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Autore: MmeBovary    14/04/2009    5 recensioni
"And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight"
Sulle note di "Iris", il divampare di una passione proibita in un attimo rubato al flusso incessante del tempo. E a fare da testimone... solo la luna.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Piccolo avviso: i personaggi di questa fanfic non sono miei, appartengono tutti a J.K. Rowling e io li uso momentaneamente senza fini di lucro o simili. Eventuali citazioni da altri autori sono poste tra virgolette o segnalate come tali.
Ora godetevi la storia!


LA LUNA, IN CIELO






La luna, in cielo là fuori.
Un raggio che passava tra nuvole di latte ed entrava nella stanza.
Il ticchettio monotono dell’orologio che segnava ormai le due del mattino.
I volumi polverosi della biblioteca sparsi alla rinfusa su quel tavolo ingombro.
E poi lei.

[Bella.]

Addormentata con la piuma bagnata d’inchiostro ancora tra le dita… Un lungo segno nero che attraversava la sua pergamena testimoniava del momento in cui ella si era arresa alla stanchezza e si era lasciata scivolare in avanti tra quelle pagine antiche, dimentica di quello stupido compito di Antiche Rune che prima doveva esserle sembrato tanto importante da sacrificare ad esso il sonno.
E poi lui.
Era passato di lì per caso durante una ronda notturna, uno degli stupidi doveri da prefetto che gli toccava assolvere ogni tanto. La sigaretta tra le labbra, era già pronto ad uscire in terrazza a fumare, quando era passato davanti alla biblioteca ed aveva visto al suo interno la luce solitaria di una candela accesa.
Una stretta alla bocca dello stomaco gli aveva detto che quella là dentro a quell’ora non poteva essere che lei.
Così era entrato.
La Luna in cielo là fuori era l’unica testimone di quella scena inusuale.
Hermione Jane Granger dormiva come un bimbo stremato tra le pagine dei suoi amati libri e davanti a lei, seduto al contrario sulla sedia, con il mento appoggiato agli avambracci muscolosi, un ragazzo alto e biondo la osservava senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso.

[Bellissima.]

Draco Lucius Malfoy, per quanto facesse forza contro se stesso, non riusciva ad impedirsi di pensare che quella fosse la scena più bella che avesse mai visto. Ogni minimo particolare si imprimeva a fuoco nella sua mente e nella sua carne. Dalla curva morbida di quei boccoli dorati che sembravano creati solo per essere arrotolati attorno alle sue dita, alla carnosità di quelle labbra rosee e infantili, appena dischiuse per far passare il respiro appesantito dal sonno, che sembravano disegnate per ispirargli il peccato.
La mano del Serpeverde si mosse in avanti…


And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now

E rinuncerei per sempre a toccarti
perché so che tu mi senti in qualche modo
tu sei più vicina al paradiso di quanto io sarò mai
e non voglio andare a casa ora


Le sue dita affusolate raggiunsero la superficie lignea della scrivania, ma non osarono andare oltre.

[Troppo bella.]

Non riuscirono a percorrere quei pochi centimetri che le separavano dalla sua gota di pesca… Non ci riuscirono perché a separare quei due studenti di Hogwarts c’era ben più che qualche centimetro di tavolo… C’erano generazioni avversarie, tradizioni millenarie, obblighi familiari vecchi di secoli.
C’era una quotidianità di silenzio, di rancore, di odio, di malcelato sprezzo reciproco. C’era un futuro che sembrava già scritto: lei Auror, lui Mangiamorte... destinati forse un giorno a combattersi, forse ad uccidersi.
Eppure…
Se per un attimo - pensava Draco - avesse dimenticato il passato, il presente e il futuro allo stesso modo… Dopotutto, nessun istante esiste se non a condizione di annientare il precedente che lo ha generato e di essere allo stesso modo annientato dal successivo, quindi il passato e il futuro sono illusori al pari di un sogno e il presente non è altro che il limite senza estensione né durata che li separa.
Allora perché non vivere quell’istante tirandolo a forza fuori dal tempo?
La sua mano si mosse ancora…


And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight

e tutto quello che posso assaporare è questo momento
e tutto ciò che posso respirare è la tua vita
perché presto o tardi è finita
e io non voglio perderti questa notte


