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Autore: ethy    10/06/2016    2 recensioni
prima mia storia AU
Killian è un ricco ragazzo che incontra Emma in un particolare momento della sua vita a cui si legherà per sempre, i due si perderanno di vista e si ritroveranno con grandi sorprese nel loro presente, non sarà facile riconquistare la fiducia l'uno dell'altro, ma ci proveranno anche se un pericolo incombe sulla vita di uno dei due dovuto ad un passato non molto chiaro.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Whale si precipitò al centro del giardino, Emma era illesa ma sotto shock, Regina accorse ed August si scambiò informazioni con Clarke per capire da dove avessero sparato.
Chiusero i cancelli del castello ed iniziarono le ricerche, nel frattempo Cora fece sistemare gli invitati nella sala da pranzo che affacciava sul giardino stesso per cercare di tenerli al sicuro, in questo David si offrì di radunarli tutti.
-Emma, ti senti bene?- chiese Regina
- si si, sto bene, mi sono spaventata ma Eithan? Lui…- non riuscì a finire la frase, si mise una mano sulla bocca rendendosi conto solo in quel momento che gli avevano sparato e che lo aveva visto scivolarle dalle braccia.
-calmati sorellina c’è Whale, tranquilla vedrai che starà bene-
Cora si avvicinò a Whale ed Eithan che erano in disparte nella saletta attigua alla sala da pranzo
-Allora? Come sta?-
-puoi parlare con me direttamente cara, sto bene, è solo un graffio-
-ti ha centrato la spalle Eithan, non è un graffio- disse Whale
-a volte dimentico che tu non sei il medico della mia equipe, nonostante tu sia eccellente, non sei abituato ai graffi- disse ridacchiando
-bene vedo che lo spirito non lo hai perso-
-no tesoro, dimmi come siamo organizzati, hai spostato tutti? Avete chiuso i cancelli?-
-si abbiamo spostato tutti in sala da pranzo, i cancelli sono chiusi, August e Clarke sono in perlustrazione-
-si, si, mi hanno chiesto da dove credo di aver sentito arrivare lo sparo-
-bene, Emma è di là con Regina, è un po’ spaventata ma sta bene-
-sai che Emma….-
-si lo so, le ho fatto portare una tisana calmante e se non basta, so quel che devo fare-
-bene, molto bene, ti ringrazio, ora acciuffiamo questo disgraziato che si è introfulato… - poi un lampo gli traversò la mente – Cora?! Killian… dove sta Killian?-
Cora lo guardò atterrita, il ragazzo non era nella sala con gli altri invitati –Cora? Dove è mio figlio??!!-
-non lo so Eithan, dopo che ti ha lasciato ballare con Emma non lo abbiamo più visto.
-maledizione!- esclamo livido dalla rabbia.
 
Eithan si alzò di scatto e lanciò una pistola a Cora, disse a Whale di rientrare nella sala da pranzo, di avvisare David di non far uscire nessuno, fino ad un nuovo ordine, nemmeno il personale di servizio finchè non fosse tornato.
 
-non voglio che ti metta in pericolo, voglio che ti tenga pronta, come ai vecchi tempi, te la senti?-
-non sono io quella ferita qui mio caro, certo che sono pronta, starò appostata a dopo-
 
 
 
 
***
 
 
 
Killian aveva appena lasciato con un po’ di rammarico che il padre ballasse con lei, era una normale richiesta, era bellissima, era la sposa  chiunque avrebbe voluto ballare con lei, e probabilmente sarebbe stato geloso di tutti gli invitati di sesso maschile, era la sua sposa dopotutto era normale essere gelosi, si giustificava mentre li aveva lasciati al centro del giardino in un bellissimo valzer che avrebbe voluto continuare a ballare con lei.
Raggiunse il tavolo per bere qualcosa e nel girarsi per guardarla volteggiare si accorse di un luccichio provenire da una delle finestre delle soffitte.
Quelle stanze erano chiuse da anni, se non secoli.. una finestra sembrava leggermente aperta, guardò meglio e vide del movimento, diede un ultimo sguardo ad Emma e suo padre e senza dare nell’occhio cercò lentamente ma non troppo di raggiungere l’ingresso al castello per dirigersi verso la soffitta.
 
