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Autore: IlKarma    06/06/2016    1 recensioni
[Anime/manga vari]
Un torneo. Ne avrete visti tanti. Ma questo è diverso: un torneo in cui si affronteranno i più potenti personaggi degli anime e dei manga che amate, odiate o neanche conoscete. Una serie di incontri 1vs1, dai trentaduesimi fino alla finale, per decretare il più potente personaggio nipponico mai concepito. Tra lotte, sorprese e colpi bassi, vi do il benvenuto nel Nostro Torneo: Our Great Tournament.
L'idea, i personaggi e i sorteggi sono stati pensati e scelti dalla pagina Facebook Anime e Manga World (e dalla relativa utenza) che mi ha autorizzato a scrivere questa fanfiction sul suo torneo, ormai concluso. Lo svolgimento degli incontri e i relativi vincitori sono ipotizzati dal sottoscritto (e, se necessario, da altri appassionati) in base alle proprie conoscenze. Se avete opinioni diverse o notate qualche errore (dato che non conosco approfonditamente tutti i personaggi), vi invito quindi a scriverlo e io valuterò meglio e/o correggerò il tutto.
Tenete presente inoltre che non mi reputo un ottimo scrittore, anzi, perciò se qualche passaggio risulta poco chiaro, qualche vicenda poco dettagliata o qualche capitolo più lungo del dovuto è in gran parte per quello. Spero che la mia FF vi piaccia, grazie mille e buona lettura.
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Our Great Tournament
 
Capitolo 0: Prologo
 
Un teatro. Quello in cui si trovava sembrava proprio un teatro greco, con gradinate e relative entrate, ma senza palco: davanti agli spalti c’era un semplice spiazzo in terra battuta. Korosensei conosceva molti dei caratteri della cultura occidentale e li avrebbe insegnati anche ai suoi alunni, se ne avesse avuto il tempo materiale. Ma ora si trovava lì, in quel teatro, aspettando i suoi avversari. Avrebbe preferito volentieri trovarsi a scuola (doveva stare con i suoi alunni dopotutto!), ma la voce che l’aveva portato lì era di altro parere. Lui doveva partecipare al torneo, un torneo per decretare il più forte. Ma il più forte fra chi? Korosensei era seduto su uno degli spalti, stranamente imbottiti per essere un teatro greco, e sui braccioli campeggiava la scritta “Assassination Classroom”. Si era illuminata non appena si era seduto. Le scritte degli altri posti, ancora spente, non erano leggibili, fatta eccezione per quella alla sua destra. Il ragazzo che sedeva in quel posto era moro, con penetranti occhi verdi; indossava una giacca militare , ma dal resto dell’abbigliamento sembrava vivesse ancora nel Medioevo. Dal canto suo, Eren non diede troppa importanza alle occhiate del polpo. Era incuriosito, certo, ma non doveva mostrarsi debole contro i suoi nemici, e soprattutto non doveva fraternizzare con loro. Il ragazzo aveva pensato che il torneo sarebbe potuto essere un ottimo allenamento per i suoi prossimi incontri con i giganti e si era ormai rassegnato all’idea di aspettare gli altri partecipanti, seduto alla sua postazione “Attack on Titan”. Alla destra di Eren, era appena arrivato un ragazzo alto, con le mani nelle tasche dei pantaloni ed un neonato dai capelli verdi aggrappato alla spalla. Oga si andò a sedere nella postazione “Beelzebub” e, come suo solito, inizio a lamentarsi:
-Perfetto, adesso, oltre a fare da balia a questo moccioso, devo anche combattere contro dei tizi che potrebbero farmi il culo.-
Per un attimo, Oga trasalì: si era ricordato che a Beel (il “moccioso” dai capelli verdi) non piaceva essere chiamato in quel modo. Stranamente però, Beel si era addormentato. “Strano,” pensò Oga “di solito è fin troppo sveglio.”.
