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Autore: chiara_13    11/06/2016    3 recensioni
E se non fosse andata come nel telefilm? Se la vita dei nostri protagonisti venisse sconvolta da un momento tragico e dovuto per sopravvivere? Se morire fosse l'unica via di fuga per salvare le persone pi care e la propria famiglia? Se il povero scrittore soffrisse per qualcosa che forse...non rivelerò altro, se volete sapere cosa sconvolge il nostro Rick, leggete la mia storia...GRAZIE e Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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UN PIACEVOLE CONTRATTEMPO

-Siete sicuri che sia questo il posto?- Hailey e Alexis guardavano interrogative i due detective e lo scrittore.

-Le tracce portano tutte qui…i nostri spacciatori assassini hanno la base in questo edificio- rispose Esposito, pronto ad estrarre la pistola in caso di necessità.

-Scusami partner, ma non credo sia una buona idea coinvolgere anche loro- sussurrò Ryan, preoccupato per l’incolumità dei tre non armati.

-Non li abbiamo invitati noi…erano già qui…tranne Castle, lui è arrivato per conto suo…a proposito, come lo sapevi che era qui?- Esposito si voltò verso lo scrittore.

-Ho ragionato e ho analizzato tutte le prove….come facciamo sempre e gli indizi mi hanno portato qui- rispose Richard, dietro all’ispanico, con in dosso il suo giubbotto.

-Ok…pronto…- Esposito fece diversi segni al partner armato e dopo diverse occhiate d’intesa, aprirono la porta ed entrarono con le pistole pronte davanti a loro.

Il silenzio calò nel momento stesso in cui entrarono nell’edificio. Avevano chiamato i rinforzi da qualche minuto, ma non potevano permettersi di farsi sfuggire l’occasione di catturare quella spietata banda. Raggiunsero il salone centrale, era tutto troppo tranquillo per essere un covo di spacciatori assassini, la guardia era sempre più alta e l’attenzione aveva impiegato tutti i sensi.

Il riflesso di qualcuno che si muoveva dietro di loro fece scattare l’istinto militare di Esposito che subito si girò e ordinò a tutti di mettersi ai ripari. Iniziando a sparare insieme ai criminali.

-Espo…sono troppi- affermò Ryan, facendogli guardare sul corridoio sopra le loro teste e dietro le casse al loro stesso piano.

-Ok…tieni Hailey…Kevin dai la tua pistola a Castle, saranno i nostri rinforzi- ordinò Esposito.

L’irlandese fece come richiesto e al concerto presero parte anche lo scrittore e la loro nuova partner.

-Sono sempre troppi…- questa volta fu Richard a parlare, suscitando una smorfia sul volto dei due detective.

-Dobbiamo solo prendere tempo…a momenti arriverà la squadra e potremmo arrestare questi bastardi.

Alexis si votò istintivamente e guardò il corridoio sopra di loro, due uomini si stavano mettendo in posizione per sparare. –Papà…- sussurrò lei, facendo cenno al padre di guardare nella sua stessa direzione.

-O…merda…- gli occhi di Richard si spalancarono. Provò a puntare contro di loro la pistola, ma un colpo partì da quegli uomini, colpo che fece saltare l’arma dalle mani dello scrittore. A quel punto anche i due agenti si allarmarono, ma non abbastanza velocemente.

-Laggiù…- Esposito e Ryan si erano già avviati, seguiti subito dalle due donne e poi da Castle. Quest’ultimo rimasto indietro per distrarre i criminali.

-Castle sta giù…- urlò Esposito, Richard si voltò nella direzione in cui c’era un uomo pronto a sparargli. Neanche un secondo che qualcuno si buttò addosso allo scrittore, rialzandosi rapido e sparando magistralmente e atterrando l’uomo.  

Il suo salvatore era un individuo munito di casco oscurato. –Sta giù…- lo fece abbassare dietro alle casse. Poi si guardò intorno, guardando la porta dalla quale forse era entrato. –Quando te lo dico corri in quella direzione…ti copro le spalle…- gli indicò il punto.

-Ok…- annuì lui, vedendo la persona puntare la pistola contro gli uomini sui corridoi superiori.

-ORA…- gli intimò, iniziando a sparare, si sentivano i corpi cadere pesanti sul pavimento e il sangue schizzare ovunque. Richard aveva fatto come richiesto, ma troppo lentamente per la persona con il casco. Questo lo prese e lo fece avanzare più velocemente, sparando anche agli ultimi uomini armati, bersaglio anche dei due detective che avevano continuato a sparare per tutto il tempo.

Non erano usciti nella strada principale, ma in un vicolo sudicio e bagnato. –Stai bene?- la persona alzò la visiera, permettendo allo scrittore di capire chi fosse, anche se lo aveva già capito da tempo.

