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Autore: jaybird    09/06/2016    2 recensioni
Come si poteva separare l’inseparabile?
Se fosse stato possibile, quali sarebbero state le conseguenze?
Forse erano domande alle quali non ci sarebbe mai stata una risposta— probabilmente perché non ce n’era motivo. Dopo tutto, William e Thomas, pensavano di essere stati destinati a vivere per sempre insieme. C’era un motivo se erano gemelli, giusto? Probabilmente no, non c’era un qualcosa di concreto che poteva affermare questa loro convinzione.
Genere: Angst, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Billy Kaplan/Wiccan, Teddy Altman/Hulkling, Thomas Shepherd/Speed, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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break the unbreakable



{ questa storia è stata ispirata da House of M che,
personalmente, ritengo un capolavoro!
E ho voluto somplicemente creare una piccola storia che
ampliasse di più il ''cosa sarebbe successo se''. 
Buona lettura!♥ }




 
Come si poteva separare l’inseparabile?
Se fosse stato possibile, quali sarebbero state le conseguenze?

 
Forse erano domande alle quali non ci sarebbe mai potuta essere una risposta— probabilmente perché non ce n’era motivo. Dopo tutto, William e Thomas, pensavano di essere stati destinati a vivere per sempre insieme. C’era un motivo se erano gemelli, giusto? Probabilmente no, non c’era un qualcosa di concreto che poteva affermare questa loro convinzione.
Tra di loro si chiamavano con ovvi diminutivi che gli permettevano di staccare totalmente dalla loro regale quotidianità: fra loro, erano solo Billy e Tommy. In quei momenti, nessuno era il principe William e il principe Thomas; erano semplicemente due fratelli che, volenti o meno, avrebbero dovuto sopportare e ricevere quello che il Re, checché il loro nonno, Erik,  gli imponeva. Probabilmente, quello che ci rimetteva di più, era senz’altro Billy, nato un minuto prima rispetto al gemello che, a tutti gli effetti, lo rendeva il fratello più grande— aka, il prossimo erede al trono.
Non c’era cosa più brutta che essere obbligati a prendere quello che gli si veniva imposto e considerarlo come un onore, una sottospecie di benedizione. William stesso era il primo a non ritenersi all’altezza di un ruolo del genere— era per questo che si augurava di raggiungere la maggiore età il più tardi possibile.
Thomas, al contrario, non aveva una responsabilità così grande da dover portarsi addosso— se vogliamo dirla tutta, non gli dispiaceva nemmeno troppo essere un principe. Gli piaceva l’idea di poter fare determinate cose senza avere delle gravi conseguenze. Gli piaceva il fatto che qualsiasi cosa volesse, chiunque, avrebbe fatto di tutto per fargliela avere. Gli piaceva il fatto di essere rispettato e, perché no, anche che fosse trattato coi quanti. Tutta via, non aveva la più pallida idea di che cosa gli riservasse il futuro. Al contrario di Billy, il futuro erede al trono, non gli era stato imposto nulla— questo significava che avrebbe potuto andarsene? Che sarebbe potuto rimanere? A fare cosa? Il principe per l’eternità? L’altro gemello? Il fratello del Re? Avrebbe dovuto sentirsi in ombra dal gemello poco più grande? Eppure non vi era alcuna rivalità. Thomas voleva bene a William più di chiunque altro, anche se non lo mostrava in modo particolare e, lo stesso medesimo affetto, era ricambiato anche per William che, beh, forse non si intimidiva molto a dimostrare.

Sebbene si affermasse che i gemelli vivevano in simbiosi, Billy e Tommy erano la prova che smentivano questo fatto. Come più spesso di quel che si possa immaginare, non c’erano gemelli più diversi. Fisicamente, le uniche cose che li differenziavano, erano poche: gli occhi, il colore dei capelli e i poteri.
Mentre Billy aveva dei semplici occhi color nocciola, Tommy aveva gli occhi della madre: di un verde smeraldino.
Mentre Tommy aveva i capelli dal colore argenteo come lo zio, Billy aveva un semplice castano, come la madre.
Thomas correva veloce, come lo zio Pietro (beh, forse più veloce di lui) e William era un— mago provetto? Come la madre, Wanda, William aveva il dono della stregoneria che, però, stava ancora imparando a padroneggiare.

