>Questa
ficcy è dedicata a Mewledyu , avviso che è la prima cosa che scrivo su
marmalade boy, perciò non siate troppo duri.
Accantono l’ultima rivista, buttandola sul comodino, dove ormai si è formata
una pila di giornali pronti a cadere da un momento all’altro. Mi butto sul
letto controllando per l’ennesima volta gli inviti. Li ho fatti personalizzare
per ciascuno dei miei amici, mettendoci tutto il mio buon gusto, vantandomi con
me stessa per il mio buon lavoro. Fisso l’orologio, ormai è diventata una
fissazione, le ore, i minuti, i secondi..tengo sotto controllo il tempo che mi
separa dal giorno più importante della mia vita: il mio matrimonio. Sorrido e
arrossisco al contempo, mentre immagino la faccia di Nick quando mi vedrà con
l’abito da sposa che io e Miki abbiamo scelto. È un vestito semplice, non
troppo impegnativo, esattamente come piacciono a me! Arimi si è già offerta di
aiutarmi per l’acconciatura, ho optato per i capelli raccolti alla francese,
che –come dice Yuri- fanno risaltare il colore dei miei occhi. Ma ci sono
ancora un sacco di cose da organizzare: il rinfresco, il pranzo, gli abiti per
le damigelle, le decorazioni nella chiesa, il fotografo..La testa mi scoppia,
decido di prendermi un attimo di pausa, facendomi capitare fra le mani, un
vecchio album di fotografie. Sopra c’è lo stemma del liceo e al suo interno
sono raccolti tutti i meravigliosi ricordi del periodo scolastico. In prima
pagina una foto mia e di Miki, risale al primo anno di liceo. Lei ha i capelli
veramente corti e il viso perennemente arrossato, totalmente diversa dalla
ragazza sicura e grintosa che è diventata ora. E io..io ho l’aria un po’ seria,
i capelli lisci sono eccessivamente lunghi e mi ombrano il viso. Giro la pagina
dell’album, piena di foto sulle varie gite e vacanze cha abbiamo fatto tutti
insieme: Ginta e Arimi teneramente abbracciati sulla barca, Yuri, Miki e
Alessandro durante un concerto, io e le mie amiche con lo sfondo della torre di
Tokyo alle spalle. Rido ricordando quei giorni pazzi e spensierati. Poi la mia
attenzione si sposta su una foto che mi è scivolata dall’album. La raccolgo, e
me ne pento un istante dopo. Una vecchia foto scattata durante una giornata al
mare, un cielo indaco e io e lui fianco a fianco, come una coppia felice.
Ripongo la foto dell’album scotendo la testa. Ogni volta che vedo il suo viso,
non posso fare a meno di provare un profondo senso di colpa, uno strano nodo
alla gola che mi da l’impressione di soffocare. Chiudo l’album e lancio
un’occhiata agli inviti. Domani li consegnerò ai miei amici, io e Nick abbiamo
stabilito che la data sarà a un mese dal mio diploma, per evitare ulteriori
scompigli a scuola. Non che il fatto che ci sposiamo sia un segreto, ma in
certe situazioni è sempre meglio comportarsi con discrezione. Prendo le buste,
controllandole una ad una, soffermandomi su quella di Steve. Ho riflettuto a
lungo se invitarlo o meno, non sapevo se valutasse la cosa come una mancanza di
tatto da parte mia, o come un atto di pietà. In realtà ci terrei davvero che
fosse presente. Mi mordicchio il labbro, sarebbe sciocco spedirglielo così come
se nulla fosse. No, ho deciso, glielo consegnerò di persona. Esco dalla mia
stanza, stringendo la busta, sorprendendomi io stessa di tanta audacia, visto
che negli ultimi mesi non ho fatto altro che evitarlo. Indosso il cappotto e mi
fiondo fuori casa, con un passo forse eccessivamente affrettato. Percorro il
viale, poi il parco, e infine giungo nel quartiere dove abita Steve. La sua
villa stile coloniale, spicca tra le altre case, denotando il gusto e
l’eleganza dell’architetto che l’ha progettata e che ne è l’effettivo
proprietario. Intravedo nel cortile la jaguard sportiva di Steve, e questo fa
supporre che sia in casa. Prendo un profondo respiro, e mi avvicino alla porta
d’ingresso, lottando con me stessa per non girare i tacchi e tornarmene a casa.
“Con che faccia lo affronto? Sto facendo la cosa giusta?..Forse preferisce non
vedermi più..” mentre mi bombardo la testa con tutti questi pensieri, il mio
dito ha premuto istintivamente sul campanello. “Devo essere semplicemente me
stessa..coraggio Mary” sento il mio nervosismo accrescere, mentre la porta
rimane chiusa, facendomi intendere che probabilmente in casa non c’è nessuno.
Sospiro non nascondendo però un certo sollievo. Quando faccio per voltarmi, la
porta si apre. Mi voltò di scatto, andando ad incontrare due occhi azzurri che
mi fissano indagatori. Soffermo il mio sguardo su quella ragazza, che tiene la
porta semi aperta. Ha lunghi capelli ramati, che le scivolano scompostamente su
un viso molto carino e arrossato. Deve avere all’incirca la mia età. Rimango
inebetita a fissarla, rendendomi conto che indossa solo una vestaglietta, e che
mi fissa con aria un po’ imbarazzata. –Posso fare qualcosa per te?- mi chiede,
ponendo fine a quella strana situazione.
