Film > Inside Out
Ricorda la storia  |      
Autore: Euphemia    04/06/2016    1 recensioni
{ College!AU • Human!Emotions • Slice of Life • Uso dei nomi inglesi • Dedicata ad Ely }
E se le Emozioni del film fossero persone normali? Come ve le immaginereste nella vita reale - o meglio, alle prese con la vita al college? Cinque piccoli racconti su tutti i personaggi del film, sotto un altro punto di vista!
☆ Rain ~ Joy/Sadness
☆ Smile ~ Disgust/Fear
☆ Books ~ Joy & Bing Bong + Joy/Sadness
☆ Photos ~ Anger & Fear + accenni Disgust/Fear
☆ Candy ~ Sadness & Bing Bong + accenni Riley/Jordan
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: Dato che l'uso dei nomi italiani come nome delle Emozioni non rende (della serie: Tristezza era triste non se può senti'), ho scelto di utilizzare i loro nomi in inglese, trattandosi di un AU in cui sono tutti umani; quindi Joy = Gioia, Sadness = Tristezza, Disgust = Disgusto, Fear = Paura e Anger = Rabbia. Poco realistico che dei genitori chiamino i loro figli con il nome di emozioni a caso, ma sinceramente non me la sono sentita di cambiare radicalmente i loro nomi, altrimenti non sarebbero più stati loro. Inoltre mi sono fatta un'immagine di quale aspetto potrebbero avere da umani (compreso Bing Bong ofc) e... Niente, ho fatto un disegnino rapido di come li immagino che si trova alla fine della pagina. Detto questo, buona lettura! 



 
Rain
 
Nessuno l'avrebbe mai detto, eppure Joy adorava la pioggia. Certo, le giornate piovose non trasmettevano la stessa euforia di un cielo limpido e luminoso, ma anche un bello scroscio d'acqua aveva qualcosa di allegro, a modo suo: la sensazione di tranquillità di Joy mentre osservava e ascoltava il rumore della pioggia, stando al calduccio nella sua stanza, era una delle sue preferite. Per non parlare di quanto era divertente poi, il giorno dopo, infilarsi un paio di scarponi impermeabili e saltellare nelle pozzanghere che si erano venute a formare durante la notte - non importava che fosse una studentessa del college: avrebbe adorato fare quel genere di cose anche a novant'anni.
Disgust, la ragazza con cui divideva l'appartamento, si lamentava sempre di quanto la pioggia "le rovinasse i capelli, il trucco, i vestiti e, soprattutto, l'umore", e più volte aveva domandato a Joy come riuscisse a trovare il lato positivo in ogni singola cosa - anche una cosa fastidiosa come la pioggia; ma la bionda non era mai riuscita a dare una risposta soddisfacente. Era solo il suo carattere.
Joy stava per l'appunto versando la cioccolata che aveva preparato in una tazza, chiedendosi frattanto dove si fosse andata a cacciare Disgust che odiava starsene sotto un acquazzone serale come quello, quando sentì il campanello. 
"Ah, eccola!" esclamò e, dopo aver posato la tazza, si diresse verso l'ingresso. 
Già si preparava psicologicamente alle solite lamentele della castana: "Io odio la pioggia!" o "Ma perché proprio oggi che mi ero fatta la messa in piega?!" o ancora "La pioggia dovrebbe essere illegale nei giorni in cui una ragazza decide di indossare un bel vestito!".
Quando Joy aprì la porta, tuttavia, non fu Disgust a rivolgerle uno sguardo da cane bastonato. 
Una ragazza dai capelli scuri e fradici fissava Joy con occhi imploranti, dietro un paio di occhiali rotondi e spessi. La bionda notò che le sue mani, nascoste in parte dalle maniche del maglione azzurrino - anch'esso zuppo d'acqua - si contorcevano senza sosta. 
"Ehi, Sadness!" disse, rivolgendole un sorriso smagliante. 
"C-Ciao Joy..." 
"Hai bisogno di qualcosa?" 
Sadness abbassò lo sguardo e lo indirizzò verso le sue scarpe, mentre un velo di rossore le ricopriva pian piano le guance paffute. 
"Ecco..." cominciò con voce tremante. "Io... Ho dimenticato le chiavi nel mio appartamento e... E sono rimasta fuori..." 
"Ma Sadness!" La interruppe Joy, allarmata. "Sei fradicia! Per quanto tempo sei stata sotto il temporale?"
"Non saprei... Ho aspettato la mia compagna di stanza, ma dato che si è fatto buio non penso che tornerà... Quindi, ecco... Io..."
La voce di Sadness ritornò a vacillare, ma di più, rispetto che all'inizio, mentre il suo viso si faceva sempre più arrossato. Ma Joy non ebbe il bisogno di sentire altro; subito le posò una mano sulla spalla - cosa che fece improvvisamente alzare lo sguardo all'altra - e le rivolse l'ennesimo occhiolino. 
"Tranquilla! Puoi restare a dormire da me stanotte. Ma se Disgust ti vede in questo stato... Non credo che ti darà vita facile, finché sei sotto il suo stesso tetto! Ti presterò dei miei vestiti!" 
La bruna balbettò qualcosa, ma Joy non riuscì a sentire nulla; vide soltanto che Sadness annuì, mentre si stringeva le spalle nell'impulso di farsi piccola piccola. La bionda le sorrise ancora - un sorriso più caloroso, stavolta - e la invitò ad entrare. Almeno, non si sarebbe gustata da sola né la vista della pioggia né il sapore della cioccolata calda. 
 