La postazione successiva era vuota. Più avanti, due uomini si stavano sedendo alla postazione “Bleach”. Ichigo, capelli arancioni e zanpakuto a tracolla, stava parlando con un uomo alto, con una cicatrice sull’occhio sinistro, una benda sul destro e delle campanelle legate ai capelli:
- Cosa ne pensi? Credi davvero che ci siano avversari così forti qui?
- Lo spero. – rispose Kenpachi – Quella voce ci ha detto che avremmo incontrato guerrieri formidabili.
Un ghigno sinistro si disegnò sul volto dello Shinigami mentre si sedeva.
- Ma bene! Allora c’è anche qualche volto noto.
Una voce li indusse a girarsi. I due capirono subito con chi avevano a che fare: quel tono di voce, quell’abito, quella ciocca pendente erano inconfondibili.
- Aizen?! Ma…non eri…
- Entrato nel portale del sole? Sì. Ma non sono tenuto a dirvi come sono finito qui.
- Cosa c’è, vuoi prenderci per il culo, scienziato del cazzo?
- Calmati, Zaraki, non dargli corda. - “Merda, se c’è anche Aizen questo torneo potrebbe essere più difficile del previsto…”
- Qui non siamo nemici, Aizen.- “Non ancora…” - Propongo una tregua.  -
- Pff, non c’è problema, anche perché per ora possiamo solo aspettare. Ci rivedremo più tardi, Kurosaki. – “E avrò la mia rivincita.”.
Detto questo, lo Shinigami tornò nel suo appartamento, dentro il teatro.
Nel frattempo, alla postazione “Blue Exorcist”, mani in tasca, anche Rin era arrivato. Era nervoso, ma anche per lui era normale.
{Assomiglia un po’ ad Oga, in effetti. Bah, questi giapponesi sono tutti uguali!}
[Zitto, Tu! Lascia i commenti per il torneo!]
Rin non aveva poi tanta voglia di combattere, ma sarebbe comunque stato meglio di stare a sentire suo fratello che gli impartiva l’ennesima lezione su quegli inutili Imp. Dopotutto, non gli dispiaceva dare mazzate alla gente.
Alla sua destra era arrivata una donna. Una donna bellissima, alta e bionda, ma con uno spadone grosso quanto lei. Teresa, col suo costante sorriso, sembrava fissare il vuoto. Avrebbe dato prova di sé stessa e dei suoi enormi poteri demoniaci ed aspettava l’inizio del torneo con un’insolita trepidazione. Oltre la sua postazione ( “Claymore”) si trovava quella di “Code: Breaker”. Rei Ogami era impassibile come sempre. Non gli piaceva essere stato obbligato a partecipare, (aveva delle importanti missioni con i Code:Breaker) ma ormai non poteva fare altro che aspettare. Il posto successivo era vuoto, ma pochi secondi prima Ogami aveva visto uno strano ragazzo con un imponente mantello e due occhi rossi. Per un attimo vide scritto qualcosa sulla postazione: “Code Geass”. Alla postazione successiva sedeva una ragazza, con una sorta di calzamaglia bianca come il latte che la faceva sembrare nuda. Shiro si stava spazientendo: se proprio doveva partecipare, allora perché ancora non le facevano massacrare nessuno?! La sua instabile mente era alla smodata ricerca di qualcuno da squartare (o da farsi amico, non le importava). Era stata tirata fuori da quella maledetta prigione per cui non le fregava un cazzo del prossimo, le bastava divertirsi, almeno per un po’. Sentì delle voci alla sua destra e si girò incuriosita:
- Ehi, Light, mi spieghi come hai fatto?
- Se lo sapessi, non te l’avrei chiesto prima, no, Ryuk?
- Vero, ma tu eri morto e… neanche uno Shinigami come me può resuscitare la gente.
- Ma può ucciderla, ecco perché ci hanno chiamato. Anche se non sono sicuro ci riusciremo: quel polipo ha ben poco di umano.
- Mmh, credo tu abbia ragione. Ehi Light, ho una domanda: secondo te ce le avranno delle mele qua?
