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Autore: RedDisposition    10/06/2016    0 recensioni
-e perché l’hai fatto allora?-
Chiese tornando a sedersi al suo fianco, Jade abbassò lo sguardo e sorrise timidamente, pensò alla risposta più semplice da dare, ma non ce ne erano perché avrebbe dovuto dare una spiegazione, così sperò semplicemente che Jesy non gliela chiedesse.
-perché non riesco a nascondere quella parte umana davanti a quei due occhi blu, non riesco a fermare le parole quando mi fissa-
Sussurrò senza guardare la ragazza, Jesy spalancò la bocca e quasi ebbe l’istinto di portarsi una mano al petto, ma cercò di frenare il suo braccio, guardò Jade con lo sguardo meno stupito possibile.
#Jerrie
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Jade Thirlwall, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock, Perrie Edwards, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

-buongiorno bella addormentata-
Jade sentì la voce di Leigh Anne risuonarle nelle orecchie, strinse le dita intorno al casco per evitare di urlare contro la sua migliore amica di prima mattina, con calma scese dalla moto e sfilò via le chiavi. Guardò il suo riflesso dallo schermo spento del cellulare e si passò una mano fra i capelli per smuoverli dopo essere stati letteralmente compressati dal casco.
-cavolo, sembri più uno zombie che una principessa-
L’ennesimo commento della ragazza al suo fianco le fece provocare uno sbuffo sonoro, alzò gli occhi al cielo e strinse la sua borsa sulla spalla.
-smettila Leigh Anne-
Sbottò Jade con la voce bassa e con ancora qualche residuo di sonno, la ragazza mulatta scoppiò a ridere al suo fianco e scosse la testa, Jade non era mai stata una tipa mattiniera.
-scommetto che se Perrie arrivasse qui ad abbracciarti ti sveglieresti-
Jade alzò un sopracciglio e spalancò gli occhi, sentì le guance arrossarsi, Leigh Anne non la guardava, teneva lo sguardo rivolto verso la parte opposta a quella dove stavano andando, e Jade non si rese neanche conto che la ragazza aveva alzato una mano in segno di saluto, troppo presa a trovare un modo per nascondere il rossore del suo viso.
-Jadey!-
Leigh alzò un sopracciglio quando sentì quel soprannome sparato ai quattro venti, si aspettava di sentire Jade borbottare qualcosa, di sbuffare, ma quando si rese conto che la sua migliore amica stava sorridendo diede ragione a Jesy e alla sua teoria su quelle due. Perrie l’aveva raggiunta in modo silenzioso, nonostante la sua goffaggine, e le si era gettata addosso, l’aveva afferrata per i fianchi e stretta in un abbraccio improvviso e possessivo. Jade dimenticò dove fosse, e soprattutto dimenticò che la sua migliore amica le stava accanto e che sicuramente la stava fissando in modo strano, dimenticò il resto e si concentrò su Perrie e sulle braccia forti che ora la stavano stritolando.
-Pez-
Le sussurrò in un orecchio, la bionda le lasciò un bacio su una guancia prima di allontanarsi, lanciò un cenno a Leigh che le sorrise facendole un occhiolino.
-dov’è Jesy?-
Lee fissò Perrie che infreddolita si stava infilando un cappellino di lana in testa, Jade le sorrise ed allungò una mano verso il cappello , fece per sfilarlo via dai capelli biondi della ragazza, ma Perrie le afferrò un polso e scosse la testa fissandola male.
-non verrà, non si sente bene-
Leigh sbuffò passandosi una mano fra i capelli ricci, si guardò intorno come per cercare una soluzione, nel frattempo Jade sentiva ancora il suo polso stretto nella presa calda dell’altra, Perrie le sorrise lasciandole una carezza quasi impercettibile, l’altra, infatti, si chiese se se la fosse solo immaginata o se Perrie l’avesse fatto davvero.
-già la voglia non c’è, poi non viene neanche la tua ragazza, vero Lee?-
Leigh guardò la sua migliore amica con sguardo di sfida, mise le mani sui fianchi, Perrie credette stesse per ringhiare da un momento l’altro.
-già perché tu ce l’hai qui, vero?-
A quella frase Jade spalancò gli occhi, fece passo di lato per allontanarsi da Perrie, la bionda aveva alzato un sopracciglio e si era guardata intorno, non riuscendo a capire che Leigh Anne si riferiva proprio a lei.
