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Autore: Lunemy    09/06/2016    1 recensioni
Helena Tales è una normale ragazza e vive la sua vita tranquillamente, quando nella sua vita irrompe Draco Malfoy, che cerca di scontare la pena che gli è stata inflitta dal Ministero della Magia a fine guerra: Un anno di vita da babbano.
Draco scoprirà che la vita da babbano non è tanto male, soprattutto se vissuta con un amica che scoprirà di amare, quando una vecchia fiamma di lei tornerà alla carica, per portagliela via.
Draco Malfoy lotterà per lei e contro i suoi valori secolari e antichi sulla purezza di sangue o batterà in ritirata?
e soprattutto le dirà mai che quel Draco Malfoy, della saga che tanto ama, è lui realmente?
ammettendo dunque l'esistenza del mondo magico?
ammentendo di essere lui il cattivo?
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"Nel mondo babbano e magico non vi è nessuna differenza se non quella del “come fare le cose”. Si nasce allo stesso modo. Si vive allo stesso modo. Si muore allo stesso modo. Si ama allo stesso modo… alla follia."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 2
 
 




Helena finì di servire una cliente, quando notò attraverso la vetrina un ragazzo dai capelli biondissimi passare per la terza volta davanti al suo negozio, con uno sguardo spaesato e un baule enorme che tirava da un carrellino. Doveva essere uno straniero?
 
La cliente andò via e Helena si avvicinò alla porta del negozio. il ragazzo stava passando per la quarta volta guardandosi in giro con un viso corrucciato. Aveva un viso spigoloso e mago e aveva un portamento distinto elegante nel modo di camminare, nonostante tirasse un baule enorme.
 
«Ciao. Ti serve aiuto? Sei straniero?» disse lentamente Helena.
Il ragazzo si voltò per guardarla, aveva degli occhi color ghiaccio. Erano tremendamente belli.
Lui la guardò con sospetto prima di rispondere.
 
«Sono inglese. Solo che non sono di qua.» disse lui con tono autoritario. Parlò in perfetto inglese.
 
Helena alzò un sopracciglio scettica. Era quello in modo di rispondere? E lei che voleva aiutarlo. Si voltò e stava per rientrare in negozio quando lui tossì e disse:
 
«Mi serve qualche informazione. Ti posso pagare per il disturbo.» sempre con un tono autoritario, ma a Helena non sfuggì di sentire come una punta di imbarazzo nella voce.
 
«Cosa vuoi sapere?» chiese Helena con un tono distaccato. Ma che le aveva detto la testa di aiutare quel ragazzo? Era comunque un maleducato per come le si era rivolto.
 
«Come posso comprare una casa qui?» chiese quello strano ragazzo. La ragazza strabuzzò gli occhi. Ma da dove usciva questo qui? la prendeva in giro? Che domande erano?
 
«Sei serio? Vuoi prendermi in giro?» disse sgranando gli occhi. «Non ho tempo da perdere» aggiunse poi lei. Sicuramente era qualche stupido che non aveva niente da fare.
 
Lui non rispose, ma la guardò fisso.
Si era serio... e anche antipatico con quegli occhi grigi che trasmettevano freddezza.
 
Helena decise di rispondergli, scherzo o meno, alla fine non le costava nulla.
 
«Be, io non ho comprato personalmente una casa, vivo con i miei, ma da quello che so, dovresti cercare su internet o sulle inserzioni del giornale, oppure ti affidi a un agenzia immobiliare che fa tutto per te, anche dal punto di vista burocratico. Devi solo pagare molto di più in quest’ultimo caso...» disse Helena, dubitando che quel ragazzo avesse una cifra adeguata per comprare una casa, di certo non aveva la faccia di un lavoratore.
 
La sua pelle candida non lasciava intravedere nessun segno di fatica fisica mai fatta. Ma di certo Helena non poteva giudicare dall’aspetto, magari era un intellettuale? Ingegnere, medico?
 
Ma da quello che sembrava poteva avere si e no la sua età, e quindi in tal caso doveva essere fresco di laurea e di certo una persona normale, in quel caso, non avrebbe mai potuto avere grandi disponibilità economiche.
A meno che era ricco di famiglia… ma in quel caso, possibile che non avesse nessuno a cui affidarsi per cercare casa che chiedere a un’estranea? I suoi pensieri furono bloccati dalla risposta di lui.
 
