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Autore: xlambertx    11/06/2016    0 recensioni
Dove Harry è un essere sovrannaturale che si nutre di sogni.
Ma se Louis si infatuasse di quello strano individuo che vede ogni notte, poco prima di svegliarsi?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis si tirò su di scatto. Si mise le mani sugli occhi, tentando di far tornare il suo respiro ad un ritmo normale. Ad un ritmo che gli permettesse veramente di incamerare ossigeno. Quando il suo battito cardiaco tornò a una frequenza regolare, si guardò intorno, per quanto l’oscurità che lo circondava gli permettesse. La luce della luna gettava un velo di luce sulla moquette che ricopriva il pavimento di casa sua. Le lenzuola erano a terra, stropicciate, e lui giaceva sul materasso. La sua fronte era imperlata di sudore, così come il resto della sua pelle. Fissò le sue mani, appoggiandole sulle cosce, con i palmi rivolti verso l’alto. Tremavano. La finestra si aprì improvvisamente, emettendo un cigolio inquietante. Subito un soffio d’aria gelida entrò nella camera del ragazzo, il quale rabbrividì, spalancando gli occhi. Come poteva la finestra essersi aperta da sola? E per quale motivo l’allarme non era suonato? Possibile che i suoi genitori avessero dimenticato di inserirlo? No, decise, erano troppo spaventati. Louis si era chiesto più volte cosa spaventasse tanto: andiamo, erano in una piccola città americana, che contava a malapena un paio di migliaia di persone. Tutti conoscevano tutti, Louis escluso, sebbene fosse abbastanza popolare. La privacy era una sconosciuta e al ragazzo era sempre andato bene così. Insomma: non aveva niente da nascondere, se non, forse, il fatto di essere gay. L’aveva detto solo al suo migliore amico, Zayn. Questo significava che in un paio di giorni tutta la città era venuta a conoscenza delle sue preferenze sessuali. Non che questo avesse cambiato qualcosa. Ora a pavoneggiarsi davanti a lui, sculettando e lanciandogli occhiate maliziose, erano i ragazzi al posto delle ragazze, niente di più.
Un rumore fece tornare il ragazzo alla realtà. Un suono simile al raschiare di artigli lo circondava, insistente. Quel rumore lo faceva rabbrividire, ricordandogli le notti in cui suo padre tornava a casa ubriaco, quando lui era bambino. Quel rumore era lo stesso che le suole facevano quando venivano strisciate sulla moquette, forse solo un po’ meno smorzato. Era più chiaro, più udibile, ma non meno spaventoso. A un certo punto Louis vide qualcosa, qualcosa d’indefinito, di cui si poteva distinguere solo il profilo. Sembrava peloso. E grosso. Molto grosso. E si stava arrampicando sulla sua finestra. A mano a mano saliva sempre di più, facendo scoprire a Louis sempre più particolari. La forma affusolata degli occhi, le iridi nere, che si scorgevano anche al buio, il muso allungato. Quell’essere era simile ad un orso ma sembrava più agile. E più feroce. E poi, improvvisamente, seduta sul davanzale con una gamba piegata e una a pendere giù, apparve una figura maschile. Guardava la luna, i suoi capelli ricci oscillavano leggermente, trasportati dalla brezza che ancora faceva sentire freddo a Louis. Le gambe del ragazzo sulla finestra erano lunghe e affusolate, molto più di quelle del ragazzo dagli occhi azzurri, e terminavano in quelli che erano dei piedi alquanto grandi, che contrastavano con la graziosità del resto del suo corpo. Eppure quell’essere appariva perfetto agli occhi di Louis. Più perfetto di quanto gli fosse mai apparso un qualsiasi suo compagno, più irraggiungibile di quanto gli fosse mai sembrato Zayn, dall’alto della sua bizzarra arroganza che, al posto di renderlo antipatico, lo faceva sembrare superiore.
E mentre Louis faceva questi ragionamenti alquanto astrusi sul ragazzo seduto a qualche metro da lui la bestia si stava avvicinando, sempre di più. Aveva iniziato a ringhiare, e poi a grugnire, e aveva una voce, se tale si può definire quel verso che emetteva quello che Louis pensava essere un animale, innaturalmente bassa. La bestia ormai lo sovrastava e lo teneva incollato al materasso, con il suo peso a gravare su di lui. Faceva fatica a respirare. Sentiva tutti i suoi organi interni contorcersi ed essere schiacciati, e il sangue raggelarsi nelle vene. Osò parlare solo quando sentì la bava viscida dell’animale gocciolare sulla sua guancia. Emise un lieve gemito, disgustato. Poi il ragazzo seduto sulla finestra rise.

Louis si tirò a sedere, nuovamente. La sensazione di star vivendo un deja-vu era fortissima. Le lenzuola erano esattamente nella stessa posizione in cui erano nel suo sogno. La luna gettava lo stesso alone luminoso, che illuminava il pavimento di fronte a lui. Istintivamente spostò lo sguardo sulla finestra. Era chiusa. S’intravedevano solo i profili delle case dei suoi vicini, la luce di alcune camere accesa, e qualche casa da cui si potevano scorgere ombre che si muovevano in modo estremamente ambiguo. Non che Louis volesse insinuare niente, ma gli sembrava che la ragazza che abitava nella casa più prossima alla sua stesse facendo cose poco caste insieme al suo fidanzato. Probabilmente i suoi genitori non sapevano neanche che lui fosse lì. O che la loro tenera bambina potesse fare un pompino alla sua dolce metà mentre loro erano nella stanza di fianco a dormire.

 “Dormire” pensò Louis. Esattamente ciò che avrebbe dovuto fare lui a quell’ora. Erano le cinque del mattino dopotutto, e l’indomani doveva andare a scuola. Quella scuola di cui oramai si era stancato, con quei professori che conoscevano tutto di tutti e si comportavano più da coetanei che da insegnanti e quei ragazzi che pretendevano di conoscere persino quello che provavi, perché non gli bastava più sapere ciò che facevi.

Louis si sdraiò di nuovo, sperando di riuscire a prendere sonno. Chiuse gli occhi, per facilitare il compito, e subito gli apparve il contorno del viso di quel ragazzo che gli era sembrato tanto perfetto, pur non avendo visto il colore dei suoi occhi, né gran parte del suo corpo. Tutto ciò che sapeva di quel ragazzo era che era frutto della sua immaginazione.
Non si sarebbe potuto sbagliare di più.
   
 
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