 
Fece le scale velocemente, si fermò sul pianerottolo della soffitta solo un attimo per riprendere fiato, sentiva il cuore battergli forte ma non riusciva a distinguere se fosse per la corsa o per l’agitazione che lo stava per travolgere, sperò nella prima e decise di ignorare qualsiasi segnale che non fosse un rumore provenire dalla stanza di fronte a lui.
La porta era socchiusa, e per fortuna sua non ci fu bisogno di spostarla per passare, si infilò in quella fessura, cercando di non far rumore e di costeggiare il muro o gli scaffali impolverati pieni di vecchie cianfrusaglie.
 
Era lì, di spalle, con il viso rivolto alla finestra, riuscì solamente a vedere i suoi capelli castani e per un attimo che spostò il braccio vide quello stesse tatuaggio che lo aveva insospettito mesi prima riguardo a chi potesse avercela con le sue imprese.
L’uomo non si accorse di Killian alle sue spalle, era molto concentrato, quando il ragazzo si accorse del fucile e della direzione di dove fosse puntato si sentì fluire via tutto il sangue dal corpo, per poi ripresentarsi come un getto di rabbia pronto ad esplodere.
Nel momento esatto in cui l’uomo stava per sparare Killian gli saltò alle spalle cercando di colpirlo alla testa con un oggetto trovato su di uno scaffale poco dietro a lui.
L’uomo sparò, ma il colpo lo fece slittare e da quel che si poteva vedere non aveva centrato il bersaglio come avrebbe voluto.
Si girò di scatto per guardare chi gli avesse rovinato il lavoro ed una volta visto di fronte a se Killian si alzò in piedi ed iniziò a ridere come se davanti a sé avesse avuto una scena comica e non un giovane uomo stupefatto.
-tu? Che ci fai qui?-
-cosa pensi che ci faccia qui povero ragazzo ricco? Eh? Sono venuto per pareggiare i conti ovviamente-
-che conti? Di cosa parli?-
Non ebbe risposta un pugno lo centrò sul naso e Killian perse l’equilibrio.
L’uomo gli saltò addosso ed iniziò a colpirlo anche sull’occhio, Killian riconobbe la stessa rabbia, gli stessi modi e lo stesso odio nei suoi occhi, stavolta però non era perso nell’abbandono, stavolta aveva la forza per rispondere, cercò di rigirarsi e di assestargli un calcio tra le gambe, appena girato iniziò a mirare al naso, alla mascella cercò di tenerlo bloccato con il peso del suo corpo, ma era ancora troppo leggero per la stazza dell’altro, e stava iniziando ad accusare la stanchezza, il battito accelerato e l’affanno lo stavano travolgendo un’altra volta.
In quel momento l’uomo sentì dei passi pesanti provenire dalle scale, tirò fuori un coltello e lo mise alla gola di Killian pronto ad affrontare chiunque.
 
Clarke arrivò in fretta e si fermò di colpo di fronte a quella scena.
-chi sei?-
-non ha importanza-
-cosa vuoi?-
-andarmene-
-perché sei qui? Perché hai sparato?-
-non ti riguarda, ora lasciami andare se non vuoi che renda indimenticabile questo giorno in un modo poco tradizionale-
-lascialo andare, non ti fermerò-
-non mi fido sai, ho imparato a conoscervi osservandovi-
-chi sei?-
-uno che non ha dimenticato, uno che ha perso sua madre per colpa dell’uomo che questo moccioso non mi ha fatto sistemare, sta fermo ragazzo o la tua Emma sarà vedova prima del tempo-
-bastardo schifoso, chi sei veramente  Neal? Mi hai rovinato la vita una volta… non te lo farò fare anche adesso-
Dicendo questo cerco di muovere le braccia immobilizzate tra lui e il suo corpo, quando sentì la lama affondare leggermente nella pelle.
-Killian per…. stai fermo, non essere avventato ragazzo, non oggi.-
Killian si fermò, l’adrenalina lo stava aiutando a sostenersi, ma se l’avesse persa sarebbe crollato nelle braccia di quel bastardo, non voleva cedere e voleva strangolarlo con le sue mani.
 
