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Autore: Ashley More    08/06/2016    2 recensioni
Albus Silente, sul finire della sua vita, rammenta un grande amore vissuto come una colpa ma, non per questo, rinnegato o sepolto.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Albus Silente, Lucius Malfoy
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Mi prendevi in giro.
“Vecchio!” Amavi chiamarmi così e le tue labbra perfette si distendevano in un sorriso; poi ti avvicinavi, in quel tuo modo così ammaliante, e io dimenticavo il dolore per quel disprezzo e il senso di colpa per quel peccato.

Giustificavo tutto convincendomi che, dopotutto, anche gli insulti fanno parte dell’amore.
Pensavo di essere inscalfibile: una roccia levigata dal tempo ma non per questo meno possente.

 

Mi lusingavi.
“Sei mio e io sono solo tuo…”
Lo sussurravi con quella tua particolare tonalità di voce; quella che, ancora adesso, sento incisa perfettamente nei miei timpani logorati dal tempo.
Quel suono gelido che riusciva ad essere carezzevole, mentre mi mormoravi le cose che si dovrebbero dire ad un innamorato.

 

Mi irretivi.
“Ti voglio, almeno quanto tu vuoi me…” Eri vergognosamente giovane, troppo giovane, rispetto a me eri quasi un infante; ed eri insolentemente bello, raramente avevo posato i miei occhi, velati dalla vita, su qualcuno di così splendido e perfetto: il volto superbamente cesellato e i capelli chiari, come le infinite albe che io avevo già visto prima ancora che tu nascessi.
Ne ero consapevole mentre affondavo il viso in quella seta bionda e carezzevole e ne aspiravo il profumo.

 

Mi ingannavi.
“Non potrei mai lasciarti...”  I tuoi occhi, di un azzurro così diverso dal mio, mi sfidavano a crederti e mi giuravano che eri sincero.
Ero potente e tu anelavi a quel potere, mi sentivo al sicuro: nessuno avrebbe potuto darti più di quello che potevo darti io.

 

Mi tradivi.
“Niente dura per sempre…” Giustificavi così le tue assenze e la tua freddezza.
Tu che conoscevi ogni mia debolezza ed ora eri pronto ad usarla contro di me, dimenticando tutto e rinnegando ogni cosa.
Tu che preferivi un marchio orribile sulla tua pelle diafana, un segno di schiavitù eterna,  piuttosto che il fuggevole contatto con chi ti amava ed era disposto a lasciarti libero in qualsiasi momento.

 

Mi abbandonavi.
“Ho fatto la mia scelta, vuoi umiliarti?” Tutto il tuo essere mi sfidava, scalpitavi per essere libero e volevi calpestarmi per sentirti di nuovo pulito.
Avrei voluto dirti che, quella a cui andavi incontro, era solo un tipo diverso di prigionia; che ti stavi infilando in una gabbia dove non c’era posto per l’amore.
Ma avevi ragione, ero solo un vecchio e non potevo trattenerti a me.
La colpa e la vergogna me lo impedivano.

 

Mi imploravi.
“Ho sbagliato, aiutami…” La tua bocca non era più distorta in un sorriso canzonatorio, i tuoi occhi non luccicavano più di trionfo, i tuoi capelli non risplendevano più.
Adesso eri tu che ti umiliavi.
Avrei dovuto gioirne e, invece, sentivo tutto il mio corpo piegato dal tempo, macchiato dalla vecchiaia e disilluso dalla vita, protendersi verso di te. La mia anima, ormai preda della morte, avrebbe voluto recarti sollievo mentre ti vedevo portar via , privato della tua essenza orgogliosa e superba.
Ma avevi ragione tu: ero solo un vecchio.
Non c’era più tempo per salvarti, dovevo lottare contro il tempo e contro colui che avevi preferito a me.
Solo una cosa potevo ancora regalarti, come ultimo pegno di un amore mai sepolto: la salvezza di tuo figlio.


note: ho pensato questa flash-fic come se fossero gli ultimi istanti di vita di Silente, mentre ripensa alla sua storia d'amore con Lucius Malfoy. Ripercorre le tappe del loro rapporto fino alla cattura dell'altro uomo, dopo la battaglia del Ministero, e fino al momento in cui Albus ha deciso che a Draco doveva essere impedito di compiere un omicidio: il suo.

   
 
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