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Autore: Chandra J J Lyndon    05/06/2016    1 recensioni
"E mentre il mondo crolla, voi vi lasciate avvolgere da questa strana bolla di felicità.
Vorresti che il tempo si fermasse a questi istanti, vorresti che Acciaio possa essere sempre felice, vorresti essere capace di cancellare la sofferenza dai suoi occhi, ma tu da solo non basti. "
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missing moment di quando Mustang è costretto in ospedale dopo lo scontro con Lust
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang | Coppie: Roy/Ed
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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As the world falls down

Fandom: Full Metal Alchemist

Rating: verde

Generi: Sentimentale, triste, malinconico, fluff

Avvertimenti: Missing Moment, basato esclusivamente sull’anime

Tipo di coppia: shonen-ai

Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang

Coppie: Edward/Roy

Note: una piccola storia senza pretese per esprimere il mio bisogno di tenerezza.

 

 

 

Nella tua vita, Edward Elric, l’impossibile è l’ordine del giorno. Nella tua vita, l’ordine delle cose è stato sovvertito, e tutto ciò che un ragazzo come te non avrebbe mai dovuto conoscere – la disperazione, la morte, la paura – è diventato qualcosa con cui hai a che fare tutti i giorni. Ed è così dalla morte di tua madre, e continua a esserlo perché tutte le persone che hai a cuore cadono una dopo l’altra.

 

Qualcuno direbbe che non è giusto, ma tu sai che la vita non è giusta, e hai imparato a rialzarti nonostante tutto, a non arrenderti; hai imparato anche a nascondere ciò che provi.

 

Ti sei detto, quando hai deciso di tacere anche con Alphonse, il tuo amato fratellino, che se nessuno avesse saputo quanto quel dolce sentimento appena nato fosse importante per te, a lui non sarebbe accaduto nulla di male.

 

Sai che questi pensieri sono infantili, ma proprio non puoi negarteli: ti danno speranza, e tu solo sai quanto ne hai bisogno in questo momento, mentre il mondo attorno a te sembra quasi stia crollando. Sai quanto è importante tenersi aggrappati a qualcosa per andare avanti, e tutto questo ti dà forza, un motivo in più per riuscire nel tuo intento.

 

E così, ogni giorno della tua vita, tu menti alle persone cui vuoi bene – a Winry, ad Alphonse – e sei diventato davvero bravo. Non pensavi che ci saresti mai riuscito. Impulsivo e passionale come sei, non credevi fosse nella tua natura nascondere tanto di te; eppure eccoti qua, costretto a sgattaiolare nel cuore della notte pur di vederlo. Pur di assicurarti che stia bene.

 

Ormai sei diventato bravo a eludere la sorveglianza di Alphonse, che ogni sera si siede accanto al tuo letto per osservarti dormire, sempre così preoccupato che anche tu possa andare via, sebbene sappia che non lo abbandoneresti mai. Sebbene sappia che torneresti persino dalla morte pur di non lasciarlo solo.

 

Crei con l’alchimia un fantoccio che la sera, quando vai a dormire, posizioni nel letto al posto tuo, consapevole che prima di occupare il suo posto nella sedia accanto al letto, Alphonse andrà prima a salutare Winry. Aspetti un po’, e poi esci dall’albergo, muovendoti cautamente e stando bene attento che non ci sia nessuno che ti stia seguendo.

 

Devi ammettere a te stesso che da un po’ di tempo sei diventato estremamente paranoico riguardo la faccenda della segretezza.

 

Ti muovi per le strade di Central City con una calma che è soltanto apparente: dentro di te stai fremendo. Sei preoccupato e anche un po’ arrabbiato per quella sua sconsideratezza.

 

La luna è già alta nel cielo, e non puoi fare a meno di ammirarla mentre cammini. È così grande, così splendente, che per un attimo è soltanto lei a riempirti gli occhi, mentre le tue gambe si muovono senza che tu stia realmente pensando alla strada che stai percorrendo.

 

Le strade che di giorno sono tanto brulicanti di vita, gremite di persone, adesso sono deserte, e il suono dei tuoi passi echeggia tutt’intorno a te.

 

Ti piace questo silenzio, quest’immobilità che pervade ogni cosa, ti fa sentire stranamente a casa.

 

Dopo un po’ finalmente arrivi a destinazione.

 

L’ospedale nel bel mezzo della notte continua a essere illuminato, affollato da pazienti e dai medici che fanno il loro turno di notte. Ti avvicini quasi timoroso al banco delle informazioni, dove un’infermiera con dei brillanti capelli rossi sta bevendo da una grande tazza che presumi contenere del caffè.

 

Nel tuo cuore speri che nessuno ti riconosca, o che, nel caso in cui lo faccia, sia discreto e non si metta a dire in giro che l’alchimista d’acciaio va in giro per l’ospedale di notte.

 

Appoggi le braccia al bancone bianco e richiami l’attenzione dell’infermiera. Dopo un po’, riesci a farti dire il numero della sua stanza, nonostante la donna cerchi invano di dirti che l’orario delle visite è terminato. Qualcosa nel tuo sguardo le fa capire che hai bisogno di essere lì e che non te ne andrai neanche se continuerà a dirti di no.