Smile

Fear tentava di tener ferme le mani, mentre cercava un'inquadratura adatta attraverso la lente della sua macchina fotografica. Dall'altra parte dell'obiettivo, la giovane ragazza con il vestito verde gli rivolgeva un sorriso ammiccante, del tutto incantevole, circondata dai colori sgargianti di uno dei background naturali che lei stessa aveva scelto per il set. Fear ancora trovava incredibile come la ragazza più popolare del campus - nonché sua irrimediabile cotta dai tempi del liceo - avesse all'improvviso deciso di rivolgersi a lui - sì, proprio lui - in quanto abile fotografo per poterla aiutare nel suo progetto di moda. In realtà, nemmeno sapeva come era riuscito anche solo ad accettare verbalmente la richiesta; il rosso non ricordava affatto nulla, se non la voce convincente di Disgust e i suoi meravigliosi occhi verdi. 
Erano già passati troppi secondi da quando la castana si era messa in posa, e Fear ancora non aveva premuto il pulsante dello scatto. Se le sue mani avessero continuato a tremare nervosamente - se il suo cervello non l'avesse smessa di formulare pensieri sconnessi e confusi per effetto del sorriso di Disgust, lei si sarebbe innervosita e lui sarebbe andato completamente nel panico. 
"Fatto?" 
Le parole soavi della ragazza lo raggiunsero con un tempismo perfetto; Fear riuscì finalmente a trovare con l'indice il tasto della macchina fotografica e lo schiacciò nervosamente. Quando la ragazza udì il rumore dello scatto, si alzò in piedi dal masso su cui era seduta e si piegò leggermente in avanti, divaricando di poco le gambe e posando le mani smaltate di rosa sulle cosce. 
"Questa la voglio più naturale, Fear" cominciò a dire, mentre si scostava un ciuffo di capelli dal viso. "Voglio che tu mi ritragga mettendo in evidenza la luce del sole. Si può?" 
"C-Certo, Disgust!" 
Impacciatamente, il fotografo scavalcò la radice di un albero e si posizionò in modo tale da rendere lo scatto più luminoso. Attraverso l'obiettivo, notò ancora una volta il sorriso di Disgust; stavolta, però, non era diretto alla macchina fotografica. 
"Sei molto gentile" fece lei, e Fear la vide alzare il naso all'insù, in uno dei suoi soliti altezzosi atteggiamenti. "Il mio progetto sarà meraviglioso" 
Fear le sorrise di rimando - un sorriso sghembo, insicuro e soprattutto imbarazzante, mentre il colore delle sue guance assumeva tonalità paonazze. Un risolino e dei primi balbettii sconnessi uscirono dalle sue labbra ormai secche, ma poi, in qualche modo, riuscì a controllare per un attimo il suo battito cardiaco. Abbassò la macchina fotografica e le sorrise ancora.
"G-Grazie, Disgust" 



