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Autore: MoonlightSophi3    05/06/2016    0 recensioni
[Julia Roberts]
"Hai mai vissuto dei momenti che speri restino indissolubili dentro di te, e conservarli come qualcosa di prezioso, come qualcosa di a te caro, per sempre?"
"Questo supera gran parte di quelli già vissuti, e che credevo fossero importanti", si guardarono negli occhi, non stava mentendo, con le dita le sfiorò il volto "questa canzone mi farà pensare a te, per sempre.." le confessò
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Guardò i suoi occhi scuri, altre volte erano stati così vicini, ma sentiva che in quel momento erano più intimi, anche se si trovavano davanti ad amici, giornalisti, impiegati, passanti, per lei era come se fossero da soli. Si morse nervosamente il labbro inferiore, intanto lui si stava lentamente avvicinando al suo viso
"E cosa succede a questo punto?" chiese lei in un flebile sussurro
"Be', tradizionalmente ci si bacia" le rispose lui tendendosi in avanti.
Mancava poco, sentiva il suo petto premere contro il suo, le sue mani accarezzarle la schiena, i fianchi, il viso, la punta del suo naso accarezzava dolcemente il viso. Cercò ancora i suoi occhi, prima di abbandonarsi alle sue labbra morbide e ai suoi baci. Quando le loro bocche si incontrarono, trattenne il respiro. Quasi come se volesse che quell'attimo restasse dentro di lei. Quel bacio fu diverso rispetto agli altri già dati, aveva già baciato uomini affascinanti, e le era già capitato di baciare lui, con il lavoro che si trovava a fare non poteva sottrarsi a momenti come quello. Solo che questa volta contava di più, molto di più.
Squillò il telefono.
Ancora. Ancora. Ancora. Ed Ancora.
Si rigirò nelle coperte con la speranza che la sua fosse solo immaginazione, purtroppo per lei però, lo squillo del telefono era l'unica cosa reale. Allungò la mano sul mobiletto accanto al letto, fece cadere qualche foglio e i suoi occhiali, prese il telefono e rispose
"Pronto?"
"Buongiorno, lei ha vinto un abbonamento annuale per mangiare in tutti i fast food che servono il miglior cibo-spazzatura del Paese"
"Richard!" quasi scattò in piedi nel dire il suo nome, si passò una mano tra i suoi lunghi e morbidi capelli "come stai? E' da tantissimo che non ci sentiamo"
"Ho avuto da fare con le riprese, mi sono goduto qualche giorno in qualche parte impronunciabile del mondo ed ora, eccomi qui. E tu?"
Io? Sono nella merda fino al collo, avrebbe voluto dire, ma si trattenne.
"Io sto bene, mi sto godendo in po' di tempo con me stessa. Volevo allontanarmi un po' dal caos delle premier, paparazzi, giornalisti e roba simile. Ma dove sei così ci incontriamo. Ho tanta voglia di riabbracciarti, Richard."
"Anche io Julia. Sono a New York, mi intratterrò qualche giorno"
"Caspita, allora sì! Dobbiamo assolutamente vederci, prenderò il primo aereo"
"Perché? Dove sei?"
"Sono nel West Sussex, in Inghilterra" sentì l'amico ridere dall'altra parte, "che c'è? Adesso uno non può scegliere le verdi campagne?"
"Figurati, non è questo. E' solo che.. tu odi l'Inghilterra" a quel punto Julia avvertì una stretta allo stomaco, fece un profondo sospiro. La cosa positiva del suo rapporto con Richard era che non doveva nascondere nulla, anche perché lui l'avrebbe capito comunque. Avevano collaborato insieme in alcuni film, e da quel momento avevano mantenuto ottimi rapporti. Si telefonavano piuttosto spesso, fatta eccezione per quei periodi dove si è impegnati tra riprese, convention in giro per il mondo, interviste, incontri con il tuo manager, registi, senza dimenticarsi del cane, degli amici, della famiglia, dei parenti. Nonostante questo, appena riuscivano a trovare un po' di tempo libero, uno telefonava subito l'altro per incontrarsi. Erano così amici che non solo andavano a vedere le partite di baseball insieme, ma anche quelle di hockey, basket, andavano al parco insieme, in barca insieme e sono sempre stati solo ottimi amici. Anche se sua madre l'aveva pregata più volte di fidanzarsi con Richard, 'Siete la coppia perfetta' diceva sempre, lei rideva perché le sembrava assurdo. Infondo però, come biasimarla? Richard ha sempre saputo apparire a proprio agio, in ogni situazione, ed ha sempre avuto un grande fascino. Sarà forse il taglio affilato degli occhi, o il modo in cui sorride teneramente, quando ride gli si formano delle piccole rughe intorno agli occhi e lui le chiama le rughe della felicità. Era troppo perfetto per lei, e insieme hanno sempre condiviso il massimo rispetto per l'altro. Quando interpretarono i loro personaggi in Pretty Woman, sua madre le fece ancora più pressione. "Vi completate. Lui è così bello e pacato, e tu sei una pazza solare e piena di vita", si rassegnò quando Richard presentò alla signora Robert's un'amica, almeno a detta sua. Sta di fatto, che loro due non erano semplici colleghi ma avevano un legame come fratello e sorella. Gli aveva sempre detto tutto, solo che adesso non sapeva proprio da dove cominciare.