Caratterialmente, Thomas era senz’altro un ribelle, non gli piaceva troppo che gli si venisse detto cosa fare, come farla e quando farla. Odiava essere costretto a rimaner confinato tra le mura del cestello quando c’era un’intera Galassia da scoprire— ed era per questo che, il più delle volte, senza troppi problemi, raggirava le guardie e scappava via, ritornando, però, con la consapevolezza che la sua assenza si sarebbe notata— ma mai nessuno sembrava importare così tanto del suo allontanamento come a Billy. Quando il tuo unico amico è tuo fratello gemello, non ti accorgi nemmeno di essere diventato dipendente dalla sua presenza. Ma mentre Tommy appariva come uno spirito libero, privo dell’angoscia verso le regole che gli imponevano, William era esattamente l’opposto. Per un motivo o per l’altro, per la paura e per la poca fiducia, non osava mai provare a sfidare il proprio Re. Era senz’altro un tipo insicuro, abbastanza timoroso di quello che gli aspettava. Impacciato in ogni cosa. Probabilmente, unicamente triste. Viveva per accontentare le aspettative altrui— e tutti si aspettavano che non avrebbe mai fatto nulla di azzardato, figurarsi qualcosa di cui gli era stato vietato.
Ed era proprio in quelle continue regole, in quelle continue proibizioni che Thomas ne traeva un maggior divertimento; più gli si impediva di fare una cosa, state pur certi, che Thomas avrebbe fatto tutto il contrario.
Ed era proprio in queste occasioni che il giovane velocista si presentò ad attuare una delle sue fughe, ormai, diventate ordinarie. Stava già assaporando la libertà, dietro le mura.
« —Tommy! » e va bene, magari, quella evasione, avrebbe ritardato un po’. Il timbro di voce era inconfondibile… e poi, chi altri lo chiamava con quel diminutivo? Senza nemmeno un ripensamento, il velocista rimane fermo sul posto, vicino al muro, nascosto dietro le siepi, sentendosi chiamare una seconda volta, questa volta con un tono più cauto, sentendo rovistare tra i rami in modo quasi titubante. Soffocò un rantolo, prima di andare a muoversi lui stesso, volendo precedere i movimenti altrui, andando velocemente ad afferrare il gemello, tirandolo in un modo tale da farlo risucchiare nel verde delle siepi: se Billy ci avrebbe messo ancora un po’, qualche guardia lo avrebbe sicuramente visto e, di conseguenza, avrebbe scovato anche Thomas.
 « Che cosa c’è, Billy? » e nel mentre il maggiore andò a cacciare un suono non propriamente virile, finendo praticamente a terra, Tommy non potette che porre quella domanda dal tono un po’ seccato, dato che aveva praticamente interrotto la sua fuga.  Dall’altra parte, però, era veramente curioso di sapere perché si trovasse lì, esattamente a quest’ora— William sapeva esattamente quando e da dove scappava Thomas, glielo aveva detto lui stesso per il semplice fatto che avrebbe pensato che anche lui avrebbe avuto lo stesso desiderio di scappare da quelle mura sempre uguali, immutabili, sempre con gli stessi volti. Billy borbottò qualcosa di poco comprensibile, mentre Tommy rimase con lo sguardo accigliato in volto.
« Stai— stai scappando di nuovo? »
« Non sto scappando. »
« Ma stai andando via, di nuovo, come ogni giorno. Se il nonno scopre che se di nuovo scappato, lui potrebbe— »
« Cosa? Rinchiudermi da qualche parte? Dovrebbe provare a prendermi, prima. E comunque sono il suo nipote preferito, non lo farebbe mai. »
« —non è vero! » a Tommy non potette che scappare una smorfia soddisfatta, quasi sogghigna, mentre sul volto di Billy regna la ruga del broncio, andando a corrucciare le sopracciglia.
« Ahhh! Non farmi la predica! Non sai cosa c’è là fuori, non sei mai voluto uscire, nemmeno una volta. E se vedessi quello che ci circonda, la penseresti esattamente al mio stesso modo. »
« — io voglio uscire! Ma il nonno e la mamma— »
« Sai, genio, non lo devono sapere per forza. Si chiama ‘’fuga’’ per un motivo. Nel giro di un’ora saremo di nuovo a casa e nessuno se ne accorgerà. Andiamo, dai! »
Thomas era sempre stato un tipo insistente, davvero troppo sicuro di se, convinto che non gli sarebbe mai successo nulla, come se fosse intoccabile. E, forse, l’unica cosa che voleva realmente fare, era spronare un po’ William, sempre troppo restio a determinate cose, come questa. Non poteva nemmeno definirla come una ‘’cattiva influenza’’, perché non poteva essere più che felice e, allo stesso tempo, spaventato di poter far parte di quello che Thomas proponeva. Vi fu un attimo di silenzio, uno scambio di sguardi, come se rispondere si o no, per Billy, fosse una cosa ardua— ma non aveva mentito, voleva davvero uscire, scoprire e provare quello che Tommy aveva avuto il coraggio di voler vedere, e che gli raccontava sempre, perché era stato lui a deciderlo e nessun altro… ma dall’altra parte, il nonno, la madre e lo zio, avrebbero potuto scoprirli e sarebbero potuti finire in grossi guai— ma se non adesso, quando? Era sicuro che non avrebbe mai avuto il coraggio di agire per se stesso una seconda volta. Le labbra di Billy si schiudono un attimo, come se stesse per dire qualcosa, ma senza emettere un suono, abbassando lo sguardo dal gemello. Era così sicuro che Thomas lo ritenesse un debole codardo— però, davvero, cosa poteva esserci di peggio che rimanere ancora più confinati nel castello, nel caso avessero scoperto la loro bravata? Ma al contrario, Thomas non ci pensava minimamente a tutti quegli interrogativi che affollavano la mente del maggiore— anzi, da quello sbuffo, poteva anche ben intuire che si stava spazientendo.