-No..cioè..volevo parlare con Steve- non so che tipo di tono mi è uscito, ma di
certo non garbato.
Lei sbatte le palpebre dopodichè mi fa un sorriso di circostanza –Al momento
non può venire, ma se vuoi puoi pure dire a me, riferirò il messaggio..-
Mi rendo conto solo in quel momento di quanto la sua voce sia fastidiosa,
mentre dentro di me provo un inspiegabile sensazione di rabbia. Allungo la mano
con la busta –Questo è per lui, ti spiacerebbe darglielo- dico con voce
seccata.
-oh..cos’è..?- lei lo prende, aprendolo davanti ai miei occhi –ah, un invito di
matrimonio..glielo consegnerò. Intanto ti faccio i miei migliori auguri- mi
sorride, sbattendomi praticamente la porta in faccia.
Resto come un ebete ferma davanti all’ingresso, -razza di maleducata- sussurro
a bassa voce. Iniziando ad allontanarmi, non poco indispettita. Il mio passo
inizialmente veloce, comincia poco a poco a rallentare, mi volto un’ultima volta
ad osservare la villa di Steve, e la mia mente capricciosa non fa a meno di
chiedersi, chi mai era quella ragazza..? Forse la sua nuova ragazza..? Ha fatto
presto a dimenticarmi..meglio così! Alzo le spalle, sentendomi una stupida per
essermi preoccupata di poter ferire i suoi sentimenti invitandolo al
matrimonio. –Avrei dovuto spedirglielo e stop, senza prendermi la briga di
venire fin qui!- borbotto. Poi una vetrina attrae la mia attenzione. Ci sono
esposte delle bomboniere, la loro forma ricorda quella di una conchiglia,
mentre la superficie in madre perla, richiama tantissimo la luce. Le osservo
ammirata, sapendo bene però, che Nick non le apprezzerebbe. Ora che andremo a
vivere da soli, dovrò imparare a dimenticare gli agi e i capricci ai quali la mia
famiglia mi ha abituata. Ma non ha importanza, tutti gli oggetti che mi
compravano servivano da sostituti al loro affetto che mi è sempre mancato. Nick
invece mi ama veramente, così come lo amo io. Lui è il mio sole, ed io senza
non potrei vivere. Mi allontano da quelle tentazioni, le bomboniere in
cristallo che ho scelto assieme a Miki e Arimi andranno benissimo.
La giornata è cominciata bene, la mia simulazione d’esame è stata più che
soddisfacente, e anche Miki sembra soddisfatta della sua prova. Ci ritroviamo
sedute come sempre al solito bar, per scambiarci i diari, ci siamo ripromesse
che, anche quando la scuola sarà finita, la nostra “tradizione” non andrà
perduta.
-Ah..ero agitatissima, lo so che si trattava solo di una simulazione..però, non
sai quanto mi batteva il cuore- Miki si porta una mano sul petto, facendo un
sospiro di sollievo.
-Non devi agitarti a questo modo, sono sicura che anche l’esame vero e proprio
andrà bene-
-Lo spero tanto! Per fortuna c’è Yuri che mi dà una mano con le materie più
difficile..la matematica ad esempio, proprio non la sopporto!-
Sorrido –la matematica è la bestia nera di tutti Miki-
-Anche letteratura per me non è semplice..a proposito quand’è che farai
pubblicare il tuo libro?-
-Presto spero, anche se mi vergogno un po’..sai dentro ci sono molti miei
pensieri e la protagonista..è la mia esatta fotocopia-
-Per questo sarà un successo, tu sei una persona meravigliosa Mary la gente ti
apprezzerà tanto quanto ti apprezzano i tuoi amici-
-Ti ringrazio Miki- come sempre la mia cara amica riesce a tirarmi su il
morale.
-Hai saputo la novità?- si avvicina a me con aria da cospiratrice
-che novità?- chiedo non nascondendo una certa curiosità
-Alessandro e Angela..pare che si siano messi insieme-
-cooosa?- la mia esclamazione esce eccessivamente alta.
-sssch..Non urlare, non è ancora una cosa ufficiale-
-Credevo che Alessandro fosse stato adocchiato da Susy..-
-Infatti, ma poi conoscendo meglio Angela, hanno scoperto di avere molte cose
in comune, come la musica ad esempio. Un pianista e una violinista..è un
connubio perfetto, non trovi ?!?- mentre lo dice, noto che lo sguardo di Miki
si abbassa, rattristandosi un po’.
-Pensi ad Alessandro?- domando, mantenendo un’espressione rassicurante
-Si..non fraintendermi, sono contenta per lui e per Angela, e poi amo Yuri alla
follia, quindi la notizia non mi ha di certo sconvolto..-
-ma..?-
-Ogni tanto penso ai momenti che ho passato con Alessandro, seppure siamo stati
insieme per poco, non posso non ammettere di essere stata felice e di avergli
voluto bene. Il mio rammarico è quello di averlo fatto soffrire..Ma non ho
potuto fare altrimenti, è Yuri la mia anima gemella, senza di lui io mi sento
incompleta. Alla fine so di aver fatto la scelta giusta, come te dopotutto,
Mary-
Sta volta sono io ad abbassare lo sguardo, e nella mia testa si proietta
l’immagine di quella ragazza a casa di Steve.
