Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: ___Page    05/06/2016    2 recensioni
Odiava, odiava, odiava con tutta se stessa quelle stupide stupide fiere.
Le voci stridule delle vecchie che trattavano sul prezzo, il freddo che intirizziva mani e piedi, la totale assenza di WiFi.
Sbuffò via una ciocca rossa che le era ricaduta davanti agli occhi e non appena la visuale le si liberò desiderò di non averlo fatto.
Ci provò con tutta se stessa a essere positiva, sorridere nonostante tutto, come le aveva insegnato Bellemere, ma era piuttosto certa che le fosse uscita una specie di smorfia da colica renale.
Nami odiava, odiava quelle stupide fiere.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladius, Nami, Nojiko, Roronoa Zoro, Tsuru | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
THE FAIR 







Odiava, odiava, odiava con tutta se stessa quelle stupide stupide fiere.
Le voci stridule delle vecchie che trattavano sul prezzo, il freddo che intirizziva mani e piedi, la totale assenza di WiFi.
Sbuffò via una ciocca rossa che le era ricaduta davanti agli occhi e non appena la visuale le si liberò desiderò di non averlo fatto. La pelle già chiara, arrossata dal freddo, sbiancò nel riconoscerla avvicinarsi con passo sicuro e cadenzato, accompagnata dal suo inseparabile, aitante nipote di cui, come sempre, erano visibili solo gli occhi.
Tsuru.
Tsuru e Gladius.
Merda!
Ci provò con tutta se stessa a essere positiva, sorridere nonostante tutto, come le aveva insegnato Bellemere, ma era piuttosto certa che le fosse uscita una specie di smorfia da colica renale.
Doppia merda!!
Nami odiava, odiava quelle stupide fiere.
-Ehi Nojiko!- chiamò sua sorella nascondendo l'urgenza nella voce.
L'azzurrina, intenta a ringraziare un cliente a cui aveva appena teso un sacchetto carico di arance e mandarini, si girò verso di lei.
-Vado a prendere i limoni, sono quasi finiti e...-
Nojiko si accigliò.
-Ci è appena andata mamma! Ha detto di restare a servizio dei clienti, non l'hai sentita?!-
Tripla merda!!!
-Oh giusto!- esclamò, fingendo di essersene solo momentaneamente dimenticata.
Senza rendersene conto, si arrotolò una ciocca ramata intorno al dito affusolato, gesto che non sfuggì a Nojiko. Sapeva che quando Nami faceva così era perché nervosa e si preparava ad attuare una qualcheduna delle proprie strategie.
Mantenne lo sguardo impassibile, in attesa.
-Beh… Se ti senti di tenere il banco dieci minuti da sola, io vado a portare un po’ di frutta a papà! L’ho visto piuttosto preso con il pattugliamento della fiera e penso che un’arancia gli farebbe piacere!- esclamò, colta da improvvisa illuminazione.
Le bastava allontanarsi pochi istanti, il tempo che serviva a Tsuru per raggiungere la bancarella e farsi servire, dando ordini come una vecchia matrona, picchiettando il suo bastone a terra.
Una volta che l’ordigno fosse stato sganciato in sua assenza, poteva anche incassare l’impatto, usando sua sorella come scudo.
In altre parole, il suo obbiettivo era che Nojiko si vedesse obbligata a servire una delle loro migliori e più complicate clienti.
Non che Tsuru fosse il peggio del peggio, chiariamo.
Era una buona cliente, non tirava sul prezzo, comprava sempre chili e chili di frutta. Ma era pignola oltre l’umana capacità di sopportazione, se chiedeva un chilo di pompelmi e la bilancia segnava 1.007 allora stavi cercando di fregarla e aveva un attaccamento iperprotettivo nei confronti della propria famiglia. E soprattutto nei confronti del suo adorato, indifeso, nipotino.
Peccato che Nami sapesse quanto poco fosse in realtà indifeso Gladius.
Sapeva fin troppo bene cosa nascondesse sotto il suo cappotto con il colletto esageratamente alto e la sciarpa sempre tirata fin sopra il naso, a lasciargli scoperti solo gli occhi chiari e la zazzera bionda e spettinata.
Là sotto, celato dal panno e dalla lana, c’erano centimetri e centimetri di pelle bronzea e tesa su muscoli perfettamente cesellati e una vena bondage che intrigava Nami, non poteva negarlo.
