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Autore: Canemily    04/06/2016    2 recensioni
Gonzalo sta per imbarcarsi sul transatlantico che lo porterà a Cuba. Ma che cosa ha provato e vissuto in quei momenti? Com’è stato salire su quella nave e prepararsi ad attraversare l’oceano senza la sua Maria e la piccola Esperanza?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Devo lasciarti amore mio, devo affrettarmi ad imbarcarmi. Ti amo tanto.-                                                                                                                 – Anche io. Abbi cura di te amore mio. -                                                                                                                                                       Gonzalo aspettò che fosse Maria a riattaccare la cornetta, chiuse gli occhi e si mise all’ascolto di ogni suo respiro, fino all’ultimo, così li poté raccogliere e custodire dentro di sé. Il rumore della cornetta che veniva rimessa al suo posto però lo risvegliò, e fu assalito da una tremenda nostalgia. Che accidenti, era ancora dentro la stazione dei treni, avrebbe potuto comprare un biglietto per Munia e tornare a Puente Viejo, già immaginava l’enorme sorriso di Maria nel rivederlo e la sua Esperanza che tendeva le breccia verso di lui. Ma se a Cuba avesse avuto un fratello che aspettava di conoscerlo? Insomma, qual era il segreto di donna Pilar? Sarebbe potuto restare indifferente sapendo di poter aiutare una persona sul punto di morire? No, non poteva farlo. Gli tornò alla mente la voce angelica della sua sposa, i suoi occhi dolci, il suo sorriso luminoso. L’animo di Gonzalo era custodito in uno scrigno prezioso: il cuore di Maria, così come il cuore di Gonzalo si  prendeva premurosamente cura dell’animo di Maria; ecco, l’immagine di sua moglie e quella di sua figlia impresse nel suo cuore e nella sua mente, riflesse sui suoi occhi, e il desiderio forte di rivederle sarebbero stati la sua forza, le sue provviste per quel lungo viaggio, pensare a loro sarebbe stato come quando le piante ricevono la luce del sole e si rigenerano, tornano a vivere,  non era più la forza di gravità che lo teneva su questo mondo, erano sua moglie e sua figlia. Gonzalo sorrise: si sentiva l’uomo più fortunato sulla faccia della Terra, perché sarebbe stato più facile dare una misura all’universo che ai suoi sentimenti verso la sua meravigliosa famiglia.



Non era la prima volta che Gonzalo si ritrovava in un porto pronto a salire su un enorme transatlantico, ma quella volta capì perché quelle navi erano gigantesche: ebbene dovevano contenere non solo le centinaia di persone che in quel momento erano dinanzi a Gonzalo, ma anche i loro sentimenti, le loro emozioni, i progetti, i sogni, i sorrisi, i desideri, i dolori, i pianti di uomini, donne, anziani, bambini. La maggior parte di quelle persone erano povere, la prima classe se la potevano scordare, ma mentre Gonzalo camminava in mezzo a loro osservò come gli sguardi di tutti i ricconi presenti fossero vuoti, e come quelli delle altre persone, della povera gente, traboccassero di speranza per il futuro, quasi si vergognò di dover alloggiare fra i primi. Poi l’attenzione dell’uomo fu catturata dal pianto di un bimbo in braccio alla sua mamma, la donna aveva un aspetto trasandato, abiti macchiati, ricoperti di toppe e strappati, col freddo che faceva, il bimbo indossava appena qualche straccio, poi li raggiunse colui che doveva essere il marito della donna, anche i suoi vestiti erano malconci, addirittura zoppicava per via delle scarpe bucate; i loro volti erano scavati, le mani segnate dal tanto lavoro, il bambino piangeva per la fame, non avevano neppure le valigie. Vedendo quella famigliola Gonzalo pensò che lui in quel momento non era con sua moglie e la loro piccolina, e si sentì in colpa perché non poteva far sapere loro quanto le amava, ma era sicuro che anche in sua assenza a Maria ed Esperanza non sarebbe mancato nulla e che avrebbe sempre fatto tutto il possibile affinchè Esperanza non dormisse mai in un dormitorio della terza classe, e sicuramente neanche quei genitori, se solo avessero potuto, lo avrebbero permesso a loro figlio. Per fortuna Gonzalo aveva preferito, per ogni eventualità, portare con sé anche i biglietti che aveva acquistato per la moglie e la figlia quando pensava che lo avrebbero accompagnato; fu così che preparò un fagotto con una focaccia, una salsiccia, formaggio, delle coperte, degli abiti (almeno per il pover uomo), saponette e parte dei suoi soldi: caspita, tra le insistenze di Maria, Rosario e Candela si era dovuto portare un infinità di cose. Così, tenendo in una mano il fagotto e nell’altra i biglietti di prima classe si avvicinò alla famiglia:                                                                                                                                                                  - Buongiorno... Credo che voi abbiate bisogno di questo fagotto più di me, in cambio vi chiedo soltanto uno dei vostri biglietti per poter salire sulla nave.                                         – Neanche per sogno signore, non vogliamo l’elemosina da nessuno.-                                                                                                                     – Voi non mi avete chiesto nulla, sono io che ho voluto condividere con voi le mie cose, quindi penso che dovreste accettare anche solo per vostra moglie e vostro figlio.-  L'uomo si voltò: lo sguardo della moglie e le lacrime del bimbo lo imploravano di accettare.                                                                                                                                                                                       – Va bene, avete ragione, grazie, grazie tante signore, vi dobbiamo la vita.-                                                                                                               – Giuro che ogni giorno che mi rimane da vivere in questa maledetta vita pregherò per voi- aggiunse la donna tra le lacrime.                                                             – Non immaginate quanto io ne abbia bisogno signora, davvero.- rispose Gonzalo dando una carezza al bambino, che smise di piangere. -Avete fatto un miracolo signore! - -Penso solo che abbia capito che tra poco mangerà. - La donna lo guardò dritto negli occhi: -Voi siete padre, vero?- -Sì signora, sono padre. - rispose orgoglioso Gonzalo.  