«Non sono un problema i soldi. Come posso contattare una di queste agenzie immobiliari? A me serve subito una casa.» disse veloce, sempre con tono antipatico.
 
«Ehm… Li chiami?» disse sarcastica Helena. Ma da dove usciva questo qui? Voleva proprio prenderla in giro? Iniziò a spazientirsi.
Lui la guardò dubbioso ed Helena prese il cellulare.
«Sai hanno inventato questi aggeggi parecchio tempo fa, servono per chiamare, forse?» disse lei ridendo della sua stessa battuta, ma rideva sola… lui la guardava silenzioso, senza però riuscire a nascondere una smorfia sorpresa.
 
«Ah…e potresti chiamare questa agenzia per me con quell’aggeggio?» disse lui costringendosi a un tono più amichevole.
 
«Al massimo chiami tu, ti presto il cellulare. Sono cose tue.» disse Helena non volendo prendersi responsabilità.
 
«Guarda che ti pago babban-» stava dicendo quel ragazzo che improvvisamente si bloccò. Gli occhi di Helena scattarono sorpresi verso di lui.
 
«Conosci Harry Potter?» chiese lei euforica improvvisamente.
 
Il ragazzo biondo la guardò spalancando gli occhi. Sembrò diventare pallido ancor più di quanto lo era.
Finalmente una reazione! pensò Helena.
Forse aveva una passione in comune con quel ragazzo così ostico?
Dopo che impallidì, alcuni secondi dopo sembrò arrossire. Non rispose e guardò a terra, come mortificato. Helena provò una gran pena per quel ragazzo, sembrava come crogiolarsi in un dolore profondo.
 
«Sai adoro quella saga! Ho letto chissà quante volte quei libri! e va bene aiuterò un Potteriano come me!» disse Helena cercando di mettere a suo agio in ragazzo. Con il suo I-phone navigò su internet cercando una  agenzia immobiliare e chiamò al numero di riferimento.
 
Mentre il telefono squillava il ragazzo la guardava sconcertato. Perché? Alla fine lo stava aiutando!
 
«Che casa sei? Io su Pottermore sono risultata Grifondoro!» disse lei per rompere il silenzio, ma sembrò invece peggiorare la situazione. Il ragazzo biondo nuovamente abbassò gli occhi confuso e mormorò come quasi vergognandosene:
 
«Serpeverde …»
 
Finalmente l’agenzia chiamata rispose, dando appuntamento al ragazzo da lì a mezz’ora proprio vicino alla cartoleria, essendoci una casa in vendita nelle vicinanze e così Helena seppe, grazie alla richiesta di dati anagrafici da parte dell’agenzia nome e cognome del biondino.
 
«Sei l’omonimo di Drac-» notò lei stupita.
 
«Draco Malfoy, si.» confermò, interrompendola, il ragazzo in imbarazzo. Draco si voltò e si allontanò da lei, aveva un viso davvero… triste notò Helena.
 
Perché? Guardandolo bene assomigliava pure nell’aspetto al personaggio della saga. Che coincidenza assurda! Ma probabilmente a lui dava fastidio essere paragonato con un personaggio ritenuto dai più, cattivo.  Pensò lei.
Poteva essere che si risentisse di una cosa così insignificante? forse nella sua infanzia aveva sopportato chissà quante angherie per via di quella saga (come i ragazzini con gli occhiali e capelli scuri denominati tutti “Potter” a presa in giro), e ancora ne risentiva? Eppure l’aveva chiamata babbana… se non sopportava quella saga e il personaggio “affiopatigli” non doveva nominare un termine così famoso…
 
«Sai credo che quel personaggio non sia stato capito da molti. Invece rappresenta gli sbagli, se così vogliamo chiamarli, che si possono commettere per amore. Tutti si sarebbero comportati come lui. Ed è un bugiardo chi lo nega. Un conto è fare l’eroe con la propria vita, un conto è farlo giocandosi la vita dei propri cari. Lo trovo un personaggio eroe della sua famiglia. Non trovi?» disse Helena nella speranza di rincuorarlo. Lui la guardò stupito, e sembrò sorridere per un secondo, ma l’amarezza prese posto sul suo viso nuovamente.
 
