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Autore: Angels4ever    14/04/2009    6 recensioni
Una litigata tra marito e moglie...una partenza improvvisa...e una nascita...tutto in una notte...leggete e commentate numerosi o non scrivo più! sckerzo...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We gente...chi l'avrebbe mai detto che io un giorno cominciassi a scrivere anke delle Ryan/kelsie? Spero comunque di ricevere tantissimi commenti, altrimenti è sicuro che non ne scriverò altre...a me non sembra 1 granché ma speriamo bene!


A Night to Remember


Non potevo crederci...tre anni di matrimonio da buttare al vento così in una giornata!

Quel giorno, il 20 dicembre, era il nostro anniversario, e desideravo tantissimo poterlo festeggiare con lui. Ma il mio caro maritino per tutto il giorno non si era fatto sentire, ne un biglietto, una rosa, una telefonata...niente di niente.

Mi sentivo trascurata...certo...capivo che lui era un coreografo molto importante, e che aveva tanto da lavorare in quel periodo, ma io, incinta di 8 mesi e mezzo, passavo tutte le mie giornate chiusa in casa con una cameriera che si prendeva cura di me e della mia creatura.

Ma almeno quel giorno speravo con tutto il cuore di poter uscire a cena fuori con mio marito! Invece lui sembrava essersi completamente dimenticato di quanto per me fosse importante, e una cosa è certa...mai far irritare una donna incinta in piena tempesta ormonale!

Tornò a casa stanco morto verso le undici e mezza, e mi trovò ancora sveglia a giocare a carte con Stella, la cameriera.

Ciao amore...”mi salutò, cercando di baciarmi ma io girai il volto dall'altra parte innervosita.

Stella capì subito che era il momento di una tempesta, e con una scusa ci lasciò soli.

Ehi...ma che hai?”domandò Ryan, oddio...ma perché non capiva?

Mi alzai di scatto rimettendo le carte nella loro custodia, avevo bisogno di fare qualcosa.

Che ho?”risposi sempre più irritata “Ryan...che giorno è oggi?”

Lui ci pensò un po' su, grattandosi imbarazzato la nuca “Non lo so...sarà...il 18, 19 dicembre...”perfetto, non aveva più neanche la cognizione del tempo! Di scatto presi un cuscino dal divano e glie lo lanciai colpendolo in pieno con tutta la forza possibile.

Ahia!”si lamentò lui massaggiandosi il braccio sinistro. “Ma che ti è preso?Oggi sei nervosa?”

Cominciai a singhiozzare convulsamente, facendoli capire quanto fosse seria la situazione, lui spaventato si avvicinò a me, ma io lo scostai via bruscamente...

Ryan! Oggi è il 20 dicembre!”esplosi infine.

Lui rimase impietrito...”Oddio...amore mi dispiace mi dispiace mi dispiace!” si scusò subito, ma ormai era troppo tardi, non doveva proprio dimenticarsene!

COME dimmi solo COME diavolo hai potuto dimenticartene! Di una cosa così importante!”urlai, e Ryan spaventato indietreggiò, evidentemente non mi aveva mai vista così infuriata.

Kelsie adesso basta! Calmati!”esclamò infime anche lui “Non tutti hanno la fortuna di poter passare ore ed ore senza fare niente in una mega villa di New York! Torno stanco da lavoro per MANTENERVI e di certo non vorrei essere massacrato in questo modo! Credimi...delle tue lamentele proprio non ho bisogno!”

Era stato duro e ingiusto con me, forse un po' troppo...il mio cuore cominciò a spezzarsi ad ogni parola...abbassai lo sguardo, facendo cadere giù altre lacrime che sembravano non avere intenzione di fermarsi.

Sperai con tutto il cuore che dicesse qualsiasi cosa per farsi perdonare, per chiedere scusa, ed io di certo l'avrei perdonato, ma invece prese il giubbino e uscì di casa sbattendo la porta.

Mi accasciai sul pavimento...cominciando a piangere sempre più forte, finché Stella non tornò da me per consolarmi.

Su su...signora Evans...capitano delle liti in un matrimonio!”

Ma la mia crisi isterica era salita alle stelle, e neanche le sue dolci parole di consolazione servirono a qualcosa.

Piano piano cercai di tornare in me stessa, ma prima che ciò potesse avvenire passarono dovettero passare diverse ore.

E infine...come ciliegina sulla torna, la mia bambina cominciò a scalciare fortissimo, piegandomi in due per il dolore.

Oddio...signora e adesso cosa avete?” Stella cominciò a farsi prendere dal panico, ma se ero io quella accasciata a terra dal dolore! Istintivamente le presi la mano e la portai abbastanza vicino da che mi sentisse, per poi biascicarle “Ascoltami bene...sto per avere la bambina, va subito a chiamare un medico!”

Lei spaventata uscì di casa velocemente, lasciando il portone di ingresso spalancato. Cercai invano di avvicinarmi al telefono fisso che vi era accanto alla porta, ma con scarso risultato, ormai mi si erano rotte le acque e non avevo la più pallida idea di come fare.

Passò un'altra ora, e della mia cameriera neanche l'ombra, cominciavo ad avere paura, a temere di essere stata dimenticata da tutti, ma poco dopo per mia fortuna tornò Ryan che subito mi fu accanto.

Oddio! Kelsie che è successo????”

Io cominciai a respirare profondamente, cercando di non far caso al dolore “M-mi...mi si sono...rotte le acque!”

Oh porca...”soffocò una parolaccia tra i denti, non era il tipo che bestemmiava, e non l'avrebbe fatto neanche in quella situazione.

