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Autore: _heartbeat_    02/06/2016    2 recensioni
Regina Mills è terrorizzata dai temporali, tanto che non riesce a spegnere le luci di casa e non ha nessuna intenzione di addormentarsi, sta ferma come morta sul suo letto.
Emma Swan al contrario si sente viva, immersa nell'atmosfera della sua serata cinema, ascolta il ticchettio costante dell'acqua sul vetro, pensa che i temporali siano silenziosi guardiani della vita umana e sa anche che in una notte di temporale ognuno ritorna ad avere paura della sua vera Paura che può essere sconfitta solo se le si va in contro.
E questo Regina ancora non lo sa...
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A casa Charming erano in corso nuovi lavori di restauro del salotto ad opera di una determinatissima Emma Swan decisa a sistemare la zona nel modo più vicino possibile al suo habitat naturale, adatto ovviamente alla sua serata cinema.Era finalmente sola: i suoi erano usciti per festeggiare quelle che Emma definiva le Nozze di Quercia, cioè il secolo di matrimonio, e non sarebbero tornati molto presto, Henry era da Regina, o così aveva detto e lei ci era stata senza indagare troppo, già ne aveva una di madre iperprotettiva, se anche lei ci si fosse messa Henry sarebbe impazzito e scappato di casa prima del previsto, infine era felicemente single da ben due settimane, dal giorno in cui il caro Killian si era fatto sorprendere molto interessato alla sua cara amica fatina.
Sì, Emma aveva decisamente bisogno di sedersi tranquilla senza regole, mangiare sul divano senza che nessuno le dicesse di stare attenta alle calorie o ai grassi o al possibile veleno dell’altra madre di suo figlio e, soprattutto, aveva il monopolio della televisione.Una sera finalmente poteva essere normale.
Aveva ordinato da Granny’s e Ruby tornando a casa le aveva allungato la consegna proponendole diversi film tra cui scegliere e declinando l’invito di Emma a restare a cena; aveva altri impegni aveva detto sorridendo, Emma aveva capito e l’aveva lasciata in pace.
Nell’esatto istante in cui aveva chiuso la porta era incominciato a piovere, uno dei soliti temporali autunnali con il vento che soffia forte e fa frusciare le foglie, i lampi e i tuoni che si divertiva a contare e a volte un po’ di grandine che picchiettava sui vetri delle finestre.Il cielo si era notevolmente incupito, era diventato scuro e tenebroso e colorava la strada sotto di lui di grigio.Ad Emma piacevano i temporali, la rilassavano, le donavano un senso di sicurezza, come se fossero stati piccole barriere invisibili messe a protezione della casa, e poi donavano atmosfera.
Scelse il film e si piazzò sul divano addentando un primo morso di Hamburger, diosss, le sue papille gustative esultavano sempre per i panini di Granny’s, erano un orgasmo puro.Era arrivata all’ultimo morso quando qualcuno bussò alla porta.Scontenta si stiracchiò, si pulì la bocca e aprì all’ospite.
Robin Hood.
Seriamente? Emma se lo chiese più volte.Non era proprio la persona che si aspettava di vedere lì, a quell’ora, sotto l’acqua.Non era proprio una persona che si aspettava di vedere, non dopo così tanto tempo.
Aveva troppe domande per lui: voleva sapere di Zelena, della bambina e di Roland, di New York e di troppe cose, ma allo stesso tempo non lo voleva vedere perrchè sapeva che aveva spezzato il cuore di Regina e lei aveva stretto un rapporto di alleanza e reciproca tolleranza con la Regina della Foresta Incantata e ci si stava affezionando.
Non ebbe il tempo di parlare che l’uomo si autoinvitò dentro.Non sopportava i suoi modi troppo da ladro, non poteva mica entrare ovunque.
-Ehmehm...non è che, solo perchè sei un ladro, puoi piombarmi in casa così.Che vuoi?- disse con tono piatto scostandosi per non bagnarsi.
Ribin tossicchiò e sorridendo si scusò.
