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Autore: Trisha_Elric    10/06/2016    4 recensioni
Lavoro. Quello che quella volta Chat Noir non aveva svolto!
Non era mai successo che lui non si presentasse affatto!
***
-My lady, aiutami! Non puoi lasciarmi..così!-
-Chat io..non so cosa fare!-
-Troveremo una soluzione, lo so mia principessa. Ma fino a quel momento...posso stare da te?-
-...Eh?-
***
Se due destini sono destinati a stare insieme, si incontreranno o , in questo caso, scontreranno sempre.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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META' UMANO..

 

 

 

 

-My lady, aiutami! Non puoi lasciarmi..così!-

-Chat io..non so cosa fare!-

-Troveremo una soluzione, lo so mia principessa. Ma fino a quel momento...posso stare da te?-

-...Eh?-

 

                                                                                     ****

 

Quel mattino, ore 03.15.

 

Adrien si svegliò all'improvviso nel cuore della notte col fiatone, emettendo un piccolo gemito di dolore. Scosse vie le coperte e si mise le mani tra i capelli, cercando di regolarizzare il respiro e il battito cardiaco accelerato.

Ancora quel dolore al petto...

 Ancora quella sensazione di bruciore che partiva dal suo baricentro.

-Adrien..Che succede?- il piccolo kwami simile ad un gatto nero si levò in aria pigramente, assonnato, e si avvicinò al suo compagno fino a sedersi sopra i capelli biondi e leggermente impasticciati di sudore.

-Plagg..ancora quel sogno e quel dolore.- il biondo parlò lentamente, con voce debole e tremante; piegò la gamba destra verso l'alto, flettendo bene la sinistra, e poggiò la fronte imperlata sul ginocchio mentre stringeva la stoffa del pigiama all'altezza del petto.

Da qualche giorno, il giovane eroe era stato colpito da una forte influenza che lo aveva messo k.o. : non era più andato a scuola, non aveva avuto la forza di sostenere i suoi corsi privati e aveva sospeso le sue lezioni di scherma; tuttavia, da quella che sembrava una semplice seppur forte febbre, aveva cominciato a sentire strani e acuti dolori al petto che lo lasciavano letteralmente senza fiato.

In più, ogni sera sognava sempre la stessa cosa: era sopra uno dei tanti tetti delle case parigine in piena notte e si ritrovava a guardare la Luna splendente in cielo; all'improvviso la superficie sotto i suoi piedi scompariva, lasciando Chat Noir sprofondare nell'abisso più nero, come risucchiato da un vortice invisibile.

Quando si svegliava aveva sempre quel bruciore all'addome in concomitanza con quello al petto, solo che lentamente il primo scemava subito, quasi sempre, mentre l'altro persisteva per intere mezzore.

Cosa stava accadendo?

Adrien se lo chiedeva spesso tra sé e sé. Ovviamente non aveva voluto dire nulla di questi sintomi a Nathalie a suo padre per paura di mettere loro troppo in allarme.

Ma sapeva che non era una febbre normale, lo aveva capito perfettamente.

E poi, era la prima vera influenza che aveva da quando era diventato Chat Noir.

Adrien prese un profondo respiro, cercando di non lamentarsi per i dolori, e si mise a sedere poggiando entrambe le gambe ai piedi del letto.

-Meglio che vada a rinfrescarmi..-

-Adrien, è meglio se resti a letto.- suggerì il kwami della distruzione, senza fare dell'ironia poichè era veramente preoccupato per il ragazzo. Non appoggiava la sua idea di soffrire in silenzio senza dire nulla nemmeno ai suoi amici che erano venuti a trovarlo tutti i giorni. Il giovane Agreste preferisce tenere tutto dentro per non pesare sugli altri, ma essere un supereroe non lo rendeva invincibile dal mondo.

- Ah ah..che simpatico che sei Plagg..- sbiascicò quelle parole con un tono fioco, sogghignando appena, mentre si trascinava lentamente verso il bagno.

Sembrava quasi che la febbre alta lo stesse facendo delirare.

Il biondo accese la luce ed essa quasi non lo accecò per quanto era chiara, quasi ospedaliera. Si posò una mano sugli occhi e si avvicinò al lavabo per aprire il rubinetto dell'acqua fredda.

Passarono svariati secondi prima che i suoi occhi si abituassero alla nuova luce e quando lasciò la mano dal suo viso, osservò il suo riflesso nello specchio.

 

Ore 3.45

 

-Nathalie! Nathalie!!-

-Mh..-

-Signora Nathalie, si svegli!-

-Ma che succede?- borbottò assonnata la governante con poca professionalità mentre cercava a tentoni gli occhiali sul piccolo comodino di fianco.

-Il signorino Agreste..-

-Mh?- la donna sembrò svegliarsi del tutto e si infilò gli occhiali rapidamente. -Cosa succede? Si è sentito male?-

-Veramente non lo sappiamo signora..-

-Che vuol dire che non lo sai?!- Nathalie era esterrefatta dall'incompetenza che quella domestica stava dimostrando. Il giovane Agreste stava male ed erano obbligate a sapere ogni suo spostamento in caso lui avesse avuto bisogno di loro!