«E’ un personaggio particolare…» disse lui. «Quanto ti devo pe il disturbo?» aggiunse prendendo una banconota da 500 euro da dentro il baule.
 
Helena lo guardò sconvolta, cosa pensava? Che lei non avesse soldi? Quella banconota da 500 euro… l’aveva presa da un mucchietto di altre 500 euro. E dire un mucchietto era poco, visto tutte mazzette di soldi che era riuscita a intravedere dal baule all’apertura.
 
«Non voglio nulla…» disse lei intimidita dalla somma. «Metti via i soldi!» aggiunse con più vigore, non vedendo che lui ritirava la mano con i soldi.
 
«Non mi piace rimanere in debito con una babb- con te…» disse Draco correggendosi all’ultimo secondo.
 
«Sono una Grifondoro sai! Non potrei essere una babbana!» disse Helena ridacchiando.
 
Nulla, quel ragazzo era di ghiaccio, di nuovo. «No, non sei proprio il Malfoy del libro, lui almeno le capiva le battute! Comunque sia mi chiamo Helena Tales» disse lei ponendoli la mano per conoscersi.

 
***
 

Draco mantenne a stento una risata, mise i soldi in tasca e le strinse la mano. Si augurava proprio di non essere riconosciuto come il Malfoy del libro. Altrimenti avrebbe infranto la legge senza volerlo, anche se in quel caso, sarebbe stata colpa anche della Granger e della sua saga. Ma chi l’avrebbe mai attaccata l’eroina? Nessuno.
Giustamente.
 
Decise che quando avrebbe potuto riusare la magia, avrebbe aiutato quella gentile ragazza a sua insaputa in qualcosa per lei impossibile. L’avrebbe ripagata. Perché un Malfoy non rimane in debito con nessuno, nemmeno con una babbana.
 
Maledizione all’abitudine! Pensò Draco rimproverandosi nuovamente per il suo razzismo mentale.
Il lupo perde il pelo… ma lui avrebbe perso anche il vizio.
 
 
 
 
***
 
Draco si accomodò nella sua nuova casa babbana.
 Era del tutto diversa dal suo castello. Era luminosa, moderna, e aveva tantissimi aggeggi elettronici che Draco ancora non capiva come usare. Anche le tende erano elettroniche, si alzavano e abbassavano automaticamente! Aveva un ampio salotto con divani in pelle color bordò, un televisore 44 pollici(e Draco ancora doveva imparare a usare), e la cucina era ancora più grande e accogliete con una tavolo-isola di marmo scuro al centro.
 
 Il dipendente dell’agenzia immobiliare, un uomo sulla sessantina stempiato e dal viso gentile, era stato puntuale e l’aveva portato in due case vicino a quel negozio in cui lavorava quella ragazza di nome Helena.
Era davvero una ragazza particolare e poi forse lei era l’unica al mondo a giustificare le azioni di Draco Malfoy, pensò tra se.
 
Ma non potè evitare di chiedersi che se lei scoprisse mai che tutte quelle azioni da lei lette, fossero reali, se la penserebbe ancora allo stesso modo… Aveva ucciso quasi Kate Bell a Hogwarts e Ron Weasley, e messo in pericolo tutti facendo entrare i mangiamorte a scuola. La sua coscienza non trovava pace. Non aveva ucciso lui direttamente, ma vi erano state delle moti in conseguenza alle sue azioni.
 
Sarebbe stata comprensiva sapendo che era la realtà? Draco ridacchiò amaramente… no sicuramente.
 
E anche se fosse a lui che importava? Si riscosse dai suoi pensieri.
 
Il dipendente dell’agenzia immobiliare aveva proposto a Draco di andare a vedere case più lontane dal centro, per abbattere i costi, ma Draco aveva rifiutato. Chiese tranquillamente quanti soldi gli doveva per l’acquisto della pima casa visitata (la più grande)e il servizio e senza battere ciglio sentita la cifra, li estrasse dal baule lasciandogli pure la mancia. L’uomo  con i soldi in mano lo guardava stralunato e spaventato.
 Sembrò rincuorarsi solo quando il ragazzo gli assicurò che non era un delinquente (non per il mondo babbano almeno, si corresse mentalmente), ma solo un fortunato ereditiere.
 
