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Autore: Daughter_Of_The_Moon    05/06/2016    1 recensioni
Dal testo:
Non ho mai capito davvero cosa mi è successo. Non lo capisco tutt'ora. A volte ci penso, di notte, mi ci scervello sopra, finché non mi dico che non ne vale la pena, di perdere il sonno su qualcosa a cui non troverò mai la risposta. È semplicemente capitato, mi sono sempre ripetuta. È capitato come capita una caduta, un errore di battitura, un'erbaccia nata tra le aiuole. Non è colpa di nessuno, solo di chi è caduto, di chi ha sbagliato, di chi non ha curato abbastanza i fiori.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FERMARSI NON È CONTINUARE




Non ho mai capito davvero cosa mi è successo. Non lo capisco tutt'ora. A volte ci penso, di notte, mi ci scervello sopra, finché non mi dico che non ne vale la pena, di perdere il sonno su qualcosa a cui non troverò mai la risposta. È semplicemente capitato, mi sono sempre ripetuta. È capitato come capita una caduta, un errore di battitura, un'erbaccia nata tra le aiuole. Non è colpa di nessuno, solo di chi è caduto, di chi ha sbagliato, di chi non ha curato abbastanza i fiori.

Chissà perché, un giorno, svegliandomi, ho notato che il cielo non era poi così blu e che gli alberi erano solo legno secco. È stato come se qualcuno avesse tolto i colori dalla tavolozza-ma non ho cominciato a vedere tutto in bianco e in nero, o in grigio. Era tutto sfocato, spento, senza colori. Trasparente. Vedevo le persone passare ma non le distinguevo davvero. Sentivo le voci, ma quelle mi arrivavano troppo distanti. I messaggi che quelli che ho sempre chiamato amici mi mandavano li percepivo vuoti. Ad essere vuota, invece, ero io. Avevo smesso di vedere la vita. Come se fossi morta, capite? Morta dentro. Camminavo, ridevo e scherzavo, mangiavo e bevevo, ma dentro non sentivo assolutamente niente. C'era solo un silenzio assordante-così forte che mettevo le mani sulle orecchie, sperando di renderlo meno forte, ma tutto questo lo faceva solo peggiorare. Credevo non ci fosse niente di peggio. È

Mi sbagliavo.

Il silenzio cominciò a popolarsi, e non piacevolmente. Erano sussurri, per lo più. Mi dicevano cose brutte. Mi urlavano parole che ferivano. Dopo ore se ne andavano e lasciavano spazio alla calma, che non era poi così desiderata, per tornare più avanti con nuove parole, nuovi insulti.

Non mi sono mai interessata a ciò che gli altri pensano di me. C'è di meglio nel credere alle parole altrui. Ma quello che penso io di me...questo è importante. Dopotutto, ciò che tu dici di te stessa è vero, no? Nessuno può conoscerti meglio di te. E se le voci-che, alla fine, sembrano tanto uguali alla mia-mi dicevano che ero brutta, grassa, stupida, inutile, uno spreco di spazio, non avevano forse ragione? Siamo solo ciò che noi pensiamo di essere.

Il dolore è arrivato all'improvviso. Me lo aspettavo, probabilmente, ma mi ha sorpreso lo stesso. Il dolore fa male. E si, grazie tante, ma chi non ha mai provato davvero cosa vuol dire soffrire così non saprà mai quanto fa male. Perché fa male in maniera tutta diversa dalla sbucciatura che ti fai mentre cadi, o dalla rottura di un fidanzamento. Sono mali diversi. Quanto l'origine del dolore stesso sei te e non qualcun altro, non un mostro da uccidere-anzi, quando il mostro sei tu-, il male che fa è tutto di un'altra pasta. È qualcosa che uccide. Da dentro, come un'emorragia interna, come del veleno. Anzi, peggio. Immaginate che il vostro cervello si spacchi a metà, letteralmente, e che le ossa del vostro corpo decidano di muoversi per conto loro, spostandosi ovunque-una forse è finita proprio nella spaccatura alla testa-, che i vostri muscoli si allunghino all'infinito, ma voi non siete allungabili, immaginate tutto questo messo insieme e triplicato, avvolto nell'acido e trascinato per chilometri su un asfalto pieno di detriti. Non basterebbe questo per far capire il dolore immenso. Esagerato? Mah, forse si, ma non si può paragonare il dolore fisico a quello della mente.

Quando il dolore se ne andò, e ricomincia a vedere la vita, tutto ciò che avevo costruito negli anni era sparito. Mi ero così isolata, ero stato così persa, che mi ero dimenticata che il resto era andato avanti. Che il mondo continuava a girare. È un posto crudele, questo. Non si ferma per nessuno. Ti dà la possibilità di fare quello che ti pare, di maltrattarlo, ucciderlo, ma quando ti ritrovi sull'orlo dell'abisso non ti aiuta. Non ti guarda nemmeno-è un mondo che ci ignora tutti.

In quei giorni desiderai che il dolore non se ne fosse mai andato. Quanto avevo perso? Ero rimasta sola, senza capacità di riprendermi. Da dove dovevo cominciare? La scuola? Le amicizie? Eppure non feci niente. Restai immobile, lasciandomi trasportare dalla corrente, il vento non era che una brezza leggera, anche se nella mia mente passò la consapevolezza che in realtà era molto più forte. Fui presa da un forte stato di apatia. Non c'era rabbia, tristezza o odio. Non c'era volontà, non c'era passione, non c'era niente. Ero solo stanca. Arrivai persino ad essere stanca della stanchezza. I miei giorni erano tutti uguali-non li vivevo davvero. Osservavo tutto dall'alto, come se persino il mio corpo si fosse stancato di avermi con se e mi avesse cacciato.

Ma poi, perché sto parlando al passato? Forse ho solo ingannato tutti, accendendo dentro di loro una piccola speranza, che, magari, alla fine ho trovato una soluzione e ne sono uscita. Non è così. Vi svelo un segreto: non c'è uscita. Quando il problema viene da noi stessi, niente e nessuno può metterci a posto. Bisogna fare da soli. Purtroppo, quando arrivi ad un certo punto, quando raggiungi quello stato di dissociazione dalla propria esistenza, quando anche la morte sembra troppo lontana, non si po' far più niente. Semplicemente ci si ferma. Non c'è possibilità di salvezza. Eppure, si può aiutare gli altri, se non ci si è troppo persi. È l'unica cosa.


Mi chiedo tutt'ora cosa mi sia successo. È solo capitato. Il mondo non aveva più bisogno di me, e me lo ha fatto capitare.

È solo capitato.




L'angolo di quella pazza della scrittrice:

ed eccomi qua con la mia prima storia originale! Ovviamente angst perché io vivo di questo u.u

Sinceramente non ho nulla da dire. Lascio il decreto a voi, popolo di EFP!

Goodbye,

Daughter_

   
 
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