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Autore: k_Gio_    08/06/2016    8 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                                               Capitolo 1

 

La musica a palla rendeva il locale un luogo impossibile per intrattenere una conversazione, ma del resto chi andava in quel tipo di locale era lungi dal voler conversare.
Gente che iniziava ad essere già ubriaca dopo i primi dieci minuti dall'entrata nel locale si strusciava senza ritegno rendendo impossibile anche solo raggiungere il piano bar.
Il piano bar era il luogo migliore per rimorchiare, oh, e lui questo lo sapeva bene.
«Ehi Killian, sei arrivato presto stasera . Quelle interessanti sono ancora tutte sobrie...o quasi» fece allusiva la bruna, Killian ghignò. «Grazie Ruby ma non mi serve che siano piene d'alcool per farle cadere ai miei piedi» Ruby era un tipetto niente male, si erano conosciuti in quel locale un po' squallido, avevano poi stretto un'amicizia particolare. Erano due rimorchiatori provetti. La sfida che ormai avevano accettato entrambi era patta fin dal loro primo incontro, nessuno dei due riusciva superare l'altro, una conquista dopo l'altra.
«Vedo che il tuo ego non va che aumentando» disse lei mentre asciugava dei bicchieri.
Killian si guardò intorno. Nessuno catturava la sua attenzione, nessuno di particolarmente interessante. Poi si voltò verso la sua destra, a qualche sgabello più in la. Due ragazze bionde. «Ruby, che mi dici di quelle due ?»  e le indicò con un cenno del capo «Non sono niente male» mormorò sorseggiando il suo cocktail.
Ruby si sporse per vedere le nuove prede e scosse la testa « Sono fuori dalla tua portata, non penso siano qui per festeggiare, ed ho fiuto per queste cose e non sono per te...fidati» Ruby si era interrotta per rivolgere uno sguardo languido al tipo vicino alle bionde. Killian prese la palla al balzo.
«Mi stai lanciando una sfida? Cosa sei pronta a scommettere?». Killian Jones amava le sfide e se poi si trattava di portarsi a casa un bel giocattolino come una di quelle due bionde, meglio se entrambe, non poteva tirarsi certo indietro, era una cosa troppo eccitante.
Il rapporto di Killian Jones con le donne era semplice e senza impegno. O meglio, quasi sempre lo era. Era incappato i qualche ragazza che aveva cercato di voler di più  di solo una notte, ma Killian era più che determinato a non cambiare le carte in tavola. Ci aveva provato una volta e non era andata come aveva sperato...
«D'accordo , se vuoi perdere accetto.» Si morse un labbro pensando a cosa offrire e cosa proporre. «Mmm, allora, se tu riesci a a portarne a casa almeno una per il prossimo mese hai tutti gli alcolici che vuoi pagati e...e ti lavo anche la macchina»
«Wow pensi davvero di avere la vittoria in tasca. Bene sarà ancora più bello quando vincerò» sorrise in quel modo che faceva cadere ogni ragazza ai suoi piedi, aspettò che concludesse.
«In caso contrario dovrai rimanere qui con me fino a fine turno per aiutarmi a mettere a posto il locale. Nessun alcolico. Per due mesi»
Trasalì. Ma lui avrebbe vinto no?! Non c'era bisogno di preoccuparsi. Alzò il bicchiere per suggellare l'accordo. Prese un respiro, giusto per far scena, e si avventurò in quella nuova avventura.
«Ehi bellezze posso unirmi a voi? Due ragazze belle come voi non dovrebbero stare sole in un luogo del genere, troppi ubriaconi intraprendenti. Non è sicuro» aveva optato per la sua tattica preferita: la donzella in pericolo. Funzionava sempre, più o meno.
«E tu dovresti tenerci al sicuro? Ne dubito.» disse la bionda dagli occhi verdi.
«Uuuh come siamo acide stasera» Ok,forse si sarebbe rivelata un po' più complicata la cosa, ma non era uno che gettava la spugna.
«Scusala, non voleva essere antipatica» la bionda dagli occhi cielo lanciò uno sguardo criptico verso l'altra.
«Invece era proprio quello il mio intento» disse guardandolo con la coda dell'occhio e accennando un sorriso sprezzante.
«Ad ogni modo,» riprese quell'altra «io sono Elsa e lei è Emma, non penso che troveresti una buona compagnia rimanendo con noi» gli rivolse un sorriso di scuse.
Eh no, non sarebbe rimasto con Ruby per i prossimi due mesi a pulire. Senza alcool.
Assolutamente no.
«Beh ma allora questo è un motivo in più per rimanere qui  e tirarci su di morale tutti insieme» e mise le sue mani sulle loro spalle.
«Se proprio insisti» concesse occhi verdi, nonostante l'occhiata omicida che gli aveva rivolto con quel contatto inaspettato.
«Io comunque sono Killian» si presentò mentre quelle si alzavano dagli sgabelli.
Si spostarono su dei divanetti posti ai lati del locale. Killian non mancò di lanciare uno sguardo trionfante a Ruby che si stava intrattenendo con un tipo.
Iniziarono a parlare del niente, parlavano del più e del meno, lui in mezzo cercava di prestare attenzione ad entrambe in egual modo. In questo modo le possibilità erano doppie.
