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Autore: VelenoDolce    04/06/2016    2 recensioni
Marco ha quattro anni e sa che l'unico che lo protegge dai mostri è il suo migliore amico. Lo sa perchè quello che stringe tra le braccia è il secondo, il primo è morto per difenderlo.
Storia ispirata da un prompt della pagina 'Il giardino di Efp' durante il gioco estivo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella casa sulla collina tutto è in fermento. Marco non sa il motivo, non gli hanno detto nulla, ma è normale, no? Domanda al suo orsacchiotto. 'Sta per succedere qualcosa', sussurra stringendo il piccolo animale al petto. La nonna gli ha detto che quello è un regalo che gli ha fatto la sua mamma quando è dovuta andare via, lasciandolo lì. Ora che sa contare sa anche che tredici mesi sono davvero tanti per un bambino, lui ha quattro anni, il massimo che riesce a contare è quindici, quindi tredici sono davvero tantissimi. Fa il numero con la mano, lo mostra ai suoi amici. Si siede sul tappeto con loro, indeciso. Magari se giocasse con loro questa strana sensazione che sente nel petto andrebbe via. Ma non vuole lasciare il suo migliore amico, l'orsacchiotto che lo protegge da tutte le cose brutte, dai mostri. Sa che questo è il secondo che possiede, il primo si è sacrificato per salvarlo dal papà, la sera che gli ha fatto la bua. Non ricorda bene cosa sia successo, sa solo che la mamma piangeva, ancora, e il papà urlava, ancora. Ricorda lo schiaffo, il dolore al viso e quello al culetto quando era caduto indietro. Poi c'era stato un bagliore, una spada e il suo migliore amico si era messo tra lui e quel mostro che aveva il viso del suo papà. Il resto non lo ricorda bene, sa solo di essersi svegliato a terra, accanto a quello che restava del suo migliore amico. L'aveva difeso ed era andato nel paradiso degli orsacchiotti, ricorda la sua mamma che lo diceva mentre piangeva, togliendogli della roba rossa tra i capelli, anche lei ne aveva, sul viso, sulle braccia, sulle mani e tra le gambe. Ricorda di averle chiesto chi l'avrebbe salvato dal mostro, ora che il suo migliore amico era morto. Poco dopo era stato portato lì. Ora guarda i nonni che camminano per la casa e stringe a se il suo migliore amico.

“Marco.” La zia lo chiama appena entra in casa, lui corre a stringersi a lei, piange senza nemmeno saperne il motivo.

“Briciolina, cosa c'è?” La voce di lei è sempre dolce, lo fa sentire amato.

“Cos'è tutta questa confusione?” Lei ride guardando i due anziani affacendarsi.

“Luana viene tra poco, con Antonio, stanno qui qualche giorno, bisogna sistemare.” La nonna da un bacino al bambino e sparisce in una delle camere.

“Manco fosse la regina d'Inghilterra.”

Marco non capisce quella frase, ma ride insieme alla zia, che lo riporta sul suo tappeto.

“Ti hanno detto chi arriva?”

Lui scuote la testa.

“La tua mamma sarà qui tra poco. Con il tuo nuovo papà.”

Stringe al petto l'orsacchiotto, spaventato.

“No, non ti preoccupare, il tuo nuovo papà è tanto bravo. È un poliziotto, sai? Lui cattura i cattivi e li manda in prigione.”

“Non ci farà del male?” La voce gli esce piano piano.

“No. Ti proteggerà e ti insegnerà tante cose. Non averne paura. Avrai anche una sorella, lei ha quasi quattro anni, dodici meno sette, quanti mesi ha meno di te?” La zia sorride e lui inizia a contare, sa come fare il calcolo, ma è tanto difficile, conta fino a sette, la zia lo aiuta, poi tiene il conto con le dita fino ad arrivare a dodici, poi conta le sue dita e sorride.

“Cinque.” Dice orgoglioso alla zia che annuisce. Si sistema meglio tra quelle braccia e gioca con lei a contare, si rilassa, sta quasi per chiudere gli occhi quando sente la porta che si apre.

“Marco!” Salta in piedi, barcolla facendo ridere la zia.

“Marco!”

“Mamma!” Lui corre da lei, viene stretto e baciato sul viso. Piange da quanto è felice di riaverla vicino, lei si alza tenendolo tra le braccia, la sente ridere ed è bellissimo.

“Il mio piccolo, come sei cresciuto, sei bellissimo. Ti amo tanto angelo mio. Mi sei mancato da morire.” Lei lo guarda e lui le stringe la maglietta, anche lei è bellissima, non ha più quegli aloni neri che la facevano triste.

