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Autore: Celty23    08/06/2016    4 recensioni
Gajeel è un ladro e una sera punta una piccola casa ai limiti della città, riesce a entrare facilmente, ma farà un incontro che gli cambierà la vita. Un gatto che lo perseguita per tutta la casa e la voce di una ragazza che legge ad alta voce, lo stregheranno e non lo faranno più andare via.
E' un a storia un po' strana ma spero vi possa far sorridere ^^ soprattutto dopo l'ultimo capitolo...
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casa era piccola, una villetta alla fine di una strada secondaria di una grande città, il giardino la circondava completamente e sul retro c'era un piccolo orto con giusto qualche verdura. Scavalcò senza problemi il muretto e si diresse verso la porta sul retro, nonostante era abbastanza sicuro che la casa fosse vuota fece il più piano possibile per scassinarla e dovette trattenere un'esclamazione di gioia quando sentì la serratura scattare, ma decise di concedersi un ghigno di approvazione, in fondo non l'avrebbe fatta nemmeno se avesse potuto.
Entrò e scoprì di essere nella cucina, un piccolo tavolo era posto nel centro della stanza con solo due sedie accanto, le pentole e altri strumenti a lui sconosciuti erano appesi sopra ai fornelli oppure appoggiati a delle mensole attaccate al muro; ma ciò che lo sorprese di più fu trovare un'infinità di libri, ogni centimetro quadrato della parete era occupato da libri di ogni tipo e colore.
Scosse la testa per riprendersi e tese le orecchie per controllare che non ci fosse effettivamente nessuno in casa, e una volta sicuro si mise a cercare negli armadi e nei cassetti se trovava qualcosa, ma trovò solo altri libri, le stoviglie e del cibo per gatti.
Si girò verso la porta per dirigersi nella stanza seguente, ma si trovò davanti due occhietti gialli che lo guardavano curioso dalla sua posizione sopra il tavolo, lo fissò col cuore che batteva a mille per lo spavento.
Era un gatto nero, con una cicatrice a forma di mezzaluna sopra l'occhio sinistro. Una volta assicuratosi che non gli volesse saltare addosso o mettersi a miagolare uscì in corridoio e entrò nella prima stanza alla sua destra finendo nella camera da letto del proprietario di casa, un piccolo letto da una piazza e mezza era posto in un angolo della stanza, con una scrivania leggermente reclinata posta ai suoi piedi, sopra c'era un astuccio con disegnati dei girasoli, un calamaio con tanto di penna d'oca accanto e un plico di fogli scritti fitti con una calligrafia leggera e elegante.
Altri mobili pieni di libri occupavano lo spazio restante impedendogli di vedere il colore delle pareti, solo un armadio di legno chiaro era chiuso e non mostrava i tomi che sembravano sommergere la casa. Lo aprì e si trovò davanti dei vestiti femminili, magliette, pantaloni, completi eleganti o comodi; rimanevano solo due cassetti e nonostante sapesse già cosa contenessero decise di controllare per sicurezza, il primo conteneva calzini e calze non troppo lunghe, che probabilmente arrivavano al ginocchio, frugò fino in fondo al cassetto ma non trovò nulla. Prese un profondo respiro e aprì il secondo, si trovò davanti biancheria intima di ogni tipo, mutandine di ogni colore e fantasia, bianche, rosa, nere, a pois, a righe e anche alcune con le faccine di animali, reggiseni nulla. Divenne rosso in un istante e girando la testa dall'altra parte continuò a frugare, quando arrivò sul fondo del cassetto trovò una scatolina, soddisfatto la tirò fuori e l'aprì pronto a scoprire quali gioielli nascondesse, ma tirò fuori un completo intimo sexy in pizzo rosso, con tanto di calze e vestaglia, rimise tutto a posto il più in fretta possibile e si girò di scatto per togliersi dalla mente quell'immagine, ma prese un colpo, e stava per sbattere la testa contro un mobile, quando vide gli stessi occhi di prima fissarlo.
«Stupido gatto... Sciò!»