Non che ci avesse mai fatto niente. Ma se sapeva cosa Gladius teneva al riparo dal freddo era stato per colpa di uno stupido incidente durante una festa alla villa di Sabo, l’estate precedente, quando, dopo essere stati scaraventati in piscina dall’eccessiva irruenza di Rufy, si era accidentalmente ritrovata mezza nuda insieme al biondo, in uno dei svariati bagni della casa dell’amico.
E ovviamente Gladius era nelle sue stesse condizioni e non si era certo contenuto dallo squadrarla, infilata in uno dei suoi migliori completini di pizzo mentre lei non era riuscita a non spalancare la bocca incredula di fronte ai suoi boxer di pelle nera.
Pelle, capite?!?
Era stato alquanto imbarazzante e ogni volta che vedeva il ragazzo non poteva non pensarci e non arrossire o mettersi a ridere nervosamente come una cretina e sapeva Nami, sapeva che se solo Tsuru avesse subodorato, intuito, anche solo vagamente sospettato l’avrebbe appesa per i piedi e interrogata fino a tirarla fuori ogni singolo dettaglio su quanto potesse essere accaduto tra lei e il suo intoccabile nipotino.
Che poi si poteva riassumere in “niente”. Ma ciò non le impediva di avere paura dell’anziana donna come Usopp aveva paura dei fantasmi e Sanji degli insetti.
Una paura fottuta.
Si morse il labbro inferiore, saltellando quasi, in attesa di vedere comparire sul volto di Nojiko la solita espressione di affetto rivolta al padre, un sorriso, e vederla annuire con vigore.
Ma ciò che accadde le fece gelare il sangue nelle vene.
Nojiko lasciò vagare gli occhi miele sulla folla e la sua espressione cambiò suo malgrado quasi mise a fuoco la donna che approcciava lenta ma sicura la variopinta bancarella, carica di agrumi succosi.
Con un sopracciglio alzato e un ghigno malizioso, l’azzurina tornò a fissare il sangue del suo sangue.
-Di un po’! C’entra con il fatto che Tsuru e Gladius si stanno avvicinando tutta questa fretta di allontanarti?!- le chiese, posando le mani sui fianchi.
Nami sgranò gli occhioni nocciola con innocenza, mentre al contempo rischiava di strapparsi i capelli, tanto aveva arrotolato la ciocca sul dito.
-Eh?! Ma scherzi?! Non… non mi ero nemmeno accorta che…- le parole le morirono in gola quando vide la sorella avanzare di un passo, ancheggiando lenta.
Deglutì a vuoto sotto lo sguardo indagatore di Nojiko che avvicinò il viso al suo, osservandola con attenzione.
-Mmmmmm- mormorò a labbra strette e Nami si accigliò, perplessa.
Che le prendeva ora?!
-Sei proprio certa di non aver combinato niente con Gladius, in quel bagno?!-
In un attimo, il viso della rossa divenne un tutt’uno con i suoi capelli mossi e setosi mentre la ragazza prendeva a fumare di imbarazzo e stizza, stringendo i pugni lungo i fianchi e battendo il piede a terra.
-Certo che no!!! Nojiko!!!- protestò fuori di sé, facendola ridere.
-Okay, okay! Ci penso io a loro ma sarà meglio che trovi un’altra via di fuga, ormai sono qui- sussurrò l’azzurrina e Nami si sentì morire.
Si girò boccheggiando e vide la fonte del suo terrore e quella del suo imbarazzo a pochi, pochissimi metri dal loro stand.
Un gruppo di sette o otto persone tagliò loro la strada, coprendoli alla visuale di Nami e coprendo la rossa alla loro e la ragazza capì che, se aveva un’occasione, quella era.
Senza pensare, si lanciò oltre il furgone parcheggiato dietro la bancarella, quello con cui portavano la frutta per allestire la merce, e superò la tenda scura che faceva da sfondo alla bancarella il cui sito si trovava proprio dietro la loro ma con la faccia rivolta verso l’altra corsia della fiera.
Liberò una serie di imprecazioni mentre cercava di districarsi dalla stoffa nera e pesante e non osava immaginare quanto fosse scarmigliata quando ci riuscì ma non ebbe neppure il tempo di pensarci.
Due paia d’occhi la fissavano, sgranati e sconvolti. Uno apparteneva a una ragazza con capelli corvini e occhiali, l’altro a un ragazzo dai capelli verde menta gli occhi neri come la pece.
Nami ricambiò il loro sguardo allucinato prima di sollevare un mano e, con noncuranza, agitarla nell’aria in segno di saluto.
