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Autore: GazettE_no_Aijin    14/04/2009    3 recensioni
"tanto questo amore non può cambiare...e quando te ne sei andato, è stato come se il mio cuore si rompesse" [per la mia socia]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cv

Per una persona speciale…

 

 Agony:

“Hai! Arigatou Gozaimasu”

Dio mio, meno male fine dello strazio.

Sta diventando difficile persino sopportare i photoshoot e le prove.

Mi avvio silenziosamente verso i camerini per cambiari, perso nei miei pensieri. Sussulto appena quando i nostri occhi si incrociano, i tuoi tranquilli e un po’ stanchi, e miei stanchi e…spenti.

Il mio sguardo indugia sulla tua figura un attimo di troppo visto che alzi gli occhi e mi guardi con quell’espressione distaccata che mi riservi spesso, da qui a un anno.

Dio, non riesco proprio a sentirti così distante.

Ti prego torna da me, come se non te ne fossi mai andato.

Voglio vederti ancora sulla soglia di casa mia, ad aspettarmi come sempre quando facevo ritardo, come se non ti fossi mai allontanato, come se avessi solo fatto un po’ troppo tardi.

E tornerò a casa e mi sgriderai con la tua espressione un po’ imbronciata sul viso, dicendomi che non devo farti aspettare, che ti sono mancato.

Abbasso gli occhi, e in fretta mi cambio, uscendo presto da quel piccolo spazio, per non sopportare i tuoi occhi.

Mi siedo stancamente su una panchina, osservando attraverso gli occhiali da sole il vento che muove leggermente le foglie.

Vorrei poter cancellare un anno di indifferenza come se scrollassi via la cenere da questa sigaretta.  

Basta un insignificante gesto che ormai mi viene automatico, un piccolo movimento da nulla per far cadere la cenere.

Perché non può bastare un piccolo gesto per far tornare la cose apposto?

Getto a terra il mozzicone di sigaretta, spegnendolo sotto le scarpe.  

Ecco la nostra storia è così, andata, finita, consumata…spenta e calpestata.

Dio, che paragone stupido, con una sigaretta.

Ma era un po’ così.

Era quel qualcosa che ti crea una totale dipendenza, non vuoi assolutamente a farne a meno, e anche se volessi, non potresti mai riuscirci.

Come la sigaretta, ti fa male, lo sai, eppure, ogni volta che l’accendi, ti fa sentire un po’ meglio.

Allo stesso modo, la nostra storia, non poteva andare bene, ma ogni volta che ero con te, mi sentivo bene, mi sentivo felice con niente, come se potessi avere il mondo solo abbracciandoti.

Bhè, eri il mio mondo, quindi un pò è giusto.

Poi però tutto il mio mondo è crollato.

E ora, quella sigaretta dal sapore migliore delle altre si è consumata completamente.

Ora giace qui a terra, in mezzo a un po’ di cenere e a un filo di fumo che ancora sale.

Verrà tutto portato via dal vento, alla prossima folata.

Ma io non riesco ad accettare che anche il nostro amore può finire in un filo di fumo, lasciandomi solo con la cenere dei ricordi, che neanche il vento può portare via.

Non posso assolutamente accettarlo.

Sento la porta scattare e aprirsi, e un attimo dopo intravedo sbucare i miei compagni di band, ora con i loro vestiti normali addosso.

“hai fatto in fretta Aoisan” mi dice Ruki guardandomi con un faccino sorpreso “di solito ci metti delle ore!”

“Ci metto il tempo che serve, no? Però hai ragione, ma stavolta sono veramente troppo stanco, voglio solo tornare a casa e dormire fino a domani!”

“mi hai dato ragione! Hai detto che ho ragione! Ti senti bene Aoisan??”

“si, ma non ti ci abituare che è un caso!”

“ecco, volevo ben dire che era strano” ridacchia e si accoccola sulla panchina poggiando il capo sulla spalla di Reita, dicendogli qualcosa che non capisco.

“bhè visto che siamo tutti decisamente stanchi, direi che possiamo andarcene a casa a rilassaci, ci vediamo domani mattina alle prove” dice gentilmente Kai, fissandomi in modo strano.

A volte penso che tu gli abbia raccontato tutto, per questo mi guarda in quel modo, come se mi volesse dire qualcosa. Peccato che non riesco a capire cosa.

Si allontana con Ruki e Reita qualche minuto dopo, e quando alzo il viso immaginando che te ne sia già andato, ti trovo invece ancora davanti a me, che guardi in lontananza come se cercassi di esprimere chissà quale difficile concetto.