"E' successo qualcosa Juls?", la sua voce interruppe quel groviglio di pensieri e ricordi nella sua testa. Si inumidì le labbra con la lingua e fece un profondo sospiro
"Niente, però se vuoi ne riparliamo davanti ad un caffè" sorrise subito per far trasparire buon umore, lui non ci cascò, ma fece finta di crederci "Perfetto, prendo il primo aereo e sono da te", prima ancora che Julia potesse dire una parola, Richard staccò la telefonata. Lei chiuse la chiamata. Si connesse ad internet, e subito arrivarono delle notifiche, era Whatsapp. Che grandissima puttanata.


Accese lo stereo e decise di farsi una doccia. C'era un pezzo unico alla radio, era del '86, In your eyes di Peter Gabriel. Ma cos'era una congiura? Cambiò stazione radio. C'erano canzoni più moderne, adesso andava meglio.


Era all'aeroporto di Gatwick. Vide una moltitudine di persone riabbracciare i loro amici, i loro cari, mamme, bambini, e poi lo vide. Aveva un solo bagaglio a mano, un cappotto scuro, una sciarpa gli avvolgeva il collo e le Rayban gli coprivano gli occhi. Quando la vide gli fece uno dei suoi sorrisi, uno di quelli che toglievano il fiato a tutte. Corse verso di lui, lo abbracciò forte.
"Sono così felice che tu sia qui" gli disse mentre lui ricambiava l'abbraccio. Quando si staccarono Julia gli sorrise, i suoi sorrisi non erano solo grandi da riempirle il volto, ma erano luminosi. Come si poteva non sorridere quando lei rideva?
"Hai messo gli occhiali per paura di essere riconosciuto?" gli chiese lei mentre si avviavano alla macchina
"Sì, ma anche il jet lag ha la sua buona parte"
"Avresti dovuto restare a New York", aprì la portiera per sistemare le sue cose ma Richard fu più veloce
"Guido io" disse lui prendendo le chiavi
"Ricorda che devi stare dal lato sbagliato della strada" si sorrisero.
Durante il tragitto Julia non disse una parola. Non sapeva cosa dirgli, ma doveva fare in modo di non sembrare nervosa, quindi mentre guardava le vecchie case fuori dal finestrino si rivolse a lui
"Come sono andate le riprese del tuo ultimo film?"
"Piuttosto bene, il regista è stato molto bravo. Oh, a proposito ti saluta Tom. E' tanto che non lo chiami al nostro Hanks. Ogni tanto, ti lascia dei messaggi in segreteria, e lo stesso tua madre. Sei in una cella di isolamento o nel Sussex?"
"E' solo che volevo dedicarmi un po' a me stes- , ehi un momento, mia madre? Tu hai chiamato mia madre?"
"E' stata lei a chiamare me" disse con aria soddisfatta, "Juls che succede?"
"Alla prossima gira a sinistra" fece una breve pausa, sbuffò e si tolse occhiali e berretto "sono incasinata Richard. Non so che mi prende"
"Hai problemi con il lavoro?" gli chiese con aria preoccupata, senza mai distogliere lo sguardo dalla strada
"No, sto bene con quello. Sono altri i miei pensieri"
"Okay, non vuoi dirmelo. Adesso però andiamo a casa tua, ti cambi e usciamo a bere qualcosa" sembrò essere deciso sui piano di stasera. Accese la radio, c'era un pezzo di Macy Gray che li accompagnò lungo tutto il tragitto, seguita da altri artisti. Non si dissero nulla. I silenzi non le piacevano, non si sapeva mai cosa poteva accadere.
Dopo circa un'ora e mezzo di silenzi e di viaggio, arrivarono davanti al cottage. Quando entrarono, Richard si trattenne nell'ingresso e rise, Julia si girò verso di lui
"Ma si può sapere che ti prende?"