« Allora? »
Esordì, come una specie di ultimatum, il più piccolo. Davvero, Thomas non ci provava nemmeno a porsi tutti quei problemi perché, forse, non capiva bene la situazione di Billy, di cosa poteva rischiare e di quali problemi avrebbe potuto avere per una sola ora di svago— ma, beh, in fin dei conti, era suo fratello e l’unica cosa che voleva, era poter stare insieme serenamente, come per chiunque. Vi fu un altro ed interminabile momento di silenzio, pensando che, per il gemello più piccolo, quella fosse più che una risposta: il solito no, da parte di Billy, insomma. Sospirò, ancora una volta, pesantemente, praticamente rassegnato al fare troppo cauto del maggiore… e proprio mentre fu pronto con l’innalzarsi, Thomas, venne bloccato, sentendosi strattonare la manica della camicia.
« E’— solo un’ora, giusto? »
Chiese, come una piccola rassicurazione, Billy, mentre stava praticamente affermando il fatto che, sì, sarebbe uscito e, no, non avrebbe cambiato decisione. Decisione che, a giudicare dall’espressione soddisfatta sul viso del più piccolo, sembrava essere stata più che approvata.
« Sisi, solo un’ora! Daimuoviamocivogliouscirediqui! »
« Ti ho detto mille volte che non capisco nulla quando parli così veloc— !!! »
E con nemmeno il tempo di reagire, di finire ancora solo la frase o di fare qualsiasi altra cosa, Thomas fece che caricarsi William sulle spalle, prendendo una rincorsa tale che gli permise di correre sulle mura del castello, apparendo come una scia praticamente impercepibile all’occhio umano. Talmente veloce da ritrovarsi dall’altra parte in un decimo di secondo. Erano fuori, lontani. Billy era fuori per la prima volta, senza il consenso di nessuno, decidendo da se e per nessun altro. Come avrebbe dovuto sentirsi? Forse un po’ in imbarazzo per aver permesso che il gemello più piccolo, lo prendesse o lo maneggiasse come se fosse una specie di bambolotto— avrebbe dovuto tornare indietro, dentro il castello? Sarebbe stato ancora in tempo per riparare quel danno e nessuno avrebbe scoperto nulla… ma a che scopo? Si sarebbe pentito nel ritornare indietro tanto quanto per aver continuato a seguire Thomas. Insomma, in entrambi i casi, non sarebbe stato felice di nessuna delle due opzioni.
« Woah, Billy, adesso sei anche tu un ragazzaccio che non rispetta le regole! La prossima volta cosa farai? Dirai qualche parolaccia? » non ci riusciva proprio a trattenersi dal prenderlo un po’ in giro.
« — potrei iniziare anche subito, se non la pianti e se non mi metti giù. »
« Udite, udite! Il principe William sta per perdere le staffe! »
« Piantala, Tommy! »
Forse Thomas, col tempo, involontariamente, aveva sviluppato una specie di divertimento, nel far arrabbiare il fratello più grande, stuzzicando i suoi nervi fin troppe volte al giorno. Ma, altrimenti, che razza di fratelli sarebbero, se andassero sempre d’amore e d’accordo?
Tommy si fece scappare un risatina compiaciuta, mentre andò a posare a terra l’altro che, nel frattempo, dopo avergli cacciato un’occhiataccia, si guardò intorno, proprio come se fosse alla scoperta di un altro mondo, totalmente diverso da quello che c’era dentro le mura del castello. Effettivamente, stare rinchiusi lì dentro, era un po’ come stare segregati in una bolla di cristallo.
Le iridi color nocciola scrutavano il paesaggio, sebbene fosse circondato dal verde, come aveva sempre immaginato, potendo persino vedere, in lontananza, il castello— era incredibile come Tommy corresse così in fretta e che nessuno sembrasse essere riuscito a scoprirli… e questo gli dava una sensazione di invincibilità, quasi. Una scossa di adrenalina, una sensazione del tutto nuova, mentre, nemmeno troppo distantemente, si potevano sentire delle voci, delle risate di un qualche bambino, facendo voltare Billy da quella medesima parte.
« Laggiù c’è il villaggio. Ci sono andato un mucchio di volte. » affermò Thomas, come se fosse un vanto.
« —ah? E non ti ha riconosciuto nessuno? »
« Basta indossare un cappuccio e nessuno sembra accorgersi di te. »
« Deve essere stato un duro colpo, per il tuo ego, immagino. »
« Un pochino. »
Un breve scambio di risatine e qualche battuta ironica, prima di andare a lanciarsi uno sguardo complice che alludeva al fatto di voler andare al villaggio, anche solo per vedere chi ci fosse e come fosse fatto. E senza nemmeno accorgersene, tutte le paura e i dubbi avuti fino ad ora di Billy, sembravano essere spazzati via dalla curiosità e dalla voglia di fare quello che più gli passava per la testa. Era sicuro che sarebbe andato tutto per il verso giusto, era sicuro che nessuno li avrebbe scoperti, era sicuro che non ci sarebbe stata alcuna ripercussione su quel piccolo e misero capriccio.
Lo era davvero.
Ma Billy non era mai stato un ragazzino fortunato.


 

 
  
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