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Autore: imunfjxable    08/06/2016    1 recensioni
Ispirata a Woman dei 1975.
Cosa succederebbe se Matty e Eileen si rincontrassero?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. In the night.


 

 

alle conversazioni notturne
e ai segreti svelati di notte, quando tutto sembra più leggero
e la luna ci rende più felici.

 

 

 

Un altro conato di vomito si fece spazio nella sua gola per poi finire nel cesso.
Bere così tanto non era mai una grande idea, e lo sapeva, ma non riusciva a contenersi a volte.
Prese un sorso dall'acqua del rubinetto del bagno, per poi sciacquarsi la bocca e sputarla nel lavandino.
Disegnò con le dita il contorno delle sue occhiaie seguendole guardandosi allo specchio: era un disastro, ma quanto aveva bevuto?
Era stanco, aveva fatto un incubo nella notte. Aveva sognato di aver incontrato Eileen, e di non averla riconosciuta. L'aveva scopata nella stanza d'albergo come avrebbe fatto con qualsiasi altra, mandando all'aria tutti i suoi piani dove voleva parlarle. Non le aveva detto nulla. L'aveva anche colpita a un certo punto. Era la parte peggiore del suo sogno, le aveva stretto le mani sotto la mascella violentemente, e forse l'aveva schiaffeggiata. Era un sogno confuso.
Tornò nella stanza ancora stordito, e si sedette sul letto per infilarsi i pantaloni, quando un pezzo di carta attirò la sua attenzione.
Lo afferrò e lo lesse.
"Non hai più nessuna donna ora, Matty. -Eileen"
Lo lasciò cadere per lo spavento.
Allora non era un sogno, era tutto accaduto per davvero. Possibile? Come aveva potuto non riconoscerla? Come aveva potuto alzare le mani su di lei? Si portò le mani in faccia toccandosi le labbra e iniziando a mordere nervosamente l'unghia del mignolo.
Rilesse nuovamente il foglio. L'aveva abbandonato di nuovo, ma non poteva darle torto.
Notò che c'era una cancellatura dietro. Lo porto davanti la finestra, per leggerlo in controluce.
Sotto lo scarabocchio nero della penna si leggeva Linen.
Linen. Ci pensò su e poi si ricordò che il vicolo dietro la Linen Hall Library era il posto dove si erano visti la prima volta.
Non poteva averlo scritto casualmente, lei voleva che lui andasse li.
Doveva almeno chiederle perdono.
O avrebbe dovuto lasciar perdere? Nel dubbio, fumò l'ultima sigaretta del pacchetto.

L'estate iniziava a farsi sentire, c'era un leggero vento caldo che gli scompigliava i ricci mentre stava fermo con le mani in tasca e la schiena contro il muro in mattoni del vicolo accanto alla libreria.
Non vedeva l'ora di vederla, aveva deciso di rimanere sobrio dalla mattina, non poteva rovinare tutto di nuovo.
Estrasse il suo cellulare, intasato dalle notifiche dei social, e notò che erano già le 22:30.
Poi la vide. Riconobbe la montagna di capelli neri sciolti che le copriva la maggior parte del viso- tanto le puttane non devono avere un bel viso.
Portava i tacchi neri, così come la sua pelliccia, e un vestito, blu scuro questa volta, che le metteva in risalto le forme, ora più mature rispetto a quando la vide anni fa.
Corse da lei, non perse tempo.
Sorrideva così tanto.
Non appena arrivò a pochi centimetri da lei si fermò per osservarla meglio; si era accorta di lui e aveva tirato i capelli all'indietro.
«Eileen, sono Matty. Ti ricordi di me?»
Eileen rise.
«L'unico a non ricordarsi di me sei tu Matty»
«Però l'ho capito. L'ho capito il riferimento alla libreria, non ho mai dimenticato, ieri sera la mia mente era solo offuscata dall'alcool» le afferrò la mano e Eileen si bagnò le labbra con la punta della lingua per evitare di lasciarsi scappare un sorriso.
«Ho bisogno di chiederti una cosa» continuò «non ricordo veramente nulla di ieri sera, ho qualche frammento sconnesso. Ti ho picchiato? Ti prego dimmi che non l'ho fatto» parlava velocemente, si evinceva la paura nella sua voce.
Eileen sospirò, non ci aveva pensato quella sera, voleva dimenticare la mani di Matty strette attorno alla sua mascella con così tanto vigore.
«Mi hai dato uno schiaffo, uno solo. E mi hai stretto le mani attorno al viso. Ma non mi hai fatto niente Matty, non preoccuparti» rispose aprendo le braccia, pronte ad ospitare Matty in lacrime che singhiozzava disperatamente.
«Cazzo non volevo. Non ero io. Ti prego, perdonami»
Eileen lo guardò con tenerezza, non disse nulla.
«Esci con me stasera?» le chiese speranzoso «voglio parlare con te, ma non restiamo qui, si sta facendo tardi»