-il fatto che tu sia gay non deve per forza significare che io giochi nella tua stessa squadra-
Jade ringhiò stringendo i pugni, nonostante il rossore nel viso cercò di nascondere l’imbarazzo nella sua voce, quando vide il sorrisetto malizioso di Leigh Anne comparire alzò gli occhi al cielo trattenendosi per prenderla a pugni. Fortunatamente era presto e il parcheggio della scuola a quell’ora della mattina era vuoto, così nessuno avrebbe sentito le loro conversazioni.
-stare con una ragazza non rende una persona gay, solo aperta di mentalità ma vedo che tu sia aperta in un altro modo-
Perrie si posò una mano sulla bocca, guardava a tratti Leigh Anne e a tratti Jade, la più minuta fece un passo avanti, superando Perrie e con il suo classico atteggiamento da diva snobbò la sua migliore amica e sorrise in modo arrogante.
-prima di Jesy quanti ragazzi ti sei fatta?-
Leigh Anne spalancò la bocca, guardò male la sua migliore amica, mentre Perrie cercava di bloccare le due, posò una mano sulla spalla di Jade e l’altra su quella di Leigh Anne.
-toglimi le mani di dosso Perrie-
Sbottò Jade lanciando uno sguardo di fuoco alla bionda, Perrie, come se avesse preso una scossa, tirò via la mano guardando male Jade. La castana non si rese neanche conto del tono che aveva usato con l’amica.
-auch-
Leigh Anne si lasciò scappare quel verso di scherno, fissò Jade attenta, aspettava la mossa dell’altra, sapeva che Perrie si sarebbe ritirata, Jesy le aveva parlato della reazione che la bionda aveva quando qualcuno la trattava in un certo modo. Quindi si aspettava che Jade le sarebbe corsa  dietro chiedendole scusa, avrebbe rinunciato alla loro “battaglia”, anche se Jade non rinunciava finchè non vinceva.
-credo che io debba entrare, ho lasciato delle cose nell’armadietto ieri-
Proprio come sperava Leigh, Perrie aveva già indietreggiato e abbassato il tono di voce, Jade teneva ancora gli occhi fissi in quelli scuri della sua migliore amica, nonostante quelli di Leigh Anne si fossero addolciti.
-vai a scusarti-
Le sussurrò, Jade deglutì rumorosamente e sentì la rabbia abbassarsi capendo le ragioni della sua amica nel provocarla, sbuffò scuotendo la testa.
-me la pagherai Lee-
Sbottò dandole le spalle, cercò Perrie e quando vide un capellino rosa che teneva dei capelli biondi ribelli decise di incamminarsi prima che Perrie entrasse a scuola e che soprattutto il parcheggio iniziasse a riempirsi.
 
-Pez-
La chiamò usando quanta dolcezza poteva, anche se sapeva che alla sua testa quella delicatezza e finezza non andava bene, mentre il suo cuore sembrava tornare a respirare quando Perrie le sorrideva e le permetteva di mostrarsi per quello che era.
-devo andare in classe Jade-
Il suo nome marcato le fece capire che forse avrebbe dovuto tenere a freno la lingua per una volta, non usare quel tono tanto aggressivo che usava con qualsiasi persona alla sua portata, perché Perrie non era semplicemente qualcuno da trattare come fosse solo un oggetto.
-aspetta-
Riuscì ad afferrarla per un braccio, Perrie si girò verso di lei puntando i suoi occhi ghiacciati in quelli caldi di Jade, la castana deglutì e le sorrise leggermente. Perrie però non ricambiò il suo sorriso, anzi i suoi occhi diventarono ancora più freddi, tanto che Jade sentì un brivido salirle lungo la schiena, si strinse il suo parka al petto in un gesto istintivo.
-che c’è?-
Sospirò stanca la ragazza, aveva tirato via il braccio dalla presa di Jade e ora teneva le mani strette sotto il petto. Jade abbassò leggermente lo sguardo, quella era la cosa più difficile che avesse mai detto. Insomma Jade Amelia Thirlwall che si scusa con qualcuno. Chi l’ha mai visto?
-non volevo aggredirti, è solo che Leigh, lei, ecco, vedi, lei mi provoca-
Perrie scosse la testa tenendo gli occhi bassi, si morse un labbro delicatamente e dopo poco lasciò andare uno sbuffo.