- Non credo, Ryuk, non credo proprio. – rispose Light insolitamente turbato. Anche i partecipanti successivi erano arrivati.
[Dai sul serio, credevi VERAMENTE che qualcuno non se li aspettasse?]
{No. E chi si è accorto che li stiamo chiamando in ordine alfabetico per universo narrativo, sa anche che entreranno adesso}
[Vabbè, ragazzi, lo sapete. Il prossimo è Goku.]
-  UUURCAAAAA!!! Com’è grosso questo posto! Uh! E quelli devono essere gli altri partecipanti! Sembrano veramente forti!
Il saiyan iniziò a fare un po’ di stretching, per poi passare ad addominali e piegamenti.
- Non dovresti emozionarti così tanto. Sai bene che con noi in gioco non potrai vincere.
- Lo so, Sommo Bills, ma voglio comunque incontrare dei nuovi avversari e questo torneo è un’ottima occasione!
“Quante scemenze.” pensò il dio della distruzione. - Yo, Whis! Fai un giro e cerca del cibo. E magari non mangiartelo tutto!
- Ohohohoh! Non me lo faccio ripetere due volte, Sommo Bills!
Nonostante tutto, Bills non era così calmo come sembrava: al torneo partecipava anche il suo maestro e sapeva bene che contro di lui non avrebbe potuto nulla.
Le gradinate in basso erano finite, ma i partecipanti continuavano ad arrivare sugli spalti più alti, ripartendo da sinistra. Korosensei si accorse di una ragazza che stava salendo le scale vicino a lui. Arrivata alla postazione “Elfen Lied”, neanche Lucy capiva come potesse essere di nuovo in vita. Ma ora era là e voleva sfogare la sua perenne rabbia contro qualcuno. Aveva sempre odiato sé stessa e gli altri prima, ed ora non era cambiato niente. Anzi, se possibile il suo disprezzo per la vita era aumentato. Alla sua destra, un uomo ed un ragazzo stavano arrivando e, salite le scale, si sedettero alla postazione “Fairy tail”.
- Ehi Gildarts, perché non combattiamo?
- Sei stupido o cosa? Dobbiamo aspettare l’inizio del torneo. E francamente mi sembra parecchio difficile che noi ci si possa incontrare nel torneo: qua è pieno di gente forte.
- Ah, quella non è un problema: la sconfiggerò facilmente e mi scontrerò con te. E poi vincerò questo torneo! Ahahahah!
“Come no, Natsu, come no…”
 Gildarts notò un altro motivo di preoccupazione: un giovane uomo, dai pettorali d’acciaio e dal volto impenetrabile aveva fatto la sua comparsa.
“Fist of the North star” si leggeva sulla postazione. Kenshiro Kasumi era irritato dal fatto di essere stato costretto ad allontanarsi dal suo mondo e a partecipare al torneo. “Ma sono sicuro che anche in questo luogo ci siano dei torti a cui porre rimedio.” si disse, più come fosse una scusa, che una vera motivazione.
- Pride?! Che cazzo ci fai tu qui?!
All’improvviso un ragazzo con una treccia bionda si era messo a sbraitare vicino a lui. Ce l’aveva con quello che sembrava essere un bambino.
- Sorpreso, nanerottolo? Hanno chiamato i più forti e come vedi, fra di loro, ci sono anch’io.
- Maledetto bastardo, non chiamarmi nanerottolo, sono molto più alto di te!
E poi tu dovresti essere morto!
- Tsk, futile umano! Non so come sono tornato in vita e non mi importa, ma spero di incontrarti al primo turno così da poterti scagliare in un universo di dolore e disperazione per te neanche concepibile!
- Suvvia, bambini, non litigate.
Un uomo dall’aspetto anziano e dal tono altezzoso arrivò a fermare il litigio.
Pride non perse tempo ad inginocchiarsi.
- Padre! E’ un onore rivederla in vita.
