Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: ArwenDurin    06/06/2016    6 recensioni
Johnlock
Questo racconto viene da un'episodio comico e interessante :P
"" Che diamine avrà in mente? " pensò, guardando l'espressione di cordialità di Sherlock scemare poco a poco sino a diventare diffidente
"oh no" John si preoccupò ulteriormente ma non fece in tempo a fare altro che Sherlock iniziò.."
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I personaggi non sono miei ma appartengono a Sir. Arthur Conan Doyle e al telefilm di Moffatt e Gattiss.
Parentesi, penso che periodicamente si possa collocare verso la seconda stagione più che altro per come ho fatto John di carattere, è un po' più "remissivo" rispetto alla terza stagione, e anche com'è Sherlock nella relazione penso combaci alla seconda (?) giusto per specificare :P 

Erano lì seduti l'uno di fianco all'altro in una nuvolosa giornata di Gennaio, faceva fresco ma non abbastanza per impedire a John e Sherlock di trovarsi al Regent's park, poco distante da Baker street. John aveva il giorno libero così vedendo Sherlock tremendamente annoiato poiché non c'era un caso, e girare per l'appartamento come un leone in gabbia, il dottore aveva deciso che un po' d'aria fresca avrebbe giovato ad entrambi. E tralasciando le iniziali lamentele infantili dell'altro, alla fine John era riuscito a convincerlo; perché quando il soldato John Watson prendeva il sopravvento e decideva che dovevano uscire, non si ammettevano repliche.
E poi sapeva che sotto sotto a Sherlock piaceva questo suo lato.
Così erano lì da soli seduti dopo una bella passeggiata, a contemplare il verde e circondati da alberi spogli, con il dolce e tipico odore della natura permeato da quello che il freddo produceva. I passanti che di tanto in tanto facevano capolino nella visuale erano pochi, cosicché il silenzio regnava sovrano ma non fastidioso.
Poiché a loro due, per quanto divenuti una coppia di fatto da qualche mese, bastava questo.
E poi con Sherlock non si poteva di certo pretendere un rapporto convenzionale fatto di coccole e abbracci, anzi era piuttosto raro che il consulente investigativo si abbandonasse a simili effusioni.
" Inutili per l'altra persona e soprattutto per te John, visto che sai benissimo quello che provo per te senza che ti elenchi le fisiognomiche reazioni corporee che mi trasmetti " questo una volta gli aveva detto, mandando a farsi benedire il romanticismo, ma lui era così e a John andava bene ed era felice, per davvero.
Il dottore sorrise tra se a quei pensieri  quando improvvisamente quelle nuvole dapprima bianche, cominciarono ad ingrigirsi e una gocciolina di pioggia si poggiò sul suo naso. Questo aveva costretto i due compagni ad alzarsi per incamminarsi via, prima che un diluvio li inzuppasse. Sherlock prese l'ombrello-  che John non aveva nemmeno notato, da dove era spuntato?- che aveva appoggiato di fianco alla panchina, e così si avviarono. Ovviamente non mancarono i commenti sarcastici e fastidiosi del consulente investigativo, sul fatto che John non sapesse osservare ma si limitasse a guardare, persino sul tempo. Perché
" era ovvio che da qui a poco sarebbe piovuto, ed era altrettanto elementare portarsi un ombrello a carico, John "
John mugugnò un'imprecazione contro il suo compagno che se non fossero stati abbracciati e stretti per far si che entrambi si riparassero dalla pioggia, gli avrebbe dato un bel pugno sul naso.
Raggiunsero presto un caldo bar riparato dall'odore della pioggia, e li avvolsero dei caldi colori e odori di birra e allegria, brusio ma non baccano; che era un classico in un bar londinese. Essi si avviarono in un piccolo tavolo tondo che John subito adocchiò, all'angolo, e si sedettero nelle sedie di legno.
<< Vado a prendere le ordinazioni. Tu immagino un the non è vero? >> Sherlock si limitò ad annuire a quell'esclamazione di John, portando poi il suo sguardo altrove. Preso nella classica posa che assumeva quando rifletteva: ovvero con le mani giunte sotto le labbra, e gli occhi glaciali pronti a penetrare i segreti degli animi dei presenti. Un brivido attraversò John nel vedere quello sguardo che molte volte l'aveva trapassato, battendo nelle vene sino a raggiungere il suo cuore, dove Sherlock Holmes aveva preso posto da anni oramai. 