Agitò le mani per scacciarlo ma lui rimase lì e l'unico cambiamento che fece fu quello di piegare leggermente la testa di lato, lo fissava intensamente e sembrava lo stesse studiando, sbuffò e dopo avergli dato una carezza, che assomigliava più a una pacca, sulla testa uscì e si diresse verso la stanza seguente.
Girò per tutta la casa ma non trovò nulla, solo mobili ovunque colmi e stracolmi di libri, ogni volta che finiva di perlustrare una stanza si trovava davanti sempre il micio che lo fissava e un paio di volte gli fece anche le fusa sorprendendolo.
Gli rimaneva solo una stanza che era dalla parte opposta da dove era arrivato, suppose essere la sala dato che era l'unica stanza che non aveva ancora visto, attraversò il corridoio con passo felpato e arrivò davanti alla porta, la trovò leggermente aperta e una leggera luce usciva dallo spiraglio. Prima che potesse fare qualsiasi cosa il micio, che l'aveva perseguitato per tutta casa, spinse la porta con la testa aprendola per metà, entrò miagolando e rivelando la stanza più grande di tutta la casa.
Tre su quattro pareti erano occupate da mobili alti fino al soffitto e pieni, naturalmente, di libri. La quarta parete aveva un camino acceso che scoppiettava mostrando fiamme rosse, gialle e arancioni; davanti c'erano due poltrone, una che gli dava le spalle e l'altra leggermente girata su cui si appoggiò il micio miagolando.
«Cosa c'è Lily?»
Una voce femminile gli arrivò alle orecchie, inizialmente si spaventò credendo che adesso si sarebbe accorta di lui e avrebbe chiamato la polizia, ma quando la vide sbucare da dietro quella poltrona enorme rimase incantato. Era piccola, i capelli corti sul collo e lunghi invece intorno al viso erano di un azzurro turchese, una fascia arancione cercava di tenerli legati e composti, ma più ciocche le cadevano sul volto scomposte. Quella figura femminile si alzò per andare a coccolare il gatto, che si mise comodo per godersele al meglio, indossava una maglia lunga nera come pigiama, le arrivava circa a metà coscia lasciando scoperte le gambe snelle e sode.
«Ahhh... Furbacchione... Volevi le coccole eh? Ahah dai tra poco vengo a letto ma mi lasci finire questo capitolo prima?»
Il gatto la guardò con gli occhioni gialli spalancati mentre la coda andava a destra e a sinistra, come se fosse indeciso se crederle o meno.
«Mia!»
«Ahah non mi credi eh?... Facciamo così, leggo un ultimo capitolo ad alta voce, così sei sicuro che quando finisce mi fermo... In più leggere ad alta voce mi fa addormentare ricordi?»
Lily si accoccolò sulla sedia facendo le fusa, dandole il suo consenso, il corvino ricominciò a respirare normalmente quando lei tornò a nascondersi nella poltrona, e fece per andarsene come era arrivato quando però lei iniziò a leggere.
La voce era quasi un sussurro ma cristallino, leggeva le parole sulla pagina dando l'intonazione giusta ad ognuna e mettendo le pause nel punto giusto. Non poteva credere che stesse solo leggendo un libro, lui che li aveva sempre odiati e li trovava solo carta piena di scritte inutili, ora era rimasto affascinato e non riusciva a muoversi e fuggire via. Ma troppo presto il capitolo finì e la voce di lei smise di dare vita a quelle parole d'inchiostro.
«Finito! Andiamo a nanna?»
«Me!»
Solo all'ora si ricordò che era un ladro dentro una casa che stava derubando, riuscì ad andarsene velocemente e senza far rumore, ma una strana sensazione gli stringeva lo stomaco, voleva sapere come sarebbe finita la storia e voleva sentire ancora la voce di lei, di quella ragazza coi capelli azzurri.

Passò la giornata a ragionare su cosa fare, non poteva cercarsi il libro su internet perché non sapeva il titolo e in ogni caso dubitava sarebbe stato lo stesso se l'avesse letto lui. Alla fine la sera tornò in quella casina, entrò come il giorno prima e trovò il micio nero che mangiava tranquillo nella sua ciotola. Quando lo vide gli fece le fusa e se ne andò verso la stanza dove si trovava la ragazza, come se lo stesse guidando e lui come stregato lo seguì.