 
Mentre Clarke cercava di trattare con Neal, Killian stava cercando di mettere insieme i pezzi di quando quel ragazzo arrivò a scuola, e di quanto stesse sempre vicino ad Emma, solo per avvicinarsi a lui?
Solo per farlo soffrire? Cosa aveva fatto nella vita per meritare questo?
Neal non era forse il suo vero nome? Aveva sicuramente mentito sull’età perché adesso sembrava molto più grande di lui, chi era veramente, che voleva, perché era riapparso adesso dopo tutto quel tempo?? Emma!! Se Emma lo avesse visto? Emma…..
 
-io adesso esco da questa soffitta, e tu mi fai trovare una macchina  accesa ad aspettarmi e forse lascio andare il vostro inutile pupillo- disse sprezzante a Clarke.
-va bene, dammi il tempo di avvisare, sto prendendo il cellulare dalla tasca, tranquillo-
-fermo o gli taglio la gola-
-come faccio ad avvisare che ti serve la macchina?-
- tira fuori il cellulare dalla tasca del tuo amico, e bada bene che già ho il colletto macchiato di sangue, manca poco… e con la velocità in cui sento il tuo battito non faranno mai in tempo a salvarti… te la stai facendo sotto eh.. il grande  progettista di navi impaurito come una ragazzina…- più lo sbeffeggiava e più in Killian impazzava la rabbia.. il rossore sulle guance..
 
-Killian ti senti bene?- Killian guardò Clarke senza dire nulla, lo fissò e basta.
-lascialo andare, prendi me al posto suo-  Clarke aveva paura che stesse per avere un infarto che non avrebbero fatto in tempo a rianimarlo, tutti pensieri che lo stavano assalendo pericolosamente, l’incubo di rivivere quel momento in cui stai perdendo tutto e sei inerme, non puoi fare nulla, tranne che guardare..
-lascialo andare, ti aiuterò ad uscire da qui-
-tu non vali niente….-
 
 
-Clarke, sono qui, calmati, tu vuoi me vero? ma prima lascia mio figlio e poi mi dici chi sei- disse Eithan con voce ferma e sprezzante.
-il nome Bealfire ti dice nulla?-
Eithan rimase impassibile, con non curanza tirò fuori una sigaretta l’accese sotto lo sguardo attonito di Killian che non lo aveva mai visto fumare, ne tanto meno odorare di fumo.
-sei il figlio di Milah dunque, sentiamo perché mi volevi morto?-
-perché hai ucciso mia madre-
-chi ti ha raccontato questa fandonia, tuo padre? E’ stato bravo, ha creato un soldatino fedele sfruttandoti…Tua madre è morta per salvarmi la vita, in un certo senso hai ragione, l’ho uccisa, ma avresti dovuto chiedere bene a tuo padre come ha fatto a morire trivellata di proiettili…  avresti dovuto chiedergli  chi teneva in mano l’arma che l’ha uccisa….e perché avrei voluto ucciderla? Lavorava per me…-
-non è vero! lo dici solo per farmi perdere la calma, so perfettamente che è colpa tua!!!-
-su questo hai perfettamente ragione, te l’ho già detto, fu colpa mia, ma ti assicuro che non l’ho uccisa io-
-perché dovrei fidarmi di te?-
-perché sono stato io ad assicurarmi che tu fossi al sicuro lontano da quel mostro di tuo padre, ma a quanto pare ti ha ritrovato..-
-lui non era un mostro, lui l’amava!! -
Eithan nonostante la calma serafica, la gestualità lenta e studiata, fumava e passeggiava di fronte a Bealfire che ancora teneva Killian sotto il controllo della lama alla gola, stava perdendo la calma, Clarke se ne accorse da come le pupille si dilatavano e stringevano in modo nervoso,quando si girò verso di lui, stava elaborando qualcosa,pensò, ma non poteva muoversi altrimenti avrebbe messo in pericolo Killian.
-tuo padre non amava tua madre da molto tempo, e non amava nemmeno te, lei mi chiese di metterti al sicuro una volta che fossi riuscito a fuggire da lui, e per assicurarsi che potessi scappare sacrificò se stessa e lo fece per te…-
-perché dovrei crederti?-
-perché ho le carte che dimostrano il tuo affidamento, ed il suo incarico, perché lei si innamorò di tuo padre finchè non scoprì chi realmente fosse-
-papà è stato lui a manomettere la petroliera….- disse Killian in un attimo
-stai zitto ragazzino, se ci tieni a rivedere la tua mogliettina, alzi no, lamentati cosi ti lascerò qui in un lago di sangue e finirò quel che ho lasciato a metà dieci anni fa- disse sarcastico Bealfire.
-bastardo io..-
-KILLIAN fermo !!-
 