 
Books
 
"Ehi Joy, ma dobbiamo metterci a studiare proprio in biblioteca?" 
"Sì, Bing Bong" 
Il ragazzo dai capelli rosa guardava incuriosito l'amica, mentre seguitavano a camminare per i corridoi silenziosi che portavano all'ingresso della biblioteca del campus. Joy, dal canto suo, sembrava ben entusiasta di potersi recare in un luogo tranquillo, dove avrebbe potuto fare le sue ricerche con tutta la buona volontà di cui era provvista; sperava tanto di riuscire a stupire l'insegnante di letteratura, questa volta. 
"Ma in biblioteca non si può fare rumore... Non potevamo rimanere nel tuo appartamento?" 
"Non sarebbe stata una buona idea, Disgust si sta preparando all'ennesimo set fotografico e non vuole essere disturbata..." 
Joy aprì le porte della biblioteca, facendo poi cenno all'amico di abbassare il tono di voce, nel caso in cui volesse dire qualcosa. Dopodiché, cercò con lo sguardo qualche tavolo libero dove avrebbero potuto studiare senza disturbare nessuno. 
"Che noia!" sussurrò Bing Bong, allargando le braccia. "Potevamo almeno andare al parco, allora!" 
"Bing Bong, non lamentarti, guarda quanti libri ci sono qui!" rispose la biondina, indicando con la mano una serie di librerie e scaffali pieni di volumi, e poi inspirò profondamente. "Sarà divertentissimo anche se dovremo cercare di essere più silenziosi. Non senti l'odore della cultura?" 
"Io sento solo odore di vecchio..." borbottò il rosa, mettendosi le mani in tasca. 
Joy ridacchiò, divertita dalla schiettezza dell'amico. Si guardava ancora attorno, quando riconobbe un viso familiare poco più lontano. 
Sadness era seduta a un tavolo della biblioteca, completamente da sola, con il capo chino su un voluminoso libro che stava leggendo. Aveva l'aria di essere del tutto concentrata, ma Joy non esitò neanche per un istante a dirigersi verso di lei. 
"Ciao Sadness!" 
La castana sussultò e alzò la testa, guardando Joy con gli occhi azzurri che sembravano quelli di un'anima in pena. 
"Ciao, Joy..." 
"Che stai facendo?" 
"Sto studiando..." 
"Cosa?" 
"Letteratu..." 
"Ma che caso, anche io e Bing Bong dobbiamo studiare letteratura! Possiamo studiare con te?" 
Le guance di Sadness si colorarono di rosso, e lei non potette evitare di abbassare lo sguardo, imbarazzata. Poi guardò il rosa, che intanto gli aveva fatto un cenno di saluto con la mano, mostrandole un ampio sorriso. 
La bruna si aggiustò gli occhiali rotondi sul naso con dita tremanti e poi annuì. 
"S-Sì, certo..." 
"Perfetto!" esclamò Joy, dandole una pacca sulla spalla. "Vedrai che sarà più divertente insieme!"