Aveva deciso di rimanere in quella zona, che non sapeva perché gli sembrava già familiare.
 
Prese calamaio e inchiostro e scrisse una lettera per il Ministero della Magia per dichiarare dove ora viveva, come gli era stato detto di fare nella precedente lettera. La destinò a Anthony David Smither Segretario del Tribunale del Winzengamot Ministero della Magia, il mittente della lettera ricevuta. Si affacciò a una finestra del salone che dava su un bel giardinetto. Li il suo gufo ci sarebbe stato benissimo, pensò Draco.
 
Il ragazzo fischiò una breve sinfonia, e dopo circa tre minuti atterrò Tauros il suo gufo nero, Quel suono era il suo richiamo. Da generazioni la stessa famiglia di gufi serviva la sua. Vi era un gran legame. Taurus l’avrebbe trovato ovunque lui fosse, bastava fischiare. Il gufo imperioso gli mostrò la zampa pronto a prendere la lettera, che Draco gli legò. Ma prima di farlo partire prese velocemente dal baule un biscotto gufico e lo ringraziò prima che questo, con ancora il biscotto in becco, partisse.
 
Draco si mise a scrivere un ulteriore lettera, ma questa volta per il Ghirigoro. Allegando una mangiata di Galeoni nella busta. Richiedeva un qualsiasi volume, il più aggiornato, riguardo la cultura e la vita dei babbani. Si era sentito in imbarazzo con Helena. A mala pena aveva sostenuto una conversazione e non riusciva a capire il significato di determinate parole. Come era quella …Internoot? E Cosa faceva quell’aggeggio di Helena? Trasportava la voce? Ma come poteva essere senza magia? Draco ne era incuriosito e voleva capire.
 
Ridacchiò immaginando la faccia stralunata che avrebbero avuto i sui avi se avessero saputo che stava acquistando un libro per capire i babbani…
Ma lui serviva una guida… un qualcosa, uno strumento per capire quella nuova realtà perché una sua totale ignoranza di quel mondo l’avrebbe messo non solo in imbarazzo, ma anche in difficoltà, oltre che a far nascere domande scomode e sospetti. E non poteva chiedere a chicchessia aiuto in strada. Anche perché Draco era pronto a scommetterci che Helena era una persona buona, e quindi rara. Altri non avrebbero perso tempo ad aiutare il prossimo… e tra questi “altri” ammise vergognandosi di esserci lui. Helena aveva detto di essere Grifondoro, chi l’aveva smistata? L’aveva scelto lei? Quante domande! Si augurò che Taurus tornasse presto, aveva bisogno di quel libro sui babbani!
 
 
Draco si sedette sul divano lasciando vagare la mente sulla sua nuova situazione.
Chissà quella ragazza babbana cosa pensava di lui, forse era stato troppo aggressivo e maleducato? Non sapeva neanche lui il perché. Lei era stata gentile e non aveva voluto nulla da lui… si sarebbe fatto perdonare tra un anno, con un qualche incantesimo. Magari durante quest’anno avrebbe avuto occasione di frequentarla ogni tanto e capire cosa desiderava di impossibile…e lui l’avrebbe realizzato.
 
Draco si sedette sulla poltrona felice all’idea. Più o meno aveva una specie di amica conoscente no? Una babbana... Neanche la Granger ci crederebbe!
 
Si, l’avrebbe frequentata per capire i suoi desideri. Magari pure un po’ di più d ogni tanto… pensò Draco non dispiacendosi affatto dell’idea. Dopo tutto non poteva negare che fosse una bella ragazza… la ricordò nella sua mente, aveva occhi color del mare…
 
Si sarebbe sdebitato per quella gentilezza. Con i desideri di lei.












ciao!!! non so se piace o meno... fatemi sapere se continuare questa storia... indipendentemente da critiche positive o meno, ditemi cosa ne pensate!.sono davvero indecisa se continuare o meno. un bacio
vostra Lunemy
   
 
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