Avevano bevuto ininterrottamente e la testa pareva essere più leggera per tutti e tre e ciò sembrava averli messi a loro agio.
Persino quella Emma sembrava simpatica.
Come un fulmine a ciel sereno Elsa prese il cellulare e si alzò. Emma la guardava continuando a bere.
«Io...io devo andare, grazie per la serata»
«Ma perchè?! Ci stavamo divertendo, rimani un altro po' no?!» Non poteva crederci, gli era sembrato troppo facile ma se avesse dovuto puntare su una delle due per vincere avrebbe puntato su Elsa.
«Si ma, è davvero troppo tardi, è stato un piacere, credo» sorrise, un po' freddamente parve a Killian. «Ci sentiamo Emma» e se ne andò.
A Killian parve più una fuga. Era rimasto senza parole.
Si voltò verso Emma che aveva buttato giù l'ultimo sorso di birra. Era rimasta impassibile, non aveva battuto ciglio. Era strano ma forse era l'alcool.
Si alzò anche lei. Eh no, non avrebbe perso. Prima che lui potesse dire qualcosa lei lo lo sorprese.
«Balliamo» se lo trascinò sulla pista iniziando a strusciarsi come praticamente facevano tutti ormai su quella pista. Non gli dispiaceva affatto, non gli dispiaceva mai in effetti.
Era vestita con dei pantaloni che sembravano una doppia pelle, inutile dire che era di suo gradimento. Per non parlare di quel pezzo di stoffa bianco semitrasparente che stuzzicava la sua fantasia in modo preoccupante.
I capelli biondi di lei, sciolti sulle spalle, ondeggiavano al ritmo dei loro corpi. I nasi si sfioravano, le bocche si reclamavano, mancava un soffio per arrivare al traguardo.
Qualcuno la strappò via dalle sue braccia.
Un idiota se l'era tirata addosso e lei non faceva nulla per allontanarselo. Sarebbe stata la sfida più impegnativa di sempre. Fu una questione di attimi. Vide le mani del tipo scivolarle lungo il corpo e fu repentino nel toglierle. Quello troppo ubriaco per iniziare una rissa si buttò su un'altra malcapitata.
Emma si era fermata guardandolo con aria fintamente innocente. Stava giocando per caso?!
«Qualcosa non va?» chiese languidamente. Lui non ne poteva più.
«Ti va di venire a casa mia?»
Lei annuì. Era fatta.
Le circondò la vita con un braccio e si incamminò verso l'uscita. Ghignò in direzione di Ruby.
Erano entrambi instabili quindi di prendere la macchina non se ne parlava proprio. Una delle cose che aveva imparato negli ultimi anni era la sicurezza in auto e non avrebbe rischiato solo per fare bella figura con qualcuna.
«Si va a piedi bionda»
Lei si fermò sgranando gli occhi «Cosa?! Questi tacchi mi stanno uccidendo» si lamentò , pareva una bambina.
Lui si grattò la testa facendo mente locale, era abbastanza disorientato ma l'aveva fatta così tante volte che i suoi piedi avrebbero sicuramente trovato la strada di casa.
«Non siamo lontani, se vuoi ti porto in braccio» lo avrebbe fatto?! Ormai lo aveva detto.
«Assolutamente no! Non sono una donzella in pericolo o in difficoltà! Ce la faccio benissimo da sola!» e si avviò neanche lei sapeva dove. Lui le corse dietro.
Un po' traballanti finalmente giunsero davanti ad una palazzina piuttosto anonima.
«No ferma, l'ascensore è rotto. Sono al secondo piano»
Lei lo guardava senza dire nulla. Iniziò a ridere senza preavviso. «Non puoi invitare una ragazza da te dopo che l'hai fatta bere per poi dirle che l'ascensore è rotto! Non si fa!!!» e ridendo iniziò a salire.
Sapeva che non c'era nulla di divertente ma Killian la seguì ridendo.
Sani e salvi riuscirono a salire le scale mentre le risa continuavano ed Emma mimava uno ''Shhh'' con un dito davanti alla bocca. Non gli era mai capitato di portare qualcuna dentro il suo appartamento in quel modo.
Entrati e chiusa la porta si spinsero subito verso la sua camera.
Iniziò a baciarla facendo ben intendere che era lui ad avere il controllo. Emma non era dello stesso avviso. Lo prese per il colletto iniziando a baciarlo impetuosamente e spingendolo verso il letto. Lui sorrise tra un bacio e l'altro.
Emma si tolse le scarpe emettendo un sospiro di sollievo, poi come un felino si mise a cavalcioni su Killian che si era anche lui tolto le scarpe e si era messo sul letto. Gli sbottonò la camicia e riprese a baciarlo fino ad arrivare sul collo. Lui non poteva che bearsi di quel contatto. Si stava chiedendo dove fosse stata tutto quel tempo, se fosse di passaggio, se si sarebbero rivisti ancora...lui non pensava mai in quei momenti a quelle cose. Lui non pensava mai a quelle cose e basta!
E fu in quel momento che si accorse che Emma non lo stava più baciando, non stava più facendo nulla. Il volto nascosto nell'incavo del suo collo. Il respiro regolare. Si era addormentata?!
«Ecco che succede a pensare ad altro!» mormorò alzando gli occhi al soffitto.
Guardò la chioma bionda che si alzava e abbassava in modo regolare, il corpo adagiato sul suo.
Tentò di mettersi più comodo ma il tentativo valse solo a farla stringere ancora di più.
Tempo di cinque minuti e la seguì nel mondo dei sogni.