"Fa molto Jane Austen qui dentro, e continuo a ribadire che questo non è il tuo stile. C'è qualcosa che non vuoi dirmi" la ragazza alzò gli occhi al cielo e sospirò, stava per dire qualcosa quando l'amico la fermò, le prese la mano e la tirò a sé
"Senti che ho pensato, adesso ti cambi, andiamo a farci un giro per Londra, prepariamo i bagagli e te ne torni con me a New York" si fermò un momento "beh magari facciamo prima i bagagli, poi andiamo a Londra. Alloggeremo in un albergo e domani torniamo in America, che ne dici, uh?" Julia si appoggiò con la testa contro il suo petto, e si lasciò coccolare dall'abbraccio
"Perché con te non sono mai nervosa?"
"Perché sono meglio del tuo analista del cazzo, e in più non mi faccio pagare chissà quanto al mese" risero, poi Richard si schiarì la voce, "allora torni con me?"
"Consideralo già fatto".


Il The Stag è un pub che si trova ad Hampstead, zona tranquilla e famosa per il suo incredibile bosco, privo di strade asfaltate e ricco di sentieri. Ricorda il coutryside inglese. Il pub gode di tre piani, è un posto dove si mangia e beve piuttosto bene, inoltre promuove delle ottime serate all'insegna di cibo, vino e musica. Si trova all'angolo di Fleet Road al numero 67. Quella sera era la serata del Cheese and Wine ed Eddie ,il proprietario, aveva sempre un occhio di riguardo per le celebrità di passaggio. Per la loro privacy e tranquillità decise di farli accomodare al piano superiore, così avrebbero potuto godersi la serata indisturbati
"E' molto carino qui" commentò Richard sorseggiando il suo vino, accompagnato da un maestoso assaggio di formaggi di ogni tipo
"Sì, mi trovo bene in questo pub. E poi sono molto gentili con me." rispose Julia
"Perché sei una celebrità. Ma il fatto che ci abbiano fatto accomodare in un piano più tranquillo l'ho apprezzato molto", prese una sigaretta dal suo pacchetto e ne porse una all'amica
"Non so se qui si possa fumare" disse la ragazza, senza troppi problemi Richard chiamò un giovane cameriere, aveva l'aria spaesata, sembrava nervoso
"Scusi, io e la mia amica volevamo sapere se qui si potesse fumare", il cameriere li guardò confuso e tentennò un po' prima di rispondere. Si passò le mani sul grembiule mogano e poi rispose
"Questo è un piano no-no-non fumatori, signore. Mi- mi dispiace deluderla"
Richard fece un sorriso "Come ti chiami, ragazzo?"
"Ben. Ben Loyed, signore" rispose timidamente il giovane
"Mi sembri teso, Ben. C'è qualcosa che non va? Accendermi una sigaretta qui ti infastidisce?"
"No, signore. E' solo che potrei perdere il lavoro" l'attore annuì, tamburellando le dita sul tavolo. Julia intanto stava a guardare, poi sorrise, sapeva dove voleva arrivare
"Tu fumi, Ben?"
"Di rado, signore" rispose il cameriere, il signor Gere gli offrì una sigaretta, e il ragazzo scosse la testa "non posso, signore. Mi perdoni"
"Chiamami Richard, Ben", il ragazzo annuì " e se ti dessi trentacinque sterline per fumarla con me?" il cameriere ci pensò su, si morse il labbro e si accarezzò nervosamente la nuca. Il ritratto dell'indecisione.
"No, signore. Non posso rischiare di perdere il posto di lavoro per trentacinque sterline. Devo pagarmi il college e ho bisogno di questo lavoro. Confido nella sua comprensione" Richard sorrise soddisfatto
"Continua così e avrai tante opportunità davanti a te, Ben. Voglio che sia tu ad occuparti del nostro tavolo" gli sorrise e gli diede comunque una sigaretta, "questa è per dopo" gli fece l'occhiolino.
Il ragazzo sorrise "Grazie, signore", andò via e Richard posò il suo pacchetto nel taschino interno della giacca e assaggiò un formaggio
"Si può sapere perché devi sempre mettere in difficoltà i camerieri dei ristoranti in cui andiamo?"
"Vedi il mondo è fatto di due tipi di persone, quelli che si lasciano corrompere e quelli che come Ben riescono a dire di no" bevve del vino
"E fin ora quanti ti hanno detto di no?"