-Sto bene…sto bene, grazie…- lo scrittore si studiò il corpo, appurando realmente di non avere ferite in corpo –perché non ti sei fatta più viva?- sussurrò, sapendo che era pericoloso per lei rimanere li.

-Sono stata a Los Angeles con tuo padre, abbiamo seguito una pista su Loksat…- rispose rapida –e tu…- gli accarezzò il volto, dopo essersi sfilata un guanto –ti lascio qualche giorno da solo e ti ritrovo in mezzo ad una sparatoria?- gli occhi sorrisero, luminosi.

-Che ci posso fare…hai detto di stare lontano da tu sai chi, non dai casi in generale- ricambiò il sorriso.

In lontananza sentirono l’arrivo dei rinforzi a sirene spiegate. –Sarà meglio che vada…- appurò Kate, alzandosi il casco dalla testa. Senza toglierlo del tutto, appoggiò una mano al petto dello scrittore e gli lasciò un dolce bacio sulle labbra, per poi correre via di li.

-Stai attenta…- sussurrò Castle, vedendola annuire. –Anche tu sta attento Rick…- rispose ad eco lei.

Dopo qualche minuto Richard tornò alla facciata principale dell’edificio, dove c’erano tutti. Alexis lo abbracciò subito, nel vederlo comparire incolume. –Sto bene…sto bene- sorrise lui, sapendo come si preoccupava per lui.

-State bene?- lo scrittore, guardò i due detective e le due donne.

-Tutto a posto, a parte l’adrenalina che ho in circolo- rispose Hailey, facendo ridere tutti.

Sul ponte che era davanti a loro c’era Kate, a debita distanza, con il casco sulla testa, irriconoscibile agli occhi di tutti, ma non a quelli di lui. Richard infatti si era voltato istintivamente verso di lei, l’aveva sentita. La fissò per qualche minuto, come se stessero comunicando telepaticamente. Quando anche i suoi amici andarono a fissare quel punto, Kate salì in moto e fuggì via.

-Ma chi è quello? Il tuo angelo custode?- chiese Hailey, riconoscendo il motociclista, come quello della scorsa volta.

-Si Castle, chi è? Sembra che ogni volta che sei in pericolo si fa vivo per salvarti…a proposito, la prossima volta puoi chiedergli di aiutare anche noi?- borbottò Ryan, guardandolo.

-Non ne ho idea, ma gli sarò sempre grato…chissà che storia ha…un bodyguard segreto, mi piace- commentò subito Richard, sperando di essere stato convincente.

-Cos’era quello?- si stupì Alexis, ma anche gli altri tre.

-In che senso?- Richard si irrigidì subito alla reazione dei quattro davanti a lui.

-Hai fatto una battuta…- gli fece notare Esposito.

-Oh…mi stavate preoccupando, pensavo chissà cos’avevo fatto- sbuffò Castle, sorridendo e tirando un silenzioso sospiro di sollievo.

-Castle…- lo richiamò Ryan -…non fai battutine da un mese…certo che ci preoccupiamo, è successo qualcosa di cui non siamo al corrente- indagò il detective.

-Forse l’adrenalina di essere scampato ad una sparatoria ha fatto tornare il vecchio Castle per un momento- si giustificò subito lui, allontanandosi da quella conversazione.

Qualche ora più tardi erano tutti al distretto per chiudere in bellezza quel caso tanto fastidioso. Richard stava fissando un punto indefinito nella stanza e tutti si rendevano conto che la sua mente stava vagando altrove.

-Secondo te dobbiamo preoccuparci?- chiese Alexis ai suoi amici.

-No…capita a tutti di perdersi nei propri pensieri- rispose subito Esposito alla ragazza.

-Non solo di questo…ma  è diverso da qualche tempo…come se stesse rinascendo il vecchio Richard…piano piano ovviamente- commentò Hailey.

-Smettetela…iniziate ad essere un po’ esasperanti…prima non vi sta bene che soffra, poi sorride e fa battute ed è esattamente la stessa cosa…mi spiegate cosa volete da lui?- le interrogò Esposito.
 



Richard era rimasto solo in casa, sua figlia e sua madre erano andate a cena fuori con Hailey e Lanie. Erano le otto di sera. Stava guardando dalla finestra dello studio, ammirando il movimento della città e il gioco di luci.

-A che pensi?- la voce di Kate lo fece sobbalzare e voltare verso di lei, con una mano sul petto.

-Al fatto che mi farai morire se continui ad apparire all’improvviso…- rispose, facendola ridere –come fai ad entrare senza che nessuno ti veda? E qui dentro?- chiese lui.

-Ho la chiave…- gli mostrò il mazzo di chiavi che aveva in mano –perspicace come si mi sorprende che non ci sei arrivato da solo- si avvicinò, alzando una mano, mostrando un sacchetto.