-come diavolo sei fatta Jade? Sei quella ragazza che almeno un mese fa mi ha riaccompagnato a casa dopo una festa oppure quella che neanche dieci minuti fa mi ha aggredita?-
Jade abbassò lo sguardo, sentì una strana sensazione riempirle il petto, come un misto di ansia e tensione, forse era a causa di quegli occhi oceanici che ora erano più feriti che freddi.
-io sono complicata Perrie-
La bionda la fissò per qualche altro secondo, la ragazza non disse nient’altro, così Perrie sbuffò, le sorrise falsamente e le diede le spalle intenzionata a lasciarla sola.
-prima di conoscerti la mia vita era fatta solo di rabbia ed odio-
Urlò Jade cercando di farsi sentire da Perrie, già abbastanza lontana.
-poi hai ballato con me a quella festa e tutto è cambiato-
Perrie si fermò sul posto, si girò a fissare Jade che la guardava con lo sguardo dolce, la bionda si rese conto che quella che ora aveva davanti era la vera Jade, senza maschere ne camuffamenti. Solo Jade.
-lascia che io ti mostri come sono fatta poi potrai decidere se mi vuoi come amica o no-
Fu l'ultimo suono riecheggiato nell’aria a quell’ora della mattina, Jade e Perrie si guardarono per un secondo che le sembrò infinito, mentre dall’altro lato Leigh Anne guardava attentamente ogni mossa delle due mentre si scambiava messaggi con Jesy.
-ad una sola condizione-
Perrie le si avvicinò, con gli occhi fissi sulle sue scarpe, nessuna espressione sul volto, Jade non riusciva a capire cosa diavolo la bionda stesse pensando e per lei fu strano, dato che in quell’ultimo periodo aveva imparato a conoscere qualsiasi movimento di Perrie.
-se volevi fare sesso con me bastava dirlo-
La risata di Perrie le inondò le orecchie, sorrise a sua volta e l’ansia iniziò a scomparire, sentì il cuore tornare a batterle normale, forse con qualche battito in più dovuta alle adorabili fossette della ragazza.
-voglio solo che tu mi mostri tutto ciò che credi ci sia di bello in questa città-
Jade annuì con ancora il sorriso sul viso, fece un cenno con la testa a Perrie per indicarle la sua moto, dove lì accanto Leigh Anne stava parlando al cellulare.
-ma non dovrebbe essere il tuo ragazzo a portarti in giro?-
Le chiese Jade, mentre a braccetto si avviavano alla moto, consapevoli che quel giorno avrebbero marinato la scuola. Leigh Anne le vide arrivare da lontano, sorrise scuotendo la testa mentre con il cellulare fra le mani continuava a digitare sui tasti velocemente.
-si chiama Zayn e non è il mio ragazzo-
Jade non riuscì a chiederle altro, dato che ormai Leigh Anne era vicina e proprio non le andava di parlare di questo fatidico “ragazzo”, ogni volta che avrebbe guardato la sua migliore amica negli occhi sarebbe arrossita, dato che l’altra era consapevole del suo strano attaccamento per Perrie.
 
-dove andate?-
Leigh Anne vide Jade salire in sella alla sua moto, subito dopo Perrie poggiò le mani sulle spalle dell’altra salendo sul posto dietro Jade, la ragazza riccia alzò un sopracciglio fissando le due, il rumore scoppiettante che aveva fatto la moto le dava segno che stavano per partire ed andarsene da scuola.
-Leigh queste sono le chiavi della mia auto, se magari invece di seguire queste stupide lezioni ti andasse di andare da Jesy, io e Jade non ci saremo per tutto il giorno-
Perrie strizzò un occhio alla ragazza dopo averle lanciato le chiavi della Range Rover, Leigh Anne spalancò gli occhi quando sentì Jade scoppiare a ridere, con un sorriso divertito sul viso scosse la testa quando le vide partire a tutta velocità verso la strada.
-siete impazzite-
Sussurrò Leigh Anne, prestando poi la sua attenzione alle chiavi che aveva in mano, le guardò per qualche secondo indecisa, prima di sospirare e mandare tutto a farsi fottere, camminò svelta fino al posto dove Perrie aveva parcheggiato la sua auto e decisa la mise in moto per avviarsi a casa di Jesy e farle una sorpresa.
