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Autore: Jade Tisdale    03/06/2016    2 recensioni
La senti tirare su col naso un altro paio di volte prima che si decida ad alzarsi in piedi.
«Dove credi di andare? L’uccellino ha detto di restare qui.»
Lei si volta, scrutandoti coi suoi meravigliosi occhi di ghiaccio.
«Oh, andiamo. Non dirmi che hai intenzione di startene lì impalato. O sbaglio?»
Sorridi senza nemmeno accorgertene, e nel giro di poco Sara fa lo stesso. Ti lancia un’ultima occhiata prima di allontanarsi e il rumore dei suoi tacchi ti rimbomba nella testa.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altri, Leonard Snart, Sara Lance, Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Like a photograph








Ormai sono ore che la cerchi all’interno della Waverider senza alcun successo: sei riuscito a convincere Gideon a lasciarti entrare nella sua camera ‒ visto che in ogni stanza può accedervi solamente il proprietario ‒ per trovarla vuota; hai perlustrato corridoi, ripostigli e zone della navicella che non avevi mai visto; sei persino arrivato al punto di chiedere a Rip se avesse idea di dove si fosse cacciata, ricevendo l’ennesima risposta negativa.
Dannazione.
È sparita da fin troppo tempo per i tuoi gusti, eppure, a differenza tua, nessuno pare aver dato troppo peso alla cosa.
Alla fine, dopo un’altra mezz’ora di ricerche, la trovi seduta a terra con le ginocchia al petto nel vostro solito posto, con una fotografia in mano e lo sguardo perso in essa.
Che sciocco che sei stato a non averci pensato prima.
«Toc toc.»
Sara, colta di sorpresa, sussulta all’istante e si affretta a nascondere l’oggetto nella tasca posteriore dei jeans. «Ti sembra educato entrare così di soppiatto e spaventare le persone?»
«Disse quella che lo fa di mestiere» ironizzi, andandoti a sedere di fronte a lei.
White Canary delinea appena un sorriso, ma tu capisci al volo che qualcosa non va.
«Tutto bene?» azzardi. Ti basta vederle rizzare la schiena per capire che hai ragione.
«Sì» risponde, con un’insicurezza nella voce che non le appartiene. «Perché?»
Scuoti la testa, dopodiché inizi ad osservarla con maggiore attenzione: gli occhi chiari sono più luminosi del solito e le sue guance sono umide, segno che ha smesso di piangere da poco.
È strano, ti dici. Sara non piange mai.
«Posso vedere quella foto?»
La bionda ti lancia uno sguardo che ti lascia intuire chiaramente quale sarà la sua risposta. Non dice nulla, forse perché se ne vergogna, forse perché non ne vuole parlare, ma questo basta per farti capire che no, non te la mostrerà mai, quella foto.
In fondo, vi conoscete appena. Come puoi pretendere che ci sia già così tanta confidenza fra di voi?
Eppure ci hai provato.
«Non… non posso.»
«Cosa?»
«Non posso… non ce la faccio… ad andare avanti così.»
La guardi ancora, e i suoi occhi minacciano nuovamente di lasciar uscire le lacrime.
«Di che diamine stai parlando?»
Sospira. «Non le ho più rivolto la parola da quando sono tornata in vita. Ho sprecato la mia unica occasione di ricongiungermi con lei.»
Non hai idea di chi stia parlando, ma le sue parole ti fanno intuire qualcosa; così, nella speranza di ricavarne qualche dettaglio in più, le reggi il gioco.
«Basterebbe parlarle, no?»
«Sì, e quando? Non sappiamo neanche se torneremo a casa. Non sappiamo nemmeno se usciremo vivi da questa stupida missione.»
«Ti ricordo che sei stata tu a scegliere di venire con noi.»
«Ed è stata la decisione più sciocca che potessi mai prendere.»
Non ti opponi a ciò che dice perché sai che non è lucida e che è il dolore a parlare per lei. Sai che Sara tiene a questa missione più di chiunque altro, perché vuole davvero salvare il mondo e l’umanità. Come tutti voi.
La osservi con interesse, mentre una consapevolezza si fa strada fra i tuoi pensieri.
In un battito di ciglia, Sara è diventata diversa.
Sembra una ragazzina a cui è stato spezzato il cuore, gli occhi pieni di lacrime e le labbra serrate piegate all’ingiù.
Fa male, cazzo. Fa male vederla ridotta in questo stato. Fa troppo male il fatto che ti ricordi tua sorella quando veniva picchiata da vostro padre. Perché è questo che scorgi nelle sue iridi di ghiaccio: paura, dolore e angoscia. Proprio ciò che vedevi negli occhi di Lisa quando le rimboccavi le coperte e lei ti pregava di non lasciarla.
«Ti posso capire» azzardi, anche se non sei certo che rivelarle parte della tua vita sia la scelta giusta. «C’è una persona a cui tengo molto. Si chiama Lisa ed è…»
«La tua ragazza?» tenta Sara, accennando un sorriso stanco.
«Mia sorella.» Sorridi a tua volta, mentre un velo di tristezza le accarezza gli occhi. Magari è proprio a sua sorella che sta pensando.
«Peccato. E io che speravo di sentirti parlare di qualche tua vecchia fiamma.»
Sospiri a tua volta, scuotendo appena il capo. «Mi manca e non ho avuto modo di darle un addio come si deve» prosegui, ignorando la battuta della bionda. «Mi manca e la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, ed è il pensiero che un giorno potrò abbracciarla ancora a farmi andare avanti. E tu devi pensare lo stesso. Se tornassimo a casa senza la vittoria in tasca, credi davvero che le persone che amiamo saranno orgogliose di noi?»
Sara si stringe nelle spalle, mordicchiandosi appena il labbro superiore. «Non lo so.»
«La risposta è no, Sara. Tu devi-»
Prima che tu riesca a proseguire, la donna sussulta e si asciuga in fretta i residui di lacrime sul viso: soltanto pochi secondi dopo,quando Kendra compare sulla soglia, capisci che Sara aveva udito i suoi passi lungo il corridoio.
«Oh, scusatemi» esordisce la mora, un’espressione indecifrabile stampata in viso. «Non volevo…»
«Non ci interrompi, Kendra» risponde Sara in tono pacato, riservandole un sorriso dolce.
La mora sospira impercettibilmente, per poi giungere le mani dietro la schiena. «Ero solamente venuta a dirvi che noi stiamo andando a raccogliere indizi, ma voi… potete restare, se volete. Rip ha detto che, se avete di meglio da fare, potete anche non venire con noi.»
«In poche parole noi due siamo inutili e non ci vuole tra i piedi» la punzecchi, con una delle tue solite occhiate glaciali.
Kendra si blocca per un istante. Ci hai azzeccato anche stavolta.
È come il primo giorno: le vostre abilità non sono necessarie per il tipo di missione che bisogna affrontare, perciò se ve ne restate seduti a non combinare guai è meglio per tutti.
«Grazie per averci avvisati, Kendra» conclude Sara, poco prima che Hawkgirl scompaia nuovamente nel corridoio.
Tu la guardi e non puoi fare a meno di chiederti come faccia a sembrare allegra anche quando non lo è. Ti chiedi come faccia a nascondere tutta la malinconia e la negatività nel giro di poco tempo, senza nemmeno renderti conto che è ciò che tu hai fatto per tanti anni con il solo scopo di rassicurare tua sorella e di non farle credere che anche tu avessi paura.
La senti tirare su col naso un altro paio di volte prima che si decida ad alzarsi in piedi.
«Dove credi di andare? L’uccellino ha detto di restare qui.»
Lei si volta, scrutandoti coi suoi meravigliosi occhi di ghiaccio.
«Oh, andiamo. Non dirmi che hai intenzione di startene lì impalato. O sbaglio?»
Sorridi senza nemmeno accorgertene, e nel giro di poco Sara fa lo stesso. Ti lancia un’ultima occhiata prima di allontanarsi e il rumore dei suoi tacchi ti rimbomba nella testa.
Ormai è inutile mentire a te stesso, Leonard: ti piace. E forse, anche se lei non lo ammetterà mai, gli piaci anche tu.
Ti alzi a tua volta intenzionato a raggiungerla, ma nel farlo, ti rendi conto che la fotografia le è scivolata dalla tasca.
La tentazione di guardarla è forte, ma sai che non dovresti farlo. Non sarebbe corretto nei confronti di Sara.
Ma in fondo, le è solo caduta, giusto? E tu gliela vuoi soltanto restituire. Che male c’è se nel mentre gli dai una sbirciatina?
La raccogli da terra con estrema lentezza, incuriosito di scoprire cosa si celi dietro all’afflizione di White Canary, ma quando la volti ti si chiude lo stomaco.
La foto ritrae Sara stretta ad un’altra donna mora e bellissima, quasi quanto lei. Entrambe hanno un sorriso a trentadue denti e le mani unite, ma la cosa che più ti colpisce è l’espressione di Sara: non l’hai mai vista così gioiosa e serena, e i suoi occhi, sebbene siano lucidi, sono tutt’altro che tristi.
Un attimo dopo, l’eco della sua voce giunge fino a te. «Snart, vieni o no?»
Il sorriso di poco fa si tramuta in un lieve broncio mentre lasci cadere a terra la foto, col cuore che batte a mille e la consapevolezza che lei non sarà mai tua.
Ma questa giornata e i pochi minuti trascorsi con Sara, nel bene o nel male, rimarranno per sempre impressi nella tua memoria come una fotografia.