- Edward Elric. Ci sei anche tu quindi.
- Sì…”Padre”. Anche tu sei tornato. – disse il ragazzo con disprezzo.
Il Padre non perse altro tempo a sentire ciò che Ed aveva da dire e si mise a sedere. Il ragazzo si sentiva incredibilmente a disagio, ma sapeva che doveva aspettare il torneo per risolvere la sua questione con quei due. Nel frattempo anche Gintoki era arrivato, mettendosi a sedere alla sua postazione: “Gintama”. Il ragazzo stava sbadigliando.
- Ma chi me l’ha fatto fare…- disse mentre si sistemava la chioma color argento. “Uff, questi cazzo di capelli, non sono mai al loro posCOS…?!”. Gintoki si era accorto di qualcosa. Di qualcosa di forte, di molto forte. E non solo lui, se n’erano accorti tutti. Tutti sugli spalti, tutti nelle camere private, persino quelli più prossimi ad arrivare. Un potere enorme. Inimmaginabile. La maggior parte dei concorrenti sudò freddo. Nessuno si sarebbe mai immaginato di provare una sensazione di inquietudine tale in vita sua.
“Allora Whis non sarà l’unico problema in questo torneo.” capì Bills.
Gildarts era shockato: - Questo potere… non è magico.
- No, uomo. – Kenshiro si rivolse a lui – Questo potere non è né umano, né inumano…
- Né divino. – Aggiunse il Padre. – Questo potere è a dir poco supremo…
[E’ arrivato uno di quelli forti eh?]
{Già, ma non credo che si farà vedere ora.}
[Ma si è sicuramente fatto notare.]
In fondo a una delle gallerie di accesso al teatro “quello forte” ghignò. “Bene. Lasciatevi impossessare dalla paura. Fate sì che il timore, l’inquietudine, lo sconforto, il terrore penetrino dentro di voi fino a farvi cedere. Allora io sarò là. Ad uccidervi.”
Vali era appena arrivato alla sua postazione, ma si accorse subito della tensione che c’era nell’aria. “Era veramente così forte il tipo che ho percepito prima? Questi non sembrano affatto pappemolli, eppure alcuni di loro stanno sudando copiosamente.” Vali Lucifer era sempre stato fiero del proprio potere ed era conscio delle sue incredibili capacità demoniache, ma quel clima non lo aiutava di certo. Si rassegnò all’idea che avrebbe prima dovuto vedere come fosse questo tipo, sperando di non incontrarlo al primo turno. Nel frattempo, alla sua destra due ragazzini erano arrivati.
- Woohoo! Finalmente ci siamo! Non sei emozionato Killua?!
Il ragazzino aveva dei capelli neri a punta ed era un po’ più basso della media. Dietro di lui, Killua teneva le mani dietro la nuca e ridacchiava sotto i baffi con un atteggiamento fra il menefreghista e lo scherzoso.
- Sì Gon, e spero di incontrarti presto in uno scontro per vedere chi di noi due è diventato il più forte.
- Nessuno, direi.
Un uomo alto con i capelli rossi e con il volto truccato come un pagliaccio si avvicinò ai due con un sorriso derisorio.
-Hisoka!
Entrambi i ragazzi aggrottarono la fronte. Non credevano che avrebbero scelto anche qualcuno come lui per il torneo.
- Salve, mocciosi. E’ da un po’ che non ci si vede.
“Dannazione! Con Hisoka le possibilità di vincere il torneo si riducono drasticamente.” constatò Killua.
- Sembrano essere tutti molto forti qui, credi veramente di poter battere tutti gli altri partecipanti?
- Io no. E voi?
Gon e Killua si guardarono negli occhi, senza poter controbattere. A destra, dopo un’altra postazione vuota, era arrivato un altro ragazzino. Anche lui aveva i capelli arruffati, ma i suoi erano castani. Aveva dei pantaloni larghi in cui sembrava sprofondare e un’enorme chiave nella mano sinistra. “Non sono sicuro di essere abbastanza forte per affrontare queste persone. Ma ci proverò! Marò del mio meglio!” pensò entusiasta Sora .