 
 
-allora? Quale credi sia la prima cosa migliore della città?-
Perrie urlò cercando di farsi sentire, il rumore forte della moto era più alto delle loro voci. Jade sorrise contro il casco e diede un po’ più di gas, la sua moto non era di certo una di quelle da città, anzi era un modello da corsa, nero opaco. Suo padre gliel’aveva regalata per il sedicesimo compleanno  e da quel giorno non l’aveva più lasciata, come a ricordarle che ogni tanto anche i suoi genitori si ricordavano di avere una figlia.
-guarda alla tua destra-
Jade lasciò il manubrio con una mano ed indicò la direzione alla ragazza, in quello stesso istante frenò a causa del semaforo rosso, posò un piede a terra per dare equilibrio alla moto ed immediatamente sentì le braccia di Perrie sciogliersi da sotto il suo seno, la bionda la teneva stretta forse troppo impaurita per la velocità che aveva la moto.
-c’è solo una porta di un albergo con effetto specchio-
Perrie ridusse gli occhi a due fessure quando guardò nella direzione indicata, proprio non vi trovava niente di speciale, era solo un palazzone con l'ingresso a vetrate che riflettevano quello che c’era fuori. Quando dal riflesso però vide il sorriso dolce e gentile di Jade si girò a guardarla confusa.
-c’è il tuo riflesso Perrie-
E con quella frase detta a mezza voce fissò il semaforo che era scattato tornando ad essere verde, Jade tolse il piede da terra e in un’unica mossa del polso accelerò iniziando a scorrere lungo le strade di New York con una certa velocità.
-perché mi hai mostrato il mio riflesso?-
Il sorriso che sbucò sul viso di Perrie andò a sbattere dritto contro la schiena di Jade, dato che la bionda aveva di nuovo stretto l’altra a sé. Jade si schiarì la voce e cercò di parlare con più calma possibile, per non mostrare tensione o ansia.
-volevi che ti mostrassi tutto ciò che credo ci sia di bello in questa città, e l’ho fatto-
Perrie sentì le guance ardere quando capì che quello che Jade le aveva fatto era un vero e proprio complimento, magari non diretto, ma quella specie di  metafora l’aveva adorata, era complicata e Perrie adorava le cose complicate.
 
-dove mi stai portando?-
Jade sorrise iniziando a diminuire la velocità quando vide qualche albero da lontano, Perrie dietro di lei teneva gli occhi aperti e vigili su qualsiasi cosa le passasse accanto.
-Central Park-
Sorrise la bionda sentendo il nome del parco, si sporse leggermente in avanti per guardare il viso di Jade da dentro il casco con i capelli che svolazzavano, sorrise accarezzandole una guancia, il poco che era rimasta libera dall’imbottitura del casco.
-adoro Central Park, ci vado spesso-
Jade scosse la testa sorridendo, cercò un parcheggio vicino all’entrata mentre Perrie la stringeva più forte, non per la paura, dato che si erano fermate, ma quasi come se volesse abbracciarla ed avere una scusa valida per farlo.
-non conosci però la parte dove ti porterò io-
Sospirò la castana, guardò oltre la sua spalla ritrovandosi gli occhi oceanici della ragazza a qualche centimetro dai suoi occhi castani.
-mi piace questo tono misterioso Jadey-
La castana scoppiò a ridere sfilandosi via il casco, si passò una mano fra i capelli cercando di farli tornare come prima della loro corsa, senza buoni risultati. Aspettò che Perrie scendesse, per poi scendere e mettere la moto sul cavalletto. Quando entrambe si ritrovarono con i piedi per terra ed i caschi tolti Jade le sorrise indicandole l’entrata del parco.
Perrie adorava quel posto, i sentieri, gli alberi e il prato dove spesso alcuni corvi cercavano qualcosa da mangiare. La faceva sentire libera, meglio, come se avesse abbandonato quella metropoli per essere andata in una delle tante cittadine in Scozia, dove spesso, con sua madre passava l’estate.
-sbrigati Pez-
Jade le sussurrò afferrandola per un polso, la bionda si ritrovò a camminare veloce, mentre strusciava i piedi ed ammirava, per la centesima volta, il paesaggio verde che le si estendeva davanti.