-Salve!- ridacchiò, al colmo dell’imbarazzo.
Cos’altro ancora doveva succedere quel giorno?!
Il ragazzo dai capelli verdi, vestito di una giacca imbottita che però lasciava benissimo intuire la larghezza delle sue spalle e l’ampiezza dei suoi pettorali, portò le mani ai fianchi, osservandola infastidito.
-Cosa stai facendo?!-
Nami lo osservò, le labbra piegate a formare una piccola “o”, mentre rifletteva febbrile.
-Uh?! Ma… non ti ricordi che sei venuto a chiedermi una mano cinque minuti fa?! Sei proprio un buzzurro smemorato, Zoro!- lo rimproverò, prima di lanciare un’occhiata complice alla ragazza, che sorrise in difficoltà, sistemandosi gli occhiali sul naso.
Zoro sgranò di nuovo gli occhi, incredulo e dimentico della sua cliente che era rimasta con una delle spade da collezione che il ragazzo vendeva sospesa a mezz’aria.
-Ma di cosa parli?! Quando mai sarei venuto a chiedere una mano a una mocciosa come te?!-
Un’ondata di rabbia pervase la rossa, che soffiò dal naso, grugnendo.
-Mocciosa a chi?!?! Sono una donna fatta e finita io!!!-
-Certo, certo e infatti basta un lecca lecca menta e limone per farti felice come una pasqua!- le fece notare, intrecciando le braccia al petto e ghignando strafottente -Proprio come una mocciosa!-
Nami strinse i pugni, indignata.
-E ora stai gonfiando le guance proprio come una mocciosa!-
-Ma io ti uccido!!!-
-È la voce di tua sorella questa?!- domandò qualcuno, al di là della tenda, con tono autoritario e fermo.
Zoro rizzò le orecchie, aggrottando le sopracciglia, quando Nami tornò a sgranare gli occhi e boccheggiare di spavento.
-Oh no, signora Tsuru! Dev’essersi sbagliata! Oggi Nami è rimasta all’agrumeto per potare alcuni alberi che non potevano più aspettare! Venga, le faccio provare uno di questi pomeli, sono eccezionali!- rispose Nojiko con spensieratezza.
Dovette attendere solo pochi istanti di autentico sollievo Nami, per tornare a sudare freddo quando la comprensione invase il volto di Zoro. Tremò quando il ragazzo tornò a ghignare, piegando le sue sottili e invitanti labbra e sollevando al contempo un sopracciglio.
-Tsuru eh?!-
-Non è come sembra!- sibilò Nami, rendendosi conto che tenere la voce così bassa non era che una conferma ai sospetti del verde.
Lo vide allargare il sorriso trionfante e si trattenne a stento dal picchiarsi da sola.
-E ti nascondi anche come una mocciosa!- esclamò, al colmo del divertimento.
-Zoro!- lo chiamò in panico ma il ragazzo non l’ascoltava più.
Si diresse deciso verso la tenda, assaporando già la piccola rivincita che stava per riprendersi sulla sua manesca mocciosa, girandosi a guardarla mentre ne afferrava un lembo.
-Ti sembra educato, Nami, prendere così in giro una vecchia signora e privarla della tua piacevole compagnia?!-
-No, Zoro, non…-
-E perché non dovrei?!-
Nami trattenne il fiato, terrorizzata.
Merda, merda, merda!!!
Sapeva che ne aveva tante da scontare con Zoro ma non è che lo trattasse male per cattiveria. Era il suo modo di comunicare con lui, di esprimere il suo affetto senza sbilanciarsi troppo, senza rischiare di dare troppo a vedere quando tenesse al ragazzo, restando scottata come una falena con la fiamma.
E Zoro certo non poteva saperlo, ma avrebbe potuto capirlo, accidenti!!! Non stare sempre a cercare un’occasione per restituirle pan per focaccia!!!
In quel momento però, Nami aveva altre priorità. Doveva trovare un modo per fermarlo ma un modo silenzioso.
Sentì l’agitazione montarle dentro finché un pensiero non la colpì e fu il suo turno di ghignare trionfante.
-C’è anche Gladius- soffiò, gustandosi la reazione del verde.
E doveva ammettere che in questo Zoro non la deludeva mai. No, quando si trattava di fare il possessivo e tenerla lontana da altri uomini, il suo buzzurro dava molte soddisfazioni.
Lo vide irrigidirsi, serrare le labbra e lo sentì ringhiare, facendo rimbombare appena il suo muscoloso torace.