-Mary..guarda..-
-eh?..- mi volto, e lo vedo. Sorride assieme ai suoi amici, scherza come
sempre. Il vederlo così mi rassicura. Poi i nostri sguardi si incontrano.
Distolgo subito l’attenzione da lui, rannicchiandomi nelle spalle, quasi con
timore. Lo sento avvicinarsi “oh no, e ora che mi dirà..?!?”
-Ciao Mary- il suo solito tono allegro, rispondo senza guardarlo.
-Ciao..Steve-
-Come va Miki?-
-bene Steve, ti ringrazio- la mia amica sorride, so che vuole molto bene a
Steve, sono diventati grandi amici.
-Senti, quando lo vedi, potresti dire a Yuri che ho bisogno di parlare con lui,
è piuttosto importante-
-Ve bene.. glielo dirò sicuramente-
-Grazie- fa per andarsene ma poi si riavvicina, e poggia qualcosa sul tavolo
–ah già quasi dimenticavo..Volevo ringraziarti dell’invito Mary, sei stata
molto carina a portarmelo a casa-
-di..di niente figurati- ribatto, sentendomi terribilmente impacciata.
-Purtroppo non posso venire, anche se ci avrei tenuto, ma ho un impegno che non
posso assolutamente rimandare. Comunque ti ringrazio, e tantissimi auguri- mi
fa l’occhiolino, allontanandosi, lasciando la busta sul tavolo. Sebbene
sorridesse, era come se tra noi due si fosse aperto un baratro, sentivo una
spiacevole sensazione di freddo, e man mano che Steve si allontanava da me,
quella sensazione aumentava.
-Mary..ehi Mary- la voce di Miki mi richiama alla realtà
-s..si?-
-C’è qualcosa che non va?Sei pallida..-
-No, no nulla, sono solamente un po’ stanca. Sai in questi giorni non ho un
attimo di pace-
-Lo credo, organizzare il proprio matrimonio dev’essere una bella
faticaccia..Spero di trovarmi presto anch’io nella stessa situazione- la vedo
arrossire, e sorrido, pur sentendo nel mio cuore qualcosa di pesante, come un
macigno. Ho bisogno di vedere Nick. Ho bisogno che lui mi stringa, che mi
baci..Ma purtroppo ci sono ancora molte lezioni, e non mi sarà possibile
vederlo prima di sera.
Mi rintano nella biblioteca, il pensiero che presto non mi sarà più possibile
farlo, mi rattrista un po’, perché per me questo è un luogo veramente speciale.
Qui è dove ho conosciuto Nick, dove mi sono innamorata di lui, e dove ho dato
il mio primo bacio, qui tra i miei adorati libri. Passo accanto agli scaffali,
sfiorando con le dita, la copertina dei pesanti volumi, giungendo vicino alla
mia affezionata finestra. E’ stato davanti ad essa che il mio cuore ha
cominciato a battere per l’uomo che presto sarà mio marito. Quanti sorrisi e quante
lacrime. Questa biblioteca è parte di me. Qui dentro ho cominciato a scrivere
il mio romanzo..certo se non fosse stato per Steve..Steve. spalanco gli occhi
nel ritrovarmi a pensare a lui. Se questo posto mi ricorda Nick, al contempo è
legato anche a Steve. L’ho conosciuto tra questi scaffali, da qui è partito il
suo corteggiamento, quando tentava di tirarmi su il morale, con quel suo modo
ironico e buffo, il suo viso sempre sorridente e ottimista. E sebbene io mi
dimostrassi infastidita, dentro ero felice che qualcuno mi aiutasse a superare
i tragici momenti dovuti all’abbandono di Nick. Se non fosse stato per Steve,
io non avrei mai scoperto quanto amo scrivere, non avrei riso, non avrei
acquisito fiducia in me stessa..sempre, seppure io lo respingessi, lui è
rimasto al mio fianco. E io l’ho ripagato facendolo soffrire. Scuota la testa,
perché mi ritrovo a pensare a lui?No, così non va! Devo smetterla!
Dei passi mi riportano alla realtà. Mi nascondo dietro uno scaffale, davanti a
me un sacco di libri di narrativa tradizionale, che ho sempre evitato di
leggere. Mi sporgo un poco, quanto basta per notare una figura alta e aitante,
avvicinarsi alla finestra, con un cellulare in mano. –Non ti devi
preoccupare..ho già organizzato tutto. Ho prenotato il volo, e mi sono già
accordato per l’appartamento….Appena arrivo te lo faccio sapere. Si, stai
tranquilla..Ti voglio bene anch’io-
Non so perché, ma ho provato l’irresistibile impulso di scappare. Corro fuori,
senza badare se lui mi ha vista o meno. Mi ritrovo nel cortile, accanto alla
fontana. Osservo la mai immagine riflettersi nell’acqua, nemmeno io so
decifrare la mia espressione. “Parlava con quella ragazza..certo è ovvio. Ecco
perché manca al mio matrimonio..gran bell’amico!” So bene che sono una sciocca,
non ho il diritto di avere simili reazione, che oltre tutti mi sono
inspiegabili.
