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Autore: Callisto08    03/06/2016    4 recensioni
Harry e Draco stanno insieme da più di due anni, ormai. Il primo è un Auror, l'altro un Pozionista esperto. All'improvviso, un giorno, Harry non rientra da una missione. Draco lo aspetta. E il tempo passa.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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My life would suck without you
 




 
"I know that I've got issues,
but you pretty messed up too.
Either way I found out
I'm nothing without you."
K. Clarkson
 
 
 
 
 
 


A Draco non piaceva preoccuparsi.
L'aveva fatto abbastanza durante la Guerra, e tutto quel mefitico groviglio di emozioni era stato abbastanza per una vita intera.
Ricordava ancora, rabbrividendo, le notti passate a rigirarsi nel letto, senza riuscire a chiudere occhio per paura di essere inghiottito da uno dei suoi terribili incubi. Era una sensazione soffocante, quella di non sapere se si sarebbe sopravvissuti fino a vedere il nuovo giorno, stando agli ordini di un pazzo.
 
E poi, preoccuparsi faceva venire le rughe, e i Malfoy non avevano le rughe.
 
Quella volta però, Draco non riusciva proprio a trattenersi. Camminava avanti e indietro in cucina fissando ogni tre secondi l'orologio appeso alla parete, per poi distogliere ogni singola volta lo sguardo, mandando al diavolo tutto.
Stupido, maledetto Potter. Dove diavolo sei?
 
Prima che partisse per quella missione Auror completamente folle, Harry e Draco avevano litigato a lungo. O, per meglio dire, Draco aveva urlato ed Harry era rimasto in silenzio con le braccia incrociate al petto, seduto sul bordo del loro letto in attesa che Draco si sfogasse.
E' che Draco proprio non riusciva a capire perché diavolo Harry dovesse imbarcarsi in quella missione maledettamente pericolosa.
 
"Ci sono un milione di Auror che potrebbero farlo! Perché tu?" Aveva urlato Draco stringendo i pugni talmente forte da far sbiancare le sue nocche già nivee.
 
"Perché io sono il Capo dell'Ufficio, Draco, e questa è una missione complicata." Harry aveva risposto con voce calma. Sapeva che sarebbe stato terribilmente controproducente lasciarsi andare anche solo un po' all'irritazione, in quel momento. Draco sarebbe esploso.
 
"Ah! Allora lo ammetti che è una maledetta missione suicida!"
 
Avevano continuato così per un bel pezzo, finché Harry non aveva perso la pazienza, si era alzato e aveva preso Draco tra le braccia, poggiandogli le mani ai lati del viso.
Merlino, avevano un profumo squisito, e Draco aveva chiuso appena gli occhi per inalarlo a  pieni polmoni, tentando di scacciare il pensiero che quella potesse essere una delle ultime occasioni che aveva per farlo.
 
"Draco, guardami," aveva detto Harry, e lui non aveva potuto fare a meno di aprire gli occhi e puntarli in quelli verdi del suo compagno. Per Salazar, Harry aveva gli occhi più belli del mondo. "Andrà tutto bene, ci saranno i migliori Auror insieme a me. Faremo il culo agli ultimi Mangiamorte che si nascondono nel nord della Scozia, poi tornerò da te e ti scoperò fino a farti dimenticare come ti chiami."
 
Quella frase aveva strappato una risatina a Draco. Harry era sempre così deliziosamente sfacciato. Poi aveva tirato su con il naso e l'aveva guardato, torturandosi il labbro inferiore con i denti. "Mi prometti che tornerai?"
 
Harry aveva sorriso, ed il cuore di Draco aveva saltato un battito. "Te lo garantisco. Domenica pomeriggio alle 5 sarò a casa, giusto in tempo per il tè."
 
 


 
***
 
 



Solo che adesso erano già le 5.40 del pomeriggio e Draco stava andando letteralmente fuori di testa.
Aveva attraversato anche una serie di fasi della preoccupazione.
All'inizio aveva finto indifferenza, si era seduto al tavolo con il Profeta della Sera, sfogliando le pagine con nonchalance. Aveva rinchiuso il pensiero di Harry in fondo al cervello e aveva riempito la testa degli ultimi pettegolezzi.
Poi però aveva letto la notizia che Ronald Bilius Weasley, Auror, aveva pubblicamente annunciato che si sarebbe ritirato dalla carriera di cacciatore di maghi oscuri per entrare in affari con il fratello George Weasley, assumendo insieme a lui il comando della catena di successo Tiri Vispi Weasley.
 