Correvano entrambi come due pazzi sull'erba, Eileen aveva i tacchi tra le mani e rideva come non mai, mentre Matty continuava a cantare a squarciagola nel parco.
«We are kings» urlava il testo di Wolves, era una delle prime canzoni che aveva scritto con i ragazzi, l'aveva anche tatuata.
«Matty basta! Se ci beccano ci fanno il culo!»
«Ma noi siamo i re, non ce ne importa di loro. Vuole salire a cavallo mia regina?» domandò ridendo, abbassandosi con la schiena per prendere Eileen a cavalluccio, senza aspettare nemmeno il suo consenso.
Dopo non più di tre passi caddero assieme sull'erba umida, morbida.
Matty aveva gli occhi sbarrati e la guardava dritta nelle iridi che erano dello stesso colore del prato; non era invecchiata molto, era ancora bella.
Aveva lo stesso sorriso di sempre, arricciava il naso come faceva prima, le sue sopracciglia erano sempre l'una diversa dall'altra. Si chiese se le sue labbra fossero ancora morbide come quella sera, s'erano dati un piccolo bacio sulla bocca, che però lui non aveva mai dimenticato. Dopotutto quello era pur sempre il suo primo bacio- quella sorta di leccata di faccia che si erano dati lui e Lucy Kygh a scuola a tredici anni non contava.
Si avvicinò a lei lentamente, Eileen avrebbe dovuto girare la testa, ma non lo fece.
Si baciarono piano, le labbra di Matty si univano a quelle coperte di rossetto di Eileen, che aveva una mano stretta attorno al suo collo. La sua lingua gli leccava le labbra, mentre Matty aveva le dita impigliate nei capelli di Eileen che continuava a baciarlo con dolcezza. Aveva paura Matty, coglieva anche un po' di tristezza in quel bacio, ma decise per la prima volta di concentrarsi veramente sul momento e di lasciar perdere tutte le sue paranoie, e la strinse di più a sé, mordendole il labbro inferiore.
«C'è ancora qualcosa di diverso nella mia bocca?» chiese, e sorrise non appena Eileen annuì leggermente.
«Perché?» gli chiese all'improvviso «Perché sei tornato ora Matty? Avresti dovuto salvarmi tanto tempo fa» continuò rabbiosa, con le lacrime agli occhi.
«Ma che cosa volevi che facessi Eileen? Non potevo fare nulla, ma tu si. Tu dovevi cambiare la tua situazione» le urlò.
«cosa avrei potuto fare secondo te? Non potevo smettere di punto in bianco»
«Si che potevi. Avresti potuto,ma non volevi. Non c'era niente che ti impedisse di alzarti una mattina e di andare a cercare un lavoro migliore senza sporcarti in questo modo»
«"Sporcarmi"?» sottolineò furiosa «Mi sporco per la gente come te!»
«Ma che cazzo volevi che facessi Eileen, frequentare una prostituta?» disse evidenziando l'ultima parola con disprezzo.
«La prima persona che dovrebbe farti schifo sei tu!» gli puntò il dito contro «dai sempre la colpa agli altri perché non sei capace di assumerti le tue responsabilità, saranno passati anche dieci anni da quella merda di notte ma sei ancora lo stesso ragazzino ingenuo.
Non osare pronunciare la parola prostituta con disprezzo, noi lavoriamo per voi, se non ci fossero persone che avessero bisogno di noi probabilmente adesso sarei chi sa dove, magari anche felice e con un bambino. Non avevo altra scelta»
Matty rimase in silenzio.
«Non avrei potuto salvarti»
Eileen sospirò.
«Lo so» cercò di nascondere la lacrima che usciva dal suo occhio destro asciugandola, ma Matty la notò e la precedette, eliminandola con il suo pollice.
«Non piangere, per favore» teneva nuovamente il suo viso lungo tra le mani, ma questa volta con gentilezza.
«Non è colpa tua» Eileen riprese a parlare «so perfettamente che non avresti mai potuto stare con una come me» fu lei questa volta ad aggiungere la punta di disprezzo alla fine «mi piace il mio lavoro però. È bello sentirsi apprezzati per il proprio corpo, anche quando non è bello. È bello essere padrone di persone che non conosci, è bello lasciare un segno indelebile in vite che non ti appartengono. È un po' come fare il cantante, no?»
Matty preferì baciarla nuovamente, con ancora più dolcezza di prima, tenendole il volto fermo tra le mani, e lasciandole un bacio a stampo anche sulla fronte.
«Vieni via con me Eileen. »
«Non posso Matty, non potrebbe funzionare. Usa il tuo cervello Matty, sono pur sempre una prostituta. E ho dieci anni in più di te, cosa ti direbbero i giornali se scoprissero che stai con una prostituta trentasettenne? Ti distruggerebbero la carriera, e io non posso permetterlo»
Aveva ragione, le cose non sarebbero andare come aveva sperato.
«L'hai mai sentita Woman
Le labbra di Eileen si schiusero un un grande sorriso.
«Ovviamente. Quando sentii il tuo nome in radio fui così felice. Me lo dicesti tu che volevi cantare, e sapere che ci eri riuscito mi riempì il cuore di gioia. Ho sempre ascoltato tutte le canzoni, mi passavo il proprietario del negozio di dischi che me li dava gratis se ne avevo bisogno.
Mi ricordo che mi misi seduta per terra e iniziai ad ascoltare tutto, e poi partì Woman.
Già alle prime note mi si riempirono gli occhi di lacrime, la melodia era malinconica, però era dolce. Poi però ho sentito il testo, e ho capito che stavi parlando di me. Io, per la prima volta, avevo portato a qualcosa di buono.
Credevo che ti fossi dimenticato di me, e invece mi avevi scritto una canzone.
Hai preso le parti migliori della nostra notte e le hai raccontate quasi piangendo tra le note di quella chitarra.
Ho amato quella canzone, e la amo ancora. So che non la canti quasi mai dal vivo, piangi. Se l'ascolto piango anche io. Credevo di mancarti per davvero mentre sentivo quella musica, e ora che me l'hai detto so che è così. Mi sei mancato anche tu. Ma solo perché ci manchiamo non significa che dobbiamo stare assieme.
È stato bello rivederti Matty, ma ormai la mia vita è questa, e non posso fare più nulla per cambiarla»
«Lascia che te la canti, ti prego»
«Non posso, non voglio piangere davanti a te»
Ma Matty la ignorò.
Erano ancora seduti sull'erba, Eileen asciugava le sue lacrime nella maglietta nera di Matty che canticchiava Woman accarezzandole la testa.