 
 
***
 
 
-Regina, amore, mi serve il tuo aiuto-
-cosa? Sei impazzito, c’è un pazzo li fuori che ha sparato!-
-tesoro, lo so, so come fermarlo, ma ho bisogno del tuo aiuto-
-che devo fare?-
-nulla di particolare, devi affacciarti dalla terrazza, nasconditi dietro a quell’enorme vaso e poi avvisami se vedi movimenti od ombre da quella finestra ok?-
-ok, va bene, ma tu?-
-io farò il mio lavoro e se tornerò intero ti farò passare una notte indimenticabile-
-beh, allora vedi di tornare intero…- disse lei stampandogli un bacio sulle labbra  - e giuro che se ti farai male ti pentirai di avermi incontrata!-
-adoro quando fai la Regina cattiva lo sai?-
 
August iniziò ad arrampicarsi sul costone del castello, per raggiungere la finestra aperta, da dove adesso era chiaro che fosse sparito lo sparo.
Riuscì a salire senza problemi, i mattoni del castello consentivano un’ottima presa, in pochi minuti raggiunse la finestra e vide Eithan passeggiare avanti e indietro nella stanza, Eithan alzò leggermente lo sguardo e lo puntò su Bealfire nuovamente, con la mano con cui teneva la sigaretta gesticolò dall’alto verso il basso ed August vide che Belafire teneva qualcuno col braccio, con l’altro sembrava tenere.. un coltello! Pensò.
Poi vide Clarke.. chi teneva in ostaggio, poi da un nuovo gesto della mano di Eithan si accorse che il fumo disegnava una K. Cazzo! Pensò Killian ok, non aveva molto tempo, la finestra era aperta, doveva solo aspettare il segnale e stendere quell’uomo.
 
-Allora Bealfire cosa vuoi da me? Soldi?-
-ti voglio morto-
-bene, facciamo questo scambio e sarai libero di andare via portandomi con te- disse Eithan
-no!! Non farlo papà!!- Killian tentò di agitarsi ma il padre lo riprese
-stai fermo Killian, questa faccenda non ti riguarda. Forza Bealfire, lascialo andare-
Eithan si avvicinò e Bealfire tentato dallo scambio tirò Killian con il braccio e con un calcio verso Clarke.
Nel momento in cui August vide la manovra di scambio irruppe nella stanza buttando a terra Bealfire.
Eithan prese Killian con il braccio sano e gli chiese se tutto era a posto.
Clarke era intralciato dai due e Bealfire era fin troppo veloce, August non fece in tempo ad atterrarlo di nuovo che si girò ed uscì dalla finestra.
August iniziò ad inseguirlo da dove era arrivato e Clarke scese di corsa verso il giardino.
 
 
-Era Neal, quell’uomo era Neal… giù c’è Emma, devo andare, lasciami…- disse ansimando Killian
-non ti preoccupare, ora lo prenderanno fammi vedere il collo… stai sanguinando anche da naso… Killian!!-
Non fece in tempo a fermarlo che Killian era già sceso, precipitato giù dove erano tutti gli invitati, non voleva che Emma vedesse Neal, non voleva che si sentisse male, aveva già visto suo padre scivolarle dalle mani con la spalla insanguinata, se avesse visto Neal sarebbe stata male, e… non voleva nemmeno pensare all’eventualità che potesse succederle qualcosa a lei o alla loro bambina, perché era ancora convinto che fosse una bimba, la sua, ed aveva paura di perderla, di perderle entrambe.
 