Mollò la tenda e tornò sui propri passi, superandola senza nemmeno guardarla ma investendola con il suo odore di tequila, così stordente e piacevole.
Il ghigno di Nami si trasformò in un sorriso di tutt’altro tipo mentre si girava a guardarlo, il cuore che batteva a mille di fronte a quella dimostrazione di non volerla vicina a Gladius – né a nessun altro –, le guance arrossate non più per l’imbarazzo.
Lo osservò finire di illustrare le caratteristiche della katana alla ragazza, suggerendole i prodotti più adatti per la sua manutenzione finché un movimento non attirò la sua attenzione su qualcun altro.
Un ragazzino con gli occhiali e i capelli nocciola che formavano una fontanella sul suo capo, stava osservando con tanto d’occhi delle pietre nere, ruvide e grosse quanto un pugno, ordinatamente disposte sul lato destro della bancarella.
Nami sorrise materna, avvicinandosi e sporgendosi verso di lui.
-Ehi Tamanegi!- lo chiamò e il bimbo sollevò lo sguardo su di lei.
-Nami! Ciao!- si illuminò il piccolo -Ehi, cosa sono queste?!- chiese, indicando le pietre.
Nami le studiò un istante, cercando di rievocare le spiegazioni che Zoro aveva dato a lei una volta.
-Sassi affila-lama!-
-Woooo!- esclamò sgranando gli occhi il ragazzino.
-Ti piacciono?!- gli chiese e lo guardò annuire energicamente.
-Quanto costano?!-
-Ne vuoi uno?!- s’informò, chinando la testa di lato ma Tamanegi si strinse nelle spalle.
-Sono solo curioso-
Nami rifletté qualche istante, sbuffando via un’altra ciocca rossa dagli occhi prima di rispondere.
-Cinquecento berry! Sono sassi affila-lama molto particolari! Sono appartenuti tutti ai più grandi spadaccini del mondo!- spiegò al bambino e si sentì scoppiare di orgoglio per se stessa quando lo vide sgranare gli occhi.
Abituato com’era alle storie di Usopp, non era facile impressionarlo.
Non si accorse quasi del suono strozzato che seguì la sua affermazione.
-Che figata! Ora devo tornare dal capitano, Nami! Ciao ciao!- la avvisò il ragazzino prima di dileguarsi in un attimo.
La ragazza scosse la testa ramata, ridendo sommessamente, finché una voce rauca e gracchiante non la risvegliò dalle proprie riflessioni.
-Cinquento berry?!?!- domandò Zoro incredulo e scioccato.
Nami si girò, lo sguardo scettico, trovandolo che ancora sputacchiava un po’ dell’acqua che stava bevendo, la ragazza con gli occhiali scomparsa.
-Mocciosa così mi rovini la piazza! Cinquecento berry è una fortuna per quegli affila-lama! Posso venderli al massimo a centociquanta!- protestò.
-Oh ma per favore!- ribatté lei, socchiudendo poi gli occhi a mezzaluna -È tutta questione di abilità, buzzurro!- commentò, scuotendo le spalle.
Zoro la fissò incredulo ancora qualche istante prima di tornare impassibile.
-Certo come no- commentò.
-Stai per caso insinuando che non ne sarei in grado?!-
-E tu stai insinuando che sei sicuramente in grado di farlo?!-
-Puoi scommetterci!- rispose senza esitare Nami, sollevando il mento fiera.
Zoro tornò a ghignare, piegando appena il capo di lato e studiando la sua figura snella e slanciata e al tempo stesso formosa.
-Facciamo così- cominciò, avvicinandosi di un passo -Se tu mi vendi uno di quegli affila-lama a cinquecento berry, io stasera ti porto al cinema-
Il cuore di Nami perse un battito e la rossa trattenne il fiato a quelle parole, sentendo le guance arrossarsi, suo malgrado.
La prospettiva di una serata da sola con il suo buzzurro era così… così… stimolante!
Sorrise, testarda e fiera, stendendo una mano verso di lui, fremendo all’idea di stare per sentire la sua stretta forte, calda e rassicurante.
-Andata!- esclamò, senza staccare gli occhi dai suoi.
Zoro gliel’avvolse, annuendo piano.
-Andata- soffiò, trattenendole la mano un po’ più del necessario.
E Nami sentì che ce l’avrebbe di sicuro fatta a vendere un affila-lama a quel prezzo assurdamente alto.
Ce l’avrebbe fatta perché non era più una semplice questione di orgoglio riuscirci.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ___Page