I raggi del sole iniziarono a farsi spazio nel cielo notturno, come luce che filtrava tra le crepe di un muro.
«Credo che sia arrivato il momento di salutarci» gli disse quando si alzarono.
Matty l'abbracciò, la tenne stretta a sé; non voleva lasciarla andare. Cercò nuovamente le sue labbra ma lei scosse il capo.
«Non posso lasciare che mi baci ancora, non riuscirei a lasciarti andare via poi» e si limitò a scostarle con gentilezza il ciuffo dietro agli occhi.
«Spero di rivederti presto Eileen»
«Anche io Matty»

Camminava stretta nella sua pelliccia nera, e si dirigeva nel solito bar, dove cercava di trovare Dave, un ragazzo biondo sulla trentina.
«Ciao» lo salutò quando lo vide.
«Quasi non ci speravo più che saresti venuta, che hai fatto?»
«Ho parlato con» sorrise quasi impercettibilmente «con il mio uomo»
«Con il tuo uomo?»
«È una lunga storia»
«Abbiamo quel che rimane dell'alba Kristine»
«Eileen. Mi chiamo Eileen» sorrise.

 

 

AYEEEE.
Non so cosa dire. Ho provato a far addolcire Matty, spero di avervi strappato un sorriso. Tranquille, questo era il penultimo capitolo, che spero vi sia piaciuto.
Non volevo che finisse così ma alla fine dovevo pur sempre fare qualcosa riconducibile alla realtà.
Forse non tutte si aspettavamo Eileen 37enne ma ma Matty disse che era molto più grande di lui-che era troppo giovane per andare a letto quindi ho supposto che si siano incontrati quando lui aveva 15 anni e lei 25; ma ovviamente l'ho immaginato io.
Fatemi sapere che ne pensate, al prossimo capitolo 💙💙 (già è finita questa storia, piango)

ringrazio ancora pi8f per le recensioni, sei un tesoro!

   
 
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