-Mary..- sento la sua voce alle mie spalle, e mi sento terribilmente tesa.
-Che..che c’è?- non mi volto a guardarlo, come se i miei piedi fossero
incollati, e mi sia impossibile qualsiasi movimento.
-è successo qualcosa? Perché sei corsa fuori a quel modo?-
Non riesco a capire se il suo sia un tono insinuante. Riesco a voltarmi,
conscia di avere la faccia come un mastino –Ti sbagli, io non sono corsa
proprio da nessuna parte-
-bè..mi era sembrato..ma..-
-Ti è sembrato male! E ora smettila di girarmi attorno- le parole mi vengano
fuori senza controllo.
-co..come?-
-Ora che ti sei appurato che non sono scappata, puoi anche andartene, voglio
starmene per conto mio, dovresti saperlo che non mi piace essere assillata-
-Non avevo nessuna intenzione d’assillarti..-
-Tu assilli sempre le persone Steve, è una tua prerogativa. Ora perché non vai
ad importunare qualcun altro, io sto per sposarmi. Francamente non mi piace
che..-
-Ho afferrato il concetto Mary, mi ero semplicemente preoccupato della tua
reazione, non volevo certo, importunarti o roba simile. Se va tutto Ok, me ne
vado-
Lo vedo allontanarsi e mi sento una stupida, una vera, emerita stupida! Come ho
potuto trattarlo così? Lui si era solo preoccupato per me. Stringo i pugni e mi
mordo il labbro inferiore, non riesco più a capirmi, non riesco più a capire il
mio comportamento. Forse dovrei parlarne con Miki..Sta sera la vedrò per
studiare insieme, magari lei potrà aiutarmi a capire.
-Così vai a studiare da Miki..Non ti pare di esagerare, in questi giorni tra
l’organizzazione del matrimonio e lo studio non hai più un attimo di respiro-
-Non preoccuparti Nick..sono una roccia, non temere-
-Mi spiace di lasciar fare tutto a te, mi fa sentire terribilmente in colpa-
-Ma dai, non devi assolutamente sentirti in colpa..E’ giusto che ti concentri
sul lavoro e che mi pensi almeno la metà di quanto ti penso io-
-Io ti penso sempre Mary, dovresti saperlo-
Arrossisco, stringendo con emozione la cornetta del telefono, ogni volta che
Nick mi parla dolcemente il mio cuore perde un battito.
-Più tardi ci vediamo, vero, Nick?-
-Si, appena arrivi a casa, fammi sapere, così posso passare a trovarti. Sempre
che tuo padre non faccia il diavolo a quattro..-
-oh lascialo perdere! E vieni lo stesso..-
-Non mancherò mia piccola Mary..-
-Nick..ti voglio bene-
-Ti voglio bene anch’io-
Riattacco e mi sento felice, tutti i brutti pensieri che mi avevano invaso
durante la giornata, spariscono come nebbia al sole. Prendo lo zaino, per
andare a casa di Miki.
Suono il campanello, tutte le luci della casa sono accese, e probabilmente avrò
interrotto l’intimità dei due colombi che vi abitano.
-Mary..entra- esclama Miki, accogliendomi con un bellissimo sorriso
-Sono in anticipo-
-Meglio così..vieni ci mettiamo in cucina, ho preparato anche degli stuzzichini
nel caso ci venisse fame-
-Ottima idea..e Yuri non..- non finisco la frase, mi blocco nell’atrio,
puntando lo sguardo sui due ragazzi accanto alla scala. Yuri si volta nella mia
direzione e mi sorride, Steve invece evita il mio sguardo, tenendo bassi quei
suoi occhi, profondi come il mare.
-Ciao Mary..siete di studio sta sera?!-
-Già..- sussurro, per poi lanciare una sguardo a Miki, accusandola mentalmente
di una congiura. Credo che mi capisca, perché fa un’espressione corrucciata.
-Avanti Miki..andiamo- le prendo la mano, entrando nel salotto, forse gliela
stringo troppo forte, perché lei si divincola e mi guarda con preoccupazione.
–Mary, ma che hai?-
-Perché lui è qui? Sapeva che sarei venuta a studiare con te?- il mio tono è
chiaramente irritato, non mi rendo conto di essere ridicola.
Miki mi guarda confusa –A dire il vero, io nemmeno sapevo che Steve sarebbe
venuto. So che doveva parlare con Yuri di una cosa importante, ma non so in che
termini. Ma perché ti scaldi a questo modo?-
-No, nulla- mi sento sciocca allo stesso modo in cui mi sono sentita nel
pomeriggio davanti alla biblioteca. Tiro fuori libro e quaderno dallo zaino, e
mi siedo. –Dai cominciamo-
La mia amica annuisce, sedendosi a sua volta.
-Sei certa che non vuoi calmarti un po’, non ti ho mai visto in questo stato.
Come riuscirai a concentrarti?!?-
-Ci riesco benissimo!- mento, e lo so bene. Vorrei sentire di cosa stanno
parlando quei due. Gli starà parlando di lei? Ovvio, dopotutto ha deciso di
farci un viaggio insieme, mettendo in secondo piano il giorno più importante
della mia vita..
