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Autore: ron forever    02/06/2016    1 recensioni
Salvee! La storia è ambientata dopo gli avvenimenti di Lady Midnight e ha come protagonisti Julian ed Emma. Vi lascio un'anticipazione tratta dal primo capitolo:
"Emma era ferma davanti allo specchio, nella sua stanza all'istituto e guardava il leggero rigonfiamento del suo ventre. Erano passati tre mesi da quando aveva preso la dura decisione di allontanare Jules da lei e, quasi quattro da quando era rimasta incinta di lui. Di Julian. L'unico vero amore della sua vita!"
"A volte le parole non dette fanno più rumore di quelle pronunciate. È un suono forte, quasi un ronzio. Lo si sente vibrare nell’aria come milioni di piccole particelle che si agitano cercando di uscire allo scoperto. Fa paura, quel suono ed ha il sapore dolce-amaro del rimorso …"
Spero di a avervi incuriositi! Se vi va leggete, non vedo l'ora di iniziare questo viaggio insieme!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drusilla Blackthorn, Emma Carstairs, Julian Blackthorn, Livia Blackthorn, Mark Blackthorn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma era ferma davanti allo specchio, nella sua stanza all'istituto e guardava il leggero rigonfiamento del suo ventre. Erano passati tre mesi da quando aveva preso la dura decisione di allontanare Jules da lei e, quasi quattro da quando era rimasta incinta di lui. Di Julian. L'unico vero amore della sua vita. Non appena aveva scoperto di aspettare un figlio aveva detto a Marc di smettere di fingere. Non poteva rischiare che qualcuno pensasse che fosse figlio suo, non voleva dare a quel ragazzo dai capelli biondi questa responsabilità. Si odiava per quello che aveva fatto. Si odiava per quello che aveva fatto a Julian, che soffriva indicibilmente. Lo avevano notato tutti che qualcosa tra loro si era rotto. Solo la sera prima Cristina, guardandola rientrare in camera le aveva detto che era terribilmente pallida. Ma questo era niente in confronto alle ombre scure che si allungavano sotto gli occhi di Julian. Lei non dormiva ma nemmeno lui …
Per le prime settimane dopo l'annuncio del fidanzamento con Marc si era praticamente barricato nello studio. Una sera, nella casa si era sentito un grande frastuono e tutti erano corsi di sopra a guardare. Lui era chiuso nella sua stanza segreta, quella che aveva mostrato solo a lei. Emma lo pregò di lasciarla entrare perché era terrorizzata dall'idea che potesse farsi del male da solo. Ma Julian non era stupido, non avrebbe mai lasciato i suoi fratelli da soli, mai. Quando aprì la porta era completamente sporco di pittura. Dietro le sue spalle Emma intravide la stanza distrutta e capì che Julian non aveva fatto del male a se stesso, almeno non fisicamente. Aveva distrutto qualsiasi traccia di lei, dei quadri che la ritraevano....
Emma trattenne a stento le lacrime quando, uscendo lui la guardò con occhi gelidi e penetranti. Non le dedicò più di qualche secondo. Rivolse lo sguardo ai fratelli che lo guardavano al loro volta spaventati. Drizzò la schiena e sorrise. Uno di quei sorrisi che usava per calmarli, per assicurargli che andavo tutto bene. 
"Tranquilli ragazzi, mi sono arrampicato su una mensola che però non ha retto. Ho combinato un bel casino..." sorrise ancora, grattandosi la testa. Raziel se sapeva mentire...
Tavvy gli era saltato in braccio e lo aveva abbracciato mentre gli altri tre si erano limitati a sbuffare ed erano ritornati sui rispettivi passi. Emma ripensò alle sue grida disperate davanti alla porta chiusa dello studio e al gelo che aveva provato guardandolo.. Lentamente, abbassò la maglietta e mise le mani a coppa
sotto al ventre, quasi come a volerlo sorreggere.                                              
Non sarebbe riuscita a nasconderlo ancora per molto, stava diventando evidente. Poi, doveva stare attenta agli allenamenti perché non poteva sforzarsi troppo. Era sicura che lui si fosse accorto di qualcosa perché aveva iniziato a guardarla in modo strano. Quando erano a cena lo scopriva spesso a guardare il suo piatto, come a volersi assicurare che mangiasse abbastanza. Ma lui come faceva a saperlo?
