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Autore: Dakota Blood    06/06/2016    0 recensioni
Un sogno ricorrente, l'inizio di un amore che forse non è mai finito. Il passato torna, ma il fatto è che in realtà il passato non muore mai. Kiro innamorato, Strify che lo vuole più di prima, un destino tormentato ma che trova pace dopo sette lunghi anni. Perché se ci tieni davvero, ciò che è rotto si può davvero riparare e renderlo più luminoso di prima.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiro
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La porta chiusa.
Quella dannata porta chiusa.
Sempre lo stesso sogno, un incubo ricorrente.
La porta che rivela il suo destino.
Perché la porta non si apre? All’improvviso gli viene in mente il video di Forever or Never e l’immagine della ragazza sdraiata sul letto è imminente.
Quella ragazzina dal viso angelico, la pelle chiarissima e lo sguardo innocente.
La porta. Lei guardava verso la porta e all’improvviso loro apparivano come dei salvatori.
Si sveglia tutto sudato, infradiciato in quel letto troppo grande per due.
-Ti senti bene tesoro?- Strify, ancora in pigiama nonostante stia addentando un waffle al cioccolato, gli sfiora i capelli biondo cenere, proteggendolo dalle sue assurde paure.
Lui si gira, ancora sonnecchiando.
-Si, ma il sogno si è ripresentato come una brutta influenza. Sai… a volte ritornano-
Lui gli sorride amorevolmente e lo stringe a sé.
Kiro chiude gli occhi, e in un attimo si ritrova indietro nel tempo.
Giappone: concerto del 2009.
L’estate in cui si era innamorato di lui ma non riusciva proprio a dirglielo. E gli suonava in faccia i pezzi più audaci e sexy, come Deeper and Deeper, mentre lui cantava ‘I’m falling deeper and deeper, getting sweeter and sweeter’ salendo e scendendo, assottigliando quel suo corpo cicciotto da cui spuntavano i fianchi come due ciambelline. E la voglia di morderlo era stata tanta! Ma mica poteva addentarlo davanti a centomila persone!! Ma l’emozione che provava quando lui si inchinava davanti ai suoi piedi e quello gli strattonava la testa dolcemente, e poi si fissavano negli occhi, era incredibilmente forte. I brividi, il sudore, l’adrenalina, l’agitazione, l’ansia di stare sul palco con l’uomo che desiderava ardentemente, il panico di poter essere scoperto specialmente da Romeo, gelosissimo! In Russia era riuscito addirittura a strappargli un lunghissimo braccio mettendogli le braccia attorno alla vita, lasciandolo senza parole per l’imbarazzo.

Lui voleva Strify, da sempre. E Strify, voleva davvero lui?
-Hey? Sei ancora qui con me?- gli mette una mano davanti al viso, per farlo tornare con i piedi per terra.

Lui si alza, sbadiglia e da’ un piccolo morso al dolcetto che è una vera tentazione.
-Si, Strify. Ci sono. Sono ancora scosso.!Non so, quella porta mi mette addosso una paura assurda. Non riesco ad afferrare la maniglia, non posso oltrepassare il confine, non ce la faccio. E vorrei scoprire cosa c’è aldilà di quell’uscio, ma allo stesso tempo tremo. Ho i continui flashback del nostro video musicale.-
-Ti fa’ paura pensare al video? Come mai? Era bellissimo!-
-Non lo so, mi perdo in quei ricordi-
Lo abbraccia, e capisce il perché del suo tormento.
Nel periodo in cui girarono il video, proprio la notte precedente, erano quasi riusciti a fare l’amore su un divanetto rosa, sotto lo sguardo assonnato di Luminor, che in ogni caso anche se fosse stato sveglio non avrebbe detto assolutamente nulla al riguardo.
Si erano stretti in un tenero abbraccio, avevano sentito i primi gemiti salire dalle loro gole colme di piacere, avevano fissato l’uno gli occhi dell’altro, per poi giocare con i pantaloni e infilare le dita in zone proibite che volevano scorgere le porte del paradiso..
Volevano scappare fra le stelle, solo loro e nessun altro.
Poi avevano fatto finta di nulla, comportandosi da buoni amici e mai più da ardenti amanti.
Forse la porta significa il muro che non sono più riusciti a buttar giù, quel varco che deve essere aperto per ritrovarsi l’uno fra le braccia dell’altro.
Strify si avvicina, lasciando per terra il cornetto.
Lui si gira e lo guarda, sorridendo.
-La porta, sono io-
-Mi sa proprio di si-
Lo stringe a sé, stritolandolo nonostante sia un pulcino di 1,65.
Poi si baciano, assaporando l’uno le labbra dell’altro.
-Mi è mancato tutto questo. Mi è mancato il 2009 e quello che eravamo.
O adesso o mai più.-
-O per sempre- gli dice Kiro, prendendogli il viso fra le mani.
-Abbattuta la porta quindi?-
-Sicuramente-
-Allora non ci resta altro che fuggire fra le stelle, tuo ed io-
Sorridono, buttandosi sul letto.
Sentendosi liberi.
   
 
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