Mentre la sua testa elaborava quei pensieri, la governante si era intanto alzata e infilata la vestaglia di seta, incurante del suo aspetto poco composto.

-Bhe..- la giovane domestica si afferrò le gonne della divisa, lasciando andare la sua espressione da preoccupata a disperata.

-Non è più qui, è scomparso.-

Passarono svariati secondi prima che Nathalie comprese le parole della giovane.

Non poteva essere vero. Adrien Agreste non poteva essere scomparso in quelle condizioni critiche.

Senza accorgersene, la governante indietreggiò esterrefatta, balbettando parole a caso e successivamente si afferrò i lembi della cintura della vestaglia, come a fare forza su se stessa, e alzò il viso con espressione decisa.

-Antoinette, devi svegliare tutti i domestici in casa e andate a cercare il signorino Adrien ovunque! E' molto malato, non potrà essere andato lontano. Dividetevi in gruppi per la ricerca sia fuori che dentro casa. Il signore non deve essere svegliato...a lui penserò io.-

Dopo aver dato tali istruzioni, la domestica annuì e velocemente uscì dalla stanza pronta a eseguire ciò che le era stato detto.

Dopo che rimase sola, Nathalie svenne.

 

 

Ore 9.

 

 

 

Marinette strinse al petto la piccola confezione regalo fasciata di un bel color pesca,  un'espressione dolce le dipingeva il volto acqua e sapone.

-Sono sicura che Adrien sarà felice di ricevere questo regalo!- esclamò la piccola Tikki  sbucando appena con la testa dalla borsetta della compagna.

-Oh, tu lo credi davvero?- chiese la mora con sguardo sognante mentre procedeva a passo svelto.

-Non vedo l'ora di finire scuola per poter andare a casa sua per consegnarglielo...-

-Sarà estremamente felice di riceverlo!-

-Speriamo si senta meglio oggi...Uffa, ma perchè devo andare a scuola?! Io dovrei accudire il mio Adrien..-

-Marinette, Marinette...- sospirò felice la kwami. -La scuola è importante, è uno dei tuoi doveri principali! Le ore passeranno presto e così potrai andare da lui!-

La ragazza sorrise per la solita saggezza della sua amica. - Hai ragione.-

Era ovviamente in ritardo ma cercò di andare il più velocemente possibile. Passò di fronte un bar e con la coda dell'occhio notò la televisione appesa sopra il bancone del barista: il notiziario stava trasmettendo il servizio riguardante un'emergenza ai piedi della Torre Eiffel.

-Mh..- Marinette rimase a guardarlo qualche secondo e quando vide la figura di un uomo avvolto da un vestito simile alla famosa torre, che grazie all'utilizzo di un cannone sparava oggetti simili a souvenir appuntiti a velocità elevata, capì di avere davanti una nuova vittima di Papillon.

-Accidenti..meglio andare.- mormorò Tikki dopo aver osservato per bene il notiziario.

Marinette la guardò perplessa ma infine annuì, sapendo di non avere altra scelta. Corse via verso il retrobottega del bar e lasciò lì nascoste le sue cose.

-Tikki, trasformami!-

 

Ore 11.30

 

-Ciao, ciao Farfallina!-

-Ladybug, oh Ladybug!- la madre del signor Fabrice, la vittima akumatizzata, stritolò letteralmente la giovane eroina in un abbraccio letale.

-Se non ci fossi stata tu, non so cosa sarebbe accaduto a mio figlio! E' sempre stato un uomo d'onore..-

-Signora..- la mora le sorrise e sciolse dolcemente l'abbraccio soffocante. - Anche se suo figlio vende souvenir per vivere, non deve giudicarlo un buono a nulla. Come ha detto lei, è un uomo d'onore. Lo faccia sentire apprezzato. Ogni lavoro è un contributo prezioso per la Francia.-

-Grazie..lo farò. Grazie Ladybug.-

Vedendo l'anziana andare dal suo amato figlio, unendosi in un tenero abbraccio, l'eroina sospirò.

Lavoro. Quello che quella volta Chat Noir non aveva svolto!

Non era mai successo che lui non si presentasse affatto!

Arrivava in ritardo, quello si.  Combinava casino, sempre! Ma era un aiuto prezioso e un partner di cui aveva bisogno. Sconfiggere quell'akuma da sola era stata davvero dura.

Appena lo avesse visto gli avrebbe dato tante di quelle botte...

Ladybug sospirò e con l'aiuto del suo yo-yo iniziò a tornare indietro, saltando da un palazzo all'altro.

 

-Pss!-

..mh?

-Pss! Ladybug...PSS!!!-

Ok,non  poteva averlo immaginato.

Appena era salita sul tetto del primo palazzo, la mora aveva udito una voce che la chiamava.

Una voce familiare.

Socchiuse gli occhi, scocciata, iniziando a battere un piede ritmicamente.