Un brivido intenso percorse la sua spina dorsale quando le sue falangi entrarono in contatto con la setosa morbidezza di quei capelli così profumati…
O almeno li aveva sempre immaginati così, impregnati di chi sa quale angelico profumo.
Lo erano davvero?
Si sporse in avanti, restando in equilibrio su due sole gambe della sedia e affondò il viso tra quei boccoli, respirando come se da quell’aria dipendesse la sua sopravvivenza, come se fosse riemerso da un’apnea lunga diciassette anni in cui la sua vita era stata quella di un morto vivente, incapace di respirare davvero.
Il profumo che invase le sue narici gli fece schizzare il sangue al cervello.
Era innocenza.
Era peccato.
Era piacere.
Era dolore.
Quell’aroma unico e indescrivibile scosse con forza i suoi sensi e spedì ogni ultima traccia del suo autocontrollo in una dimensione parallela.
Sfiorò con le labbra ardenti di desiderio la sua fronte candida, scostando alcune ciocche ribelli.
Se i suoi capelli erano così piacevoli, allora chi sa le sue labbra…
No!
Con un ringhio feroce Draco si gettò all’indietro e scattò in piedi.
Non poteva perdere il controllo.


And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand

e io non voglio che il mondo mi veda
perché non penso che la gente capirebbe


Hermione sospirò delicatamente con un mugolio assonnato e sbatté le palpebre un paio di volte per scrollare via il torpore accumulato.
Il Serpeverde davanti a lei tremò.
Che fare?
Fuggire?
Restare?


When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono


Il suo corpo decise per lui. Non avrebbe mosso un passo.
La Grifondoro si passò distrattamente le mani sugli occhi, meravigliandosi di trovarsi la piuma tra le dita. Avvolta dall’incoscienza del risveglio, non aveva ancora capito dove fosse e tantomeno aveva visto lui.
Strizzò le palpebre ancora un paio di volte e poi alzò lo sguardo davanti a sé e fu allora che capì definitivamente di non essere nel proprio letto e soprattutto di non essere sola.
Sobbalzò leggermente sulla sedia per lo spavento.
“Malfoy?”
La sua voce impastata dal sonno uscì come un sussurro strascicato e lieve che raggiunse il Serpeverde con la leggerezza di una farfalla che si lasci condurre dal vento.
Draco non seppe cosa replicare. Per la prima volta in sette anni non aveva una risposta pronta. Nessuna replica tagliente, nessun’offesa, nessun commento cattivo.
Qualcosa nel tono in cui aveva pronunciato il suo nome gli impediva di rispondere. Cosa implicava quel suo tono sorpreso e melodioso? Voleva la conferma di non stare sognando? Voleva sapere cosa ci facesse lui lì? Voleva forse chiamarlo più vicino?
Così il biondo rimase lì in piedi davanti a lei a guardarla, fermo in quell’attimo che aveva rapito al flusso continuo del tempo.
Fermo per non rovinare tutto, per paura che se avesse osato oltre la situazione gli sarebbe sfuggita di mano.
Ma un attimo, per quanto rubato, è sempre un attimo e non può durare per sempre.
Doveva dire qualcosa.
Ti voglio.
Ti desidero.
Ti bramo.
“Ti…” le parole raschiarono come carta vetrata la sua gola secca “Ti dovrei togliere dei punti Mezzosangue… Stasera non è il tuo turno per la ronda, quindi non sei autorizzata a stare qui. Dovresti essere nel tuo letto a quest’ora.”
Cosa aveva detto? Perché? Perché era tornato al presente di odio e diffidenza?
Perché?!
Aveva rovinato tutto…
“Io… sì, scusa… che ore sono?” borbottò la ragazza gettando un’occhiata all’orologio “Oh mio Dio è tardissimo! Io… mi ero addormentata…”
La Grifondoro scattò in piedi e prese a raccogliere frettolosamente tutte le sue cose.
Quel movimento così improvviso mosse l’aria, fece tremare la fiamma della candela e lasciò dietro di sé un’ondata impercettibile del suo profumo.
Impercettibile per chiunque tranne che per lui.
Perché per lui quell’aroma leggero arrivò più forte di uno schiaffo in pieno viso.
Con un sospiro roco il biondo si abbandonò a quella fragranza proibita che aveva risvegliato in lui le emozioni sopite di poco prima.
Forse poteva rubare ancora qualche momento al tempo…
“Hermione…”
Lei alzò lo sguardo.