La casa era silenziosa come la sera prima, tutte le luci erano spente e la luna era coperta dalle nuvole quella sera, facendo piombare la casa nel buio più totale, e solo quando arrivò nei pressi della sala vide uno spiraglio luminoso.
«Me!»
Il gatto entrò e come la sera prima si acciambellò sulla poltrona, ma stavolta non fissò la sua padrona, ma lui, i suoi occhioni gialli sembravano dirgli di entrare e sedersi accanto a lui, anche se probabilmente il micio si sarebbe tenuto la poltrona mentre a lui sarebbe toccato il pavimento. Però per un momento fu tentato di farlo davvero.
«Il cibo te l’ho dato, non dirmi che vuoi che legga ancora ad alta voce?... Ma… Che stai guardando?...»
Vide la chioma turchese sbucare sopra la poltrona, segno che la ragazza si fosse alzata, e percorse quei pochi passi per aprire la porta completamente e controllare chi ci fosse, non seppe di preciso nemmeno lui come fece a nascondersi appena in tempo in modo tale da non essere visto, però ce la fece.
«C’è nessuno?...»
Indossava una maglia larga che le arrivava poco sopra la metà coscia, era bianca ma con delle sfumature arancioni verso la fine, le gambe nude erano snelle e si fermarono a metà corridoio per controllare che fosse tutto a posto. Il cuore del ragazzo batteva a mille e credette che la turchina potesse sentirlo e scoprirlo, ma ciò non gli dispiacque per qualche strano motivo, si chiese come avrebbe reagito, e non seppe perché ma sapeva che la sua reazione l’avrebbe stupito.
«Lily ci sono i fantasmi in casa?... Ah! Ho un libro nuovo che parla di fantasmi, vuoi che ti legga quello?...»
«ME! Meee!»
Il gatto rispose dall’altra stanza reclamando le attenzioni della padrona, che sorridendo fece retro-front e tornò in sala, a sedersi su quella poltrona enorme dopo aver preso il libro in questione. Quando si era girata, però, si era creato uno spostamento d’aria che le aveva fatto sollevare la maglietta, lei non ci fece caso, ma l’uomo nascosto sì, vide il suo fondoschiena sodo coperto dall’intimo nero, e il suo cuore perse un battito.
Decise che era abbastanza, che aveva rischiato troppo e che doveva essere impazzito del tutto, doveva andarsene da quella casa stregata il prima possibile, ma poi sentì la sua voce iniziare a leggere, e tutte le sue buone intenzioni andarono a farsi friggere.

Le sue giornate ormai passavano così, di giorno faceva la sua solita vita, mentre la sera andava in quella casettina al limitare della città, trovava il gatto nero ad aspettarlo e poi insieme si dirigevano in salotto, verso la padrona di quella magnifica voce, che aveva ormai incantato il ragazzo.
Ormai leggeva sempre la storia dei fantasmi, non andava avanti da sola, ma aspettava che arrivasse il micio e di conseguenza lui, anche se a sua insaputa; quando il capitolo finiva chiudeva il libro con un tonfo e quello era diventato il segnale per filarsela. Non aveva più cercato oggetti preziosi in quella casa, aveva ormai imparato che l’unica cosa che importasse alla ragazza erano i libri, ma non aveva neanche più derubato altre case, e si era costretto a cercare un lavoro, che per di più gli fruttava più dei furti, per non morire di fame mentre la storia finiva.
Perché sarebbe finita prima o poi, e lui non sarebbe più andato in quella casa, non avrebbe più ascoltato la voce cristallina della turchina, non avrebbe più sentito il suo profumo di carta e camomilla, se ne preparava una tazza ogni sera prima di leggere. Non avrebbe nemmeno più rivisto quello strano micio che lo aveva preso in simpatia, con quella buffa cicatrice a forma di mezza luna sopra l’occhio sinistro, perché lui non sarebbe tornato. Vero?

Era passata più di una settimana ormai, da quel fatidico giorno e quella sera sarebbe stato letto l’ultimo capitolo, ormai si era appassionato ai personaggi e non vedeva l’ora di scoprire come sarebbe finita, e quando la ragazza cominciò a leggere si chiese come avrebbe concluso lui quella storia.