-Ramys?- sorrise lui, raggiungendola.

-Pensavo ti avrebbe fatto piacere cenare insieme, almeno finché le tue rosse non tornano- annuì lei. Si sedettero sul tappeto e la schiena appoggiata al divano. Il cibo appoggiato sul tavolino di vetro davanti a loro.

-Hai pensato bene- la guardava molto intensamente –come stai?- le chiese subito.

-Bene…mi sono ripresa completamente, tu? Ti sei ripreso dalla sparatoria?- ricambiò.

-Da quella si, dalle domande di mia figlia e dei ragazzi un po’ meno- rispose scuotendo la testa.

-Ti va se ricominciamo? Non mi va di parlare di questo- lo sorprese lei.

-Certo…come vuoi ricominciare?- chiese divertito.

-Così…- si sporse leggermente dal suo lato e lo accolse con un tenero bacio sulle labbra.

-Concordo…è molto meglio…- scoppiarono entrambi a ridere.

Mangiarono, parlarono e risero per tutta la sera. Kate si era accoccolata sul fianco di Richard che le accarezzava la schiena con movimenti delicati. Lei gli accarezzava il petto e lo solleticava con il suo respiro.

-Avete scoperto qualcosa a Los Angeles?- chiese alla fine Richard, aveva resistito anche troppo.

-Lo sai che non posso coinvolgerti…è per proteggerti- si alzò, per guardarlo negli occhi.

-Andiamo è una settimana che non ci vediamo…dimmi almeno quanto devo aspettare prima di riaverti qui con me- si lamentò lui, quella situazione era molto fastidiosa e scomoda.

-Ti dico solo che abbiamo trovato degli ottimi indizi, ma niente di più…stiamo ancora analizzando il materiale che abbiamo trovato…ti prometto che quando tutto questo sarà finito ti racconterò ogni cosa, ma per ora non posso dirti altro, mi dispiace- gli lasciò un bacio sulle mani.

-Sapere che sei la fuori senza di me è frustrante, non sapere se stai bene o se…- venne fermato da Kate che gli poggiò un dito sulle labbra.

-Io sto bene…e anche per me è difficile, come oggi…pensare di non essere li per proteggerti le spalle e tutto il resto…- gli accarezzò il volto.

-A me è sembrato il contrario…non era una tua sosia oggi che mi ha salvato la vita…eri tu e quindi continui a farlo- le scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-Ti regalo una cosa…- Kate prese qualcosa dalla tasca della giacca appoggiata sul divano –Tieni…oltre ad essere un’arma…è stato il mio portafortuna per molto tempo…magai ti aiuterà, si nel caso dovessi trovarti in una situazione difficile…- era un coltellino a serramanico. Il manico coperto da pelle nera e con delle iniziali incise in corsivo. KB.

Richard lo prese e passò il pollice sopra l’incisione. –Ne avrò cura per te e quando arriverà il momento te lo restituirò…è una promessa- sorrise, avvicinandosi per baciarla sulle labbra. Le loro mani si incontrarono e si intrecciarono tra di loro. Erano labbra contro labbra, i cuori battere all’unisono come ogni volta che accadeva. Rimasero a baciarsi a lungo, senza secondi fini, quel gesto, visto da fuori, poteva sembrare la reazione di due adolescenti, ma loro sapevano bene che quello era il modo per trasmettere ad entrambi la forza necessaria ad andare avanti.

-Devo andare…- si staccò Kate -…le tue rosse stanno per tornare- disse sicura.

-Come lo sai?- chiese sorpreso.

-Ho messo un localizzatore sulla macchina con cui sono partite e il mio telefono mi ha appena informato che sono a qualche isolato da qui- rispose, infilandosi il giacchetto di pelle.

-Credo che mi farò bastare questi momenti…ma non puoi aspettare ancora qualche minuto?- la supplicò, fermandola per le braccia.

-Solo due minuti…poi me ne devo andare- lo assecondò Kate, portando le sue braccia dietro al suo collo, mentre lui l’avvicinava per la vita.

-Facciamo cinque- Richard iniziò a baciarle tutto il volto. Poi raggiunse il lobo dell’orecchio, il collo e quel punto così sensibile che gli piaceva tanto stuzzicare.

-Oddio Rick…se continui così…saranno dieci…- ansimò Kate, con la testa appoggiata sulla sua spalla, mentre le sue mani accarezzavano i capelli corti dello scrittore.

-Giuro che ti farò uscire di qui in tempo…non avevo realizzato che ne avevamo così poco- commentò, tuffandosi nuovamente sul suo collo, spingendola contro la colonna dietro di lei.