-Sta diluviando Swan!Non mi sembra il caso di lasciarmi lì fuori- posò l’ombrello che non appena toccò terra creò un lago enorme.Emma non osò proferire parola, guardava e basta e pensava alla mossa successiva –Bella la casa, David l’ha lasciata a te?-
-No, loro sono ancora entrambi vivi, a volte oserei dire quasi troppo vivi per la loro età, ma sembra che si divertano ancora insieme, dopotutto sono stati come congelati per ventotto anni, vorrei vedere se non sono ben conservati loro-
Robin rise notando il sarcasmo di Emma così simile a quello di Regina.Anche Emma rise, lei però lo fece per l’immagine dei suoi conservati in frigo, perchè, a dirla tutta, lei somiglianze con Regina non ne vedeva.
-Perchè sei qui?-
-Non lo so, sono capitato di nuovo a Storybrooke, sembra quasi una maledizione, come se io non riuscissi mai a staccarmi completamente da questo posto, ogni volta che mi allontano, me ne vado, comincio una nuova vita, poi sono costretto a tornare e a rivedere tutto questo, e mi fa male-
-Beh, io non parlerei proprio di un caso, la maledizione c’è ancora nonostante il sortilegio sia stato spezzato e comunque, se sei qui per lamentarti con me, io non ho colpe- ammise alzando le braccia divertita, era lo sceriffo, mica il detective personale o il consulente psichiatrico di ogni abitante, non poteva fare da madre a tutta Storybrooke, le bastava decisamente Henry.
Robin, infatti, non era il primo e non sarebbe stato nemmeno l’ultimo a cercarla: ogni persona sentiva di essere legata alla città da un filo invisibile, ognuno si sentiva in qualche modo perseguitato da qualcosa, chi da fantasmi di antenati, chi da pirati o coccodrilli, chi da vecchie tazzine scheggiate e qualcuno persino da mele avvelenate.Erano stati talmente tanti i casi che Emma non sapeva più cosa fare se non aspettare di trascrivere un’altra richiesta di aiuto.
-Emma, che tu sappia, Regina...Regina sta bene?- chiese tremante Robin avvicinandosi all’uscita.
Emma annuì debolmente, Regina era una delle poche sopravvissute a quegli strani incubi ed Emma non aveva del tutto escluso che lei c’entrasse e ne sapesse molto di più.
-No, te lo chiedo perchè sono passato da casa sua, e ha tutte le luci accese, in ogni stanza, non è una cosa da lei-
Emma sospirò alzando gli occhi.
-Che vuoi che ti dica, se le sarà dimenticate, starà facendo le pulizie, vorrà dare un contributo maggiore a Storybrooke pagando il doppio dell’elettricità che paghiamo noi-
-Dici che sarà meglio controllare?- disse Robin titubante.
-Magari ci faccio un salto dopo!-
-Magari potrei passare io-
-Magari anche no Robin, vai a casa-
-Ma il campo si sarà allagato, se chiedo Regina mi darà un posto-
-Robin, non per essere scortese, ma credo che l’unico posto che Regina ti darebbe se ti vedesse sarebbe in uno sei cassetti della sua cripta, vai a dormire.Granny avrà di sicuro una stanza per te!- rispose la bionda invitando l’uomo ad oltrepassare la porta, lo guardò finchè non scomparì nell’ombra della notte.
A suo malincuore Emma decise di passare da Regina, si vestì velocemente alla meno peggio ed uscì cercando una macchia gialla nel vialetto, quando la trovò ci si buttò dentro e, in meno di cinque minuti era davanti al numero 108 di Mufflin Street illuminata da un cono di luce gialla.Effettivamente tutta la casa era avvolta in un alone di giallo sfumato, ma di Regina neanche l’ombra.Suonò il campanello tre volte e le venne ad aprire Henry con un’espressione strana dipinta in volto.La fece accomodare e la abbracciò senza curarsi dell’acqua fredda sulla sua giacca.
-Mamma!-
-Ragazzino, le hai accese tu le luci?- chiese Emma guardando oltre la sua figura, cercava Regina, ma non la trovò, Henry scosse la testa negando, la madre alzò un sopracciglio.
-Perchè tua madre avrebbe acceso tutte queste luci?-
-Ha paura, dice che la spaventano i temporali, è su in camera, non so che stia facendo-
Regina che aveva paura dei temporali le era nuova, non riusciva a immaginarsi la grande e grossa Regina Cattiva indifesa per un po’ d’acqua.A dire il vero la faceva sorridere, era alquanto ridicola come scena.