Dopo poche righe però un rumore proveniente dalla cucina attirò la sua attenzione, sembrò sentirlo anche il micio, che scese dalla poltrona, e la padrona che lo imitò, prendendo un ferro che usava per attizzare il fuoco del camino. Lui si nascose appena in tempo, ma tese le orecchie per sentire ogni spostamento, e quando la ragazza lo superò si sporse leggermente per tenere d’occhio la situazione.
«C’è qualcuno?...»
Sentì il gatto soffiare e vide una figura bloccare la ragazza da dietro facendole cadere il ferro, uno scintillio metallico nella mano dell’aggressore gli fece capire che era armato, non riuscì nemmeno a elaborarlo che si trovò in cucina a bloccare a sua volta la figura, che lasciò andare la ragazza. Gli aveva messo un braccio intorno al collo premendo leggermente per fargli mancare l’aria, mentre gli piegava il braccio con il coltello dietro la schiena, sempre più in alto in modo tale da fargli male.
«Fai cadere il coltello o ti spezzo l’osso del collo…»
La ragazza era seduta per terra con le lacrime agli occhi, il gatto era davanti a lei che soffiava in direzione dell’uomo che, come gli era stato ordinato, fece cadere l’arma, che risuonò nella stanza con un rumore metallico.
«Chiama la polizia…»
La turchina annuì e sparì nell’altra stanza, la sentì parlare al telefono dicendo cosa stava succedendo in quel momento e l’indirizzo di casa sua, lui guardò il micio che con la coda dritta e orecchie basse soffiava e quasi ringhiava contro l’uomo fra le sue mani.
«Allora non sei un gatto inutile… Hai le unghie anche tu…»
«Me!»
«Ghihi…»
Pochi istanti dopo si sentirono in lontananza le sirene della polizia, il ragazzo constatò che doveva esserci un’auto già in zona per essere arrivata così velocemente. Vide la ragazza passare svelta nel corridoio, ancora vestita solo della maglietta, ed andò ad aprire agli uomini in divisa, che entrarono in cucina con le pistole puntate in avanti.
«Lasci andare l’uomo! E non le spareremo…»
Il ragazzo ruotò gli occhi e l’unica cosa che riuscì a pensare fu la parola fantastico! I poliziotti avevano scambiato lui per il ladro, che tecnicamente era anche corretto, e per il povero innocente quello che aveva tra le mani.
«No! Il ladro è quello bloccato…»
I due uomini guardarono la scena scioccati, non potendo credere che il ladro fosse quella cosa gracilina che aveva fra le braccia, e non il ragazzo alto più di un metro e ottanta e largo come una porta.
«Ehm… Ci scusi… Ora ce ne occupiamo noi…»
Uno dei due si avvicinò accendendo la luce, rivelando che l’aggressore era solo un ragazzino che aveva appena superato la pubertà, gli mise le manette e sparì portandoselo dietro; l’altro invece rimase a fare qualche domande e a chiedere se fosse tutto a posto.
«Beh è stata fortunata signorina Mcgarden! Se non ci fosse stato qui… Ehm… Lei chi è scusi?...»
Si diede dell’idiota da solo, si era buttato a proteggerla senza ragionare e ancora senza ragionare le aveva detto di chiamare la polizia, non poteva semplicemente dargli una botta in testa, farlo svenire e portarselo via senza quindi essere scoperto? Cosa avrebbe dovuto rispondere?
«E’ il mio ragazzo! Doveva tornare domani da un viaggio con degli amici, ma sembra che sia tornato prima per farmi una sorpresa! Nemmeno io sapevo che fosse in casa! Pensi un po’!»
La ragazza lo prese sotto braccio per dare credito alle parole che aveva appena detto, lui d’altro canto non riusciva a capire se era successo davvero oppure se stesse sognando.
«E’ davvero così?...»
«Er… Sì, ero tornato prima per farle una sorpresa… E per non farmi scoprire sono entrato dalla porta sul retro…»
Il poliziotto sembrò non bersela e aprì la bocca per fargli altre domande, o per chiedergli di seguirlo in centrale, quando comparve il gatto nero sul tavolo accanto al ragazzo, si strusciò sul suo braccio facendo le fusa e chiedendo attenzioni, ma quando vide l’uomo in divisa iniziò a soffiargli contro.