Il rapporto tra loro era sempre carico di tensione. Da quando aveva lasciato Marc avevano ripreso a parlare più spesso, ma solo quando erano in compagnia. Entrambi cercavano di evitare di trovarsi da soli perché sapevano che non avrebbero saputo resistere. La tentazione di correre da lui e raccontargli la verità, cioè che lo amava più della sua stessa vita, era troppo forte. Tanto forte che, certe sere Emma era costretta a uscire dalla stanza per prendere aria ed evitare di soffocare. A volte le parole non dette fanno più rumore di quelle pronunciate. È un suono forte, quasi un ronzio. Lo si sente vibrare nell’aria come milioni di piccole particelle che si agitano cercando di uscire allo scoperto. Fa paura, quel suono ed ha il sapore dolce-amaro del rimorso … eppure, lei non poteva. Non poteva permettere che gli accadesse qualcosa.
Si concedeva solo dei piccoli attimi. Quando lui le sorrideva, Emma si scioglieva e pensava che forse il loro bambino avrebbe avuto il suo stesso sorriso. Questa era un'altra cosa che la terrorizzata. Se il bambino o la bambina avesse preso gli occhi dei Blackthorn o i loro capelli come avrebbe fatto a nascondere che era figlio di Julian? Era anche indecisa se dirglielo o meno. Da un lato capiva che era giusto farlo perché lui aveva il diritto di sapere. Dall'altro, aveva paura che non lo volesse, che non volesse un'altra responsabilità da aggiungere a quelle che aveva già, che non volesse il figlio di una persona che lo aveva ferito così tanto. Il pensiero che lui potesse odiarla la soffocava, anche se era stata lei stessa a volerlo... 
Qualcuno bussò alla porta, costringendola ad interrompere i suoi pensieri. 
"Avanti" disse semplicemente, allungandosi per prendere la borsa dal letto. Era vestita con una maglia larga e dei leggins e si stava preparando per andare agli   allenamenti. 
"Emma, sei pronta?" Christina entrò dalla porta e le andò incontro. 
"Sì, certo. Possiamo andare" si incamminò verso la porta ma fu colpita da un capogiro che la costrinse ad appoggiarsi allo stipite. 
"Ehi, piano ermosa" Christina gli fu accanto in pochi secondi. "Emma ti senti bene? Forse sarebbe meglio se evitassi gli allenamenti" Le disse accarezzandole la schiena delicatamente. 
"Io.. va tutto bene, sto bene" mentì la bionda, portandosi una mano al ventre. A Christina non sfuggì il gesto ma lasciò correre, preferendo non interferire. "Andiamo"

***************************
Una volta giunte in palestre iniziarono subito gli allenamenti. Diana le aspettava, ciò significava che avrebbero dovuto impegnarsi il doppio per mostrare alla tutor i loro miglioramenti. Perfetto,proprio quello che ci voleva pensò Emma sbuffando.  Dopo una sezione di riscaldamento si concentrarono sul lancio dei coltelli. Lanciarono così a lungo che Emma iniziò a provare dolore al braccio e se lo massaggiò lentamente. Proseguirono con la spada e lo scontro corpo a corpo. Fu troppo. Emma non riuscì a resistere, sentiva di stare per svenire ma non poteva permettersi di mostrarsi debole, non con Diana che la guardarla. Come evocato, Julian comparse sulla soglia. Era in tenuta ed aveva il fiato corto. Probabilmente aveva corso prima di arrivare. 
“Sei in ritardo, Jules” Lo ammonì Diana, non troppo severamente.
“Lo so, stavo aiutando Tavvy con un castello di costruzioni.”