Le fitte alla testa la costrinsero a farle aprire gli occhi. La stanza era buia, nessun segno per farle capire che ore fossero.
Si stiracchiò. E si ricordò la sera precedente.
La schiena premeva contro il petto di Killian mentre la sua mano ne stringeva un'altra...e non era la sua. Strabuzzò talmente forte gli occhi che il dolore alla testa aumentò.
Non voleva svegliarlo, non ancora. Doveva metabolizzare ancora il tutto.
Fu inevitabile, il corpo di lei che si era mosso lo aveva destato. Anche lui si stiracchiò stringendosela ancora di più. Nessun centimetro a separarli.
La mano di lui posta all'altezza del cuore di lei ne percepiva il galoppare.
«Potrebbe uscirti dal petto se non ti calmi bionda» e fece pressione sul punto in cui sentiva quell'incessante martellare.
Di tutta risposta lei lasciò la presa e gli assestò una gomitata nel fianco.
«Immagino che la dolce e sexy Emma si possa avere solo da ubriaca...lo terrò a mente.» bofonchiò mettendosi supino e massaggiandosi la parte dolorante.
Emma si mise seduta sul letto tenendosi la testa. Pensava peggio.
«Andiamo a fare colazione, tanto non penso tu voglia riprendere da dove hai interrotto ieri» e indicò i loro corpi ancora vestiti.
«Forse è meglio che vada...» provò senza convinzione.
«Sarebbe il minimo visto che ieri ti sei addormentata» la provocò lui guardandola di sguincio con sguardo strafottente.
«Stronzo» lo guardò in cagnesco.
«Frigida» la rimbeccò lui « dai andiamo di la» le era simpatica ed era bella perchè mandarla via?!
Emma lo seguì guardando l'habitat di in cui viveva Killian Jones.
«Comunque il bagno è là sulla destra» si girò ed indicò la porta, si accorse che era scalza «Aspetta» entrò in un'altra stanza chiusa per poi uscirne con due pantofole rosa.
Le prese scettica.
«Non sono mie, cavolo no, sono oscene, sono della fidanzata di del mio coinquilino. Se siamo fortunati hanno fatto anche spesa»
Emma si accomodò su una sedia guardandosi intorno. Era il caos, dubitava ci fosse una presenza femminile costante.
«Wow, abbiamo del buonissimo tè verde o preferisci una tisana...alle erbe?! Cavoli la lista della spesa la faccio io la prossima volta.»
Fece bollire l'acqua e prese due tazze. Le si sedette di fronte e la scrutò da dietro la sua tazza.
Non le dava fastidio. Non la toccavano più gli sguardi della gente.
Lei stava facendo lo stesso con lui in ogni caso.
Suonò il campanello. «Che palle» posò la tazza e guardò dallo spioncino.
Emma lo sentì mormorare un ''Maledizione'' e si sporse per vedere chi fosse.
La porta aperta svelò una bella donna bruna con un bambino di cinque anni davanti a lei.
«Milah»
«Killian»
«Ciao papà!» il bambino gli si lanciò tra le braccia.
«Ciao cucciolo!» gli baciò la testa.
Milah intravide la chioma bionda di Emma «Oh vedo che hai compagnia, immagino ti fossi dimenticato che Bae riamane da te fino a giovedì» disse acida verso la bionda riservandole uno sguardo disgustato.
«Ciao mamma!» salutò il piccolo e scese dalle braccia del padre per raggiungere la cucina.
Killian era rimasto indifferente al comportamento di Milah, rispondere a quelle frecciatine era inutile.
«Chiamami solo se strettamente necessario. Non farlo partecipare a festini o altro.Ci sentiamo Killian» se ne andò senza aggiungere altro.
Effettivamente si era scordato eccome ma ammetterlo avrebbe comportato altri insulti al suo pessimo modo di essere genitori quindi a che pro.
Sentì la voce  di suo figlio nell'altra stanza.
«Chi sei? Io sono Bae»
«Sono Emma» guardò quegli occhioni verdi che la guardavano e non potè che sorridere. Involontariamente la sua mano mossa da un desiderio inaspettato andò ad accarezzare una di quelle guance paffute. Lui sorrise di rimando.
Killian aveva assistito alla scena. Una strana sensazione nello stomaco.