«Sì, le credo… Beh buona serata allora…»
Uscì di casa e pochi istanti dopo sentì la sirena ricominciare a suonare e allontanarsi, il cuore incominciò a battergli di nuovo normalmente, mentre lui si lasciò andare in un profondo sospiro. La ragazza si staccò da lui e accese un fornello mettendoci sopra un pentolino con l’acqua da far bollire, quando fu tutto sistemato si girò verso di lui, e il suo cuore incominciò a battere freneticamente un’altra volta.
«Vuoi qualcosa? Ho caffè, vari tipi di thé, poi…»
Aprì il frigo chinandosi leggermente e mettendo in mostra il suo fondoschiena.
«Ho anche una birra in caso! Ma non so da quanto è lì, non te la consiglio…»
Tornò a guardarlo e solo all’ora vide i suoi occhi color miele, erano caldi e gli trasmettevano un senso di pace e tranquillità.
«Perché?…»
«Cosa?»
Si passò una mano fra i lunghi capelli neri imbarazzato, non sapeva bene cosa dire e non era mai stato un genio con le parole, al contrario di lei che passava le giornate a leggere.
«Perché non hai detto la verità… Cioè… Non sono il tuo ragazzo…»
«Ahah lo so, ma sapevo anche che non eri nemmeno una persona cattiva… Quindi non vuoi nulla?...»
Lo guardò sorridendo e lui si sentì sciogliere dentro, si sedette per non darlo a vedere e il micio gli saltò istantaneamente sulle gambe brontolando per avere della attenzioni.
«No nulla… Ma sai che quello che dici non ha senso vero?...»
Cercò di tornare ad essere il solito ragazzo freddo e strafottente, che non aveva paura di dire quello che pensava fregandosene di ferire qualcuno, ma il tono fu più dolce di quello che si era immaginato, e il fatto che si fosse messo a giocare col gatto non aiutava.
«Mmh… Forse dal tuo punto di vista… Ma è da più di una settimana che vieni qui e non hai fatto niente, tranne ascoltarmi leggere, non hai toccato nulla se non la prima sera, e in ogni caso non mancava niente…»
Strabuzzò gli occhi e la fissò bloccandosi, si era accorta della sua presenza? Non solo quella sera, ma ogni sera, e sapeva che veniva lì per ascoltarla leggere. Se avesse potuto si sarebbe sotterrato all’istante per la vergogna.
«E poi guarda Lily… Si comporta così solo con me… E’ anche grazie a lui se il poliziotto ci ha creduto»
Gli si avvicinò e si inginocchiò al livello delle gambe per poter scontrare il suo volto con quello del micio, che si mise a miagolare contento e a far le fusa, gli dovevano piacere tutte quelle attenzioni.
«Grazie piccolo…»
«Ma che c’entra il gatto?...»
Si rialzò e andò a mettere una bustina di camomilla nell’acqua che stava ormai bollendo.
«E’ stato abbandonato… L’hanno trovato dei poliziotti in una fogna circa un anno fa, era conciato male… Sanguinava dall’occhio sinistro e zoppicava da una zampa, era magro, probabilmente non mangiava da una settimana se non di più… Però soffiava e graffiava contro tutti quelli che cercavano di prenderlo per portarlo da un veterinario, alla fine ce la fecero ma solo dopo una buona ora… Divenne abbastanza famoso»
Si allungò per prendere una tazza, ma era troppo in alto e riusciva solo a sfiorarla con la punta delle dita, si alzò per aiutarla e anche per distrarsi dal suo fondoschiena, che la ragazza continuava a mettere in bella mostra senza rendersene conto. Ne prese una azzurra con la scritta Levy e gliela porse.
«Va bene questa?...»
Erano tremendamente vicini, lui senza volerlo si era avvicinato per prendere la tazza, ma facendo ciò aveva schiacciato la ragazza contro il mobile, intrappolandola.