Watson si scosse avviandosi verso il bancone per prendere le ordinazioni: una buona birra scura mentre per l'amico e compagno, il suo adorato the. Fu un servizio veloce come di consuetudine, ma John avviandosi verso il suo Sherlock si sentì improvvisamente invaso da brividi. Erano freddi, di fastidio, con la sensazione di essere osservato, difatti volgendo il suo sguardo a destra notò due donne bionde che lo stavano fissando, parlando e ridendo tra loro. John assunse un'aria confusa mentre raggiunse il tavolo, chiedendosi che cosa avessero quelle due donne ben vestite, da ridere. Quando posò la bevanda di fronte a Sherlock notò che le due donne ridacchiarono parlottando ancora tra loro, e allora John capì sentendosi avvolto da disagio (questo perché ancora non era abituato a mostrarsi insieme al detective come compagno, al di fuori dell'appartamento. Qualche volta si sfioravano la mano in pubblico ma nulla di più) e le guardò in cagnesco.
Le due subito volsero lo sguardo altrove
" proprio con queste bigotte dovevo scontrarmi? " pensò, che non avevano nulla di meglio da fare che infastidire lui e il suo compagno.
John sospirò sedendosi di fronte a Sherlock e cercò di non darci peso, sorseggiando la sua birra, ma comunque quel senso di disagio e fastidio non lo abbandonò. Era talmente teso che quando Sherlock poggiò la mano sulla sua, sussultò. E John si voltò subito verso le due che come immaginava, non avevano perso occasione di guardare quella scena e ridere.
Cosicché tolse la mano con un imbarazzo, e un lieve senso di colpa ma quei pregiudizi, in cui era cresciuto lo punzecchiavano e si sentiva a disagio, era anche arrabbiato con le due bigotte che gli stavano dando questo problema, accentuando quello stupido disagio.
<< Scusa non è per te >> sussurrò, rendendosi conto di poter far pensare sbagliato al suo compagno; che conoscendo il suo cervello e i mille ragionamenti che lo riempivano, avrebbe cominciato ad ingranare teorie e deduzioni.
Alzò gli occhi in quelli verde-acqua di Sherlock che aggrondando le sopracciglia, lo stavano studiando con attenzione e John sospirò di nuovo << Sherlock.. scusami ma sono un po' teso >> esclamò ancora, evitando questa volta di guardarlo. 
<< Questo non è esatto >> quell'esclamazione ebbe il potere di far sì che John lo guardasse di nuovo, e l'espressione " da studio " sul volto di Sherlock era finita, lasciando il posto ad un'espressione attenta e curiosa
<< Tu sei molto teso >> aggiunse
<< Grazie per l'arguta deduzione >> l'altro gli sorrise e allungò una mano al suo polso, girando la sua mano destra a palmo all'aria sotto un mugugno contrariato di John.
Sherlock appoggiò poi due dita sul polso di John
<< Hai il battito accelerato e per quanto mi avrebbe fatto piacere, in questo momento non centro io. Dal tuo evitare di guardarmi prima e il rossore dovuto a imbarazzo e fastidio che ti invade le guance, c'è qualcosa che ti imbarazza. Hai le gambe accavallate strette, e dall'ovvio segnale delle tue labbra serrate c'è qualcosa che ti infastidisce. Dunque, dimmi John che cos'è esattamente? >> John sospirò e fece di tutto per non guardare Holmes negli occhi
<< Sherlock..>>
<< Oh andiamo John >> lo interruppe lui togliendo la mano << Lo sai che se non me lo dici mi costringerai a dedurre senza tatto, come poco ti piace >>
<< Potresti anche lasciare perdere e andare avanti a bere il tuo the, magari deducendo qualche altro cliente qui dentro >> fece una smorfia John mentre si portava la bottiglia alla bocca, e deglutì con fatica visto era sotto il pieno sguardo/radar del compagno. Sherlock che dagli occhi come spilli infuocati trapassavano il suo corpo, facendo nascere persino dei pensieri poco puliti nei suoi riguardi. Un rossore colorò il collo e le guance di John, che cercò di mascherare dietro la bottiglia. Rimasero in silenzio per un po' e Sherlock immobile, John sperò gli avesse davvero dato retta, per quanto capì che era immerso nelle deduzioni. Finché ad un certo punto gli occhi di Sherlock brillarono
<< Oh, ho capito! John.. e mi sorprendi anche ti dirò . Quelle due donne probabilmente che hai adocchiato prima, con non poco imbarazzo, è con loro il problema vero? >>
John credeva davvero di scamparla quando Sherlock si metteva in testa una cosa?
<< Sherlock, lascia stare >> eppure tentò, con tono fin troppo calmo, ma la luce che brillava negli occhi del consulente investigativo gli fecero capire che non si sarebbe zittito tanto facilmente
<< Ti mettono così in imbarazzo degli insulsi esseri femminili che ridacchiano su di noi visto che non hanno attività nel loro cervello? >> John trattene una risata nervosa
<< Diciamo che preferirei parlassero di classiche cose frivole.. >> fece un sorrisino e Sherlock alzò un sopraciglio poco convinto
<< Basterebbe dargli il modo di farlo, o altro di cui parlare >> lo interruppe l'altro con tono basso, che preoccuparono John.