[Glielo diciamo che è stato scelto solo grazie ai fan?]
{Meglio di no… magari aspettiamo il suo incontro. Uh, guarda è arrivata la bestia.}
Alla destra di Sora aveva fatto la sua comparsa una ragazza. Corti capelli viola, un ventaglio in mano e un’abbondante quinta di seno, la ragazza indossava una provocante uniforme scolastica che fece innervosire l’incredibile senso dell’ordine di Korosensei. Fosse stata della sua scuola non gliel’avrebbe mai permesso. Medaka Kurokami si mise a sedere sulla postazione “Medaka box”, anch’essa ansiosa di dare il meglio di sé. Si era chiesta perché fosse l’unica della sua scuola ad essere stata chiamata (anche Misogi e i 12 erano parecchio forti), ma ora era là e poco importava chi ci fosse con lei. Avrebbe tenuto alto l’onore dell’Accademia Hakoniwa! Non lontano da lei un ragazzino biondo con un paio di cuffie e un sorriso beffardo aveva fatto la sua comparsa. Izayoi fremeva dalla voglia di iniziare a combattere: quando le voci gli avevano detto del torneo quasi non ci credeva. Era sicuro che si sarebbe divertito un mondo! Al piano superiore, sopra Lucy, c’era la postazione “Naruto”.
- Ehi Sasuke! Guarda, la nostra postazione ha il MIO nome! Dai dillo che sono figo.
- Non sei figo.
Naruto cambiò discorso con un sorriso:
- Voglio proprio vedere se i nostri avversari potranno reggere il nostro potere!
- Non credo. Siamo diventati incredibilmente forti in questi anni, tu hai le abilità dell’Eremita delle Sei Vie e io ho Sharingan, Rinnegan e tutte le altre arti illusorie. Saranno pochi quelli capaci di fermarci.
- Spero di no o mi annoierò a morte.
-Conoscendoti ci credo poco.
Alla loro destra, alla postazione “Noragami”, il dio della guerra Yato stava parlando con  Yuki, la sua arma.
[Ehi, Io! Perché stiamo saltando così tanti personaggi?]
{Perché sennò col cazzo che lo finiamo sto capitolo.}
[Dici?]
{Sì. E adesso muto e continua a presentare quel ragazzo.}
Yukine, il ragazzo che stava a fianco a Yato, era la sua Arma Sacra.
- Sei pronto Yuki? – disse il dio con un tono leggermente canzonatorio.
- Non prendermi per il culo. Lo sai, se proprio devo stare con te fammi almeno combattere.
Yato non rispose, sorridendo però in maniera sarcastica. Si sistemò il foulard e controllò alla sua destra. Un ragazzo smilzo con un cappello di paglia si stava sedendo alla sua postazione. A Rufy sembrava strano che non ci fosse nessuno della sua ciurma: avrebbe sperato almeno in Zoro, ma a quanto pare era stato chiamato solo lui. Per il ragazzo il torneo sarebbe stato un buon allenamento per avvicinarsi al titolo di Re dei Pirati, titolo al quale un altro dei presenti ambiva.
- Zehahahahahahah!! Cappello di Paglia! Sono felice di ritrovarti qui!
- Teach! Hanno chiamato anche un bastardo come te?!
-Bada a come parli moccioso. Sono uno dei 4 imperatori adesso, dovresti portare più rispetto.
-Uno dei 4 imperatori… Se ti sentisse il capitano Barbabianca vomiterebbe.
-Ahahahah. Quel vecchiaccio! Ormai era diventato solo un intralcio, quell’inutile ammasso di…
-Ammasso di cosa, Marshall D. Teach?!
Barbanera trasalì. Non credeva avrebbe mai più sentito quella voce in vita sua. Si girò: non era un sogno. Edward “Barbabianca” Newgate era proprio lì di fronte a lui, in tutta la sua imponente maestosità.