-Dimmi che non ci hai già pensato tu a spaventarla, sai che bello scherzo?- rise Emma scatenando una risata anche nel figlio.
-Ma’, è troppo rischioso, ci bandirebbe, ucciderebbe, incenerirebbe e tutte quelle altre brutte parole che finiscono in –ebbe.Meglio parlarle-
Henry aveva preso molto da entrambe le madri, anche il suo carattere era diviso a metà, in certi casi era più serio e razionale in altri più ribelle, testardo e impulsivo.Era il loro Henry, una via di mezzo.
-Allora vado, augurami buona fortuna e se non torno, sappi che ti ho voluto bene!- disse in modo molto teatrale salendo le scale verso il primo piano, seguì il corridoio fino alla stanza di Regina che era socchiusa.Spiò da quella piccola fessura e la vide distesa, immobile, con le braccia conserte sul petto e gli occhi spalancati a fissare il soffitto.Emma soffocò una risata, non era mai bello prendee in giro qualcuno, ma cavolo, se quel qualcuno era Regina si poteva fare un’eccezione.
-Swan, puoi anche entrare, tanto ormai ti ho vista- la voce di Regina era abbastanza normale, non troppo forte nè troppo debole, troppo normale e questo era davvero strano, Regina non le parlava mai in modo normale, specialmente se la coglieva in flagrante.
-Ho spento un paio di luci giù, Henry mi ha detto che le volevi tenere accese, ma se continui così dovrò sfrattarti e mi dispiacerebbe un po’-
-Ma che dolce oh!Almeno potevi chiedere il mio permesso-
Emma si sedette sull’altro lato del letto guardando Regina tirarsi un po’ più su e armeggiare con un fazzoletto sporco di trucco nero.
-Mi avresti detto di sicuro di no,e poi, andiamo Regina, è solo un temporale, non si piange per un temporale, posso capire per un morto, un ferito, un disperso, o più banalmente un horror, una partita persa o un tentativo di omicidio sgamato in anticipo, ma non per un temporale- Emma le accarezzò un braccio dolcemente, avevano tra di loro questi momenti dolci e teneri in cui sembravano quasi una vecchia coppia che si alternavano a numerosi scleri da parte di entrambe.Regina odiava ammetterlo, ma le piacevano le coccole di Emma, non avrebbe mai confessato di aver paura di rimanere da sola, non lo avrebbe di certo detto ad Emma, ma era accorta di volere un gran bene a quello sceriffo un po’ sbandato.
-Allora, si può sapere cosa ti turba o rimarrai impalata lì per tutta la sera e oltre?-
-Non è solo il temporale, è che...è che credo che ci sia qualcuno, ero in ufficio, avevo finito di lavorare e stavo andando via è poi...ho visto un’ombra, non era nitida, la vedevo sfocata e confusa, mi sono avvicinata ed è sparita, da lontano mi sembrava mia madre, ma chi potrebbe essere...Emma ti prego, non sono pazza, te lo giuro, non ho neanche mangiato tanto questa sera-
Emma alzò curiosa un sopracciglio inclinando la testa di lato.
-Massì, nel mondo vostro, degli uomini, dicono che quando mangi tanto poi fai gli incubi, io non ho quel problema...penso che ci sia davvero qualcuno- ammise portandosi le ginocchia al petto cingendole poi con le braccia.
-Andiamo a controllare-
-Cosa?-
-Alzati su, facciamo così, facciamo un giro della casa e controlliamo se quest’ombra ricompare o meno, ti fidi di me?- Emma la guardò alzandosi e porgendole la mano.Regina annuì debolmente e infilandosi le pantofole strisciò verso la porta guardando Emma aprire i cassetti e gli armadi della sua stanza.
-Ricorda che ciò che togli o metti in disordine lo rivoglio al suo posto-
-Scherzi!Quello che sto facendo come minimo mi vale due giorni di riposo, ho rinunciato al mio cinema per venire a salvarti-
-Onorata!- rise sarcastica Regina –E’ una sorta di Giorno Glorigioioso?-
Emma non capì al volo poi si lasciò  scappare un “ahhhhhhhh” stupito.