Photos

Era da almeno un'ora che se ne stava seduto sul letto, a gambe incrociate e con la schiena curva, immerso letteralmente con lo sguardo, con la mente e con il cuore nella memory card della sua macchina fotografica professionale. Prima di salutarsi, quella sera, Disgust aveva affermato che tutto il duro lavoro compiuto nell'arco di un'intera giornata aveva fruttato la realizzazione di uno dei capitoli del suo progetto; ne mancavano altri quattro, e la castana non aveva nascosto che la loro messa a punto non sarebbe stata così semplice come per le foto precedenti. 
Fear era più che onorato di aiutare la ragazza dei suoi sogni, ma non poteva farne a meno: quella sera l'avrebbe passata a vedere e rivedere tutti gli scatti che lui le aveva fatto quel giorno. Certo, lui aveva l'incarico di rimuovere tutte quelle foto sbagliate o, come preferiva definirle Disgust, "gli orrori in cui la sua faccia sembrava quella di una bambola di plastica"; tuttavia, sapeva benissimo anche lui stesso che non era altro che un pretesto, una scusa per poter sbirciare più liberamente le fotografie e la bellezza della sua irrimediabile cotta - e ne era talmente incantato, mano a mano che scorreva con il pollice gli scatti, che non si era minimamente accorto di una presenza dietro di lui. 
"Ehi, sempliciotto!" 
Quella voce possente prese talmente alla sprovvista il rosso che questo non riuscì a evitare di fare un salto sul letto e di lanciare un urletto strozzato. Solo quando capì che dietro di lui c'era il suo compagno di stanza, che stava osservando la macchina fotografica che teneva fra le mani, Fear rilasciò un sospiro di sollievo.
"S-Santo cielo, Anger! Stavo per avere un infarto, sai?!" 
"Zitto," fece l'altro, più interessato alla fotografia di Disgust sul display che Fear non aveva fatto a tempo a coprire. "Ah, e quindi alla fine la pollastra ha abboccato al tuo amo, eh?" 
"D-Di che parli?!" 
"Delle foto che stai guardando, no? O forse ha acconsentito a farsi stalkerare da te?" 
Anger sghignazzò, compiaciuto che la tonalità rosata delle guance di Fear si stesse facendo sempre più marcata; adorava stuzzicarlo in quel modo. 
"I-In verità, Anger, è stata lei personalmente a chiedermi di-" 
"Sì, sì, le scuse a dopo, sfigato," disse Anger, mentre gli batteva due vigorose pacche sulle spalle che quasi gli fecero volare la macchina fotografica dalle mani. Dopodiché, fece dietrofront e si diresse con le mani dietro la schiena verso la cucina, dopo aver afferrato un giornale dalla scrivania di Fear. Quest'ultimo stava già per tirare un altro sospiro di sollievo, quando vide il brizzolato fermarsi sull'uscio. 
"La prossima volta convincila a farsi fare degli scatti in biancheria, secondo me ti piacerebbero di più" 
Fear balbettò in maniera incontrollabile, con le guance ormai del tutto color cremisi. Anger fece finta di non sentirlo e, allontanandosi dalla porta, ridacchiò; quel tipo era troppo esilarante, quando non lo faceva uscire fuori dai gangheri. 