-Mary..?-
-eh?-
-Scusa, ma mi sembra che con la testa non ci sei proprio-
-oh che sciocchezza, su comincia a leggere il primo paragrafo-
-come vuoi..-
Tento di ascoltare Miki mentre legge, ma non ci riesco, non riesco a
concentrarmi..e la colpa è di Steve, solo di Steve!
Passano un paio d’ore, durante le quali sarò riuscita a rimanere concentrata si
e no dieci minuti.
-è quasi ora di cena, che dici di fare una pausa e mangiare..poi ci mettiamo a
finire la ricerca-
Alzo le spalle –ve bene, come vuoi-
Miki mi sorride e si dirige verso la cucina –Preparerò una cenetta fantastica-
La raggiungo, notando che ormai è diventata un’esperta dei fornelli.
-ehi ragazze..tra quanto è pronto?- Yuri entra nella stanza, seguito a ruota da
Steve. Evito di guardare entrambi.
-Tra poco..-
-Senti Miki, ho invitato Steve a cenare con noi..-
-ah..si, benissimo-
Il mio cuore accelera –Miki..ora che ci penso, io devo tornare a casa..-
-Ma Mary, non abbiamo ancora finito di studiare, e tu avevi promesso di
aiutarmi in trigonometria-
-Si hai ragione..ma..- sento lo sguardo di Steve fisso su di me e senza
controllare quella strana rabbia che mi invade, mi giro verso di lui –perché mi
fissi in quel modo?- ormai sono al limite della paranoia, me ne rendo conto.
-è perché ci sono io, che ti comporti così?-
Me lo chiede con una tale semplicità, da far aumentare la mia rabbia –tu non
centri nulla..e ora scusatemi-
Provo vergogna, eppure non riesco a fare a meno di scappare, di dirigermi verso
l’ingresso senza guardare in faccia nessuno, nemmeno la mia migliore amica.
Raggiungo l’atrio, un istante e mi sento afferrare saldamente per il polso. Mi
volto, e Steve mi fissa, la sua espressione è seria, fredda, sento un brivido
percorrermi il corpo.
-Perché ti comporti così?!? La mia presenza ti infastidisce tanto? A tal punto
da comportarti da bambina viziata davanti ai tuoi più cari amici?-
-Lasciami mi fai male! Ti ho detto che tu non centri..-
-e allora cosa c’è Mary?- già vorrei saperlo anch’io cosa mi succede.
-scusami..è che in questi giorni sono nervosa a causa di tutte le cose che ho
da fare, e mi innervosisco per qualsiasi cosa. Mi sono comportata da sciocca..ora
torniamo di là, voglio scusarmi con Yuri e Miki- la scusa sembra reggere,
perché Steve mi lascia andare, ed entrambi entriamo in cucina. I miei due amici
si dimostrano fin troppo comprensivi, un sorriso e ci sediamo a tavola. In
tavola c’è dell’arrosto con patate, che emana davvero un ottimo profumino.
-Complimenti Miki, vedo che hai imparato a fare cose commestibili-
-Piantala Steve,sei il solito antipatico- Miki si finge offesa
-Ma se ti ho fatto un complimento-
-Mica tanto carino però!..Piuttosto mi dite cosa confabulate tu e Yuri?-
-confabulare?- Yuri fa il finto Innocentino, ma anch’io come Miki mi reputo
molto curiosa.
-Niente di particolare..- è Steve a parlare –gli ho solo proposto di prendere
il mio posto, ovvero di diventare il nuovo capo del consiglio studentesco per
il prossimo mese, fino a che non ci saranno i diplomi e lui non tornerà in
America-
Lo guardo sorpresa, non capendo il perché di una simile decisione.
-Steve tu sei davvero gentile..ma io davvero non posso accettare, essere capo
del consiglio studentesco comporta molte responsabilità..-
-e da molti crediti che andranno ad aggiungersi al tuo punteggio d’esame, è una
nota di prestigio-
-il fatto è che tu hai faticato molto per diventarlo e..-
-Appunto per questo lo cedo a te, non voglio che un perfetto sconosciuto mi
rimpiazzi..tu sei il mio migliore amico, un ottimo studente con dei risultati
eccellenti..sei praticamente perfetto-
-Non so che dire, ne sono lusingato-
-Ma perché vuoi lasciare il consiglio?- Miki mi precede sulla domanda.
-Ecco..perchè mi trasferisco-
-Come ti trasferisci? Non vorrai cambiare scuola?
-Molto di più, cambio addirittura stato..mi trasferisco in Francia-
-Francia..?- Miki resta allibita, ma mai quanto me. Mi ritrovo a fissare Steve
totalmente inebetita.
-si ho vinto una borsa di studio e ho deciso d’accettarla..Ci pensate, magari
tra qualche anno quando ci rivedremo avrò un perfetto accento français..-
Scatto in piedi lasciando cadere la sedia alle mie spalle, tutti mi guardano,
il mio comportamento è incomprensibile, per me per prima.
-Perché non dici la verità?!- urlo, mentre Steve mi guarda senza capire.