E questo aveva fatto entrare Draco nella fase due. La rabbia.
Ma perché quel maledetto Potter, quel Grifondoro mentecatto e idiota doveva continuare con quel lavoro? Anche la Donnola, per quanto cerebralmente limitato, si era reso conto che fosse meglio occuparsi di tutt'altro, piuttosto che rischiare di spezzarsi l'osso del collo ogni singola volta. Merlino, a che pro aveva sconfitto Voldemort, se poi tutto quello che aveva ottenuto era stata una vita così orribilmente pericolosa? Perché diavolo doveva mettersi alla prova in quel modo ogni singola volta? Cos'è, doveva dimostrare di essere forte e coraggioso? Beh, lo aveva fatto anche abbastanza. Non c'era bisogno che continuasse.
E poi, a Draco non pensava? A Draco che lo aspettava a casa tutte le volte con il cuore che gli rimbombava nel petto, chiedendosi  se il bacio che gli aveva dato prima di partire fosse stato l'ultimo.
 
Per la rabbia ed il nervosismo, Draco era scattato in piedi, appallottolando con stizza il giornale lanciandolo sul pavimento. E poi aveva preso a misurare la cucina a grandi falcate, avanti e indietro, rischiando di fare un solco sul pavimento e guardando l'orologio ogni tre secondi.
Stupido, maledetto Potter. Dove diavolo sei?
 
 



 
***
 



 
 
Draco sbuffò e si lasciò cadere sul divano, prendendosi la testa fra le mani e infilando le dita nei capelli chiari, quasi bianchi, tirandoli appena.
Che cosa avrebbe potuto fare?
Si sentiva stupidamente impotente, era inutile, seduto lì, in quell'appartamento buio mentre Harry era là fuori, a combattere e, per quanto ne sapeva lui, a morire.
 
Draco l'aveva sempre saputo, che tra loro sarebbe andata così.
Lo aveva immaginato, eppure, quella sera di quasi quattro anni prima, quel pensiero non lo aveva fermato dall'avvicinarsi ad un groviglio di capelli neri, in quello stupido bar babbano.
 
 
 


 
***
 
 
 



 
- Guarda un po' chi si vede, l'Eroe del Mondo Magico che si ubriaca da solo in un bar. Dimmi Potter, come hai fatto a cadere così in basso? -
 
Potter alzò gli occhi dal bicchiere vuoto che aveva davanti e li piantò in quelli di Draco che, onestamente, ebbe le vertigini. Erano più belli di quanto ricordasse.
 
- Malfoy? -
 
- Esatto, Potter. Sono felice di constatare che sei ancora lucido abbastanza da riuscire a riconoscermi. - Aveva detto con tono beffardo. Gli piaceva stuzzicarlo, gli era sempre piaciuto, e sapeva che Potter non era neanche così ubriaco.
 
- Sono lucido, questo è il primo shot. - Confermò infatti l'altro, facendo ruotare lo sgabello per trovarsi faccia a faccia con Draco. - Tu, piuttosto, cosa ci fai in un bar babbano? Credevo che i Purosangue stessero lontani da certi postacci. -
 
Draco sorrise, perché Potter non aveva pronunciato quella frase senza disprezzo né scherno. Anche a lui piaceva provocarlo, a quanto pareva.
- Sì, beh, a quanto pare la mia presenza non è gradita in alcun locale magico. - Disse con una scrollata di spalle, il tono leggero.
 
Gi occhi di Potter erano fastidiosi, lì piantati sulla faccia di Draco, e sembravano volergli guardare dentro. Draco distolse lo sguardo, imbarazzato, e poi si stupì di se stesso. I Malfoy non provavano imbarazzo davanti a nessuno.
 
- Devi dar loro un po' di tempo. - commentò Potter distogliendo finalmente lo sguardo.
 
Tempo.
Sì, era passato appena un anno e mezzo dalla battaglia di Hogwarts e si erano già svolti tutti i processi ai Mangiamorte che gli Auror avevano in custodia.
Questo includeva anche Lucius, Draco e, con accuse minori, Narcissa.
 