 
Neal entrò nella sala, non lo avrebbero preso, stava cercando la porta tra gli invitati, prendendoli a spintoni per farli spostare quanto si ritrovò davanti Emma.
Lei si pietrificò e per un attimo tornò ragazzina, istintivamente mise le mani sulla pancia per proteggere il tuo tesoro e per cercare di nasconderlo.
Neal la guardò con esitazione e poi le prese un braccio  -ora mi farai uscire da qui-
-Neal, lasciami mi fai male, che ci fai qui? Cosa vuoi? Killian?? Dove è Killian?-
-zitta non parlare, fammi uscire da qui o io…-
In quel momento Killian spalancò le porte della sala
-o io cosa bastardo? Lasciala subito!!-
-o tu cosa piccolo storpio? Che farai? Hai l’affanno te ne sei accorto? Devo ancora capire cosa ci trovi in quel ragazzino viziato senza midollo, è malato, come hai potuto preferirlo a me?- disse infine rivolto ad Emma che non disse nulla, era bloccata, aveva le lacrime agli occhi ma non riusciva  a fare nulla, tanto che Neal riuscì ad afferrarla meglio per il braccio prima che Killian riuscisse a trascinarla dietro di sé.
-Jones, se fai un altro passo le spezzo il braccio, fareste una bella coppietta di storpi..-
-lasciami! Lasciami!- fece lei cercando di divincolarsi
-ferma!- la intimò Neal strattonandola
-lasciala, ti prego Neal lasciala- disse Killian vedendola soffrire
-oh sei già passato al pianto? Quanto è durato il tuo coraggio 5 minuti?-
Emma lesse  negli occhi di Killian il  fantasma della sua malattia e della paura che potesse farle male e trovò la forza di rispondere –ha più coraggio di quanto credi, ha sempre sofferto nella vita, tu non sai nulla di come ci si senta-
-sofferto? Con tutti quei soldi? Lo difendi nonostante non ti abbia mai cercata!!-
-tu sapevi bene dove ero bastardo ed era colpa tua!!  Lui non mi ha mai abbandonata! Lui era in ospedale e non sapeva nulla di me, tu invece mi hai lasciata marcire in prigione per un crimine tuo e gli fai la paternale sul coraggio? Non avrebbe mai permesso che un suo errore ricadesse su qualcun altro!- dicendo questo tirò fuori la rabbia che le era salita proprio dal basso ventre e riuscì ad assestargli una gomitata nello stomaco, si girò per dargli un calcio in mezzo alle gambe quando lui le sferrò un pugno nella pancia e lei si accasciò senza fiato.
Killian a quel punto riuscì ad atterrarlo e lo prese a pugni cosi tanto che dovettero fermarlo.
Lo massacrò di botte, per tutte le botte che non era riuscito a dargli il giorno del ballo sommate a quelle che non vedeva l’ora di dargli per averla colpita.
Continuò a prenderlo a pugni anche dopo l’arrivo degli altri.
Si destò dallo stato di trance solo perché sentì Whale dire che Emma doveva essere portata in ospedale.
Aveva perso conoscenza, aveva preso un pugno nella pancia, la sua bambina! La sua Emma!
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
Eithan uscì dall’ambulatorio con il braccio fasciato attorno al torace e guardò Killian con il ghiaccio sul naso, il tampone in una narice, un occhio cosi gonfio e nero che non si sforzava nemmeno di aprirlo ed il collo fasciato da un’enorme cerotto bianco.
Si guardarono entrambi, per un attimo si sorrisero.
-come va ragazzo?-
-bene papà, un po’ indolenzito-
-sicuro? Nel tragitto per arrivare qui mi sembravi molto provato-
-sto bene davvero-
 
-si, certo, notizie di Emma?-
-si, si è in stanza, è sveglia, tra poco le faranno un’altra ecografia- disse Killian con la voce quasi tremolante
-ehi, su, la prima ecografia è andata bene, hanno detto che è tutto intatto-
-lo so, lo so, ma non ho saluto difenderla..-
-stai scherzando Killian? Sai in che condizioni hai lasciato Bealfire?-
-ma ho avuto paura che le facesse del male, e poi lei.. e non ho fatto in tempo-
-killian, non ti biasimare, sono passati due mesi dall’intervento, non oso immaginare le botte che hai preso sulle costole quanto male ti abbiano fatto e quanto te ne fanno ora..non avresti dovuto fare il minimo sforzo ancora, ho avuto paura di perderti davvero oggi…-
Killian abbracciò il padre cercando di tenere le lacrime a freno, perché la tensione era ancora tanta e voleva sapere di Emma e della sua principessina, se fossero veramente fuori pericolo.
 
