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Autore: HellWill    02/06/2016    0 recensioni
Storielle scritte e raccolte senza particolare impegno, diffuse nel Regno di Mame sotto forma di leggende, fiabe o semplici miti, ne formano il sostrato culturale su cui si muovono i miei personaggi in "Soffitti Sconosciuti".
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Immagine della Costellazione dello Sparviero o della Freccia Incoccata
























































Vola via,
Sparviero Curioso

Dicono che, un giorno, un giovane di onesta famiglia contadina, volesse partire a tutti i costi per cercar fortuna altrove.
“Qui non mi sentirò mai a mio agio!” diceva, sbuffando, e il padre vedovo sospirava: come poteva mai dire addio al suo unico figlio rimasto, il più giovane? Gli altri si erano già sistemati, sposando buone figliole e costruendosi da sé la propria fattoria… Ma nonostante ciò, il padre preparò un fagotto al giovanetto e gli disse, duramente:
«Vedi di trovar fortuna, ragazzo mio, o farai bene a non tornare affatto».
Il giovane si impettì, capendo benissimo cosa il genitore intendesse dire, prese con sé il fagotto e partì alla ventura.
Durante il viaggio, scelse di dirigersi a Nord, lì dove le stelle brillavano di una luce diversa: il giovane voleva capire perché lo facessero, e non studiando ad una scrivania, ma andando lì a vederle da vicino.
La curiosità lo spinse avanti, sempre più a nord, finché non ebbe da confezionarsi delle pellicce per proseguire, perché il freddo era sempre più pungente e le sue mani sempre più gelide. Ad un certo punto, un drago bianco gli si parò davanti, e a lui sembrò spuntato dal nulla: solo ad una più attenta osservazione il giovane capì che la creatura si era erta dalla neve, risultando perciò quasi invisibile.
«Cosa vai cercando, viandante?» rombò la voce del drago e il giovane, che nel viaggio aveva acquisito una certa dimestichezza con i fatti strani, rispose con calma:
«Volevo sapere perché le stelle qui brillano di mille colori e non sono bianche come le altre».
Il drago alzò la testa, valutò il colore delle stelle e inclinò il capo di lato, tornando poi a guardare il giovanotto.
«Non ho mai visto stelle bianche, viandante. Qui, ogni cosa è bianca tranne le stelle» confessò, dopodiché offrì la groppa al ragazzo perché lo cavalcasse: insieme volarono oltre l’orizzonte, a Nord-di-tutto, e lì il drago atterrò nel tempio che nelle montagne a nord di tutto era inciso nella roccia viva. Ad attenderli vi era un altro drago, ma era più piccolo e le sue scaglie erano di un azzurro così intenso che al giovane ricordarono le estati passate in mezzo ai campi con suo padre: questo drago si inchinò e poi chiese, con voce di donna:
«Cosa desiderate sapere, mortali viandanti?».
«Perché le stelle sono bianche dove tutto ha colore, e ricolme di colore lì dove tutto è bianco?» chiese il drago immediatamente, impaziente di sapere la soluzione del mistero. Il drago azzurro sembrò sorridere, e le brillarono gli occhi mentre rispondeva:
«Non tutto è dato a tutti di sapere. E tu, umano? Cosa desideri?».
«Desidero sapere tutto quel che posso sapere, di poter tornare a casa veloce come una freccia appena scoccata, e di poter incontrare la donna che cambierà la mia vita in meglio».
«Non posso darti tutte queste cose» rise la dragonessa, ma ammiccò e annuì.
«Però posso farti un altro dono: non solo ti farò tornare a casa veloce come una freccia appena scoccata, ma potrai trasformarti in uno sparviero in qualunque momento tu voglia, così che la donna della tua vita possa notare le tue strabilianti capacità e chiedere assolutamente di sposarti».
Il giovane, eccitato per quell’offerta, accettò subito e salutò il drago bianco, con il quale aveva condiviso tanta strada.
«Non posso sapere perché le stelle al nord sono colorate?».
«Non capiresti. L’atmosfera al nord contiene gas in diversa concentrazione, che fanno sembrare le stelle colorate invece che bianche come al sud. Hai capito qualcosa?».
«No» ammise il giovane, e scrollò le spalle: si trasformò in uno sparviero con quel gesto e, sorpreso, prese a svolazzare per la grande stanza del tempio, prima che la dragonessa soffiasse su di lui, spedendolo a casa.
Nel momento stesso in cui stava per atterrare, lo sparviero scrollò le ali e il giovane ruzzolò per terra, ridendo di gioia per quella nuova capacità acquisita con un viaggio iniziato con la sola curiosità.
«Figlio! Cos’era quella magia straordinaria!?» chiese il padre, mettendosi le mani fra i capelli, stupitissimo di veder tornare il suo unico figlio in quella maniera spettacolare, e solo allora il giovane diventato un uomo si accorse che dietro il padre c’era una giovane contadina, di qualche anno più giovane del giovane stesso: aveva gli occhi che le brillavano di gioia nel vederlo tornare e, quando lui si tolse la polvere dalle pellicce, gli cadde ai piedi implorandolo di sposarla, poiché un uomo così straordinario non poteva rimanere a lungo senza moglie e lei moriva dal desiderio di esser sua.
Il giovane la aiutò gentilmente ad alzarsi e le baciò una mano, come aveva visto fare ai nobili signori durante i suoi viaggi, e nemmeno una settimana dopo convolarono a nozze.
Dicono che, un giorno, loro ebbero tanti figli e mai problemi di cibo.

 
   
 
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