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Autore: Shizue Asahi    05/06/2016    2 recensioni
La raccolta partecipa all’iniziativa del forum Torre di Carta: Corsa delle 24 ore – II Edizione.
Petra ha i capelli del colore del miele e le labbra piccole e incurvate all’insù. Levi la bacia con calma, la stringe, le imprime le proprie dita sulla pelle per accertarsi che sia vera, che sia reale, che sia viva.
Un bacio, una carezza, un gemito in più e un altro ricordo scompare.

Raccolta di tre drabble | Rivetra
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La raccolta partecipa all’iniziativa del forum Torre di Carta: Corsa delle 24 ore – II Edizione.
È una raccolta Levi/Petra – che novità per chi mi conosce – di tre drabble, la seconda è vagamente ispirata a un’altra mia storia ( Ha l’oro negli occhi), ma non è necessario leggerla per capirla.
I prompt utilizzati sono:
  • Le fogli appese di Colapesce;
  • “Togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace,” Giudizi universali, Samuele Bersani;
  • “A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io,” Piazza grande, Lucio Dalla;
 
 
 
 
A Barbara, che mi fa cose con i suoi prompt
 
 
 
 
L’amore si deposita
 


 
 
La sua voce è timida, il passo lieve, il sorriso tenero.
Levi la guarda senza vederla, una macchia sfocata nel proprio campo visivo, l’ennesima recluta poco promettente. Petra è sacrificabile e lui non si cura neanche di apprenderne il nome.
I loro sono contatti brevi, rapidi. Una tazza di caffè troppo dolce, un sorriso troppo luminoso, un rossore troppo acceso.
Le abitudini si accumulano, si depositano; Levi ne impara il nome e creano una complicità fatta di lunghi silenzi e piccoli gesti.
Un bacio complice, una carezza timida, un’abitudine in più da collezionare.
 
 

 
 
Petra ha i capelli del colore del miele e le labbra piccole e incurvate all’insù. Levi la bacia con calma, la stringe, le imprime le proprie dita sulla pelle per accertarsi che sia vera, che sia reale, che sia viva.
Lei lo lascia fare, gli carezza la schiena, gli arruffa dispettosamente i capelli, gli morde più pelle possibile. Geme quando lui la possiede e sospira quando tutto è finito.
Levi si accascia su di lei, spossato, stanco, appagato. Strofina il naso tra i piccoli seni, ne ispira il profumo, li stuzzica con una tenerezza che poco gli si addice.
La spedizione è solo un ricordo sfocato nelle loro menti, un contorno cupo delle loro giornate.
Un bacio, una carezza, un gemito in più e un altro ricordo scompare.
 
 
 


L’amore si deposita, si insinua sotto pelle, si insedia nell’angolo più nascosto del suo animo. Levi non ne riconosce subito i sintomi, stordito da una novità che gli è estranea da troppo tempo.
Petra ne avverte i segni e si vergogna. Ritorna a essere una ragazzina, una donna e quando il Caporale è nei paraggi il soldato che è in lei si assopisce.
Levi è burbero, taciturno, rude. L’accoglie senza sorrisi, senza interesse. Petra ne registra pian piano gli atteggiamenti, impara a leggere nei suoi silenzi, nel cipiglio serio. Scorge l’uomo dietro al soldato e alla fine Levi vacilla e si arrende.
Ho bisogno di una carezza anche io, le confessa in silenzio e qualcos’altro si deposita.
 
 
 




 
   
 
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