"Lui", Julia si ammutolì e Richard continuò a parlare "quando ti dicevo che noi siamo dei privilegiati, mi riferivo a questo. Noi con il denaro possiamo ottenere tutto. Non fa paura?" fece una pausa "adesso, tu sei una donna bellissima e di successo, cosa c'è che non riesci a fare o a dirmi? Cosa ti porti dentro?" mentre parlava la guardava dritto negli occhi, lei odiava quando lo faceva, la metteva in difficoltà. Ben intanto tolse l'assaggio dei formaggi per fare spazio ad un pollo speziato con verdure e patatine fritte
"Niente, è solo un brutto periodo" rispose la ragazza prendendo una patatina, "magari basta solo del tempo e tutto torna come prima" Richard inarcò il sopracciglio. Merda, pensò l'amica. Era sempre brutto segno quando faceva quell'espressione.
"Farò finta di crederci, d'accordo?" Julia bevve tutto d'un fiato il suo bicchiere di vino
"Ringraziando il cielo" disse tra i denti
"Come?" l'amico intanto stava tagliando il pollo e raggruppando una porzione di verdure
"Niente, non ho detto nulla. Mi versi dell'altro vino?"
"Cerca di non esagerare, siamo ospiti per un cocktail dopo cena"
"E di chi saremmo ospiti?"
"Hugh Grant" disse, poi mangiò il suo boccone di pollo e verdure. Julia rimase con il bicchiere a mezz'aria, Hugh l'ultima volta che la vide notò che lei era impegnata con..
Magari lo ha rimosso, pensò speranzosa la bella rossa, infondo quella sera erano tutti un po' brilli.
"Hai chiamato tu Hugh?" chiese lei
"Perché credi che io chiami la gente? Mi fai così... invadente?" Julia non rispose "ad ogni modo, ci siamo sentiti tempo fa, prima che partissi per le riprese e mi ha detto che appena ero qui in Inghilterra avrei dovuto chiamarlo. L'ho fatto e gli ho detto che c'eri anche tu ed è tipo impazzito di gioia" sorrise e mangiò un altro boccone, Julia toccò il cibo a malapena quella sera.
Non riusciva a non pensare a lui, era un chiodo fisso, un tarlo, una pulce fastidiosa nell'orecchio. Forse erano le faccende in sospeso che lo rendevano importante, o forse erano le parole che le aveva detto, le chiacchierate, il confronto tra i loro punti di vista. Nel dubbio, bevve ancora un po'. Nonostante Julia si eclissasse nei suoi pensieri, quella con Richard, fu una cena tranquilla, parlarono dei loro ultimi copioni ricevuti, dei film prodotti, delle loro famiglie, dei ricordi; La prima volta che Julia vide Firenze ne rimase profondamente colpita, le era piaciuta Venezia, ed anche Napoli, quella pizza non la trovò più da nessuna parte, le sue opinioni sui ristoranti italo-americani calarono a picco. Parlarono di quando, insieme, fittarono una Vespa per poter muoversi velocemente e solo a fine giornata si resero conto di aver presto la Vespa di un altro. Era di un giovane garzone che lavorava in un'enoteca dove si erano fermati. Ne avevano fatte di cose insieme, e ne avevano passate tante. Richard le aveva mantenuto la fronte quando stava vomitando l'anima in uno di quei vicoli puzzolenti di Chicago, Julia non ha mai saputo reggere bene l'alcool. Lei dovette riaccompagnarlo all'albergo e fermarlo quando passando davanti ad un negozio, chiuso, di dolci il suo amico voleva sfondare la vetrina ed arraffare il tutto, gli effetti di una canna per Richard erano questi. All'albergo poté ordinare tutti i dolciumi che voleva, per poi trascorrere la notte a lamentarsi al telefono con lei.
Chiesero il conto.
"Ricordi quando ci siamo promessi di dirci tutto?" chiese lui, l'amica annuì, e lui le sorrise "bene. Ho conosciuto una"
"Sul serio?"
"Si chiama Diane, non fa parte del mondo del cinema, viveva nella casa accanto quando ero più giovane"
"Uh-uh la ragazza della porta accanto" Julia rise di gusto "e come vi siete rivisti?"
"Mia madre ha organizzato un barbecue e ha invitato un po' di gente. E' venuta con la sua famiglia. E' fantastica" ne parlò con entusiasmo e trasporto, di come lo facesse ridere, dei suoi studi, della sua casa, dei viaggi in Cina, Messico, Giappone e Irlanda. Mentre descriveva la donna dei suoi sogni però, Julia pensò che se lui si fosse fidanzato lei avrebbe perso il suo migliore amico. Sarebbe stata sola. Niente più caffè, cene con amici, serate a cercare posti tranquilli dove parlare, i viaggi insieme, niente. E lei aveva bisogno di Richard. Lui era una roccia. Ma no, infondo stava ingigantendo le cose, giusto?
