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Autore: edwardina twalentina    08/06/2016    1 recensioni
[Il gioco dell'angelo]
David Martìn ripensa al suo rapporto con Isabella, e lo fa tramite ciò che gli riesce meglio: scrivendo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti guardavo mentre scrivevi: avevi addosso un piccolo broncio che mi faceva sorridere sempre,nonostante il mondo mi crollasse addosso ad ogni respiro. Ti dava fastidio il fatto che non sapevi cosa scrivere,o se quello che stavi scrivendo potesse stupirmi o meno. Avresti voluto prendere quei fogli e gettarli nel caminetto,ma ti tratteneva il pensiero che io poi mi sarei seduto su quella poltrona a leggere cosa ti era passato per la testa.
L'avevo capito,sai, che amavi ed odiavi quei momenti: da una parte, eri contenta che dedicassi tanta attenzione a qualcosa di tuo,che riguardava te, ma ti sentivi punta nel vivo e sminuita,orgogliosa come sei, quando ti facevo delle correzioni,gravi o lievi che fossero. Avevi paura che avrei potuto dubitare del tuo talento, che ti avrei riconsegnato quelle pagine e mandato a casa,dicendoti che la letteratura non era affare per le donne e che non avevo intenzione di sprecare il mio tempo con una stupida ragazzina. Quanto eri sciocca... Mi viene da ridere al ricordo di tutto questo.
Saresti potuta diventare una grande scrittrice, Isabella, e tu questo lo sapevi nel profondo. Eppure hai preferito facilitare le cose,scegliendo la via più semplice. Per te. Per me...per entrambi.
Lo hai detto anche tu, no? Avrebbe potuto andare peggio: saresti potuta finire con uno scrittore.
È stato meglio così,credimi.
Sono felice che tu abbia trovato qualcuno che ti ha amata,a modo suo. So che non era come avresti voluto, ma per te è stato più salutare: ti ha dato una casa, un figlio,una protezione. Tutte cose che io non avrei potuto darti,Isabella. E di questo vorrei scusarmi, come di tante altre cose.
Me ne ero accorto,sai? E forse tu lo avevi intuito, perché a te non sfuggiva mai nulla,e sapevi meglio di me quali pensieri mi passassero per la testa. D'altronde la complicità è sempre stata una nostra costante. Così simili,eppure troppo diversi... Tu eri fatta per la vita,Isabella, non per la morte come me.
Però per un po' ho pensato che potessi sconfiggerla,grazie a te: la routine a cui avevi dato inizio, mi ha fornito una speranza. Per un attimo la tua luce ha rischiarato le ombre della mia anima, e ho sperimentato la vita vera, quella dei piccoli gesti quotidiani, delle famiglie per nulla numerose. Quelli sono momenti che custodirò gelosamente nel cuore per tutta la vita.
Mi manchi,Isabella. E tu lo sai il perché.
Vorrei andare alla libreria Sempere e Figli, per poter conoscere il piccolo Daniel, ma non ne ho la forza. Quella l'hai portata via con te,amica mia. Scusami, ma non riuscirei a trattenere le lacrime di fronte ad un piccolo viso che richiama il tuo. Ti verrà da ridere di fronte a tanta debolezza ostentata da parte mia. Io, che cercavo sempre di fare il superiore... Ma quando si tratta di te ogni cosa cambia.
Spero che tu non abbia sofferto,Isabella, che tu te ne sia andata come quando ti ritiravi nella tua stanza dopo una lunga giornata di lavoro, esausta ma appagata. Mi spiace di non essere stato lì accanto a te, come fanno tutti gli amici. D'altronde noi eravamo amici strani, la cui unica promessa è venuta a mancare nel momento in cui sei stata portata via.
Non so quando e se  potrò raggiungerti,Isabella. La punizione che mi è toccata in sorte,mi rende impossibile prevedere qualcosa di certo. Avrei dovuto dar ragione a te. Scusami anche per questo.
Spero di poterti rivedere un giorno,Isabella. Tu sai il motivo.
Grazie ancora, amica mia. Per tutto. Per te.
Per sempre tuo ed amico,

                                                                                                                                       David Martìn

  
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