-dove mi stai portando?-
Perrie fece qualche passo più rapidamente e cercò di stare allo stesso livello di Jade quando lasciarono uno dei grandi sentieri del parco per inoltrarsi in uno piccolo e quasi invisibile. Le piante si gettavano sul piccolo sentiero come se cercassero una via d’uscita e scappare dalla loro radice, la terra, abbastanza bagnata a causa dell’umidità della stagione, segnava le loro impronte ad ogni passo. Perrie spalancò la bocca rendendosi conto di non aver mai notato quel posto, i suoi occhi seguirono la sua bocca quando oltre Jade notò una piccola serra, che si poteva considerare più un capanno, inoltrato fra gli alberi folti. Jade si girò verso di lei sorridendo e le afferrò una mano, intrecciò le sue dita calde a quelle gelide di Perrie, sentendo un brivido salirle lungo la schiena, per il contrasto fra le temperature o forse per quello strano movimento che Jade aveva sentito nella parte alta dello stomaco.
-questo era il mio nascondiglio da bambina-
Perrie si diede la libertà di fissare la costruzione più da vicino, era per lo più fatta di vetro trasparente, che dava la possibilità di guardare il tipo di piante che c’erano dentro, tutte esotiche, non adatte al clima umido di New York.
-come hai fatto a scoprirlo?-
Perrie seguì Jade, quando quest’ultima aprì la porta scorrevole della serra. Si guardò intorno restando incantata. L’esterno non faceva giustizia al posto, dall’interno, nel punto in cui si trovavano ora, sembrava di essere finiti stranamente nella foresta amazzonica. Piante dai diversi colori forti erano sparse qua e la fra alcuni arbusti verdi.
-quando ero piccola mia madre mi portava al parco, ma non perché, come qualsiasi altra madre, voleva farmi giocare e divertire, lei faceva a gara con le sue amiche per vedere chi avesse una figlia migliore-
Perrie spalancò la bocca  e fece qualche passo verso le diverse piante, per analizzare e  setacciare la zona. Aspettò che Jade tornasse a parlare prima di guardarla.
-così un giorno, Leigh Anne non potè venire, e io mi sentii sola, tutte le altre bambine non erano come me, insomma, loro erano già vestite da testa ai piedi come scolarette , io tenevo un sempre enorme fiocco fra i capelli, le magliette con topolino e i pantaloncini. Le altre bambine avevano già le gonne a tubino!-
La bionda sorrise quando si rese conto di essersi immaginata una piccola peste dai capelli castano chiari quasi d’orati che correva per quella serra, con i vestiti simili a quelli di Minnie.
-dovevi essere la bambina più carina della città-
Jade sorrise abbassando lo sguardo e sentendo le guance farsi leggermente rosse, fissò i movimenti di Perrie, che con gli occhi azzurri prendeva ogni immagine, come fosse stata una macchina fotografica, con le dita accarezzava ogni foglia o fiore a cui passava accanto.
-mi prendevano tutte in giro, ecco perché un giorno scappai e trovai questo-
Jade posò una mano sul tronco poco spesso di un piccolo arbusto che accanto a lei emanava un odore dolce ed esotico, come aroma all’ananas mischiato alla banana.
-davvero delle bambine stupide-
Jade scoppiò a ridere quando sentì quell’affermazione urlata con voce maschile, Perrie aveva modificato la sua voce facendola sembrare una di quelle dei cartoni animati che, pensò, alla piccola Jade dovevano piacere tanto.
-dovrei supporre che le bambine che ti prendevano in giro ora sono le tue “tirapiedi”-
Jade sorrise annuendo, si passò una mano sulla nuca leggermente imbarazzata e si rese conto per la prima volta da quando aveva intrapreso la strada di quella popolare, che era lei ora che si prendeva gioco di se stessa.
-questa cosa è strana-
Sussurrò Perrie posandosi una mano sul mento, Jade sorrise scuotendo la testa, le si avvicinò per fissarla da vicino e rendersi conto di quanto quell’espressione innocente le desse l’aria di una bambina. Pensò che se l’avesse incontrata quando aveva solo sette anni magari non avrebbe mai avuto bisogno di quel capanno dove rifugiarsi.
-sei sicura che possiamo stare qui? Insomma non è che c’è qualche custode?-
Jade fece spallucce con aria di finta innocenza, Perrie alzò un sopracciglio e sbuffò quando vide il sorrisetto malizioso di Jade.
-vuoi dire che vieni qui da quando sei piccola e non ti ha mai scoperto nessuno?-
Jade scosse la testa e si sedette su uno dei ripiani, fra una pianta e l’altra. Perrie le stava di fronte, con le mani poggiate sulle cosce di Jade e la testa in avanti vicina al viso dell’altra.