-Alice, certo.Io oserei dire più Glorifilmoso, che ne dice signor Sindaco?-
-Approvato Sceriffo!-
-Grazie Watson!-
-Di niente Sherlock!-
Risero entrambe passando al piano terra.Henry si era rintanato in camera e sapeva che non era il caso disturbarlo, tanto lo sapeva meglio di lei che non c’era nessuno strano mostro pronto a divirorarli in un sol boccone.
Dopo un venti minuti buoni si ritrovarono nello studio di Regina che ovviamente non aveva nemmeno un granello di polvere fuori posto, profumava di cera per pavimenti e sidro di mele.Ecco, pensò Emma, come minimo mi devi un bicchiere di sidro di mele bello pieno, Regina sembrò capire al volo la sua richiesta e la invitò a sedersi comoda e il meno possibile come se fosse a casa sua.Emma accettò e guardò Regina trafficare con i bicchieri.
-Visto che abbiamo risolto-
Regina sembrò ancora insicura, spostava lo sguardo da un angolo all’altro e poi verso la porta.
-Allora, aspettami qui, vado a spegnere la luce e poi torno, così vedrai che non c’è niente di cui preoccuparsi- Emma fece ciò che aveva detto e in meno di dieci secondi era di nuovo al fianco di Regina che aveva iniziato a tremare, per risposta la bionda le si fece più vicina e la strinse a sè in un caldo abbraccio, la pioggia non dava tregua alle finestre, ma era fuori e loro erano dentro.
Regina aveva gli occhi chiusi ed era nascosta nell’incavo del collo dell’altra, respirava il suo profumo e sospirava.
-Regina, apri gli occhi e guardami- sussurrò Emma.
-Non ti vedo, è buio-
-Ohh, eddai, fa finta di aver capito il mio intento, sta ferma e ti prego, non farmi nessuna di quelle brutte parole che finiscono in –ebbe e che ti piacciono tanto-
Regina scosse la testa e sentì Emma avvicinarsi e automaticamente scattò avanti anche lei trovandosi a respirare il respiro di Emma e poi a toccare le sue labbra e in un attimo a chiudere gli occhi smettendo di vedere quelle strane ombre senza nome o solo il buio.
Durò pochi istanti, un battito di ciglia, ma fu abbastanza per farle capire che davvero non doveva preoccuparsi di niente, c’era Emma adesso, e forse c’era sempre un po’ stata.
-Le vedi ancora?-
Regina scosse il capo.
-La verità è che in una notte di temporale ognuno vive le sue paure più profonde, quelle di cui nessuno sa niente e a volte è così spaventato di metterle da parti che non si rende conto degli aiuti che arrivano da qualche parte del cielo.Ti serviva solo trovare qualcuno disposto crederti e a cercare insieme a te un motivo che rendesse vana la paura.Ti ho convinta?-
Regina annuì di nuovo sorridendo nel buio della stanza, aveva voglia di chiedere ad Emma quele fosse la sua paura più profonda, lei lo capì e rispose alla sua muta richiesta.
-Mi vedo da sola e ho paura che nessuno mi voglia bene davvero!-
-E l’hai superata?-
-Non importa cosa trovi nell’altra persona, se un’amicizia o qualcosa di più, l’importante è che la trovi, e io credo di averla trovata proprio qui e ora-
Regina le strinse la mano e si accoccolò sul suo braccio.Emma sorrise felice stringendo la presa.
E pensare che poteva esserci Robin Hood...
 
 
ANGOLO DI ME...
 
Ciao a tutti, è un po’che non scrivevo, colpa della scuola e degli impegni, ma ora eccomi qua con un’altro appuntamento della serie: “I miei deliri senza senso”.Forse questo ha un po’ più senso degli altri perchè ognuno ha una sua paura con la P maiuscola che lo terrorizza...l’idea me l’hanno data dei miei amici stamattina quindi ne ho approfittato!
Il temporale invece ricorre spesso perchè mi piacciono da matti i temporali e poi qui sta per diluviare quindi.
Come sempre se vi va lasciate un commento, una recensione, un segno di vita o anche solo una delle parole che finiscono in –ebbe.A voi la scelta:)
Alla prossima!!
Ce^^
 
  
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