“Aoi..” mi chiami poi piano, fissandomi indecifrabilmente attraverso le lenti scure.

“avevo in mente di chiederti se avevi da fare stasera…” mi dice avvicinandosi un po’ a me.

“no…perché?” il mio cuore manca inevitabilmente un battito alle tue parole

“perché stavo per chiederti se ti andava di mangiare insieme” ecco, ora credo che si sia definitivamente fermato.

Credo di non essere mai stato più felice in vita mia.

“certo che si!” mi affretto a rispondergli sorridendo ampiamente

“però credo che sarebbe un po’ problematico uscire senza farci beccare” mi dice riflettendoci su un attimo. Ho il terrore che mi ritiri tutto e mi dica che non è il caso, per questo mi affretto a rispondergli

“se vuoi, possiamo mangiare da me”

“perfetto, diciamo tra un’oretta?”

“ottimo. A dopo allora!”

Potrei mettermi a saltellare in giro da tanto sono felice ora. Non credevo che fosse possibile, non credevo che mi avresti mai più chiesto una cosa simile, invece, ora tornando a casa, ripenso a tutte le volte che dopo le prove, tornavamo a casa insieme e ci fermavamo in giro a mangiare.

Darei tutto quello che ho per poter tornare a un anno fa, prima che questo inferno cominciasse.

Se ci ripenso ancora adesso, so che mai nulla sarà abbastanza per risanare quella frattura che ho stupidamente creato.

Tutto perché non mi fido mai abbastanza delle persone.

Se ti avessi creduto non ti avrei mai detto tutte quelle cose.

Posso ancora rivedere tutta la scena nella mia mente. Ricordo ancora quando sono tornato a casa tua e ti ho trovato sul divano, abbracciato a qualcuno, qualcuno che stavi baciando troppo appassionatamente per essere frainteso, qualcuno che era Ruki.

In quel momento non mi importava assolutamente sentire le vostre spiegazioni, erano solo stupide scuse per me.

Solo dopo averti detto troppe cose per potermele rimangiare, ho saputo come erano davvero andate le cose.

Reita mi raccontò tutto tre giorni dopo, e mi raccontò anche del bacio, dato stupidamente, sena riflettere, solo per non sentire una tristezza che non potremmo sopportare. Me lo raccontò perché lui e Ruki erano tornati insieme.

Ma tu eri già troppo arrabbiato con me per tornare indietro.

Io che parlavo tanto di quanto fosse importante per me avere la tua fiducia, non ne ho avuta in te, e ho rovinato tutto, come mio solito.

“non posso stare con una persona che non si fida di me” mi hai detto prima di uscire da casa mia, dalla mia vita, dalla nostra vita.

Il tuo addio risuona sempre nella mia mente, ogni notte riesco chiaramente a sentirlo come se lo pronunciassi ancora con quel tono ferito.

 

Appena arrivo a casa inizio velocemente a sistemare l’appartamento, cercando di scacciare quei tristi ricordi che affollano di continuo la mia mente. Mi infilo il più velocemente possibile sotto la doccia e volo in camera a vestirmi, nervoso come una quindicenne al suo primo appuntamento.

Quando suoni alla porta, mi rendo conto che nella fretta non ho neanche preparato la tavola.                                                                                                                                Ti vengo ad aprire, e appena ti vedo sulla soglia di casa mia, mi sembra una scena già vista troppe volte, mi sembra di tornare indietro nel tempo.

Tu sei ancora sulla porta, alle 8.30, ben vestito, con il tuo profumo che mi fa impazzire, e io sono ancora qui, con addosso l’odore della doccia appena fatta, la sala ordinata, la luce del tramonto che entra dalle finestre, e il tavolo non apparecchiato. Non avevo mai abbastanza tempo per farlo.

Mi verrebbe spontaneo abbracciarti, baciandoti leggermente sulle labbra, e portarti in salotto, scusandomi per il ritardo.

Ma non lo faccio.

Mi trattengo, e mi limito a sorriderti mentre entri in casa mia.

“scusami, sono un po’ in ritardo, ma dovevo sistemare questo posto”

“non ti preoccupare, eri sempre in ritardo. Perché passi troppo tempo davanti allo specchio a prepararti, e non fai mai in tempo, ormai l’ho imparato” mi dici sorridendo

Sento il cuore in gola, e lo stomaco girarsi non so quante volte.