-Allora facciamo in fretta…- Kate aveva già slacciato la cintura dei pantaloni di Richard e slacciato la zip dei pantaloni. Richard aveva fatto lo stesso, togliendole completamente i jeans e l’intimo. –Potevamo farlo più tranquillamente, abbiamo passato due ore a parlare- ansimò Kate, al tocco sensuale del marito.

-In realtà…- si abbassò i boxer e la fece arrampicare sul suo bacino -…non era in programma…è stato quel tuo coltellino…mi ha risvegliato…- disse, guardandola negli occhi, mentre si faceva strada in lei.
 


-Richard caro…siamo tornate…- si annunciarono, entrando in casa.

-Papà?- lo chiamò Alexis.

-Sono in bagno arrivo!- si apprestò a rispondere dal bagno della sua camera.

-Hai cenato?- la ragazza si guardò intorno, notando che tutto era in ordine.

-Si…sono andato al Ramys e poi a prendere un gelato…- si mostrò alle due rosse di casa Castle.

-Oh…sei uscito…- commentò Martha –hai fatto bene, dopo quello che è successo oggi…- commentò la rossa.

-Si in effetti avevo bisogno di fare due passi, ma poi sono tornato a casa e mi sono messo a scrivere, ho quasi finito il mio nuovo romanzo- disse contento, prendendo posto sul divano.

-Alexis mi ha parlato del tuo angelo custode…è vero che ti ha salvato la vita tre volte?- chiese curiosa sua madre.

-Parli del motocilista?- Richard mandò un’occhiataccia alla figlia –Se vuoi sapere chi è non ne ho la più pallida idea…-

-E non vuoi indagare per ringraziarlo?- insistette la donna.

-Dovrei? Dopo non ci sarebbe più suspense…e poi il mio nuovo romanzo parla proprio di lui…un uomo misterioso che agisce nell’ombra per salvare uno scrittore…non è fantastico?- sorrise lui, notando gli sguardi divertiti delle due donne.

-Io vado a dormire…si è fatto tardi…domani ho i corsi all’università- si congedò Alexis, lasciando un bacio sulla guancia del padre e uno su quella della nonna.

-Ti saluto anche io…domani ho le prove per il nuovo spettacolo- anche Martha imitò la nipote e si dileguò al piano superiore.

Rimasto solo Richard si accertò di esserlo realmente, così si apprestò a raggiungere la camera e chiudere la porta a chiave.

-C’è mancato poco eh?- sorrise alla donna stesa sul suo letto.

-Te l’avevo detto che non era il caso di iniziare la nostra attività…ricreativa- commentò Kate, spostandosi su un fianco.

-Ma devi ammettere che è stato…molto…eccitante- gli fece qualche stupido gesto che la fecero ridere e scuotere la testa, come solo lei sapeva fare.

-Su questo non posso darti torto…- si morse sensualmente il labbro inferiore -…ma la prossima volta che ti dico di fermarti…lo farai…intesi- lo guardò divertita.

-Intesi…ma ammettilo…mi sono destreggiato bene…insomma, ho detto che ho mangiato al Ramys e non era del tutto una bugia e il fatto di scrivere un nuovo romanzo? Neanche quella lo era…- commentò lui.

-Hai veramente intenzione di scrivere di me?- sorrise sorpresa.

-Sei la mia musa da anni…è per questo motivo che ti definisco musa…non ti pare? E poi non scriverò su di te…ma su un motocilista misterioso che salva la vita delle persone a cui tiene…- rispose.

Kate gli dette un piccolo pungo sulla spalla –Sono contenta di essere la tua musa Castle- sorrise, vedendo che si avvicinava per baciarla.

-Lo sarai sempre…- si avvicinò ulteriormente, appoggiando le sue labbra sulla sua bocca socchiusa.
 

-Papà?!- la voce di Alexis li fece staccare immediatamente e uno sguardo preoccupato comparve nel volto di entrambi.

-E adesso?- chiese sottovoce Kate.
 


CARI LETTORI, ECCO A VOI IL MIO NUOVO CAPITOLO. SPERO DI NON ESSERE NOIOSA MENTRE SCRIVO. COMUNQUE ECCOCI. KATE SALVA NUOVAMENTE IL NOSTRO SCRITTORE DA UNA SITUAZIONE COMPLICATA E SI INCONTRANO PER PASSARE UNA SERATA INSIEME, IN ASSENZA DELLE DUE ROSSE DI CASA CASTLE. UN CONTRATTEMPO PIACEVOLE TRATTERRA’ KATE UN PIU’ A LUNGO DEL PREVISTO, RIUSCIRANNO AD EVITARE CHE LA GIOVANE CASTLE SCOPRA LA VERITA’? AL PROSSIMO CAPITOLO…GRAZIE A TUTTI PER AVER SEGUITO E RECENSITO LA MIA STORIA.
CHIARA
   
 
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