Lucius era stato condannato all'ergastolo da scontare ad Azkaban, ormai libera dai Dissennatori. Tutte le prove erano contro di lui, e la condanna era stata emessa in tempi brevi.
Poi era stata la volta di Draco, e lì c'era stata la vera sorpresa. Mentre il capo del Wizengamot leggeva infatti tutti i capi d'accusa all'uditorio e a Draco, seduto sulla sedia al centro del tribunale, le porte si erano spalancate rumorosamente.
Tutti si erano voltati in tempo per vedere Harry Potter, l'Eroe del Mondo Magico, entrare a passo deciso, lo sguardo ardente. Draco l'aveva guardato con  gli occhi spalancati, che si erano aperti ancora di più quando Potter aveva cominciato a parlare.
Aveva portato al Wizengamot prove e testimonianze del fatto che Draco e Narcissa non fossero colpevoli, essendo stati costretti ad agire dalla paura per l'incolumità della propria famiglia.
Aveva raccontato loro, forte delle testimonianze di Weasley e della Granger, di come Draco non l'avesse denunciato quel giorno, al Malfoy Manor, cambiando con quella scelta le sorti della guerra. La stessa cosa che aveva fatto Narcissa, qualche mese dopo, nella Foresta Proibita.
Alla fine, sia Draco che sua madre erano stati rilasciati, con l'obbligo di dover pagare una multa di diecimila galeoni, il che non andava ad intaccare minimamente il patrimonio dei Malfoy.
 
Nel tempo che ci misero a liberarlo e a fargli firmare le carte necessarie, Potter era sparito.
 
E adesso eccolo lì, e Draco sul serio non sapeva come comportarsi. Cosa si dice al'uomo che ti ha salvato la vita?Per la seconda volta, tra l'altro.
 
Alla fine optò  per un - Grazie, comunque, Potter.- ed Harry gli rispose con una scrollata di spalle.
- Ad ogni modo, - riprese Draco battendo le mani e facendo trasalire entrambi, troppo immersi nei propri pensieri, - Tu invece cosa ci fai qui?Non dovresti essere a casa? -
 
- Non mi andava di stare da solo. - mormorò Potter, sospirando ma con un mezzo sorriso sulle labbra.
 
- E la Piattola rossa? - chiese Draco senza riuscire a trattenersi. Salazar solo sapeva quanto avesse invidiato quella specie di rigurgito di troll ad Hogwarts, quando a lei era permesso di tenere per mano Potter, baciarlo…
 
Potter sbuffò una risatina nasale. - Oh, con Ginny è finita qualche mese fa. Sai, quando le ho detto di essere gay. -
 
Beh, questa Draco proprio non se l'era aspettata.
 
Draco ed Harry avevano iniziato ad uscire come amici ed erano andati avanti per circa un mese, finché, dopo una serata al cinema, Potter l'aveva riaccompagnato al suo appartamento e lo aveva sbattuto contro la porta d'ingresso, baciandolo.
 
- Finalmente, ci hai messo una vita, idiota. - aveva sussurrato Draco sulle sue labbra, prima di riprendere a baciarlo.
 
Da quel momento le cose si erano movimentate un po'. Avevano cominciato ad uscire come coppia e Draco aveva amato ogni minuto. Dormivano sempre insieme, qualche volta a casa di Harry e qualche volta a casa di Draco. L'appartamento di Harry era piccolino e confusionario, pieno zeppo di cartacce e mantelli buttati su ogni pezzo di arredamento possibile. Draco si lamentava del suo disordine ogni singola volta, ma non aveva mai mosso un dito per fare in modo che Harry sistemasse qualcosa. Era strano, ma quel caos era ormai familiare per lui, odorava di casa.
 
Durante il giorno si vedevano poco, perché Harry era impegnato al Ministero con il corso di addestramento per Auror, e Draco frequentava le lezioni del Master per Pozionisti in cui era entrato.
Una volta però Harry gli aveva fatto una sorpresa, presentandosi nella mezz'ora di pausa di Draco con un fiore ed un muffin al cioccolato, l'unica debolezza gastronomica che Draco si concedeva. Sul serio, ne mangiava a tonnellate.
Draco l'aveva visto arrivare, aveva sgranato gli occhi e gli era corso incontro, saltandogli in braccio e riempiendogli il viso di baci.
 