- Non ti conviene parlare alle spalle delle persone, Teach…nemmeno se sono morte.
Né Rufy, nè Teach riuscivano a capire come fosse possibile. Barbabianca non potè dare una risposta, ma propose loro una tregua: sospendere gli scontri e, in caso, risolverli nel torneo. Entrambi accettarono, anche se con riluttanza. Alla loro destra uno strano ragazzo stava arrivando. Barbanera ghignò mentre Rufy si sbellicava dalle risate. L’uomo indossava una tuta gialla e un mantello, stivali e guanti di gomma rossi. La faccia da ebete e la pelata andavano a completare il tutto. Ecco, lui, fra i tanti, non sembrava affatto forte. Saitama sperava vivamente che in questo torneo ci fosse qualcuno alla sua altezza, qualcuno che sarebbe potuto resistere a più di un suo pugno. Fissò gli altri partecipanti col suo sorriso da idiota, pensando. “Quel cane viola e quel tipo muscoloso sembrano forti. Gli altri non tanto, ma potrebbero avere dei trucchi per potenziarsi. Oh. Un polpo.”. Alla sua destra sulla postazione “Pokèmon” si ergeva fiero un essere bianco, dalla lunga coda viola. Braccia conserte, aspettava paziente. A differenza sua, alla postazione “Saint Seiya”  un uomo alto, moro e dall’armatura dorata era parecchio nervoso. Furioso, quasi: “Questi stronzi esigono veramente che io, Saga Gemini, Gran Sacerdote del Tempio di Atena e Salvatore di quest’epoca, stia ad aspettare il loro infimo volere? Se solo riuscissi ad usare a pieno i miei poteri…. Argh, cazzo! Questo posto deve avere dei limitatori particolari. Ma appena potrò, farò loro il culo, così capiranno cosa si prova ad avermi come nemico!” Oltre Gemini un ragazzo si era seduto alla postazione “Saiyuki”, iniziando a mangiare ciambelle. Light lo notò con un certo interesse: ”Dall’atteggiamento mi ricorda L. Lo terrò d’occhio…”. Son Goku continuava ad..
[Ehi, Io! Son Goku?! Ma non è..]
{No, quello di DB non c’entra un cazzo.}
[Sicuro? Ha anche lo stesso bastone.]
{Sì, Tu, sono sicuro. Continua a scrivere.}
Son Goku continuava ad avere un certo languorino, anche se aveva ormai finito le ciambelle. Sperava di iniziare presto a combattere, così non avrebbe pensato alla fame. Mentre aspettava, notò vicino a lui un bambino che chiacchierava con un ragazzo dai capelli argentati e una cicatrice sul collo.
- Sai Ban, non vedo l’ora di tornare nel nostro mondo..
- Stai scherzando? Siamo appena arrivati (e io voglio menare le mani, cazzo!)
- Lo so, ma mi mancano le tette di Liz, eheh…
“Idiota.” pensò Ban. Meliodas, il suo capitano, si stava sedendo, mentre lui, mani in tasca e giacca rossa, dava un’occhiata in giro.
- Ho fame. Vado a rubare qualcosa dal tizio col ciuffo azzurro.
- Stai attento. (Per me quello ti fa il culo.)
Anche la Morte era là. O meglio lo era Shinigami che, dalla postazione “Soul Eater”, notò alcuni probabili studenti e un altro docente tra i partecipanti. “Sarebbe proprio figo incontrarne uno durante il torneo. Soprattutto quel maestro che sembra un polpo, vorrei vedere cosa..!”. Shinigami se ne accorse e si girò di scatto. Anche suo figlio era in quel teatro, probabilmente negli alloggi sottostanti. “Merda, c’è anche lui…. Oh beh, sarà più divertente!” concluse ridacchiando. “Almeno spero.”
- Non per fare la parte di quello che “Io te l’avevo detto”, eh, ma io te l’avevo detto che ti faceva il culo.