-Altro che borsa di studio..hai una ragazza che ti aspetta laggiù no?! È la
tipa in vestaglietta dell’altro giorno, giusto? È stata davvero carina a prendersi
il disturbo di consegnarti l’invito al posto mio..-
-Ma..di chi parli?-
-lo sai benissimo! E ora scusatemi, Miki perdonami ma devo proprio andare a
casa-
Sta volta non ho intenzione di tornare sui miei passi, sebbene non comprenda
l’origine di questo mio comportamento, mi sento male..davvero male.
Apro la porta, ma qualcosa mi impedisce di proseguire.
-Ancora..lasciami Steve-
-Voglio sapere perché ti sei arrabbiata in quel modo..?-
-Perché sei un bugiardo..e io odio i bugiardi-
Mi sento afferrare per le spalle e spingere al muro, il corpo di Steve è così
vicino al mio, ne avverto il calore, il profumo…E perché il mio corpo reagisce
di conseguenza? Il cuore mi batte e forte, e quegli occhi mi ipnotizzano “non
guardarmi così, ti prego, non farlo”. Cerco di divincolarmi, ma la presa di
Steve è troppo forte. –Ciò che ti chiedo è di spiegarmi, non merito di essere
trattato a questo modo!-
-Credevo tu fossi mio amico, e invece manchi il giorno per me più importante,
per soddisfare le tua voglie con quella mocciosa! Ma va bene così..sono stata
una stupida a credere che il sentimento che provavi nei miei riguardi fosse
sincero, ciò mi conferma maggiormente che ho fatto la scelta giusta..-
-Questo discorso è ipocrita ed egoistico Mary! Lo sai bene che i miei sentimenti
per te sono sempre stati sinceri..-
-Lasciami andare!-
-No, non ti lascio finché non mi avrai ascoltato. So che sei innamorata di
Nick, e ho tentato di tutto per far cambiare questa situazione ma ho
fallito..Credi che non sia stato male per questo?Insomma perché non capisci
come mi sento?- mi sento strattonare.
-..Ora lasciami..- mormoro, ma qualcosa mi coglie alla sprovvista. Steve mi
stringe forte a lui, i nostri corpi si toccano e le sue labbra premono sulle
miei, con una dolce irruenza. Resto totalmente spiazzata, e credo che il cuore
voglia balzarmi dal petto. Non devo cedere, o pentirò. Ripenso a quella ragazza
seminuda, a quello che possono aver fatto insieme. Faccio forza sulle braccia,
riuscendo ad allontanarlo da me. Gli do uno schiaffo, sfogando tutta la mia
rabbia e la mia angoscia
-Non azzardarti mai più a fare una cosa simile!-
Lo vedo portarsi la mano alla guancia lesa, mi sorride, un sorride malinconico
che mi fa male al cuore –Perdonami se ti amo- è questo che mi dice, prima di
entrare in casa, di lasciarmi lì, sulle scale semibuie, con gli occhi lucidi
prossimi al pianto. “Perdonami se ti amo” scuota la testa e inizio a correre,
voglio andare a casa, voglio dimenticare tutto questo. Steve mente, non è vero
che mi ama, si è consolato tanto in fretta e ora ha deciso addirittura di
andarsene con quella, in Francia.
Mi butto sul letto e afferro il cuscino, stringendolo forte, piango..è la prima
volta che Steve mi fa piangere, quando ero in questo stato, un tempo c’era lui
a consolarmi, a farmi sorridere, ma ora che è lui la causa di queste lacrime
amare, io..che cosa posso fare? Sento squillare il telefono, so che è Nick, ma
non ho la forza di rispondergli, come potrei spiegargli la causa del mio
pianto. Affondo il viso nel cuscino, la testa mi scoppia, mi sento
confusa..questo mio ingannevole cuore non sa più ciò che vuole.
////
E’ da una settimana che ne io ne Steve ci guardiamo più in faccia, evito i
posti che è solito frequentare e lui probabilmente fa altrettanto. Sia Miki che
Yuri evitano di parlare di lui in mia presenza. Credevo che in questo modo,
avrei dimenticato tutto più facilmente e mi sarei dedicata completamente a
Nick..ma non è così. Mi sento perennemente distratta, persino i preparativi per
il mio matrimonio procedono a rilento. E questo mio modo di essere mi fa star
male. Vorrei parlarne con Nick, lui è il solo che possa aiutarmi. Ma non posso
raccontargli ciò che è successo tra me e Steve..Che confusione, mi sono sempre
vantata di essere una persona dalle idee chiare, ma non è vero..sono una
sciocca, solo una sciocca che non sa ciò che vuole. Se solo non fossi andata a
portargli quel maledetto invito..Stupida, stupida Mary!
-Tesoro..- mi sento cingere per le spalle, il rassicurante profumo di Nick mi
avvolge –su vieni, non ricordi che oggi dovevo incontrare quel dirigente per
un’eventuale offerta di lavoro?-
-Non, non l’ho dimenticato- sussurro, lasciandomi prendere per mano. Ci
allontaniamo dalla scuola per andare in contro a un uomo di mezza età. Alto e
distinto, coi capelli radi e un’aria navigata.
-Lei è il signor Namura?-
-Si, sono io..e questa è la mia fidanzata, Mary-
-molto lieta- gli porgo la mano che viene subito stretta dalla sua.