«Ehm… Sì, grazie…»
Lei arrossì e dopo averla presa iniziò a guardare in giro, cercando di evitare il suo sguardo, non riuscì a trattenersi e un ghigno gli comparve sul volto, sapeva che non aveva paura di lui, per quello si permise di avvicinarsi al suo lobo e sussurrargli con voce calda e suadente direttamente nell’orecchio.
«Sai… Hai davvero un bel culo, ma non dovresti metterlo in mostra così… Potrei non rispondere più alle mie azioni… Ghihi»
Si allontanò e lei puntò i suoi occhi marroni nei suoi cremisi, era indignata ma non arrabbiata, e ciò lo fece sorridere interiormente, si allontanò e tornò a sedersi.
«Ehm… Stavo dicendo… Alla fine fu curato solo sotto anestetico, ma continuava a soffiare e a graffiare chiunque si avvicinasse… Non mangiava neppure perché non si fidava, il veterinario mi ha detto che a conciarlo così doveva essere stato un essere umano, e quindi non si fidava più di nessuno… Un giorno però passai lì per caso con un’amica, e quando mi vide iniziò a farmi le fusa e a mangiare dalla mia mano le crocchette… Così lo portai a casa e lo chiamai PantherLily, abbreviato Lily… Tu sei la seconda persona a cui non soffia o graffia… Anche per quello sapevo che eri qui quella sera… Lily aveva iniziato a muoversi senza motivo per tutta la casa e ogni tanto lo sentivo fare le fusa… E questa invece è la motivazione per cui so che non sei una persona cattiva!»
Lo guardò sorridendo e poi prese un sorso della bevanda calda, lui quando elaborò completamente tutto quello che gli aveva appena detto scoppiò a ridere.
«E io che pensavo fosse un gatto scemo perché faceva le fusa a un ladro! Ahahah invece sei più intelligente di me!»
«Non ci siamo ancora presentati! Io sono Levy, tu?»
«Gajeel…»
«Che ne dici? Andiamo a finire la storia?... Ormai rimane l’ultimo capitolo del primo libro da leggere! Ero stanca di aspettare tutte le sere, morivo dalla curiosità…»
Gajeel spalancò gli occhi a quella frase, non era l’ultimo capitolo? C’erano altri libri dopo quello? La storia non era ancora finita, e anche se non fosse arrivato il ladro, lui avrebbe continuato ad andare in quella piccola casa tutte le sere. Sorrise, rendendosi conto che per lui era ormai impossibile allontanarsi da quel posto, si alzò di scatto spaventando il micio e si avvicinò a Levy, che lo guardava curiosa. Le tolse dalle mani la tazza fumante e poi la prese per i fianchi, caricandosela come un sacco di patate sulla spalla, e avendo un primo piano del suo lato B.
«Gajeel! Cosa stai facendo! Lily digli qualcosa!»
«Purrrr…»
«Ghihi»
Andarono in salotto e la depositò sulla sua poltrona, quando la liberò aveva i capelli in disordine e le guance gonfie per l’indignazione. Lui si sedette sull’altra e poco dopo arrivò Lily che si mise comodo sulle sue gambe.
Passarono la notte a leggere e ad ascoltare, una volta che finì il capitolo lei prese subito il secondo volume e incominciò a leggere ad alta voce, trasportando tutti e tre in un mondo magico.



Angolo Autrice
Salve a tutti! Avevo in mente questa strana cosa, storia, da un po', e avevo già scritto le prime due pagine, ma questa sera (dopo aver studiato fisica) mi sono obbligata a finire, perché volevo vederla conclusa e perché volevo risollevare un po' gli animi delle persone che come ma hanno sofferto per l'ultimo capitolo (488), quindi spero almeno di avervi fatto sorridere e chissà! Un giorno potrei andare avanti con questa strana storia! Ce lo vedo Gajeel che dice cose piccanti solo per far imbarazzare Levy!
Beh, lasciate qualche recensione per dirmi come vi è sembrata ^^ A presto! <3
Ps. Per quelli che seguono le mie altre storie, tranquilli sto riuscendo a scrivere molto in montagna (mi sono rinchiusa in un luogo buio e senza nulla, computer, internet (sto usando il 3G) per studiare...) infatti in un paio d'ore ho scritto tipo quattro pagine ^^' 
   
 
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