 
In quel momento Whale si presentò di fronte a loro
-non sono io il medico giusto ovviamente, poi parlerai con chi di dovere, ma… paparino, la tua sposa sta bene e cosi anche il tuo tesoro futuro-
-perché non mi avete chiamato per la seconda ecografia?-
-ti sei guardato allo specchio ? Volevi spaventarla?-
-è una bimba?- chiese senza pensare
-di questo devi parlarne con Emma…io intendevo lei-
 
 
In quel momento Cora intervenne richiamando l’attenzione di Eithan –Bealfire è sveglio-
-bene arrivo subito-
-vengo anche io e non accetto repliche-
-è proprio tuo figlio caro, non puoi lamentarti- aggiunse Cora sorridendo
 
Entrarono nella stanza di Neal, era piantonata dalla polizia ed era accusato di tentato omicidio oltre che di violazione di domicilio.
Killian fu il primo a parlare non riuscì a trattenersi
-voglio sapere tutto, anche dei tempi di scuola-
-cosa vuoi sapere? Lo sai già che mi sono sbattuto la tua ragazza prima della sera del ballo.. ops.. non lo sapevi?-
-Killian fermo, fermo. Allora Bealfire, fammi capire, ti sei finto studente all’epoca per fare cosa esattamente, di sicuro non mi avresti ucciso facendo lo studente..-
-no, ho avuto modo di conoscere un tizio, che mi ha aiutato, lo scopo era rovinarti la vita, ma visto che non ci sono riuscito in un modo… ho provato in un altro-
-perché tutto questo tempo dopo?- intervenne Killian – io non lo avrei aspettato se fossi stato in te-
-beh.. è difficile realizzare certi piani da dietro le sbarre-
-con quale tizio hai parlato?-
-ehi se vuoi sapere chi è voglio patteggiare la mia situazione-
Eithan non disse nulla, un sospetto lo aveva eccome, ricordò bene la litigata con fratello avuta proprio quella notte… “non sono solo in questo, te la farò pagare”  in quel momento aveva voglia di stritolare il collo di Brennan con le sue mani.
-bene Bealfire, ne riparleremo- cosi dicendo uscì lasciando basito Killian che lo seguì.
 
-perché? Non gli chiedi altro?-
-no per ora ho quel che mi serve, vai da Emma io devo fare delle cose…-
-papà…..-
-killian non posso dirti sempre tutto, devi purtroppo convivere con questo anche adesso che siamo più uniti-
Killian strinse la mascella in un gesto che Eithan conosceva bene, ma annuì silenzioso e si incamminò verso l’altro lato dell’ospedale per andare da lei.
 
 
 
 
***
 
 
 
Killian entrò nella stanza, si sedette sul fondo del letto di Emma che in quel momento sembrò riposare.
La guardava preoccupato ed allo stesso tempo contento che tutto fosse finito.
Henry era in giro con Regina, non sapeva dove fossero andati a prendergli una boccetta d’acqua, ma restare un po’ da solo con lei anche se stava dormendo gli andava bene, aveva di nuovo una gran confusione in testa, di nuovo qualcuno lo voleva triste e sofferente, non aveva intenzione di buttarsi giù, ma credeva anche di aver sofferto abbastanza nella vita…
 
Entrò il medico di guardia, trovò Killian quasi addormentato seduto sul letto, e li svegliò entrambi.
Gli comunicò che poteva andare a casa, che la camera gestazionale era intatta e che non c’era pericolo, di tornare dopo una settimana per un controllo ulteriore e di stare a riposo durante quel periodo.
-vengo anche io al controllo e non battibeccare- disse Killian ad Emma, che sorrise semplicemente, forse anche lei stordita dall’accaduto ed impressionata dalla tumefazione del viso di lui.
-ehi Jones, non ti bastava somigliare ad un panda? Comunque sappi che mi dispiace che ti abbiano conciato cosi male tutto sommato, sei sempre stato un bel faccino da guardare-
-Guarda che lo dico ad August…- la canzonò Killian-
-l’acqua papà-
-grazie ometto, allora ce ne andiamo?-
 
 
Salirono in auto, e tornarono al castello che ormai era quasi l’alba
Gli invitati molti erano andati via ed i giornali locali appena usciti già parlavano della sparatoria avvenuta al castello.
Killian aiutò Emma a sistemarsi sul letto, la baciò e le disse che a breve sarebbe venuto a riposare anche lui.
In realtà voleva stare da solo,si buttò su uno dei divani del salone, e li chiuse gli occhi.
 