-Chat Noir. Sei tu vero?!-

-Si..-

-Brutto gattaccio! Dove sei?! Fatti vedere così ti mostrerò quanto ti conviene lasciarmi sola in pieno combattimento!-

-My Lady, posso spiegare!-

Ladybug iniziò a frugare ovunque, tra il camino, i cumuli di mattoni sparsi e dietro le tubature ma di lui non c'era traccia.

-Ora comincio davvero ad arrabbiarmi, Chat.-

-Principessa...devi promettermi che non riderai.-

-Ora come ora vorrei ucciderti, non ho voglia di ridere! Dove sei?-

-...-

-Allora?-

-Sono dietro di te.-

Ladybug si girò di scatto, il volto quasi inferocito, la mano sinistra che aveva afferrato il suo yo-yo per darglielo in testa..ma non c'era nessuno.

-Chat!-

-...sotto.-

La giovane eroina abbassò lentamente il capo sotto i suoi piedi.

Quello non poteva essere il suo partner.

Cioè: gli occhi sono quelli, il colore il suo ma non era lui.

Quello era un bellissimo, buffissimo e stranissimo gattino dagli occhi verdi, dal pelo semilungo e morbido dalla tonalità nero plumbeo fatta eccezione per le punta delle orecchie e per un ciuffetto in mezzo alla fronte di colore dorato; il suo Miraculous a forma di anello era localizzato alla base della coda.

-...Chat?-

-Miao.-

-Oh, grazie al cielo..-

-Certo che sono io!-

Quel gatto parlava, parlava con la voce di Chat Noir!

Ladybug chiuse gli occhi, posò le dita sulle sue palpebre e pregò in tutte le lingue possibili per trattenersi dallo sbudellarsi dal ridere di fronte a lui.

Era un sogno..no, un incubo.

-C-cosa è successo?-balbettò ella, scossa da violenti spasmi dovuti alle risate trattenute.

- Non lo so.- sospirò il micino avvicinandosi a lei, muovendo distrattamente la coda.

-Non...sono stato in forma in questi giorni e oggi sono diventato..così!-

-Posso assicurarti che sei molto più affascinante ora, sai?-

-M'lady non sei divertente.- gli uscì subito dopo un miagolio striminzito.

Ladybug si inginocchiò davanti a lui e si piegò in avanti, osservandolo.

-Sei proprio un gattino.-

-Già.-

-Ma sei proprio vero?-

-Lo sono anche le palle di pelo che non faccio che sputare .. aiutami ti prego!- il mici saltò sulle gambe di lei e si sedette, arricciando la coda attorno le zampette posteriore.

-My lady, aiutami! Non puoi lasciarmi..così!-

-Chat io..non so cosa fare!-

-Troveremo una soluzione, lo so mia principessa. Ma fino a quel momento...posso stare da te?-

-...Eh?-

-So di essere adorabile, e qualsiasi donna vorrebbe accudirmi..-

La mora era già pronta a scaraventare giù dal palazzo il gatto quando lui si avvinghiò alle sue cosce con gli artigli.

Un gesto disperato e approfittatore, che bravo marpione approfittarsi della situazione così! Pensò ella alzando un sopracciglio.

-Ma io voglio TE! Solo tu puoi aiutarmi!-

-Non posso farti stare da me, lo sai che non voglio rivelare la mia vera identità!-

-In qualche modo faremo. Ti prego!-

Sapeva che non poteva lasciarlo solo in quel modo ma dannazione, perchè tutte a lei?!

Il Miraculous era quasi scarico, doveva tornare presto per cambiarsi, dar da mangiare a Tikki e poi tornare da lui.

Sospirò nuovamente e prese in braccio il piccolo Chat Noir.

Che meraviglia...

-Piccolo birbante, non approfittartene capito?! Reggiti forte.-

Il gattino si arrampicò sulla sua spalla e si tenne stretto a lei mentre la splendida eroina volteggiava tra i palazzi pensando ad un piano concreto da sviluppare.

 

 

Nel  mentre, un messaggio da Alya sul telefono di Marinette, rimasto nella borsa nascosta nel retrobottega.

 

''Marinette, allarme rosso!

Adrien è scomparso!

Richiamami subito!''

 

 

Angolo autore

 

Ok l'ho fatta! E' una long, si... sono solo due capitoli! Questo e un'altro e lo finirò giuro.

Era nata come One short ma così mi piace di più..

Allora, in teoria è comica ma la comicità (?) arriverà dopo, questa era tuuutta l'introduzione!

Attenzione: Ho preso spunto da un comic di Ladybug che gira molto su you tube, dovrebbe chiamarsi '' Furry Moment'' dove l'inizio è simile (Adrien che non sta bene e diventa un micione..qui diventa piccino piccino ahahah) ma poi prende un'altra strada! l'ho talmente amato che volevo rielabolarlo!

Spero di aver attirato la vostra curiosità!

 

A fra pochissimo giuro!

(Anche perchè l'ho già scritta :B)

un bacione adorati!

 

Trisha_Elric

  
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