<< Sherlock, non dire assurdità, come tu dici non dobbiamo dargli troppa importanza e poi non mi interessa. Adesso sono qui con te e voglio stare bene con te e.. Sherlock? >> alzò gli occhi al cielo il dottore, poiché il detective era da un po' che si era alzato.
Del panico prese il suo essere quando vide che si era diretto proprio da quelle due donne
" Ti prego, fai che non faccia qualcosa di stupido " * pensò, accelerando il passo e avvicinandosi, però non fece in tempo a fare molto poiché Sherlock aveva già aperto il sipario del suo spettacolino. John non seppe come riuscì a convincere le due a sedersi, aprendo un qualche dialogo, ma dopotutto lui era Sherlock Holmes.
E John stava per portarsi una mano al viso dalla disperazione ma qualcosa lo bloccò, fu il sorriso caldo che Sherlock sfoderò permeato di tutto il suo fascino, che rivolse alle due. John provò persino un moto di gelosia, poiché visto la distanza ragionevole per non intervenire ma non troppa per poter osservare, notò come la più giovane lo guardava con occhi chiaramente interessati.
" che diamine avrà in mente? " pensò, guardando l'espressione di cordialità di Sherlock scemare poco a poco sino a diventare diffidente
" oh no " John si preoccupò ulteriormente conosceva bene quell'espressione.. ma non fece in tempo a fare altro che Sherlock iniziò
<< Devo farvi i complimenti Rose e Betty, siete davvero delle ottime attrici non c'è che dire >>
<< Mi scusi? >> pigolò la donna più grande dagli occhi freddi e piccoli, smettendo di bere il suo thè << Cosa intende? >> aggiunse l'altra più giovane, dove quell'interesse iniziale per Sherlock scemò, da quella strana esclamazione dell'uomo e John ne fu contento in qualche modo.
<< Oh lo sapete benissimo cosa intendo. Rose, lei potrebbe lavorare benissimo in un giornale, dato la sua natura socievole e l'evidente dolore che ora ha ai polsi dovuti al troppo pc.. ma delle macchie sulla sua camicia mi dicono che usa anche un block notes per prendere appunti, o richieste del suo capo.. Dunque deduco è una assistente, in un posto di rilievo, probabilmente la banca. Di sicuro lei è l'assistente mentre Betty probabilmente è il suo superiore. Rose lei ha un sorriso cordiale, ma falso, è ambiziosa e farebbe di tutto per giungere ai suoi fini. Persino andare a letto con il proprio capo, ovvero il marito di Betty che scommetto, probabilmente avrà fatto per giungere in questo posto >>
Rose divenne rossa in tutto il viso non riuscendo a rispondere e producendo solo dei balbettii, e i suoi occhi chiari si sgranarono a dismisura, fu Betty che si alterò visto il viso si fece minaccioso.
John guardava la scena a bocca aperta non sapendo come intervenire per fermarlo
<< Lei chi è? Come diamine si permette? >> intervenne con cipiglio autoritario Betty ora furente 
<< Sherlock..>> John prese coraggio avvicinandosi e sussurrando la frase, cercando di fermarlo, mentre dentro di sè annegava dalla vergogna.
Era impazzito? Ma Sherlock lo interruppe afferrandogli apposta una mano e facendolo sussultare, e bloccare.  John si sentì sprofondare nell'imbarazzo visto che non riuscì più a dire una parola né ad allontanarsi, rimase lì immobile.
Così Sherlock ad obiettivo raggiunto, tolse la mano, lui oramai era partito come un fiume in piena e non si sarebbe fermato, quando era così non potevi fermarlo.
Lo sguardo del detective era attento ma impassibile e si impuntò sulla donna austera: Betty
<< Parlando di lei, oh, un capo rigido e freddo, donna di chiesa e non di qui, dall'Europa, a giudicare dall'accento. Ha girato il mondo, eppure ha delle visioni molto ristrette sebbene non capisco come. La sua fede è poco lucida, rispetto al resto dei gioielli, del che fa supporre che lei non ha un matrimonio felice.. probabilmente per un segreto che lei tiene nascosto, oltre al fatto di suo marito e la sua poca ovvia fedeltà matrimoniale >>
<< Lei che ne sa? Ora la smetta o giuro che..>> la donna si stava irritando non poco, quasi in procinto di alzarsi dalla sedia e aggredirlo non solo verbalmente, e John istintivamente si fece più vicino a Sherlock.