 
Quando si svegliò qualche ora dopo, non trovandolo al suo fianco si preoccupò, uscì dalla stanza chiamandolo a voce alta.
Clarke intervenne, facendole cenno di non chiamarlo, la accompagnò nel salone dove lo trovò ancora addormentato riverso sul divano con una stanchezza infinita segnargli il viso già segnato dai pugni di Neal.
-ti dispiace lasciarlo dormire ancora? Ha un po’ d’alterazione, è normale dice whale visto tutto quello che è successo.. io pensavo di trovarlo collassato già ieri sera in verità..-
-sta tornando forte..- disse lei con un sorriso
-allora come sta signora Jones?-
-non chiamarmi cosi ti prego, sto bene, è tutto passato adesso.. in fondo potevo sperare in un matrimonio normale avendo scelto lui?-
-in questo devo darti ragione.. vado a prenderti qualcosa di caldo?-
-si grazie mille-
 
Emma si sedette immersa nei pensieri sulla poltrona vicino al divano. Era preoccupata di quel che sarebbe successo, e il solo pensiero che Neal avesse fatto tutto di proposito per ferirli le fece venir voglia di vomitare.
Si interrogava anche sul fatto che lui spesso le avesse detto di fuggire insieme, era vero oppure era solo una macchinazione del suo piano? E quando lei si rifiutò, il farla marcire in prigione era previsto anche quello?
Un piccolo verso nel sonno di Killian la fece destare da questi pensieri per immergerla in altri, la nuova vita che portava in grembo, doveva dirglielo prima o poi.. e non sapeva se era giusto dirglielo ora, o aspettare una settimana quando se ne sarebbe accorto da solo, l’avrebbe perdonata per non averlo reso partecipe?
 
In quel momento lo vide svegliarsi, si tirò su piano come se avesse preso una botta…ancora.
-ehi Swan, devo essermi addormentato scusa se non sono venuto subito da te-
-ciao capitano- gli disse mentre gli spostava il ciuffo di capelli dall’occhio ancora chiuso
-fa male?-
-un pochino, ma il peggio sono le costole.. fa male mentre respiro, ma credo di poterlo sopportare, tu come stai?-
-bene, noi stiamo bene- entrambi posarono le loro mani sulla pancia di lei promettendosi amore infinito con lo sguardo.
-mio padre ha detto che marciranno in prigione entrambi, Neal e Brennan intendo. Devo testimoniare contro Brennan, ma poi.. saremo liberi da questo incubo-
-lui dove è ora?-
-voleva stare solo… si sente responsabile di tutto questo-
-killian chiamalo, non è responsabile di due persone che hanno perso la testa-
-lo so, l’ho già rimproverato, perché non si azzardasse a sparire ora che avrà anche una nuova nipotina-
Emma fece un sospiro
-a proposito di questo, devo farti una confessione-
-sai già che è una bambina?- chiese lui con lo sguardo perso nel mare verde di lei
-beh ecco…-
-è un altro maschietto? Lo amo lo stesso Swan, non mi importa io giocavo..-
-oh per favore puoi stare zitto un momento?!-
- amore io..-
-Killian sono due-







note dell'autrice: buongiorno a tutti, ci siamo quasi.... tra poco finirà tutto e per un certo senso mi sentirò orfana.... :( alcuni aspetti di questa storia mi sono piaciuti un sacco, altri un po' meno, ma penso sia normale, a voi cosa è piaciuto di piu a parte i miei orrori grammaticali? :D
dovrò iniziare la revisione dei capitolo e scovare tutti i pasticci che ho combinato.
allora vi ringrazio per aver recensito e per avermi seguito in questa pazza avventura.
grazie ancora
a presto
E.
   
 
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