 

Sin dal primo gradino della scalinata che porta alle camere dei pazienti sul tuo viso compare un sorriso. Non uno di quelli spavaldi, né tantomeno uno di quelli che fai quando una delle tue folli idee va a buon fine. No, questo è diverso; è piccolo e tremulo, all’apparenza sembra fragile. Dice tante cose su di te, quel sorriso, racconta quanto hai sofferto e quanto, nonostante tutto il dolore che hai dovuto affrontare, sei in grado di amare.

 

La porta della stanza è aperta, e tu rimani stranito nel vedere che Roy e Jean Avoc sono stati messi insieme. Da che ricordi Roy ha sempre avuto una stanza tutta per sé. Decidi però che non t’importa e ti dirigi comunque verso il letto di quello che dovresti considerare solo il tuo superiore. Cosa che non sei mai riuscito davvero a fare.

 

Ti siedi sul materasso e guardi il viso di Roy nel sonno, il tremulo sorriso si allarga un po’ di più mentre osservi la sua pelle pallida alla luce della luna. È pacifico quando dorme, ma tu sai bene che in questo momento sta sognando morte e distruzione. Sai qual è il suono che fa il suo cuore in questi momenti, sai che tra poco aprirà gli occhi ansimando leggermente. Lo sai perché è compito tuo calmarlo quando succede mentre dormi accanto a lui.

 

Dopo una decina di minuti, Roy scatta a sedere, dalle sue labbra fuoriesce un flebile no.

 

Ci mette poco ad accorgersi che sei lì, ma anche quando lo fa, non dice niente. Ti guarda e aspetta che sia tu a parlare. Sa perfettamente cosa stai per dire, eppure non ti ferma, è pronto ad ascoltare il tuo sfogo accorato.

 

Dentro di te lo ringrazi per questo.

 

«Sei un idiota.» esordisci, sussurrando per non svegliare Avoc. «Rischi sempre di morire in maniera stupida e folle.» abbassi gli occhi perché senti gli occhi pizzicare fastidiosamente. Non vuoi che ti veda piangere.

 

Lui ti guarda e resta in silenzio, mentre il suo respiro si regolarizza. Le vostre mani sono vicine adesso, pochi centimetri le separano e tu devi fare un grande sforzo per non stringere la sua in una stretta morsa.

 

«Non puoi lasciarmi anche tu, non ora, non adesso.» continui, e a ogni parola ti senti meglio. «È così difficile per te renderti conto che non puoi rischiare così tanto ogni volta? Che mi fai male quando sono costretto a venirti a trovare in un letto d’ospedale?» alzi la testa verso di lui e i tuoi occhi incontrano i suoi.

 

 

 

 

Il piccolo Acciaio aspetta da te una risposta, e lo sai bene.

 

Ti rendi però conto che non esistono parole abbastanza profonde per esprimere ciò che senti, perciò prendi la sua mano integra, posata sul lenzuolo vicino alla tua, e la stringi. La porti sul tuo petto, proprio sul tuo cuore che batte ancora velocemente per via del sogno, costringendo Edward ad avvicinarsi a te.

 

Lo guardi attentamente senza dir nulla, vedi il dolore nei suoi occhi e qualcosa dentro di te si spezza.

 

Dopo qualche attimo riesci finalmente a trovare il coraggio per sussurrare «Sono vivo, sto bene.».

 

A quelle parole Edward si stringe forte a te. Ti fa male, ma non glielo dici, semplicemente lo abbracci di rimando e sospiri impercettibilmente di sollievo.

 

Ti chiedi allora cosa ti stia succedendo; pretendi di sapere dove diavolo sia finita la tua freddezza, perché non ti riconosci nel ruolo dell’amante affettuoso. Non è quella l’immagine di te che sei abituato a dare agli altri. Eppure, Edward riesce a farla emergere.

 

Non è raro che tu ti chieda cosa mai ci sia di speciale in quel ragazzo che porta gli altri a volergli bene, solo che questa volta conosci la risposta. Perché hai compreso che è l’incredibile empatia di Edward il suo più grande dono, non il suo talento per l’alchimia. Perché Edward Elric riesce a capire fino in fondo cosa provano le altre persone, lui soffre per gli altri e con gli altri. Non sopporta che le persone a lui care soffrano, perché lui sa cos’è il dolore più vero e profondo. 

 

Ormai il tuo cuore è perso, e hai la strana sensazione che non lo riavrai mai più. Lo terrà lui, è il dono che gli hai fatto e di cui lui non è ancora pienamente consapevole. Confidi che un giorno capirà.

 

Ogni tanto, Colonnello Mustang» sussurra Edward al tuo orecchio «mi balza in testa l’idea di chiuderti nel tuo ufficio e buttare via la chiave. Magari così smetteresti di cercare di gettare al vento la tua vita senza pensare agli altri.»

 

Si separa da te e ti guarda intensamente.

 

Con la mano che non stringe la sua, asciughi quelle lacrime che gli hanno rigato le guance. Lo fai con delicatezza, quasi come se temessi di fargli male semplicemente sfiorandolo.

 

«Sei un folle sconsiderato.» Edward sospira stancamente e si sdraia accanto a te, il suo corpo premuto contro il tuo.

 

E mentre il mondo crolla, voi vi lasciate avvolgere da questa strana bolla di felicità.

 

Vorresti che il tempo si fermasse a questi istanti, vorresti che Acciaio possa essere sempre felice, vorresti essere capace di cancellare la sofferenza dai suoi occhi, ma tu da solo non basti.

   
 
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