And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

e tu non puoi combattere le lacrime che non stanno per arrivare
o il momento della verità nelle tue bugie
quando tutto sembra come nei film
sì tu sanguini solo per capire che ancora sei vivo


Per Draco fu come osservare se stesso da lontano. I muscoli intorpiditi delle sue gambe si mossero con estrema fatica per percorrere la breve distanza che lo separava dalla scrivania. Ad ogni suo passo sentiva il suo corpo scuotersi, riecheggiare delle vibrazioni create dal contatto col suolo, quello stesso suolo su cui poggiava lei.
La Grifondoro lo guardava con gli occhi spalancati per la sorpresa, incerta se continuare a rimettere in ordine le proprie cose e andarsene o aspettare di sentire cosa aveva da dirle.
Perché qualcosa da dirle doveva averlo, altrimenti perché chiamarla?
Ma soprattutto perché per nome?

[Hermione…]

Quella parola riecheggiava ancora nelle orecchie del biondo Serpeverde.
Hermione?
Hermione…
Hermione.
Bella, bellissima Hermione.
Il sogno proibito che infuocava i suoi lombi nelle notti agitate al desiderio, il suono celestiale che metteva in pace la sua anima col mondo.

[Hermione.]

In pochi passi fu davanti a lei, dall’altra parte della scrivania. Si beò per un istante ancora della sorpresa ingenua che aleggiava nei suoi occhi di un liquido color cioccolato.
E poi lo fece.
Rubò per sempre al tempo l’istante più bello della sua vita.
E rubò a lei un bacio.


And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

e io non voglio che il mondo mi veda
perché non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono


Per un istante la giovane oppose resistenza a quel contatto, ritraendosi, ma le mani forti del biondo si intrufolarono con scaltrezza tra i suoi boccoli bruni, afferrarono con presa ferrea la sua nuca e la attirarono più vicina, le fecero reclinare la testa, schiudere le labbra.
E la fiera Grifondoro piegò il capo e si arrese al suo volere.
Al suo desiderio.
L’unica cosa di cui Draco si sarebbe sempre rammaricato negli anni a venire era quella di non aver potuto vedere in quell’istante i suoi occhi dorati accendersi per lo shock e la sorpresa, un secondo prima di chiudersi e segnare la propria resa incondizionata.

[Solo la Luna li vide.]

Il giovane le circondò la vita con un braccio, facendole curvare la schiena, portandola più vicina a sé, come una serpe che chiuda le sue spire attorno alla preda. Lei puntò le mani sulla scrivania per ritrovare l’equilibrio, accartocciando malamente le pagine di diversi libri.
Draco disserrò le labbra e il suo fiato caldo si mescolò con quello di lei, scontrandosi sulla punta della sua lingua, sugli angoli della sua bocca desiderosa di un contatto più intimo, più vero.
Entrambi fremettero.
Il biondo aumentò la stretta delle sue dita sul fianco sottile di lei e le prese il labbro inferiore tra i denti, stringendo lentamente quel morbido lembo di carne come l’ultimo appiglio per non cadere indietro nel baratro del presente.

 
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

quando tutto sembra come nei film
sì tu sanguini solo per capire che ancora sei vivo


Il mugolio di dolore che lei emise lo riportò alla realtà.
E riaccese in lui il desiderio mai sopito di assaporare quella bocca. La sua lingua si fece strada oltre il contatto bollente delle loro labbra, saggiando con curiosità famelica ogni millimetro di quell’antro caldo.
Un bacio forte, voglioso, disperato che gli fece infossare le guance e gli tolse il respiro.


And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

e io non voglio che il mondo mi veda
perché non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono


Hermione fece leva sulle braccia e poggiò un ginocchio sul tavolo, tirandosi su mentre il Serpeverde la trascinava a contatto col proprio corpo bruciante. Intrufolò le dita sottili tra i suoi capelli biondi, percorse il sentiero dei suoi muscoli definiti dal collo, alle spalle, alle braccia.