Io questi due proprio non ce la faccio a shipparli, ci ho provato, davvero, ma quando ho visto per la prima volta il promo dell’1x15 mièsalitoilnervoso mi sono venute le lacrime agli occhi al pensiero che Nyssa e Sara non si sono nemmeno baciate nell’episodio precedente.
Eppure, penserete, pur non shippandoli ho scritto un’altra storia su di loro. Il punto è che lui è carino e lei è carina macomedueentitàseparate, ma per me sono carini insieme solo come amici, nulla di più. Non so se è chiaro il concetto(?), fatto sta che se leggo qualcosa su di loro sorrido, ma se provo anche solo ad immaginarmeli insieme per davvero non ci riesco. I’m complicated, I know.
Tornando alla storia, avevo buttato giù una bozza prima di sapere che Nyssa e Sara in realtà si erano già viste quando la prima era rinchiusa a Nanda Parbat, quindi è una sorta di What if. La storia è ambientata nonsonemmenoioquando in un momento imprecisato tra i primi episodi della stagione.
La cosa della camera in cui può entrarvi solo il proprietario me la sono inventata perché mi sembrava una cosa carina e giusta(?). Insomma, dai, non è bello che chiunque entra ed esca dove voglia come fanno loro, un po’ di privacy dovrebbero concedersela (dato che Rip nel season finale è entrato in camera di Sara senza battere ciglio).
Ho paurissima di aver reso Leonard terribilmente OOC, soprattutto quando parla di Lisa.
Chiedo scusa a chi li shippa, doveva essere una cosa più gioiosa e avevo in mente un lieto fine per i Captain Canary in questa storia, ma alla fine se c’è Nyssa di mezzo non ce la faccio a mettere in disparte la mia OTP >.<
Anyway, un po’ di angst non guasta mai, quindi spero che l’abbiate comunque apprezzata e che non mi odiate :P

   
 
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