“Un lavoro decisamente impegnativo” commentò Emma, sorridendogli. Lui gli sorrise di rimando. Non riuscivano proprio a farne a meno … non riuscivano a smettere di punzecchiarsi a vicenda, erano cresciuti facendolo. Nuovamente, un capogiro la colse impreparata. Jules si mosse prima che lei stesse si accorgesse di star per cadere. La prese tra le braccia e la sollevò senza sforzo. Si era dimenticata che lui aveva imparato a prevenire i suoi gesti, come del resto faceva lei con lui. Loro erano parabatai, e lo sarebbero sempre stati.. si era anche dimenticata di come fosse essere tra le sue braccia. Stupendo. Non riuscì a trovare termine migliore per descriverlo. Il calore del corpo di Julian si insinuava nelle sue ossa, liberandola da quel gelo che l’aveva avviluppata per mesi.
“Emma cosa c’è che non va? Cos’hai?” la sua voce era piena d’ansia.
“Anche prima si è sentita bene ma è voluta venire lo stesso agli allenamenti …” rivelò Christina, contrariata.
“Jules, sto bene. Ora puoi farmi scendere” lui sembrò risvegliarsi, come se non si fosse accorto di averla ancora in braccio. La lasciò andare borbottando un “sei decisamente troppo magra”. Ma, anche questa volta, l’equilibrio le venne meno. Anche questa volta, Jules la prese giusto in tempo e non la lasciò andare più, non finché non fosse stata bene. Anche Diana si era avvicinata e la guardava con sguardo preoccupato. “Stai mangiando abbastanza Em?” 
La ragazza era completamente persa in un vortice e sentiva di stare per vomitare. Julian la salvò di nuovo. “La porto in camera, dormire le farà bene” Disse risoluto e, con Emma in braccio si avviò verso la stanza. 
Quando furono soli nel corridoio la situazione divenne più imbarazzante. Le guance di Emma, così come quelle di Julian si colorarono di rosso per la vicinanza dei loro corpi. Julian sentiva il respiro caldo di Emma nell’incavo della spalla destra e, in tutti i punti in cui le dita di lei lo toccavano, la pelle andava in fiamme. “Emma, ti prego dimmi cosa c’è che non va” C’era urgenza nella sua voce, un urgenza che la spiazzò. “Ricordi, quando tu stai male, sto male anch’io e io sto già abbastanza male di mio..” 
“Non dire così Jules..” la stanchezza si faceva sentire ed iniziava ad avere problemi a formulare un pensiero razionale. Per di più il lieve dondolio delle sue braccia non la aiutava.
“Sai che è vero. Ora perché non mi dici che succede. Pensi non me ne sia accorto? Non mangi e non dormi e sei sempre stanca.” Respirò profondamente “E’ per Marc?”
Emma sollevò la testa e lo guardò sconvolta. “No, non è per lui. E poi non venirmi a fare la predica, proprio tu. Anche tu non mangi e non dormi, hai delle occhiaie che fanno invidia a quelle di Diana!” Adesso era arrabbiata e il sonno stava sciamando lentamente.
Julian rise piano e Emma sentì il suo stomaco contrarsi contro il fianco. “Sai cosa mi ha chiesto Dru qualche giorno fa? Mi ha chiesto perché abbiamo litigato e se per favore possiamo fare pace perché è terribile vederci stare così male! Una bambina si è resa conto di tutto questo Emma. Raziel!”
Erano ormai arrivati alla stanza. Julian aprì la porta con una spallata e puntò dritto verso il letto. La cosa diventò ulteriormente imbarazzante ma il ragazzo era così arrabbiato da non farci caso. La posizionò sul letto per poi andare a prendere la sedia poco distante e accomodarsi lì accanto. Piegò la schiena e si scompigliò i capelli , lasciando intravedere le cicatrici argentee dietro il collo. Emma si allungò sul letto e gli sfiorò la guancia. Lui rabbrividì ma non si ritrasse.
“Emma” mormorò, cercando di mantenere l’autocontrollo.
“Sono incinta, Jules” 

Nota dell'autrice:
Mi dispiace avervi lasciato così in sospeso ma il capitolo stava diventando un pò troppo lungo... fatemi sapere cosa ne pensate, qualsasi commento è bene accetto! A presto, ron forever!
  
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