Anche il tuo sorriso gentile è lo stesso, mentre posi gli occhiali da sole sul mobiletto vicino all’entrata e ti siedi sul divano.

Ma i tuoi occhi…no, i tuoi occhi non sono più quelli.

Non sono più dolci, non c’è più amore in quello sguardo, solo tristezza.

La stessa che c’è nei miei occhi.

“Aoi…Il vero motivo per cui volevo vederti fuori dal lavoro era per parlarti” ti sento dire, e alle tue parole mi blocco completamente.

Non immagino che cosa puoi dirmi, non ne ho la minima idea, e questo mi spaventa.

So solo che l’ultima volta che abbiamo parlato seriamente, mi ha fatto stare peggio. La mia ostinazione a risolvere le cose, mi ha portato la tua indifferenza.

Non voglio tornare a sentire tutto quel dolore.

Non voglio ancora le tue parole arrabbiate, e così maledettamente esatte.

Non voglio la tua freddezza.

Voglio vedere ancora i tuoi occhi illuminarsi quando entri in casa mia, voglio sentire il tuo calore intorno a me ogni volta che mi sentivo giù, voglio averti ancora.

“va bene, ma prima per favore, dimmi perché sei sempre freddo verso di me, spiegami quest’indifferenza ti prego” gli dico guardandolo fisso.

“era proprio di questo che volevo parlarti, avevo paura che non volevi più sentirlo però”

“non dire cavolate! È quello che conta di più per me…dimmi che mi odi piuttosto, ma ti prego non posso continuare così”

Perché l’indifferenza è peggio che l’odio.

Preferirei sapere che mi odi, per quanto sarebbe terribile, ma non posso più sopportare il tuo atteggiamento freddo.

Inevitabilmente chino lo sguardo, mentre una lacrima scivola giù sulla mia guancia, lasciando una piccola scia nera, sbavando un po’ il trucco.

La tua mano si posa dolcemente sulla mia guancia, e mi alzi il viso così da guardarti negli occhi.

“non ti odio Aoi, non potrei mai farlo”

“e allora perché?”

“perché…se te lo dicessi, dovrei parlare per ore”

“allora parlerò io. Ti prego, questa volta ascoltami, è quasi un anno che aspetto di dirti tutto questo. Ti amo da morire, e non posso più fingere che non sia vero, anche se ho cercato di non dimostrartelo dall’ultima volta che…abbiamo parlato di questo, non riesco a negare che sia vero. So di averti ferito, so che sono stato un idiota, e so che non potrai mai perdonarmi per quello che ti ho detto, quindi ho aspettato. Ho aspettato, aspettato e aspettato tutti questi mesi, sperando, pregando che tutto l’amore che provo per te se ne andasse, scivolasse via insieme a tutte le lacrime che ho pianto, ma non è successo. Non è successo niente di tutto questo, e sono ancora qui, dopo un anno, che ti amo, e che non so cosa farci”

Vedo un mare di lacrime velare i suoi occhi, e abbassi il viso, fissando un punto imprecisato del pavimento.

“lo so che sono veramente un idiota, ma non piangere per favore. So che non volevi sentirti dire nulla di tutto questo, ma davvero, non potevo non dirtelo, ti chiedo scusa…” mormoro avvicinandomi al tuo viso.

“non piangere per tutte le cavolate che dico, ne ho dette tante lo sai, ho detto tante cose di cui mi sono pentito Uru, davvero tante, troppe perché me le ricordi tutte, ma l’unica volta in cui ho detto qualcosa di veramente serio, è stata quando ho detto che ti amavo. E te lo dico ora, perché per me non è cambiato nulla, l’amore che provo per te non cambierà mai…”

“tu…come puoi amarmi dopo che ti ho trattato così per tutto questo tempo?” mi chiedi con la voce rotta dal pianto

“guarda che sono io che dovrei dire questo…sono io che ti ho detto tutte quelle cose cattive quando…quando…bhè, lo sai quando, ecco…”

“lo so…ma non riuscivo ad essere arrabbiato con te…all’inzio ero veramente molto deluso, però poi non riuscivo a starti lontano, non riuscivo ad avercela con te. Ti amavo troppo per farlo. Quando te ne sei andato da casa mia quella sera è stato come se qualcosa si rompesse dentro di me. Ho sentito il mio cuore rompersi, e non potevo assolutamente rimetterlo a posto senza di te.”

“lo so, ti capisco benissimo perché ho sentito esattamente la stessa cosa. Perché hai parlato al passato però? Non è più così?”