-Però, una ragazza molto giovane- commenta con un sorriso da volpe, mentre io faccio
un’espressione di circostanza.
Camminiamo per il centro, Nick e quell’uomo parlano, lasciandomi totalmente
estranea ai loro discorsi, ogni volta che tento di aprire bocca, Nick me lo
impedisce, forse temendo che io possa rovinare qualcosa. Ammetto che il
sentirmi così priva di considerazione, mi da non poco fastidio. Mi concentro
sulle coppie che passeggiano, mano nella mano. Un ragazzo e una ragazza che
ridendo escono da una sala giochi. “Steve”. Ricordo quando in un giorno che ero
in pura crisi, mi portò alla sala giochi, io non c’ero mai stata, ma mi
divertii tantissimi..a pensarci, mi bastava averlo accanto per divertirmi, per
sorridere. Che cosa ne sarebbe stato di me, se non ci fosse stato lui?
Probabilmente sarei rimasta a struggermi l’anima, non dimenticando mai quella
sensazione orribile che provai quando Nick salì su quel treno, lasciandomi
sola. Steve se ne sarebbe mai andato a quel modo? Mi avrebbe mai abbandonato?
Volgo lo sguardo a Nick, intento a parlare con l’uomo che camminava in parte a
lui. Nick e Steve sono due persone totalmente diverse, l’uno l’opposto
dell’altro. Affrontano i problemi in maniera differente, però in me avverto una
risposta a una delle mie domande, una certezza..Steve non se ne sarebbe andato,
non mi avrebbe abbandonato. Se ne sarebbe fregato di quello che potevano dire o
pensare gli altri, e sarebbe rimasto al mio fianco..Nick invece era fuggito. E
questa cosa mi brucia, brucia terribilmente. Si era inventato una storia
inesistente con la Signorina Romy, facendomi star male ulteriormente..Quante
cose inutile, quante lacrime..Ora in me, accresce una strana consapevolezza, so
cosa ho provato quando ero andata a casa di Steve e avevo visto quella ragazza:
gelosia. Comprendo la sensazione di gelo che avevo provato quando mi ha
restituito l’invito: paura di non essere più importante per lui. E infine la
sera a casa di Miki, quando ha detto che sarebbe partito per la Francia..il
mondo mi è crollato addosso. Adesso me ne rendo conto, è tutto sbagliato. Ho
sbagliato tutto..la storia con Nick doveva essere finita già da tempo..perchè
io sono innamorata di Steve, ora lo capisco.
Lascio la mano di Nick, e lui si gira a guardarmi, i suoi occhi sono confusi,
eppure nel profondo, so che capisce. Nessuno mi conosce meglio di lui.
-Perdonami Nick..ma sarebbe un errore..- lo dico, mentre dai miei occhi
cominciano a scendere delle lacrime.
-Non farlo Mary..- la sua voce è un sussurro che solo io posso percepire.
-Scusami..io ti voglio bene Nick, ti voglio tanto bene ma..non riuscirei più ad
amarti come una volta..adesso me ne rendo conto-
Dicono che il cuore sia ingannevole, volubile..oppure è semplicemente difficile
da comprendere, ma ora io so cosa voglio, so con chi voglio stare.
Inizio a correre, senza badare alle persone che urto, alla voce di Nick che mi
supplica di tornare indietro. No, io non tornerò più indietro. Corro, corro a
perdi fiato, fino alla sua casa. Non mi importa se lo troverò con lei, non mi
importa cosa penserà..io devo dirglielo, devo dirgli che lo amo. Busso disperatamente
alla porta, chiamo, suono il campanello, ma nessuno mi risponde. “Possibile che
sia..” ricomincio a correre, raggiungendo la scuola. Nei miei polmoni non c’è
più ossigeno, e le forze sembrano volermi abbandonare. Fermo un suo compagno di
classe, di certo saprà dirmi dov’è.
-Steve?..Mi spiace, ma oggi partiva..-
-Co..come partiva?-
-Si, doveva raggiungere la madre in Francia..dopo che suo padre l’ha tradita
con una ragazzina, lei se n’è andata a vivere a Parigi e Steve approfittando
della borsa di studio ha deciso di raggiungerla-
“Dunque quella ragazza era l’amante di suo padre..e quel girono al telefono,
Steve stava parlando con sua madre..Ed io l’ho accusato ingiustamente..dio mio,
quanto sono cretina!”
-Ti prego, sai dirmi a che ora parte il suo volo..?- mi aggrappo a lui, quasi a
volergli tirare fuori l’informazione con forza.
-Tra venti minuti..mi sembra-
Solo venti minuti..ho pochissimo tempo per raggiungere l’aeroporto. Afferro il
telefono per chiamare un taxi. Quello che segue è una corsa contro il tempo.
Davanti all’aeroporto si è formata una colonna di macchine. Scendo dal taxi,
correndo all’interno della struttura. Ho il cuore in gola mentre le tempie mi
martellano dolorosamente. Distinguo dei volti conosciuti: Miki, Yuri e ci sono
anche Ginta, Susy e Arimi. Li raggiungo, piegando le ginocchia per riprendere
fiato.