- Simpatico. – ribattè Ban mentre appoggiava del ghiaccio sull’occhio nero – Molto simpatico. Quel cane viola picchia duro, cazzo. Guarda che mi ha fatto con un dito!-
Meliodas rise.
- Ma! Ho il cibo. – e, mostrando tutte le merendine rubate, la Volpe dell’Avarizia iniziò ad elencarle: - Patatine, pop-corn, pizzette, cioccolato, snack salati e dolci…
-Ehm, scusate,- nel vedere tutto quel ben di Dio a Son Goku era venuta ancora più fame: - posso averne un po’?
- Certo! – rispose Meliodas offrendogli delle patatine.
- Capitano, no! Sono mie quelle!
- Ops, troppo tardi, eheh…
Shinigami li guardò ridacchiando. Quando si girò alla sua destra erano arrivati quasi tutti. Un ragazzo moro con un lungo vestito nero l’osservava incuriosito. Non appena vide che il mietitore lo stava guardando, Kirito si voltò e alzò lo sguardo al cielo. Era meglio non fidarsi di nessuno per adesso. Il beta-tester era abbastanza sicuro di sé, anche se non sapeva precisamente a quanto il suo livello nei videogiochi corrispondesse nella realtà. Alla sua destra c’era un ragazzo con degli strani occhiali rossi. Simon era pronto per la battaglia, anche se si aspettava di incontrare qualcun altro che comandasse il Gurren Lagann con lui. Sperava che le voci avessero pensato alla necessità di due comandanti per pilotare il mecha, altrimenti sarebbe stato di diritto fuori gara. E lui non voleva tirarsi indietro. Non era più un bambino ormai.
- Khkhkhahahahahahahah!
Tutti nel teatro si girarono a guardare da dove provenisse la risata. Un albino con un sorriso sadico e gli occhi sgranati li osservava.
- Poveri idioti! Credete di potermi battere? Khahahahah! Non sapete chi sono io, a quanto pare.
- No, e a nessuno frega un cazzo. – ribadì Oga.
- Oh, abbiamo un temerario! Vedrete cosa vi accadrà in battaglia. Soffrirete mille tormenti, avrete terrore di ogni mio movimento e capirete cosa sia veramente la disperazione.
“Tsk questo stronzo vuole rubarmi il lavoro.” – pensò ironicamente qualcuno negli alloggi.
{Accelerator, ti prego di calmarti. Potrai uccidere chi vorrai durante il torneo, ma per adesso siediti e aspetta. Stiamo per iniziare.}
-Khkh, va bene, sei tu il boss.
Detto questo Accelerator andò a sedersi, continuando comunque a ridere istericamente. A molti partecipanti era già venuta voglia di dargliele, ma non sapevano quanto di ciò che aveva detto era vero. Uno dei pochi a non essersi minimamente preoccupato di Accelerator era il ragazzo alla sua destra. Anch’esso aveva i capelli bianchi, ma era più giovane. Il suo occhio sinistro era particolarmente inquietante, con la sclera nera e l’iride rosso. Ken Kaneki era inizialmente scettico riguardo questo torneo, ma la vista di alcuni avversari aveva fatto nascere in lui una vaga voglia di combatterli… e possibilmente di ucciderli. Anche l’ultimo concorrente, sulla postazione a destra di Ken, era desideroso di combattere. Tutti quegli avversari davano a Yusuke Urameshi una carica che aveva provato poche volte in vita sua. Sempre se vita si poteva chiamare quella di un semi-demone morto ben due volte. Arrivati tutti i concorrenti, una voce risuonò nel teatro:
{Bene, ora che siete arrivati tutti}
[e che i lettori si sono sorbiti 10 pagine di nulla, equivalenti più o meno 200 martellate sui coglioni]
{vi do il benvenuto al Nostro Grande Torneo!!}
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“Che nome di merda…” pensò Saitama con la sua solita faccia da ebete.
 
   
 
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