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Autore: telesette    11/06/2016    0 recensioni
- Se il suo destino è scritto, morirà - concluse l'uomo, squadrando gli altri con i suoi occhi freddi e taglienti come lame di coltello. - Se però dovesse sopravvivere, in quel caso, vedo con chiarezza che la maledizione lo accompagnerà passo passo!
Detto questo, Grindelwald se ne andò...
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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A Tina, con affetto...

Alastor - La Leggenda!

Città di Glasgow, Scozia - autunno del 1945



Le pioggie incessanti, nonostante il sibilare del vento gelido e il fragore del mare in tempesta, le cui onde si frangevano sugli scogli come i denti di uno sciacallo affamato, erano sovrastate dal suono delle campane atte ad avvertire i cittadini del pericolo in arrivo. Le forze dell'aviazione tedesca, dirigendo verso il cuore della popolazione inerme, si preparavano a sganciare l'ennesimo bombardamento. Dalla cima della torre campanaria, mentre nugoli di donne e bambini terrorizzati cercavano scampo nella fuga, il sagrestano suonava energicamente con tutta la forza consentitagli dalle sue povere braccia. Il poverino tuttavia non ebbe il tempo di chiudere gli occhi né di farsi il segno della croce, quando il lampo accecante dell'ogiva innescata lo fece esplodere assieme al mucchio di pietre e di sassi che si riversarono sulla strada sottostante.
Ovunque era il caos!
Coloro che riuscivano a rientrare nelle proprie case, cercando disperatamente di rifugiarsi dentro umide e buie cantine, avevano forse una possibilità di scamparla... ma i corpi delle vittime, orrendamente mutilati dalle esplosioni, erano altresì sparsi in gran numero sulle strade adiacenti.
In mezzo a tutto questo orrore, fuggendo dalla loro abitazione ormai distrutta, il vecchio Stirling Moody e sua moglie cercavano di far perdere le loro tracce nella brughiera vicina. Grazie ad una serie di incantesimi protettivi, il vecchio auror poteva infatti destreggiarsi agilmente nell'intrico insidioso dei pantani e delle pozze di sabbie mobili altrimenti letali per chiunque altro. Tuttavia la donna, rallentata com'era dal fardello che stringeva forte tra le braccia, a stento riusciva a tenere il passo del marito.

- Tara!

Stirling si fermò di scatto, non appena la moglie crollò in ginocchio sfinita, e subito si accinse a farle scudo con il suo stesso corpo.
Le bombe naziste esplosero a poca distanza da loro, sollevando enormi quantità di terra e di fango putrido e disgustoso, ciononostante ne uscirono tutti e due miracolosamente illesi. Tara osservò amorevolmente il bambino avvolto nelle vesti sporche e strappate, suo figlio, e in cuor suo ringraziò il Signore per aver vegliato su di loro ancora una volta. Il piccolo scoppiò a piangere, più che altro per la fame, ma non vi era certo il tempo per allattarlo in quella situazione.

- Non piangere, Alastor - lo rimproverò bruscamente suo padre. - Diamine, sei un maschietto, devi essere coraggioso!
- Tesoro - mormorò appena la donna. - Ce la faremo ad attraversare le paludi, prima di notte?
- Ma certo - rispose subito l'altro, cercando di sembrare il più possibile convincente. - Dobbiamo muoverci amore, ma ce la faremo, non temere!

Lei annuì fiduciosa, rialzandosi subito in piedi, ed entrambi ripresero a correre.
Non avevano percorso che pochi metri più avanti quando, come ombre inquietanti, alcune sinistre figure emersero all'improvviso dalle fredde nebbie della brughiera.
I Moody si guardarono attorno, preoccupati di non avere scampo, giacché i sinistri figuri li avevano praticamente circondati. Un uomo alto completamente vestito di nero si scostò appena dagli altri e, scostando all'indietro il cappuccio che gli copriva buona parte del volto, rivelò la sua identità ai due coniugi in fuga.

- Non può essere - mormorò Stirling, sentendosi raggelare il sangue nelle vene, una volta compreso chiaramente "chi" si trovava davanti. - Gellert... Grindelwald ?!?
- Moody - soffiò l'altro, muovendo appena le labbra.
- Era questo il "bene superiore" di cui parlavi - ringhiò Stirling con rabbia. - Per la vostra sete di potere, per il desiderio smisurato di controllo sugli altri, tu e quelli della tua razza avete contribuito a questo immane genocìdio... Assassino!
- Spesso il sangue è necessario - rispose l'altro, con voce calma e con una tranquillità sorprendente. - Le uniche leggi che governano l'universo sono quelle dello scambio e dell'equilibrio: milioni di vite babbane, sacrificate sull'altare, per ristabilire l'equilibrio di centinaia di maghi innocenti e altrettante streghe bruciate vive nel corso della storia; il sangue di cui parli non è meno prezioso di tutto quello che è già stato versato ingiustamente... Non sono un assassino, Moody, sono la spada che da sempre risiede nelle mani della giustizia!
- Per questo hai appoggiato Hitler nella sua follìa - incalzò Stirling. - Hai condiviso i piani e i sogni deliranti di un pazzo, per conseguire la vendetta che volevi, ed entrambi i mondi sono precipitati nel caos e nella distruzione generati dall'odio!
- Ma noi possiamo porre fine a tutto questo, Moody - esclamò dunque Grindelwald, traendo fuori la propria mano guantata da sotto il mantello. - Non esisterà paura nel nuovo ordine, perché i maghi staranno al posto che gli spetta, così come i babbani staranno al loro... Dobbiamo solo unire le nostre forze ed assestare il colpo definitivo!