“Mamma.” Lui non ha altre parole, non ne conosce di altrettanto belle come 'mamma'. Lei lo stringe, coccolandolo. Resta stretto in quell'abbraccio caldo ignorando tutto quello che succede attorno, le persone che parlano, qualcuno che ride, la mamma si siede con lui ancora in braccio sul divano. Si sente chiamare da una voce maschile, una mano gli sfiora piano la schiena. Si sposta e guarda l'uomo seduto accanto a lui. Gli sembra grosso e forte, come uno di quegli eroi dei fumetti che ci sono nella camera del cugino e che lui non può toccare. Guarda la sua mamma, è tesa, si volta verso quello sconosciuto.

“Io sono Antonio, da ora in poi vivremo tutti insieme.” L'uomo gli sembra gentile, ma anche il papà a volte lo era, la mamma è tesa perchè ha paura?

“Promettimi che non farai mai piangere la mamma come faceva papà.” Gli dice, ma forse ha sbagliato, la mamma lo sta stringendo più forte ora.

“Te lo prometto. Io voglio farla sorridere. Voglio che siamo tutti felici, insieme.” L'uomo allunga la sua grossa mano verso di lui, chiude gli occhi, stringe forte il suo orsacchiotto, la sua protezione contro il male. Non succede nulla, si azzarda a riaprire gli occhi e quella mano si avvicina, accarezza la testa del suo orsacchiotto e poi si sposta lentamente sulla sua, in una piccola carezza leggera. Marco di stupisce, una mano così grossa dovrebbe essere forte, fargli male, invece è stato come se lo avesse accarezzato la mamma. Il suo orsacchiotto è anche rimasto tranquillo, quando quello non è un mostro come il suo papà. Sorride appena, sente la sua mamma fare un sospiro e l'uomo risponde al suo sorriso.

“Non ti farò mai del male, ti proteggerò sempre. Sarò il tuo nuovo papà. Non devi più avere paura.” La mano sulla sua testa scende per accarezzargli il viso e poi stringergli appena la mano.

“Papà...” Marco lo sussurra appena, gli viene dato un bacino dal suo nuovo papà e dalla sua mamma.

“Marco...” Una bambina lo guarda incerta.

“Lei è Marta, tua sorellina.” Papà la prende in braccio.

“Per te.” Lei le porge un piccolo pacchetto, che lui scarta subito e sorride.

“Dei colori!” Li fa vedere alla mamma, che annuisce.

“Perchè non disegnate insieme?” Il papà gli da dei fogli bianchi.

Marco scivola dal divano, porta la sorellina al suo tappeto, disegna con lei sotto lo sguardo della mamma e del nuovo papà. Il suo migliore amico gli è ancora vicino, ma non più stretto al suo petto. La mamma ride insieme al papà e alla zia, tutto va bene.


***





Storia scritta per “Il gioco estivo del giardino di Efp!” Prompt usato: “Promettimi che non farai mai piangere la mamma come faceva papà.” Era così 'dolciosa' come frase che spero di aver reso bene l'idea...


Chiarimenti:

Ricordatevi che a descrivere il tutto è un bambino di quattro anni, alcune cose non sono reali.

La spada in realtà era un coltello, il padre cenava seduto sul divano e sì, se non ci fosse stato l'orsacchiotto non ci sarebbe più stato il bambino, ma non era un gesto premeditato, almeno no come le botte dopo...

Il piccolo pensa di essere a casa dei nonni, che la zia vada a trovarli. Non è proprio così, ma sarebbe stato impossibile spiegare tutto visto che il testo è interamente visto attraverso gli occhi del piccolo.

La coppia fa parte di un organizzazione che 'tiene' per brevi periodi i bambini che hanno bisogno di essere 'nascosti' e salvati da situazioni pericolose.

La zia fa parte dell'organizzazione che aiuta le donne vittime di maltrattamenti. Ce ne sono in Italia, anche se non sono propriamente legali, ma dettagli ^^

Antonio viene paragonato al poster di Thor che ha visto nella camera dell'altro ragazzo che la coppia di anziani tiene.

Antonio è il poliziotto a cui la madre del piccolo si rivolgeva quando veniva picchiata e che poi se ne è innamorato, salvandola dal 'mostro' e mettendolo in prigione.

Luana veniva costantemente minacciata e vessata dal marito mentre cercava di divorziare, per questo non è potuta tornare prima dal suo piccolo, aveva paura che gli venisse fatto del male, torna appena lui viene messo in prigione per tentato omicidio (di Antonio, che si è divertito , forse un po' troppo, a 'difendersi', ma dettagli ^^)


Tutte queste cose sono nella mia testa, ma per come ho impostato la storia non potevano essere spiegate, l'ho fatto dopo, sperando di chiarire dei punti che potevano sembrare alquanto dubbi...

Grazie per aver letto, spero vi sia piaciuta <3

A presto.

Veleno.

   
 
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