Cercò di prendermi in braccio “Ti porto subito in ospedale!”

NO NO ASSOLUTAMENTE NO!”urlami “Caroline deve nascere ad Albuquerque sotto la supervisione di Gabriella!”

Kelsie...non faremo mai in tempo...”si oppose mio marito.

Si se partiamo subito!”


In cinque minuti fummo sul nostro Jet privato, con dei paramedici...e piano piano cominciai anche io a dubitare che potessimo farcela...la bambina scalciava sempre di più, voleva uscire e io cercavo di trattenerla!

MALEDIZIONE RYAN NON CE LA FACCIO Più!” urlai con tutta la voce, come se fosse aldilà di una città invece che accanto a me.

Amore ci siamo quasi...”disse tenendomi stretta una mano “Siamo entrati in New Messico!”

Ti prego, ti supplico! Chiama Gab e dille di raggiungerci! Atterra ATTERRA!”

Lui spaventato dalle mie urla ubbidì senza riflettere... i nostri accompagnatori posarono delle coperte sull'erba, visto che eravamo atterrati fuori Albuquerque, in un posto sperduto.

Ryan subito chiamò Gabriella al telefono, e grazie all'audio altissimo potei sentire tutta la conversazione.

Pronto?”rispose Gabriella insonnolita.

Gab! È urgente!”urlò Ryan.

Oddio...Ryan che è successo?”

Kelsie sta per avere la bambina fuori ad albuquerque...e...”

Cosa cosa cosa?”domandò Gabriella spaventata.

Esatto! Ha insistito perché fossi tu a farla nascere! Corri!”

Sono già in macchina con Troy!”rispose la mia amica “Non vi muovete!”

E dove vuoi che andiamo?” chiese scettico Ryan.

Nel giro di un'altra ora piena di sofferenze e urla, mi resi conto che la mia amica mi aveva affiancato.

Ryan! Va da Troy in macchina!” ordinò Gabriella con fare professionale da grande ostetrica...

Cosa? No io voglio assistere!”protestò mio marito.

La mia amica però, lo fulminò con un'occhiataccia, un metodo infallibile che le aveva insegnato mia cognata.

Ascoltami bene...”gli spiegò pazientemente Gabriella “Se tu svieni io ti lascio per terra!”

A quel punto, spaventato dagli occhi infuocati della mora Ryan ubbidì.

Kelsie ma che ti è saltato in mente? Dovevi andare subito in ospedale!” mi rimproverò Gabriella.

L-lo so...i-infatti...dovevamo partire domani per venire da te! Voglio che tu faccia nascere mia figlia, chiaro?” spiegai tra un respiro e l'altro.

Mi sorrise dolcemente, e vidi i suoi occhi inumidirsi, si stava commuovendo, ma un altro mio urlo le ricordò che era lì per lavoro e non per piangere.
Velocemente mi spogliò e cacciò dalla sua valigetta di pelle nera una vestaglia bianca e pura, che mi infilò e abbottonò un po' a casaccio.

Alzò gli occhi al cielo, notando che era ormai l'alba, allargai le gambe cercando di ascoltare attentamente ciò che mi diceva.

Ok...fai dei respiri profondi e al mio 3 comincia a spingere...1...2...3...!”

Spinsi con tutta la forza possibile, ma il pensiero che Gabriella avesse in mano uno di quelli arnesi strani che si usavano spesso in sala operatoria, mi terrorizzava.

Ok...fiuu...la testa è fuori...!Adesso ho bisogno di una spinta maggiore! Ancora più forte!”

Più forte???Ma mi voleva per caso morta? Cercai di metterci tutta la buona volontà possibile, e poco dopo stringevo tra le mie braccia la piccola Caroline Evans, che subito scoppiò a piangere, facendo a correre Ryan e lo zio Troy.

Mio marito subito la prese in braccio “Amore mio sei meravigliosa...” poi si rivolse subito “...mi dispiace per prima...non dovevo dirti queste cose...”si scusò mortificato, ed io sorrisi, ero troppo felice di avere una bambina che non mi importava di niente, nessuno avrebbe mai guastato quel momento di felicità.

Troy affiancò Gabriella abbracciandola da dietro, visto che sua moglie aveva cominciato a piangere silenziosamente, tutti noi eravamo a conoscenza di quanto desiderasse un bambino, ma a causa delle loro grandi carriere sembrava non essere mai il momento giusto.

Allora....questa bambina ha già un nome?”domandò Troy, poggiando il mento sulla spalla della sua compagna.

Io e Ryan annuimmo, per poi rispondere contemporaneamente “Caroline...”

E' davvero bellissimo! Li sta proprio bene, è una bambina stupenda!”commentò il mio amico guardandola con occhi velati di tristezza.

Sorrisi, per poi lanciarmi un'occhiata eloquente con mio marito.

Amore della mamma...”dissi rivolta a mia figlia “Vai in braccio alla tua madrina!”

Gabriella rimase a bocca aperta “C-come?”

Risi dolcemente “Perché ti stupisci tanto? Dopo tutto quello che hai fatto per me...”

Vedere Gabriella e Troy chinati dolcemente sulla piccola mi fece capire quanto grande fosse il loro amore per i bambini, e sperai con tutto il cuore che un giorno anche loro potessero provare la mia stessa gioia nello stringere tra le braccia un figlio...

Perché di certo una gravidanza era la gioia più grande per una donna...e quella notte, che poteva essere come tante altre se mia figlia non avesse desiderato nascere prima...era diventata...

Una notte da ricordare!”



Lo so che è corta...ma...vi prego commentate numerosi!!!!!!!!!!!






  
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