[Il braccio sinistro.]

Il biondo sollevò lo sguardo appannato su di lei mentre la bruna faceva scorrere i suoi costosi gemelli fuori dalle asole della sua camicia tagliata su misura e arrotolava la stoffa leggera sul suo avambraccio. La pelle diafana si presentò alla Luna in tutto il suo splendore. I muscoli degni di una statua greca si contrassero mentre il biondo serrava le dita sulla spalla della compagna, incerto se bloccarla o no. Le vene azzurrine si gonfiarono di sangue mentre ciò che lei temeva e cercava veniva alla luce.

[Il Marchio Nero.]

I loro occhi si incontrarono su quel disegno maledetto.
Le dita di lei ne percorsero le linee marcate.
“È solo un simbolo…” mormorò Draco “… di qualcosa in cui non credo. Di qualcosa che non sono.”
La morbidezza degli occhi di Hermione lo colpì come un pugno.
Lo sorprese quanto in fretta lei avesse capito. Forse perché erano fermi in quell’attimo rubato al tempo e in quell’attimo tutto loro Voldemort, i Mangiamorte, Potter, chiunque tranne loro fosse esistito, esistesse o dovesse esistere non aveva senso.
O forse semplicemente perché lei poteva capirlo. Perché lei sapeva chi lui fosse.
Ma quello che lo sorprese di più fu il gesto che Hermione fece subito dopo. Non coprì quel segno, impresso nella sua carne come i marchi nel bestiame, no, non lo nascose. Continuò a sfiorarlo con le dita e poi sostituì al tocco leggero dei polpastrelli quello ancor più delicato delle labbra.
Petali di rosa sospinti dal battito d’ali di una colomba.
Piume di colomba che si infrangono sull’acqua.
Acqua fresca su una ferita che ancora bruciava.
Labbra brucianti che sciolsero la freddezza del suo cuore.


I just want you to know who I am
I just want you to know who I am
I just want you to know who I am

io voglio solo che tu sappia chi sono
io voglio solo che tu sappia chi sono
io voglio solo che tu sappia chi sono



E quando i due ragazzi ebbero consumato la loro passione proibita, avvolti solo dai loro mantelli su quella scrivania, tra gli scaffali polverosi della Biblioteca e Hermione si addormentò stretta tra le Braccia del suo Serpeverde non le importò di stare appoggiando il capo su un Marchio Nero. Perché per lei in quell’attimo fuori dal tempo “Marchio Nero” era un’associazione di parole senza senso alcuno. Così come a Draco non importò che la mano delicata che si chiuse a pugno sul suo petto nudo indossasse una fedina in finto argento con scritto “Da Ron, con amore, per un anno insieme” perché quel pezzo di metallo non aveva più valore del suo marchio…
Simboli inutili di qualcosa in cui non credevano.
E la Luna là fuori li guardò dormire e custodì il segreto del loro amore.

Ma la Luna non resta visibile per sempre e un attimo non si può fermare in eterno.
Venne l’alba, tornò la realtà, riprese a scorrere il tempo e una sola parola non detta aleggiò tra i due amanti ormai lontani, innalzandosi tra loro come un muro alto miglia e miglia, ricordando loro il passato, riportandoli al presente, annunciando il futuro.

[Addio.]





The End.





§ Spazio autrice: §

Salve!
Allora, prima di tutto asciugate le lacrime… ç_ç Poi cominciate pure a infamarmi…
Speravate in un lieto fine? Purtroppo per voi oggi è emersa la mia vena tragica!
Innanzitutto, visto che questa è una song-fic vi devo dire il titolo della canzone, anche se
è talmente famosa che molti di voi la avranno già identificata: è “Iris”, dei Goo Goo Dolls,
una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi…
Spero che vi abbia emozionato quanto ha fatto con me o almeno un pochino...

Un grazie a tutti coloro che hanno recensito le mie storie, le hanno aggiunte tra i preferiti
o hanno aggiunto me (addirittura!!!) tra gli autori preferiti.
Grazie davvero. Il sostegno per ogni autore è veramente importante.
Grazie, grazie, grazie.

Alla prossima fic,
MmeBovary

P.S. Visto che questa è la mia prima song-fic sono graditi suggerimenti e recensioni! XD
  
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