Stirling Moody guardò con evidente disprezzo la mano che Grindelwald gli stava offrendo, ripensando a tutto ciò che aveva visto e sofferto negli anni del conflitto, e fu così che mise mano alla propria bacchetta per tener fede al suo giuramento di auror.

- Tu marcirai ad Azkaban - strillò. - Una volta là dentro, ti assicuro che avrai modo di meditare su tutto ciò che hai fatto!
- Andiamo Moody, non essere ridicolo - incalzò Grindelwald serissimo. - Dimentica i vaneggiamenti del ministero, dammi la mano e suggelliamo l'inizio di una nuova grande era per tutto il Mondo della Magia!
- MAI !!!

Purtroppo quell'urlo coraggioso fu l'ultima parola che Stirling Moody ebbe modo di pronunciare nella sua vita.
Nessuno dei seguaci di Grindelwald ebbe modo di vedere con chiarezza "chi" dei due avesse effettivamente colpito per primo. L'unica cosa certa erano i corpi a terra dei due coniugi Moody, entrambi caduti con le rispettive bacchette strette coraggiosamente nelle mani rigide, e Grindelwald in piedi con l'estremità luccicante della sua preziosa bacchetta che gli aveva garantito la vittoria ancora una volta.
A rompere quel breve silenzio di morte, tuttavia, il pianto di un piccolo bambino innocente risvegliò l'attenzione di tutti i presenti.
Grindelwald osservò il volto del bambino, chiazzato di lacrime e fango, e per un attimo pensò di sollevarlo da tutte le sofferenze. Fece per sollevare la bacchetta, puntandogliela proprio contro la testa, quando qualcosa lo distolse dal suo proposito. Il piccolo Alastor, infatti, aveva appena smesso di piangere e, allungando la manina verso l'assassino dei suoi genitori, strinse le dita a pugno lungo l'estremità della bacchetta di Sambuco.
Grindelwald ammutolì.
Era solo un bambino, un minuscolo bambino orfano, ma i suoi occhi erano lo specchio di una eccezionale forza interiore che il mago non ricordava di aver mai visto prima in nessun adulto.

- Signore - esclamarono i suoi adepti, vedendolo riporre la bacchetta sotto al mantello.
- Andiamocene - rispose. - Ho già preso delle vite che mi ostacolavano, quella di di Stirling Moody e di sua moglie, non ho motivo di prendere anche quella del loro bambino!
- Ma...
- Se il suo destino è scritto, morirà - concluse l'uomo, squadrando gli altri con i suoi occhi freddi e taglienti come lame di coltello. - Se però dovesse sopravvivere, in quel caso, vedo con chiarezza che la maledizione lo accompagnerà passo passo!

Detto questo, Grindelwald se ne andò.

***

Le ore trascorsero lente e, con l'arrivo dell'imbrunire, la fine del piccolo sembrava ormai certa.
Fortunatamente per lui però, da che le truppe aeree naziste avevano abbandonato la zona, un anziano e robusto pastore che abitava vicino fu richiamato dai suoi vagìti. L'uomo era stanco, col volto segnato dalle difficoltà e dagli stenti, ma il suo sguardo forte e sincero la diceva lunga sulla nobiltà del suo animo. Costui si assicurò che le sue pecore fossero ben legate e, avvicinandosi cautamente ai due cadaveri stesi faccia in giù nel fango della brughiera, si accostò al bambino che sporgeva le braccine fuori dalle vesti nelle quali era avvolto.
Non era sicuro rimanere lì a bivaccare per la notte, dato che le belve sarebbero di lì a poco sopraggiunte per ripulire le carcasse, così il pastore dovette decidersi in fretta sul da farsi.
Mosso a compassione per quel povero bambino sfortunato, si chinò ad avvolgerlo con la propria giacca perché non sentisse freddo e, così facendo, vide il medaglione che i suoi gli avevano cucito sulle vesti alla nascita.

- Ma guarda - esclamò, leggendo il nome e il cognome elegantemente riportati sull'oggetto. - Alastor Moody... Bel nome!

Il piccolo sentiva sempre più i morsi della fame, il pastore tirò dunque fuori una vecchia fiaschetta vuota dalla propria bisaccia e, dopo averla riempita con un po' di latte di pecora, si accinse a nutrire il piccolo il quale succhiò avidamente.

- Avevi proprio fame, eh - osservò. - Beh, piccolo Alastor, temo proprio che dovrai accontentarti di questo vecchio brontolone del sottoscritto... Non posso certo lasciarti qui al freddo, dannazione, fai il bravo che ti porto a casa con me!

Alastor sbadigliò, chiaramente ormai in procinto di addormentarsi, ma le sue dita rimasero come "incollate" alla fiaschetta. Il pastore non riuscì a togliergliela, neppure con gli strattoni, e sorridendo immaginò che il piccolo avesse già scelto con chiarezza il suo primo regalo.


( continua )...

   
 
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