io risi, perché se solo glielo avessi chiesto, l’avrebbe fatto.
<< Probabilmente anch’io avrei fatto la stessa cosa, me la sarei presa con chiunque se avessi perso mio  figlio>>
<< Semplicemente, ti trovavi nel posto sbagliato al momento sbagliato>>, disse dandomi un bacio sui capelli, << Ti ricordi cosa ti dissi quando vi siete lasciati?>>, ricordavo ogni istante di quel giorno, dalle lacrime alla freddezza del nostro rapporto, al ti amo non detto, ricordavo tutto.
<< Che.. Sarebbe tornato>>, ed aveva avuto ragione.
<< Lui ti ama, e tu ami lui. Non negatevi la felicità tesoro mio, io ti conosco so che sei testarda, ma ascolta il tuo cuore, non essere orgogliosa>>
<< E se.. E se finiamo con l’allontanarci come prima, se torniamo a pensare ognuno alla propria carriera?>>, dissi esternando tutte le mi preoccupazioni.
<< Tesoro mio, ora siete cresciuti, siete più maturi, avete raggiunto alcuni dei vostri traguardi, avete sofferto, è ora di essere felici>>
<< Grazie papà, ti voglio bene>>, dissi abbracciandolo forte, mi mancava la sua presenza a Los Angeles.
<< Anch’io piccola mia, anch’io>>
<< Domani gli parlo, promesso>>
<< Però aspettate un po’ prima di sposarvi.. Nel senso io non vedo l’ora di accompagnarti all’altare>>, che diamine aveva bevuto mio padre?
<< Ricordati tu sarai sempre la mia piccolina, però tua madre già sta dando di testa con il matrimonio di tuo fratello, e chi ne paga le conseguenze sono io>>, povero papà, mamma e Alice assieme facevano perdere la pazienza anche ad un santo.
<< Va bene.. se mi sposo, penso di farlo a Las Vegas, di nascosto>>, dissi facendolo ridere.
<< Ottima idea, figlia mia>>
<< Buonanotte papà>>, dissi baciandogli la guancia ed andando in cucina, aveva ragione, dovevo smetterla di  essere orgogliosa e cominciare ad essere felice.
<< Buonanotte amore mio, ah Bella?>>
<< Si, papà>>
<< Mamma dorme, vero?>>, m chiese quasi terrorizzato.
<< Si>>, ecco un giorno avrei voluto essere come i miei genitori, stare per tutta la vita con l’uomo che amo e prendere con i miei figli in giro il padre.

EDWARD
Bacia la mia Bella ed uscii da camera sua, era bello parlare con lei, così tranquilla. Charlie aveva ragione lei si sentiva in colpa, sperai con le mie parole di averle fatto capire che non era colpa sua.
<< Alice, dov’è mia sorella?>>, le domandai trovandola seduta nel salone di casa Swan, assieme a Renée. Il tavolino da caffè era piena di cataloghi e cose da matrimonio.
<< È uscita assieme ad Emmet, la porta lui al lavoro>>, ottimo la bionda non ci aveva messo molto a sostituirmi con l’orso.
<< Ah, bene. Allora io vado>>
<< Bella come sta?>>, mi domando Renée.
<< Sta riposando, la prova abiti con Alice l’ha sfinita>>
<< Come sei simpatico Cullen, piuttosto avete parlato?>>, mi domandò avvicinandosi a me.
<< Si..>>
<< Edward, tu renderai felice la mia bambina? Perché, anche se non parla, so che sei tu colui che la fa sentire così>>, se Charlie non mi avesse fatto nulla, non potevo dire la stessa cosa di Renée, le donne arrabbiate sono ancora più pericolose.
<< La renderò felice, ma ho bisogno del tuo aiuto Alice>>, dovevo riconquistarla.
<< Vi lascio parlare, io vado a preparare la cena>>
<< Dai, dimmi come la vuoi riconquistare>>
<< Non lo so Alice, aiutami tu>>, dissi mente ci sedevamo su una delle panchine del parco di Forks.
<< La devi sorprendere, farle ricordare di voi due, di quello che avete vissuto, delle difficoltà che avete superato>>
<< E se lei non mi volesse più, se capisse che la faccio solo soffrire?>>, quella era la mia più grande paura.
<< Lei ti vorrà sempre, ti ama. Ora mettiamoci all’opera e facciamole una delle più grandi sorprese, non potrà mai dirti di no>>
<< Non le voglio chiedere di sposarmi, non ora almeno>>, l’avrei fatto un giorno, mi sarei inginocchiato davanti a lei e tremendo le avrei chiesto di sposarmi.
<< Si, si. Resta il fatto che dobbiamo sorprenderla e farle dimenticare questi giorni difficili, farle capire che non è colpa sua e che ha il diritto di essere felice assieme a te. E cosa più importante..>>, Alice era partita in quarta.
<< Cosa c’è di più importante?>>, domandai curioso della sua risposta.
<< Beh, io a giugno mi sposo, e con Renée ho preparato i tavoli, e tu e Bella siete seduti vicini e il tuo vestito farà pandan con il suo. Insomma dovete tornare insieme, altrimenti le mie nozze non saranno perfette!>>, disse sicura di sé, facendomi ridere.
Bella in Alice aveva trovato un’amica stupenda, sapeva farti ridere, poteva anche apparire frivola, ma non lo era. 
Era capace di capirti senza chiederti nulla, di darti i giusti consigli, di esserti amica, era uguale al fratello.
Passammo con Alice quasi l’intero pomeriggio a progettare la sorpresa per Bella, lei curò ogni singolo dettaglio, a me non restava che scriverle un biglietto e prenderle i fiori, al resto ci avrebbe pensato Alice.
Dovevo riconquistare la mia Bella, dovevo riconquistare la sua fiducia, dovevamo essere felici, l’uno con l’altra.

BELLA
L’indomani mattina, mi svegliai felice, non vedevo l’ora di parlare con Edward.
Avevo una strana sensazione, una positiva sensazione, mi vestii e lavai con cura prima di scendere giù da basso a fare colazione.
In casa non c’era nessuno, regnava il silenzio più assoluto, guardai l’ora erano appena le otto e mezza.
Sul tavolo della cucina trovai una bellissima rosa bianca senza spine, la presi e sotto trovai un bigliettino con il mio nome.
Decisi di aprirlo e il mio cuore perse un battito, quando riconobbi la scrittura fine ed elegante di Edward.

“ Ti ricordi dove ti ho dato il primo bacio? ”

Non ci pensai due volte, presi la macchina di mamma, ed andai in quel magico luogo, il biglietto non diceva nient’altro, ma sentivo che lui era li.



Eccomi, scusatemi se vi ho fatto attendere così tanto, ma avevo un esame importante e non riuscivo a mettermi a scrivere.
Comunque eccomi qui, allora cosa ne pensate, quale sorpresa avrà preparato Edward alla sua amata?
Grazie a tutte coloro che leggono questa storia.
Un bacio alla prossima.
Alma 
   
 
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