 

«Saresti dovuta andare via prima, abbiamo bevuto troppo ieri sera.»
«Pensavo mi avrebbe invitata a casa sua molto prima! Invece ho dovuto fare la scema con un tizio per far si che me lo chiedesse!» Emma seduta  finalmente sul divano di casa sua si giustificava con Elsa riguardo quella serata a dir poco particolare.
«Emma aspettavo un tuo segno! Non ho mai fatto una cosa del genere»
«In ogni caso è andato tutto bene» guardò intensamente Elsa negli occhi «E' lui»
«Ne sei sicura?»
Emma annuì.
Dei passi alle loro spalle fecero chiudere definitivamente il discorso. Emma si voltò.
«Ciao amore»




 

 

Ok, intanto ciao a chiunque sia arrivato fino a qui.
Bene ho delle storie da leggere in arretrato e che faccio me ne esco con una mia, sono senza parole anche io tranquille ^-^''''
Non so cosa mi ha spinta questa volta a pubblicare perchè davvero non lo so, avevo quest'idea in mente già da qualche tempo e volevo sapere se è il caso di andare avanti o chiudere i battenti e rimanere la lettrice incallita che mi sento di essere x'D
Perdonatemi per come uscirà ma io ho problemi perenni con l'inserimento di queste ff T.T
In ogni caso costatazioni generali per questa specie di prologo capitolo:
 -l'introduzione penso la cambierò quando capirò dove voglio andare a parare con questa storia
 - mi piace farli incontrare davanti a bar e locali di ambigua frequentazione x'D
 - mi piace anche che Ruby e Killian siano amici ahahahha si era capito?
 - Killian ha un bambino ed è anche di Milah
 - chi sarà l'amore di Emma ?

Sono pronta a critiche e pomodori. Fatevi avanti.
Ahahahah alla prossima se vorrete :)
Gio

  
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