- Stupido, perfetto Potter - gli aveva detto tra un bacio ed un altro e poi, nel modo meno romantico possibile, con la bocca tutta piena di muffin gli aveva sussurrato - Ti amo, Harry. Da morire. -
 
Ed Harry aveva ricambiato. Ovviamente.
 
 
Draco era lì quando il Ministro della Magia aveva appuntato al petto di Potter una spilla argentata, annunciando orgoglioso che Harry James Potter aveva superato a pieni voti il corso di addestramento, ed era diventato a tutti gli effetti un Auror.
 
Era lì anche quando Harry era partito per la sua prima missione. L'aveva abbracciato senza riuscire a parlare, e aveva sentito il cuore dell'altro battergli  velocissimo nel petto. L'aveva stretto a sé piantandogli un bacio dolce sulle labbra e sussurrandogli, - Ti prego, torna da me. -
 
Ed Harry lo aveva fatto, lo aveva fatto sempre.
 
 
 




 
***
 
 
 
 




 
 
Draco si prese la testa tra le mani, passandosi i palmi sugli occhi.
Sentiva la gola chiusa, e una sensazione di nausea che gli rivoltava lo stomaco. Sapeva che avrebbe dovuto sforzarsi a non pensare alle situazioni peggiori, eppure non riusciva a farne a meno.
 
Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Harry riverso a terra, gli occhi vitrei e sgranati, la bacchetta a terra, lontana qualche centimetro dalla sua mano fredda e aperta.
O ad Harry prigioniero nelle segrete di qualche Mangiamorte, torturato e ridotto ad un fantasma vivente, come era successo ai genitori di Neville.
 
L'insieme di questi pensieri gli fece stringere i denti.
Non gli era dato saper niente. Se ad Harry fosse successo qualcosa, lui non sarebbe stato il primo a saperlo.
La notizia gli sarebbe arrivata da Ron ed Hermione, o dai Weasley.
C'era ancora chi, al Ministero, non vedeva di buon occhio il fatto che l'eroe del mondo magico fosse in una relazione con un ex Mangiamorte, e quindi, il più delle volte, Draco veniva ignorato.
 
Non gli era mai importato, fino a quel momento.
 
Si alzò dal punto in cui era seduto ed entrò in cucina per prepararsi un tè caldo. Forse fare delle azioni meccaniche senza pensare lo avrebbe aiutato.
Mise a bollire la teiera sul fuoco e prese una tazza dallo scaffale accanto al frigorifero. Preparò minuziosamente le foglie che avrebbe poi infuso e aspettò il familiare fischio che indicava che l'acqua era pronta per essere versata.
 
Nel frattempo tenne impegnata la mente recitando a memoria gli ingredienti della pozione Polisucco.
 
Quando il fischio arrivò, alto e forte, Draco si girò e prese a versare attentamente l'acqua bollente nella tazza, riempendola quasi fino all'orlo.
 
- Draco -
 
Draco sgranò gli occhi e si girò di scatto, ritrovando a qualche passo da sé un Harry totalmente sporco di fuliggine dalla testa ai piedi, con un taglio che gli solcava la guancia sinistra e un sorriso stanco sul viso.
Il cuore prese a battergli nel petto, mentre con gli occhi scandagliava la figura davanti a sé in cerca di danni, o forse di prove che indicassero che non si trattava di un sogno o della sua immaginazione.
Non sapeva cosa farsene dei sentimenti che gli tappavano la gola, quindi non fece niente. Semplicemente si voltò e infuse il tè nell'acqua calda.
 
- Ehi - sentì dire ad Harry, e due secondi dopo le sue mani erano sui fianchi di Draco, e il suo naso dietro l'orecchio dell'altro.
 
Draco trattenne il respiro nell'esatto momento in cui Harry iniziò ad inalare il suo odore.
 
-Ehi - sussurrò debolmente, le mani che tremavano e la bustina tristemente abbandonata nell'acqua bollente di fronte a sé.
 
- Sono a casa - disse Harry e Draco avrebbe alzato gli occhi al cielo se non fosse stato impegnato a tentare di non scoppiare a piangere come un idiota. I  Malfoy non piangono.
 