Quando Ben portò il conto, l'amico pagò con la carta di credito, si mise il cappotto e al momento in cui il cameriere gli riportò la carta, lui gli lasciò una generosa mancia. Gli occhi del ragazzo si spalancarono quando vide quel piccolo gruzzoletto. Quasi non riusciva a parlare
"Grazie, signore" l'attore gli diede una pacca sulla spalla e uscì dal pub. Julia si avvolse nel lungo cappotto e chiamò un taxi.


"Il fatto che Hugh abbia la casa a Notting Hill, significa che è innamorato di te e vuole vivere la storia d'amore del vostro film e fare tanto sesso con te?" chiese l'amico ironicamente per rompere il silenzio, lei gli diede una gomitata
"Il fatto che tu sia un imbecille non lo dici?", risero insieme, lui le cinse le spalle con un braccio, Julia appoggiò la testa sul suo petto
"Quando ti parlavo di Diane eri assente. C'è qualcosa che non ti va già?"
"Vedi, Richard... è solo che... No, davvero, è stupido. Sul serio è un pensiero privo di senso"
"Ma questo lo sapevamo già" disse dolcemente, le depositò un bacio fra i capelli "non cambierà niente, okay?" l'amica annuì, ma lei a quel genere di cose non ci aveva mai creduto.
Hugh aprì la porta con un cordiale sorriso. Era sempre così gentile, elegante, a modo, ben educato, sempre così dannatamente inglese. Abitava a pochi passi dalla fermata della metro Ladbroke Grove, in una casa a due piani, tipicamente britannica e con un modesto giardino. Era sempre stato molto umile e non amava lo sfarzo, decisero di accomodarsi nel giardino, era una bella serata. Riuscivano a vedere le stelle, e la luna era così luminosa che non avevano il bisogno di accendere le luci esterne. Chiacchierarono al chiaro di luna, tra una sigaretta e l'altra e del buon Bourbon. Julia si accomodò sul dondolo con le gambe conserte e ascoltò i suoi due amici parlare, la serata era piuttosto informale, Richard indossava il maglione della sua squadra di baseball preferita, Hugh aveva sbottonato la camicia e alzato i polsini ai gomiti con delle comode e pratiche pieghe. Discutevano di musica, precisamente di Bee Gees e del loro successo Stayin' alive, dicevano che sarebbero potuti passare secoli ma sia il film, che la canzone e il modo di ballarla sarebbero rimasti eterni. Hugh diceva che aveva rimorchiato tante ragazze ballando su quella canzone, mostrò loro le sue doti da ballerino, utilizzando le movenze di Travolta nel film 'Febbre del Sabato sera'. Lo spettacolo più ridicolo della storia. Totalmente inespressivo e impacciato, Julia rise forte e le fece compagnia Richard, mentre la dignità di Grant andava a farsi benedire.
Parlarono dei Beatles, che vennero difesi ed elogiati dall'attore britannico, parlarono dei Pink Floyd, Deep Purple, Backstreet Boys, Tina Turner, Michael Jackson, Witney Huston, gli 'N Sync e la loro rottura. Richard spiegò come fosse passato all'ascolto da una band all'altra, e Hugh gli confessò che mise in ordine i suoi vinili in base alle canzoni che lo avevano accompagnato nelle sue delusioni d'amore, li riordinò in ordine decrescente.
"Juls, non dici una parola, che succede?" notò l'attore britannico mentre dava una boccata alla sigaretta, l'attrice sorrise e continuava a dondolarsi dolcemente
"Credo che tutto bel Bourbon stia iniziando a fare effetto", i due amici la fissarono preoccupati "tranquilli, non rovinerò questo fantastico prato inglese", si alzò e prese una sigaretta
"Ti trovo bene, sai?" continuò Hugh "l'ultima volta che ti ho vista eravamo a.."
Merda. Cazzo. Cazzo. Sono fottuta.
"Dannazione, ho un buco nero" risero
Grazie a Dio.
"Era da tanto che non ci si vedeva, questo è sicuro. Mi dispiace non averti chiamato, insomma sei mio amico.."
"E' okay" Hugh le prese la mano e ne baciò il dorso "a che ora avete l'aereo domani?"
"Presto. Infatti credo proprio che sia ora di ritirarci" rispose Richard.
Aspettarono che Julia finisse la sua sigaretta. Il proprietario di casa chiamò loro un taxi, gli augurò una buona notte e una piacevole partenza.
Sempre così gentile.
   
 
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