“non potrebbe mai cambiare, lo hai detto anche tu. Non importa quanto tento di ignorarti, di far finta di non amarti o di starti lontano, in un modo o nell’altro, ci sei sempre tu nei miei pensieri”

Le nostre labbra si uniscono dolcemente, le nostre lingue giocano tra di loro, cercandosi, e il finalmente mi perdo in quel tuo dolce sapore, che mi è terribilmente mancato.

In fretta sfilo la tua giacca, gettandola lontano, baciandoti ancora

“Ti amo…”

“anche io ti amo tanto Aoi…”

Continuo a cercare le tue labbra, e lentamente faccio scivolare la lingua sul tuo collo, baciando e leccando quella pelle chiara come se fossi in astinenza.

“voglio fare l’amore con te” sussurro a bassa voce, infilando una mano sotto la tua maglietta, mentre mi accarezza la schiena, insinuando le dita sotto il tessuto leggero.

“si…ti voglio…”

Mi stacco da lui per sfilargli quell’inutile pezzo di stoffa, e lui fa lo stesso, gettandola a terra.

Prende la mia mano e mi fa alzare, portandomi in quella camera che tanto bene conosce, e so chiude la porta alle spalle, poggiandosi contro di esse e tirandomi leggermente verso di lui, per un altro bacio.

Sento le sue mani affrettarsi con la cintura dei miei pantaloni, slacciandoli subito, mentre scende piano, mordendomi leggermente il collo, in quel modo che sa che mi fa impazzire.

“mio…” sussurra leccando il segno rosso che ha appena lasciato sulla mia pelle.

Si ferma un attimo per guardarmi negli occhi, e sorridendo mi porta con se sul letto, facendomi sdraiare sotto di se.

“mio…” ripete e ricomincia subito a torturare gentilmente la mia pelle, leccando un capezzolo e prendendolo tra le labbra, succhiandolo.

La sua mano scivola più in basso, posandosi tra le mie gambe, sfregando la mia crescente eccitazione, e riesco a sentire le sue labbra curvarsi in un mezzo sorriso.

“sei sempre così…sensibile” mi dice, e mi accorgo del sorrisetto sul suo viso, e dei suoi occhi, ora più luminosi, più lucidi.

“no, sei tu che riesci troppo bene a farmi impazzire…” gli dico alzando il bacino per permettergli di sfilarmi i pantaloni  e i boxer.

Non riesco a trattenere i gemiti quando inizia a toccare direttamente la mia erezione, e la sua bocca scende sul mio petto, baciando e mordicchiando ogni tanto la mia pelle già accaldata, lasciando qualche piccolo segno rosso.

Continui a scendere, fino a prendere in bocca il mio sesso, iniziando a leccarlo e succhiarlo, strappandomi altri gemiti più alti.

Lo sai bene che ho sempre amato il tuo modo di stuzzicarmi, ma non oggi.

“Uru…ti prego, non posso più aspettare…”

“come siamo impazienti” mi dice sorridendo e allontanandoti da me.

“ma hai ragione, ti voglio troppo tesoro…”

Mi prepari piano, persino più dolcemente di come facevi di solito, e lentamente mi fai tuo, ripetendomi che non vuoi farmi male.                                                                                   Ti ripeto che ti amo, per la centesima volta stasera, poco prima di raggiungere l’orgasmo insieme a te.

E io non potevo chiedere di meglio. Non mi sono mai sentito meglio.

Mi accarezzi piano i capelli, abbracciandomi forte.

“come ho potuto stare tutto questo tempo senza di te….”

“non mi interessa cosa è stato prima, adesso voglio solo rimanere con te per sempre…”

Le nostre labbra si incontrano nel modo più dolce possibile, le nostre lingue si intrecciano in quel gioco di passione e amore che solo noi possiamo creare, e sento una lacrima cadere lenta dalle mie ciglia, ma questa volta è una lacrima di gioia.

Perché tutto quello che volevo, era stare con te.

Tutto quello che sognavo era tornare insieme a te.

Ora il mio desiderio si è realizzato.

 

Bene, dovevo assillarvi ancora, ma questa volta c’è una ragione particolare.

Voglio dedicare questa piccola cosa, che fa veramente pena, lo so, e quindi ti chiedo scusa già in anticipo per quando la leggerai, ma se riesci a leggerla tutta che magari non è così terribile, devi sapere che questa è solamente dedicata a te, alla mia socia<3

questa è…bhè, diciamo per fantasticare su un piccolo sognoXDDD

 Ti lovvo un cifro, lo sai<3<3 

  
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