- Evidentemente - disse invece in tono gelido, scrollandosi di dosso le mani dell'altro e spostandosi di nuovo sul divano, con la tazza bollente tra le mani. Prese a fissare le venature nel legno del tavolino da caffè.
 
- Draco… va tutto  bene? - chiese Harry, una nota esitante nella voce, sedendosi accanto a lui.
 
E va bene, non si erano detti molto, ma questo era già troppo per Draco. Sbatté la tazza sul tavolino, ignorando il liquido bollente che cadde sul legno e si voltò verso Harry con gli occhi fiammeggianti.
 
- Oh sì, Harry, va tutto così fottutamente bene!  Mi sono divertito da morire a stare qui e fissare l'orologio dalle maledette 5 del pomeriggio, aspettando che tornassi. Uno spasso, davvero, dovremmo rifarlo. Era così difficile, che so, mandare il tuo stupido Patronus ed avvisarmi che avresti ritardato più di un'ora? Non hai idea di come io mi sia sentito, Harry. Ogni minuto che passava credevo fossi morto, e invece eri lì fuori a fare l'eroe! Merlino, devo importare davvero poco per te se… -
 
- Draco, no. Non completare nemmeno quella frase, lo sai anche tu che non è vero. - sospirò passandosi le mani tra i capelli, senza lasciare gli occhi di Draco nemmeno per un secondo. - Mi dispiace di averti fatto preoccupare. Ti avrei avvisato se avessi potuto, sai che lo avrei fatto. Odio farti preoccupare. - si allungò appena per prendere una mano tra le sue. Draco guardò le loro dita intrecciate, la sua pelle pallida in contrasto con quella olivastra e sporca di Harry. Harry che era tornato a casa. Vivo.
 
- Allora cosa è successo? Tu stai bene? -
 
Harry sospirò ma gli concesse un sorriso stanco e sollevato.
- Sì, ma c'è stato un imprevisto - Draco trattenne il fiato - Uno di quei bastardi teneva prigionieri sette bambini, tutti maghinò, la cui scomparsa era stata denunciata durante la guerra. Non si sa perché li avesse, crediamo stesse cercando una "cura" per la loro condizione. Malato pezzo di merda. - Harry chiuse la mani in pugni e Draco ebbe un fremito di paura. - Ad ogni modo. Non ce lo aspettavamo per nulla, gli Auror che avevano quel caso lo avevano archiviato come irrisolto… Capisci che quindi la situazione è diventata particolarmente delicata. E' andato tutto bene, però. Abbiamo schiantato il bastardo e riportato i piccoli alle loro famiglie. E' stato… intenso. Per questo ho ritardato. Mi dispiace, Draco. - concluse, portandosi la sua mano alle labbra e lasciando un bacio leggero sulle nocche.
 
Il respiro di Draco tremò nel suo petto. Harry era lì, e stava bene.
Improvvisamente la distanza tra loro gli parve troppa.
 
Con un movimento agile gli saltò addosso, cingendogli il collo con le braccia ed affondando il viso nella sua divisa da Auror logora.
- Ho avuto così tanta paura, Harry -
 
- Lo so, piccolo - sussurrò l'altro, stringendoselo addosso e cullandolo.
 
- Non lasciarmi mai, ti prego -
 
- Ti amo, Draco - rispose Harry, consapevole di non potergli promettere qualcosa su cui non aveva il pieno controllo.
 
- Anch'io, stupido pazzo - mormorò, il viso ancora affondato nelle vesti dell'altro.
 
Harry rise, ed era il suono più bello del mondo.
 
- Ora - continuò Draco, alzando il viso e guardandolo negli occhi con un sorrisetto malandrino - Mi ricordo che mi era stato promesso che sarei stato scopato, e qui cito testualmente, fino a farmi dimenticare come mi chiamo -
 
Harry scoppiò a ridere, gettando la testa indietro, poi si alzò dal divano tenendo Draco in braccio e facendosi strada verso la camera da letto.
 
- Hai ragione - sussurrò, la voce da predatore - E chi sono io per infrangere una promessa? -
 
Poi lo baciò, forte e duro, e Draco sorrise nel bacio. Andava tutto bene.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
  
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