-Ma..Mary..?- Miki si avvicina a me, e io le afferro le spalle, guardandola con
occhi supplicanti
-ti prego dimmi che non è partito..- chiedo, arrabbiata con lei e con gli altri
che non mi hanno avvertito della sua partenza. Dopo mi rendo conto di essere
stata io a chiedere loro di non nominarlo neppure.
-è appena entrato nella sala d’imbarco 5-
Non aspetto che dica altro. Riprendo la mia corsa “ti prego aspettami, non
salire su quell’aereo” . Passo avanti a un sacco di gente, supero il metal
detector , infischiandomi del suono che emette. Lo vedo, e voltato di spalle in
fila al checkin . Batto sul vetro che mi separa da lui “ti supplico Steve
voltati, sono qui..non partire, non mi lasciare” Vengo raggiunta da alcuni
addetti alla sorveglianza. Mi sento afferrare per le braccia, ma non smetto di
chiamarti, di supplicarti con lo sguardo.
-signorina è completamente impazzita?..Adesso deve venire con noi-
-Steve- lo urlo nuovamente, e finalmente lo vedo voltarsi, fissarmi incredulo.
Lo vedo sussurrare il mio nome, mentre esce dal gate per raggiungermi.
Riesco a divincolarmi dalla presa di quei tizi, ignorando le loro lamentele,
tutto ciò che voglio è stringerlo. Ecco siamo uno davanti all’altro, a pochi
passi di distanza. Le mie guance sono solcate dalle lacrime, mentre guardo i
suoi occhi che mi osservano freddi e seri.
-Mary, perché sei qui, è forse successo qualcosa?- ascolto la tua voce, della
quale so che non potrò più fare a meno.
-Non partire Steve..ti prego-
Lo vedo abbassare lo sguardo e mordersi il labbro inferiore –Non ha senso che
io resti qui Mary, non lo capisci? Quando ho visto quell’invito, mi sono
sentito morire, ho capito che era realmente finita..Ho provato a fingere che
tutto andasse bene, ma non è così. Non va bene per niente. Restare qui e
saperti con lui, vederti sempre al suo fianco..non è una cosa che posso
sopportare-
-è..è per questo che hai deciso di partire?Di andare così lontano..- lo vedo
annuire, prima di voltarmi nuovamente le spalle –Io voglio che tu sia felice
Mary, e se Nick è la tua felicità, io l’accetto e ti faccio i più sinceri
auguri..addio Mary-
Si allontana, si allontana da me. Non glielo posso permettere. Lo raggiungo,
cingendolo forte con le braccia, appoggiando la guancia alla sua schiena calda.
–Se vuoi che io sia felice..resta con me Steve..perchè ti amo..ti amo tanto-
Lascio che si volti, posso specchiarmi nei suoi occhi languidi e meravigliosi
–Dici davvero, Mary?-
-Si..e mi spiace di essere stata tanto stupida da non capirlo. Ma adesso lo so,
e se tu vuoi Steve io..-
Non mi fa finire, mi abbraccia, mi stringe forte, tant’è che avverto i battiti
dei nostri cuori fondersi in uno soltanto. –Sorridimi Steve, fammi uno dei tuoi
meravigliosi sorrisi e dimmi che non mi lascerai mai-
-Non ti lascerò mai, Mary- mi attira a sé, e finalmente le nostre bocche si
congiungono in un bacio che solo in questo momento mi rendo conto di aver
desiderato fino allo spasimo.
Sento un sottofondo di applausi, so che si tratta dei nostri amici, ma sono
troppo felice per staccarmi da quel meraviglioso contatto. Ora mi sento
completa, la mia anima gemella è qui, mi stringe a sé e mi fa volare, ed io ho
la certezza che non lo perderò mai.
/////
Chiudo il diario che spedirò a Miki in America. Fuori il sole sta per
tramontare, ed io ho appena finito di tuffarmi nei ricordi. Mi accarezzo il
pancione, mentre sento delle braccia forti cingermi le spalle, e delle labbra
calde sfiorarmi la guancia.
-Come ti senti?-
-bene. Ho scritto la nostra storia su questo diario, così quando il nostro
bimbo sarà grande, saprà in che modo si sono messi insieme i suoi genitori- gli
prendo la mano, guidandola sul mio ventre.
-Hai sentito come scalcia- dico, mentre Steve sorrise come un bambino che ha
appena scoperto qualcosa di meraviglioso. Il nostro bambino nascerà tra meno di
un mese, e una delle prime cose che probabilmente gli insegnerò, sarà che la
vita non è mai come uno se l’aspetta, a volte capitano delle cose che
stravolgono le nostre certezze. Nel mio caso, quello stravolgimento ha avuto un
nome, un nome che amo e che mi ha resa felice….il mio Steve.
Roba da carie ai denti, l’idea originale era di dividerla in capitoli e di
renderla decisamente più interessante, ma purtroppo per mancanza di tempo ho
preferito fare così. So che non è sto gran che, e probabilmente sarà piena di
errori (non ho la forza morale e fisica x rileggerla) ma spero che non vi abbia
fatto proprio del tutto schifo (i commy sono sempre graditi). Mando un bacione
a Mewledyu, con la speranza di aver reso, almeno un pochino la sua idea.
Kiss