 
Candy
 
Il rumore della pioggia che picchiettava sulle finestre rimbombava per i corridoi solitari del campus. Sadness era l'unica, quella domenica, ad essersi addentrata nell'edificio centrale per poter raggiungere il laboratorio di informatica, così da poter recuperare uno dei pochi libri conservati lì dentro. Con il volume sotto il braccio, si avviava a passo un po' più svelto del solito verso l'uscita, così da poter ritornare a leggere nella sua stanza in santa pace; non che quel luogo solitario le facesse dispiacere, ma non c'erano molte luci e il tepore di una coperta che la facesse sentire leggermente più rilassata. 
All'improvviso, però, Sadness ebbe l'impressione di sentire dei singhiozzi. La bruna rallentò il suo passo e cercò di fare attenzione, senza che lo scrosciare dell'acqua sui vetri la confondesse; proseguì poco più avanti e con lentezza, fino ad arrivare allo sbocco di una scala che portava al piano di sopra e, quando voltò l'angolo, lo vide. 
Bing Bong se ne stava rannicchiato su un gradino, con le ginocchia piegate e la faccia nascosta dalle mani. I suoi tentativi di nascondere i singhiozzi erano abbastanza goffi; dopotutto, si era coperto la bocca con una mano, ma di certo quello non sarebbe mai bastato ad offuscare i lamentosi versi di una crisi di pianto - e Sadness di questo ne aveva una certa esperienza. 
All'inizio, la bruna si limitò a stare in silenzio, rimanendo in piedi di fronte a lui. Non ci volle molto tempo fino a quando Bing Bong si accorse della sua presenza; i suoi occhi verdi e lucidi si soffermarono tristi su di lei solo per un attimo, per poi tornare a nascondersi tra le sue dita tozze. 
Sadness sapeva - capiva come si sentisse l'amico, qualsiasi fosse la causa della sua sofferenza. Si avvicinò a lui, per poi sedervisi accanto, e posò il libro alla sua sinistra. Non le risultò difficile mantenere il silenzio - perché il silenzio, in quel momento, valeva molto più di mille parole, mentre i singhiozzi di Bing Bong si mescolavano al quasi frastornante rumore della pioggia. 
Il pianto del giovane diminuì di intensità di minuto in minuto. Quando prese da una tasca della sua eccentrica giacca un fazzoletto e vi si soffiò il naso, si voltò verso Sadness, abbassando però lo sguardo. 
"Grazie, Sadness" disse, con la voce quasi spezzata. 
"Non preoccuparti" rispose lei, accennandogli un debole sorriso. "A volte è bene sfogarsi." 
"È Riley. Da quando si è messa con Jordan, mi sento lasciato da parte" 
Sadness non disse nulla, ma lo guardò da dietro le lenti degli occhiali grandi e tondi, mentre lui sospirava, appoggiandosi le mani sulle guance. 
"Forse si è scocciata di me." 
"Ti senti abbandonato."
"Già..." 
"Ti capisco." 
"Non sono più abbastanza per Riley. Forse sono solo un piagnone che si lamenta invece di essere felice per lei..."
Fu in quel momento che la bruna gli posò una mano sulla spalla; Bing Bong si girò verso di lei, con le lacrime agli occhi. 
"È normale essere tristi. Non fartene una colpa." 
Bing Bong accennò un sorriso amaro e poi riabbassò lo sguardo. 
"Forse hai ragione," fece, mentre frugava nelle tasche della giacca. "Ne vuoi una?" 
Sadness guardò il palmo aperto dell'amico; vi era una caramella avvolta in un involucro bianco e giallo. 
"Quelle al miele sono le più buone, non lo credi anche tu?"
 







Note dell'autrice
E quindi sì, finalmente sono riuscita a pubblicare questa raccolta autoconclusiva che avevo scritto più di un mese fa. Devo dire di esserne abbastanza soddisfatta, anche se sicuramente ci sarà qualche errore da qualche parte che i miei occhi troppo ciechi stanchi non riescono a vedere. Comunque! Non so voi, ma io adoro alla follia gli AU su Inside Out, in cui tutte le emozioni sono umane. Li trovo tanto carucci e belli!
Poi io vado matta in particolar modo per Human!Fear, ma vbb, io ho un debole generale per Fear. In generale mi sono ispirata a degli headcanon che circolano su tumblr per l'aspetto dei personaggi (a parte Bing Bong che è tutto tutto inventato da me di sana pianta e sì, ha le lentiggini); il disegno fa abbastanza pena perché non ho avuto tempo di mettermi a farlo per bene, quindi l'ho fatto molto velocemente giusto per far vedere come mi immagino tutti. E niente, spero che questa raccoltina sia piaciuta e che il fandom si popolerà di numerose altre Human!AU! Ah, dimenticavo: le storielle sono tutte dedicate ad Ely perché abbiamo sclerato insieme su tutti i personaggi a scuola (cosa che mi aspetto che lei scriva eheheh), e io mi sono sentita ispirata a scrivere un College!Au (?) In ogni caso commenti e consigli sono ben accetti! 
Alla prossima!
Euphemia >.^
 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Inside Out / Vai alla pagina dell'autore: Euphemia