Quando Gonzalo finì di sistemarsi nella sua minuscola stanza era già notte, perciò corse subito sul ponte della nave, altrimenti avrebbe fatto tardi al suo appuntamento. Incaricò le stelle di consegnare a Maria le sue parole:                                                                                                                - Ciao vita mia, come hai passato questa giornata? Spero che Rosario mi perdonerà per aver dato via un po’ di cose, ma sai, la famiglia che ho incontrato ne aveva proprio bisogno, lei sarebbe stata d’accordo, e sono sicuro che anche tu ti saresti commossa nel vederli, e io avrei asciugato le tue lacrime.  Sono anche certo che l’amore che provano quelle persone li farà superare qualsiasi ostacolo, come è stato e sarà per noi. Ti immagino in questo momento mentre canti ad Esperanza una ninna nanna per farla addormentare, mi sembra di sentire la tua voce: “Pajarito que cantas en la laguna, no despiertes al niño que está en la cuna”. Scusa, so di non essere bravo quanto te, ma dalle un bacio da parte mia, falle sentire che anche se sono lontano suo padre non l’ha davvero lasciata. So anche che stai soffrendo, se solo soffri la metà di quanto soffro io a dover passare la notte senza sentire il tuo calore, stai soffrendo, e molto; ma pensa che ogni notte che passiamo separati sarà un giorno in meno senza guardarci negli occhi, senza accarezzarci, senza baciarci. Ti porto sempre con me, non scordo neanche per un istante il sapore delle tue labbra, il profumo della tua pelle, anche perché altrimenti non so di che cosa vivrei. Ti amo più della mia vita. Se vorranno, ma credo proprio di sì, le stelle ti porteranno oltre le mie parole, anche questo bacio. Ora mi preparo ad attraversare l’oceano senza di voi, ma aspettami, perché domani torno, come promesso, ciao tesori miei.
 


- ...No despiertes al niño que está en la cuna. Brava bambina mia, dormi serena, io e tuo padre veglieremo sempre su di te. -                          Come Esperanza anche la notte a Puente Viejo era molto serena, fuori non si muoveva una foglia. Tuttavia, non appena Maria si avvicinò alla finestra per incontrarsi con Gonzalo  un delicato soffio di vento le accarezzò viso, durò qualche istante, poi cessò. Maria chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, come a voler catturare l’essenza di quel soffio, poi sorrise. – Sì amore mio, le stelle mi hanno consegnato il tuo bacio.
   
 
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