-in realtà ho smesso di venirci quando ho iniziato le superiori-
Perrie alzò un sopracciglio e si allontanò immediatamente dalla ragazza,come se si fosse scottata.
-scommetto che sei diventata quello da cui scappavi-
Jade sorrise tristemente abbassando lo sguardo, sospirò rendendosi conto che effettivamente era diventata tutto ciò che odiava. Si sentiva stupida, perché l’aveva capito solo dopo che quella ragazza londinese gliel’aveva detto, si era presa in giro per così tanto tempo, cercando di tenere la sé stessa nascosta che ormai l’aveva persa e non sapeva più dove trovarla.
-beh..-
Jade provò ad aggiungere altro, ma il rumore del chiavistello le fece sussultare entrambe, si guardarono un attimo e Jade notò quanto la pupilla di Perrie si fosse dilatata a causa del forte cambiamento di atmosfera improvviso. Jade si guardò intorno, non sapendo cosa fare, ne come comportarsi. Sarebbe sembrato strano farsi trovare in un posto così appartato con Perrie. Oppure era semplicemente la sua mente che elaborava pensieri di quel tipo?
-che facciamo?-
Perrie le sussurrò passandosi una mano fra i capelli, in quel momento fece correre i suoi diamanti blu verso la serra, quando notò un piccolo spazio fra una specie di armadietto, che non aveva le ante, ma tante mensole dove c’erano appoggiate diverse piante. Afferrò Jade per un braccio e la trascinò fino all’armadietto. Jade la fissò confusa per tutto il tempo, fece per aprire bocca e chiederle cosa diavolo stesse succedendo quando venne spinta verso il piccolo spazio dove appena ci entravano a due.
-shh-
Perrie le poggiò una mano su una bocca, incredibilmente vicina al suo viso, non si era neanche resa conto che Jade fosse arrossita, troppo impegnata a concentrarsi sul suo corpo spiaccicato contro quello dell’altra. Deglutì quando si rese conto che il braccio che non era occupato a tappare la bocca dell’altra, era stretto sul fianco di Jade, con la mano che stringeva il parka della ragazza proprio sulla parte bassa della schiena.
-questo è imbarazzante-
Sussurrò Jade, le parole andarono a sbattere contro la pelle di Perrie, provocandole un leggero solletico che la fece quasi rilassare.
-cosa? Il fatto che io sia tanto vicina da poterti persino baciare, oppure il fatto che abbiamo diciassette anni e ci nascondiamo in una serra?-
Jade sorrise arrossendo e rendendosi conto che per tutto il tempo in cui Perrie aveva parlato le labbra avevano sfiorato la sua stessa mano, Jade pensò che se non ci fosse stata la mano dalla pelle chiara della bionda a separarle, ad ogni sussurro le loro labbra si sarebbero sfiorate e sfregate.
-il tuo ragazzo vorrebbe delle spiegazioni se ci trovasse in questa situazione-
Perrie abbassò lo sguardo, la mano le cadde dal viso dell’altra, ritrovandosi ancora più vicina, teneva ancora un braccio sul fianco dell’altra, mentre l’altro lo teneva lasciato libero contro il suo di fianco.
-hei, che c’è?-
Jade le sorrise, con delicatezza le alzò il mento dimenticandosi che le separava qualche centimetro e in quel modo aveva un contatto ravvicinato con gli occhi dell’altra. Dimenticò l’effetto che quell’azzurro le faceva, e dimenticò persino che in quel modo le loro labbra si sarebbero sfiorate sicuramente.
-non ce l’ho il ragazzo-
Si limitò a dire Perrie con gli occhi che diventavano più scuri. Jade la guardò confusa, mentre senza neanche rendersene conto la sua mano era corsa sulla schiena dell’altra, la bionda la guardò confusa,  ma Jade si limitò a sorriderle imbarazzata, tirò via la mano cercando di allontanarsi il più che poteva, anche se lo spazio era limitato.
 
Sono tornata, sono viva ed in ritardo.
Scusatemi ma ho tante di quelle storie da scrivere che non ho mai tempo di focalizzarmi su una sola.
Comunque credo che dopo il prossimo capitolo ci sarà un piccolo salto temporale dato che inizieranno a cambiare alcune cose.
-Kisses, M

 
  
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