<< Ha risposto in fretta quindi conferma la mia ipotesi. Lei ha un segreto ed ha ottenuto il successo con un temperamento di qualcuno che ha qualcosa di represso.. e che per questo che sente il bisogno di comandare gli altri con austerità. Lei, Betty, ha bisogno di controllare, perché in realtà vorrebbe controllare se stessa, il suo bisogno che odia. Lei  odia il suo segreto >>
<< Questi trucchetti da psicologo sono inutili con me signor Holmes, e l'avverto o la smette e se ne va immediatamente, o giuro che.. >> ma la donna si stoppò visto che Sherlock si fece più vicino guardandola intensamente. Betty non riuscì più a dire altro, ma piuttosto balbettò avvolta da rabbia e imbarazzo.
La più giovane Rose, parve stupita della reazione del suo superiore, e nascose il viso nel grande bicchiere di carta del caffè.
<< Direi che è anche comprensibile visto il suo atteggiamento, quale segreto sia. Poiché si dice che chi ride di altri è per paura, o per celare la verità e nel suo caso è il suo vero orientamento sessuale.. >> a quel punto la donna si alzò dal tavolo sconvolta e rossa in viso
<< se ne vada! >> quasi urlò, facendo voltare tutti i clienti del bar.
John si portò una mano al viso nascondendolo per la vergogna << Presto fatto signora, ma che da questo impariate che prima di deridere qualcuno, di guardarvi allo specchio. Buona giornata>> e con questo Sherlock si allontanò, seguito a ruota da John che non si fermò un istante di più di fronte a quel tavolo: dove Rose sussurrava a Betty di stare il più calma possibile, e l'altra diceva delle paroline poco gentili nei confronti di Sherlock.
John lo raggiunse
<< Dio Sherlock >>
l'altro alzò gli occhi al cielo ignorandolo, e John scosse il capo, non riuscendo però a mascherare un sorriso.
<< Guardarvi allo specchio eh? >> aggiunse citandolo con un sorrisino, perché dopo tutto sapeva che tutto quel trambusto era perché quelle due lo aveva turbato. E in un recondito lato dentro sé gli fece piacere vedere quanto Sherlock ci tenesse a lui.
<< Beh era vero >> rispose Sherlock e John si sforzò di non ridere e mantenere piuttosto una finta aria seria
<< Di certo ricorderanno questo giorno.. però la prossima volta dammi retta prima che ci buttino fuori da ogni bar esistente di Londra >>
Sherlock fece un piccolo sbuffo
<< Esageri come sempre, come ho detto le ho dato altro di cui parlare >>
<< Senti chi parla qui la regina del dramma è qualcun'altro, e di certo non sono io>> Sherlock gli rivolse uno sguardo mezzo offeso, e John rise non riuscendo più a trattenersi. Un po' per l'imbarazzo un po' per la tenerezza che provava verso quello strambo consulente investigativo, che pur per proteggerlo arrivava a questi livelli. Sherlock lo guardò tralice ed a quel punto John gli rivolse uno sguardo dove si lesse tutta la dolcezza e amore che provava, perché dopo tutto l'aveva fatto per lui scioccamente e forse immaturamente ma l'aveva fatto.
E John amava il suo Sherlock così com'era.
Ciò lo spinse a prendere la sua mano davanti a tutti e senza più problemi, e qui Sherlock portò lo sguardo altrove
<< John >> sussurrò in imbarazzo ma con un bel sorrisetto sul volto, ed intrecciò le dita con quelle di John.
<< tu sei un'idiota >> sussurrò poi John con tono morbido però, facendo aumentare sul volto di Sherlock un piccolo e splendido sorriso. Il cuore di John aumentò i battiti, per quel sorriso e perché ora tutti sapevano erano insieme: John non aveva più paura di mostrarlo.
Il sorriso di John non fece che aumentare, mentre si dirigevano all'uscita di quel bar, poiché dopotutto era grazie a Sherlock tutto questo.
E pensò che sì lui era matto forse infantile ma che amava immensamente il suo Sherlock!

*cit pirati dei caraibi 


Angolo autrice: Ciao a tutti :D ho pensato tantissimo se pubblicare o meno questo racconto e alla fine l'ho fatto. La genesi comica che dicevo viene dal fatto che questa cosa delle due bionde che ridacchiano, è successa a me personalmente, il punto è che io ero solamente seduta vicina amichevolmente a questa persona ma queste qui appena ci hanno visti si sono messe a ridere pensando quando fossimo bizzarri mah XD. Così ho pensato "cosa farebbe Sherlock se ridessero del suo John?" e tack è nata questa fanfiction, che ammetto è un po' lunga però l'idea del parco mi è giunta successivamente e l'ho trovata carina così ho aggiunto anche quella :P che poi è una scusa che li porterà a quel bar ahah
Grazie a chiunque lo leggerà ^_^ mi farebbe molto piacere ricevere un vostro parere recensione se vorrete. Un salutone Sherlocked :D
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: ArwenDurin